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Autore: _Dolphin_    30/09/2012    2 recensioni
Giada è una diciassette qualunque, che ama la musica, odia la scuola e fa tutto quello che fanno le persone normali, ma qualcosa cambia quando durante una normale giornata di scuola qualcuno spara in classe e Giada scampa alla morte per un soffio. Questa storia è fatta di lacrime, risate, affetti, amicizie, ma soprattutto ansia.
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gh Questo capitolo è un po' corto, è vero, ma non sono riuscita a fare più di così. Non ho idea di che cosa si senta quando uno viene sparato (e sinceramente mi auguro di non doverlo mai provare),  perciò scrivere questo capitolo dal punto di vista di Riccardo è stato abbastanza difficile, ma spero vi possa piacere lo stesso.
Buona lettura!

Riccardo POV

Fuoco. L'unica cosa che riesco a sentire è il fuoco che brucia dentro di me. Ho pensato molte volte cosa avrei provato se mi avessero sparato, ho pensato che si provasse molto dolore, ma questo..questo va oltre il dolore. É come se il fuoco si fosse impossessato del mio corpo, è un bruciore che toglie il respiro, parte dall'addome e sento le mie forze svanire. Provo a muovere una mano e quando l'avvicino al viso vedo che è ricoperta dal sangue, mi pizzica, formicola e trema ossessivamente. Sto per morire, lo so e non ho avuto l'occasione di salutare a Luca, a Giada.
Oh Giada, come farà adesso senza di me? In questi mesi mi sono accorto come sia diventata dipendente da me, ho notato come non riesca più a starmi lontano. Sono diventato il suo bastone e adesso che sto morendo chi la sosterrà? Sono sicuro che Luca riuscirà a prendersene cura e riuscirà a prendere quel bastardo anche senza di me. Non voglio morire eppure il fuoco mi sta divorando, velocemente. Ogni secondo che passa, le palpebre si fanno più pesanti, il respiro più lento e più doloroso. Spegnete il fuoco, vi prego.
-Riccardo! Riccardo sono qui.- sento la voce lontana di Luca, eppure lui non è lontano, è qui, proprio a fianco a me, ma le orecchie mi ronzano e la sua voce è quasi un eco.
Mi prende la mano e non riesco a capire se è lui che piange o sono io, forse siamo entrambi.
Sono consapevole che questi saranno i miei ultimi minuti di vita così, cerco di prendere fiato e cerco di pensare lucidamente nonostante il fuoco mi stia ancora divorando, più veloce di prima.
-Le lettere..sono..nel cassetto..in ufficio, d'accordo?-
-Stai zitto! Nessuno dovrà leggere quelle lettere è chiaro? Tu non stai morendo! Adesso arriva l'ambulanza e tra poco starai bene. Non ci sarà bisogno delle lettere!- urla Luca mentre singhiozza ed io non ho la forza per ribattere, anche se vorrei farlo, ma il fuoco è così doloroso e mi gira la testa, le mani mi pizzicano e voglio solo chiudere le palpebre. Solo per qualche secondo.
-No, no Riccardo apri occhi! Rimani sveglio! Guardami. Non addormentarti, per favore. Rimani sveglio per me, per Giada.- dice Luca, mentre sento la sua voce farsi sempre più lontana. Apro gli occhi, cerco di tenerli sbarrati e faccio di tutto per restare sveglio, per Luca, per Giada.
Sento che la situazione precipita, non ho più le forze, mi sento svuotato e il fuoco continua a bruciare il mio corpo e la mia anima imperterrito. Essere sparato è qualcosa di tremendamente scioccante ed è molto peggio di come lo fanno sembrare nei film e va ben oltre l'immaginazione di chiunque. Solo chi lo prova sa dire esattamente che cosa si sente e l'unica cosa che riesco a sentire io è il fuoco che non mi lascia respirare.
Non riesco più a sentire la mano di Luca sulla mia, eppure lui la sta stringendo forte questo significa che ho perso la sensibilità alle mani e adesso che ci faccio caso non riesco a sentire niente dall'addome fino ai piedi. Non sento più il mio corpo. Non voglio morire, devo pensare a Giada e non voglio farle leggere quella maledetta lettera, non così.
Con la coda dell'occhio vedo un medico avvicinarsi a me e Luca mi lascia la mano per fare spazio a lui che mi infila la maschera dell'ossigeno ed è l'unica cosa che riesco a vedere prima di chiudere definitivamente gli occhi, perchè tenerli aperti mi costa tanto e non ho più la forza, nemmeno per respirare.
Sono in uno stato di semi incoscienza, riesco a sentire delle voci, ma non sono abbastanza lucido per capire che cosa dicono.
Un ventata fresca mi attraversa il viso e il corpo, donandomi qualche secondo di sollievo e capisco di essere fuori dall'edifico e quando sto per abbandonarmi definitivamente al sonno sento una voce che urla il mio nome.
-Riccardo! Riccardo!-
Quella voce la riconoscerei tra mille. Giada, qualcuno le dovrà dire che mi dispiace davvero tanto di non averla potuto salutare. Mi dispiace di non aver preso il bastardo piccoletta, ma spero che Luca riesca a fare di più di quello che non sono riuscito a fare io. E sai che c'è, piccoletta? C'è che mi dispiace di averti sgridato quando non mi ascoltavi o facevi di testa tua, in quel momento mi sembrava la cosa più giusta da fare, ma adesso, davanti alla morte mi sembra un'assurdità. Avrei dovuto passare più tempo con te lo so e mi dispiace anche di questo. Infine, mi dispiace di stare morendo davanti ai tuoi occhi, non volevo infliggerti altro dolore. Scusami.
Ma tutte queste cose le posso solo pensare, nessuno glielo dirà mai e l'unica cosa che le resterà di me sarà una stupida lettera.
   
 
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