Gennaio
-Sei arrivata
sana e salva?-
-Si mamma-
rispose Quinn divertita
dall’altro capo del telefono –Come
va il
trasloco?-
-Ti dico solo questo:
sono tre ore che sistemo DVD della Disney nello scaffale-
Sentii ridere
nella cornetta –Fortuna che me ne
sono
andata prima di essere incastrata anche io nei lavori-
Quinn era tornata
a Yale il giorno prima e io avevo accettato di aiutare Brittany a
sistemare le
cose nella sua casa nuova.
Era una casa
carina, non troppo grande, in periferia di New Haven a soli 30 minuti
da New
York.
Ancora non mi
sembrava vero: avevo la mia ragazza a (relativamente) pochi minuti di
macchina
da me, e ce l’avevo perché lei non voleva starmi
lontano, perché mi amava così
tanto da cambiare città per me.
Fu solo per un
attimo che mi sentii sopraffatta dalla grandezza di
quell’amore che, lo sapevo,
andava oltre un semplice trasferimento.
Poi mi sentii
felice, come se tutto ciò che mi servisse per andare avanti
fosse l’amore che
Brittany mi donava ogni giorno.
-Ok, gli
scatoloni sono finiti- annunciò la mia biondina facendo il
suo ingresso nella
sala.
Non le diedi il
tempo di dire nient’altro.
Con un solo passo
colmai la distanza tra di noi, afferrandole i fianchi.
-Ti amo-
sussurrai prima di baciarla.
-Wow- sorrise
quando ci staccammo –Dovrò traslocare
più spesso se ti fa questo effetto-
-Tu mi fai questo effetto- la
corressi, strappandole un
altro sorriso.
-Stavo
pensando…- iniziò allora lei –Non
abbiamo ancora controllato se il letto è
montato bene- sorrise maliziosamente.
-In
questo caso- le lasciai un bacio dietro l’orecchio
–Sarà meglio controllare
subito-
-Resta
a dormire qui stanotte.- mi pregò Brittany
Avrei
dovuto dirle che se fossi restata avrei rischiato di fare tardi a
lezione il
giorno dopo.
Avrei
dovuto dirle che non mi andava di farmi mezz’ora e
più di macchina la mattina
presto.
Avrei
dovuto dirle di no.
L’avrei
fatto se fosse stata una qualsiasi altra persona.
Invece
mi limitai a stringerla a me –Buonanotte Britt-
-Notte-
Febbraio
Finalmente
sembrava tutto perfetto.
Con
Brittany ogni giorno era speciale, il tempo volava e in quello che mi
sembrava
un attimo era già passato gennaio e con lui il mio
compleanno.
Ero
riuscita a convincere Brittany a scegliere fra farmi un regalo di
compleanno o
uno di San Valentino e, sebbene avesse optato per il secondo, mi aveva
riempito
di attenzioni tutto il giorno.
E
così, muovendo i miei primi passi da ventitreenne nella
grande e fredda New
York si era avvicinato Febbraio e con esso il compleanno della mia
biondina
che, fato vuole, cadeva esattamente il primo del mese, ad appena venti
giorni
di distanza dal mio, e io da brava fidanzata avevo già
trovato il regalo
perfetto, poco romantico forse ma perfetto.
La
mattina del primo febbraio mi svegliai decisamente eccitata, forse
anche più
della festeggiata.
Sgattaiolai
in cucina, stando attenta a non svegliare Brittany, e iniziai a cercare
gli
ingredienti per la colazione; ultimamente passavo più tempo
a casa di Brittany
che a casa mia, non che ci dispiacesse.
Almeno,
a me no di certo.
-Ehi-
sentii all’improvviso alle mie spalle.
Brittany
era sulla soglia della cucina, avvolta in una felpa decisamente troppo
grande
per lei.
-Ehi
festeggiata- sorrisi –Volevo portarti la colazione a letto ma
hai rovinato i
miei piani-
Brittany
fece un sorrisetto malizioso attirandomi a se per il bordo dei
pantaloni –Se
proprio ci tieni…- sussurrò al mio orecchio
–A letto puoi sempre portarci me.
-Tieni
a freno gli ormoni Pierce- ridacchiai infilandole un pancake in bocca
–Hai
ventitré anni, impara a essere più seria-
-Non
credo che fu mi foglia più feria- replicò a bocca
piena
-Certo
che no- confermai dandole un bacio sul naso –Sei perfetta
così come sei-
-Quanto
miele hai mangiato stamattina?- chiese divertita
-È
colpa tua se sono così dolce zuccherino-
le lasciai un altro bacio, sulle labbra questa volta.
-Uhm…-
mormorò sulle mie labbra –Se fai così
potrei arrivare a
insistere affinché tu riconsideri
l’opzione “letto”-
-È
nella lista di “cose
da fare
stamattina”-
-La
prima cosa qual è?-
-Darti
il tuo regalo- le risposi prima di sparire in camera a recuperare il
pacco
dalla mia borsa.
-E
tanti, tanti auguri- le sorrisi porgendole il regalo.
Il
sorriso che aveva stampato sul volto si allargò sempre di
più man mano che la
carta veniva tolta.
-Oh…-
sussurrò solo quando si trovò davanti il
gigantesco libro che le avevo
comprato.
-Oh
mio dio San- sussurrò poi prima di guardarmi stringendo al
petto la sua ''Guida
alle creature fatate: dove vivono e come trovarle''
-Ti
piace?-
-Stai
scherzando?- rispose subito –E’ fantastico. E sai
perché mi piace così tanto?-
-Perché
elenca i 10 modi più efficaci per catturare un folletto dei
boschi?-
-No-
ridacchiò -Perché significa che hai imparato a
conoscermi, a conoscere anche il
mio lato più infantile e lo hai accettato subito senza
giudicarmi mai: ora so
che con te potrò sempre essere me stessa, ed è
questo il regalo più bello che
potessi farmi-
Rimasi
un attimo in silenzio, colpita dalle sue parole.
–Non
è che a Yale c’è un corso di
“Frasi a effetto per ogni occasione”?- dissi alla
fine –No perché tra te e Quinn iniziano a venirmi
dei sospetti-
Brittany
sbuffò divertita dandomi un colpetto in testa col libro.
-Frequentate
anche un corso “Picchia Santana Lopez”?- borbottai
massaggiandomi la parte
offesa.
-Scema-
rise appoggiando il libro sul
tavolo e
abbracciandomi i fianchi –Sai una cosa?-
-Cosa?-
-Sono
felice di essermi innamorata di te-
Affondai
il viso nei suoi capelli –Sono felice anche io che tu
l’abbia fatto-
13
Febbraio
-Ma
avete sempre vacanza voi di Yale?-
Quinn
alzò lo sguardo dal suo libro
–C’è la pausa di inizio primavera- si
giustificò
-A
febbraio?-
-Potresti
semplicemente dire che sei felice che ti sia venuta a trovare-
-Lo
sai che sono felice che tu sia qui Bionda, non sono felice di vederti
costantemente
sul mio divano a consumare il mio cibo-
Ovviamente
Quinn ignorò l’ultima parte della mia frase
–Posso chiederti un favore?-
-Non
ti presterò dei soldi- l’avvisai
-Quanto
sei scema! Volevo solo chiederti se Sam può stare qui domani
notte, vuole
passare San Valentino con me-
-Sarei
davvero felice di contribuire a questo programmino disgustosamente
romantico
dicendoti di si, ma ci sarebbe solo un piccolo problema…-
-Sarebbe?-
-Dove
lo trovo un acquario abbastanza grande?-
A
volte mi prendevo un momento con me stessa per chiedermi se fossi
così stupida
da dimenticare quanto può essere pericolosa una Bionda se
provocata, o
semplicemente così masochista da fare in modo che le sue
sberle non mi
mancassero mai.
14
Febbraio
San
Valentino.
È
sorprendente come le persone impazziscano così tanto per una
festa così
stupida.
-Come
fa a non piacerti San Valentino?- stava dicendo Brittany incredula.
-Come
fa a piacere a te piuttosto- protestai –Voglio dire, se ami
una persona glielo
dimostri tutto l’anno; perché devo aspettare una
stupida festicciola per
portare a cena fuori la mia ragazza e regalarle dei fiori?-
-Ma
non è questo il vero spirito di San Valentino!-
esclamò quasi offesa.
-Illuminami
allora…-
-È
la festa degli innamorati…- iniziò
-Ma
dai?-
-…In
cui tutte le coppie si riuniscono per celebrare la cosa più
pura e meravigliosa
che esista al mondo: l’amore- continuò senza
badare alla mia interruzione.
-Quindi
stasera si celebra l’amore?-
Lei
annuì convinta –E’ come la festa del
ringraziamento, ma più rosa e più dolce-
Sorrisi
divertita, accarezzandole la guancia –Che vuoi fare stasera?-
mi arresi.
-Niente
di speciale, possiamo cenare qui a casa-
-Ma
non dovevamo celebrare l’amore?-
-E
infatti abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per
celebrarlo: abbiamo il
nostro amore…- sorrise –…E delle
candele aromatizzate-
-Sono
sicura che le candele siano la cosa davvero indispensabile- scherzai
prima di
baciare la mia ragazza.
-Sto
migliorando?- chiesi speranzosa mentre Brittany assaggiava i secondi
che avevo
preparato (dopo averla implorata di lasciarmi fare almeno quelli).
-Uhm…certo-
il suo sorriso somigliava sospettosamente a una smorfia disgustata
–Che ne dici
di passare direttamente al dolce?- chiese frettolosamente.
-Potevi
almeno fingere che ti piacessero- borbottai imbronciata mentre lei
recuperava
il gelato dal frigo.
-Prometto
che dopo stasera il prossimo regalo che ti farò
sarà un corso di cucina-
-Non
vedo l’ora- mi imbronciai ancora di più.
-Nemmeno
io piccola- scherzò lei, sedendosi di fronte a me
–E anche la mia cucina è
d’accordo-
-Questo
è il tuo concetto di celebrare l’amore:
demoralizzarmi perché cucino da
schifo?-
-Certo
che no- rispose ovvia –Questo
è il
mio concetto d’amore- appoggiò sul tavolo una
scatolina rossa, che aveva tirato
fuori da chissà dove, e la fece scivolare sul tavolo verso
di me.
-Non
è una proposta di matrimonio Pierce, vero?-
-Oh
dio, San- rise –Chi lo sa, apri e lo scoprirai-
-Non
è divertente- sussurrai aprendola.
E
no, non c’era nessun’ anello dentro;
c’era una semplice chiave.
-Che
ci dovrei fare con questa?-
-È
la chiave di casa mia- spiegò Brittany
-Ah-
-Santana-
allungò la mano sul tavolo a stringere la mia
–Vorrei che tu venissi a vivere
con me-
Fissavo
una macchiolina su mio parquet con eccessivo interesse (c’era
sempre stata o
era nuova?) pienamente consapevole della presenza al mio fianco.
Sapevo
benissimo che se avessi alzato lo sguardo avrei incontrato quello
accusatorio
di Quinn, ma proprio non riuscivo a staccare gli occhi dalla
macchiolina
(Secondo me è a forma di elefante, o forse di clown oppure a
forma di…bho… di
macchia), del resto sapevo anche che se aveva parlato con Brittany nelle ultima ora avrebbe
presto iniziato una
delle sue estremamente lunghe prediche.
-Santana?-
iniziò infatti –Perché Brittany mi ha
mandato un messaggio con su scritto “Ho
chiesto a San di venire a vivere con me e lei è
scappata?”-
-Perché
ha finalmente imparato a mandare i messaggi?- provai non del tutto
convinta
-Io
direi piuttosto “perché Santana Lopez è
un’idiota codarda”-
Un’ora
prima
-Santana- allungò
la mano sul tavolo a
stringere la mia –Vorrei che tu venissi a vivere con me-
Era
tutto ciò che aspettavo
da quando mi aveva detto che si sarebbe trasferita a New York.
-Britt…-
iniziai, per dirle
quanto ero felice che me lo avesse chiesto e che non vedevo
l’ora di andare a
vivere con lei –Io…devo andare in bagno!- esclamai
invece.
-Va…va
bene- mormorò lei
confusa, probabilmente aspettandosi una risposta diversa; del resto me
l’aspettavo
anche io.
Mi
alzai di scatto, cosa mi
stava succedendo?, dirigendomi verso la porta.
-San,
quella è la porta di
ingresso!- cercò di fermarmi.
Mormorai
qualcosa che
avrebbe dovuto somigliare a uno “Scusami, ti chiamo
più tardi” mentre salivo in
macchina.
Non
sapevo nemmeno io perché
me ne stavo andando, o forse si.
Dopotutto
era quello che mi
avevano insegnato i miei genitori: a scappare.
-Se
posso dire una cosa a mia discolpa…-
-No.
Non puoi. Non hai scuse.-
-Quinn…-
-Pensavo
che volessi andare a vivere con lei!- mi interruppe
-Ed
è così infatti-
-E
allora perché lo stai dicendo a me e non a lei?-
-Io…non
lo so, cavolo! Quando me lo ha chiesto ho avuto tipo, quanti? 5 secondi
di
totale felicità, poi l’immagine di mia madre che
usciva di casa e mio padre che
piangeva mi è tornata in mente!-
Vidi
lo sguardo di Quinn addolcirsi immediatamente –Sannie, Britt
ti ama! Lo sai che
non ti abbandonerebbe mai-
-Non
è di questo che ho paura Q, ho paura che sarò io
a farle del male.-
Quinn
sospirò –Allora cosa pensi di fare?-
Et
Voilà, sono tornata con un nuovo capitolo, qualcuno lo stava
aspettando
impaziente?
Spero
di si :)
Comunque
(piccolo avvertimento, da ora questo mini testo conterrà
degli SPOILER)
Non
so se sentirmi una veggente per aver scelto Mine come loro canzone
prima che
Naya cantasse Mine (e speriamo che poi diventi davvero la loro canzone)
o se
essere arrabbiata con RIB per avermi rubato l’idea (non che
mi lamenti)
Insomma:
ho anticipato Mine, qualcuno dice che forse Sam e Quinn ritorneranno
assieme e
ho anticipato anche questo, e Sam nella mia storia è
destinato a diventare
migliore amico di Brittany (lo giuro) da quando ho iniziato a scrivere
a giugno…bene!
Sceneggiatori di Glee potete anche assumermi se siamo così
in sintonia.