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Autore: sajjidlovetrotters    01/10/2012    0 recensioni
Lisa, una ragazzina aspirante cantante in erba, si è recata a Londra per fare un cd di cover e magari anche di qualcosa di suo, ma non trova l'ispirazione per scrivere canzoni. A questo punto entrerà in gioco Niall, che la farà sentire a casa e non più una formica in mezzo ad una città immensa. Tra i due si formerà un bel legame che si trasformerà però in qualcosa di troppo grande per entrambi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Rientrai sperando di non destare nessun sospetto, era molto tardi.
Una luce si accese.
Fregata.
- Si può sapere dove sei stata fino a questa ora?! –
- Posso spiegare Nick, ero.. –
- Puoi spiegare un bel niente! In camera tua, subito! –.
 
Tesi una mano sulla porta che con un leggero cigolio si aprì e mi infilai sotto le coperte con ancora la felpa dei Green Day addosso. Non l’avevo mai visto così infuriato da urlarmi contro in quel modo. L’avevo fatta grossa, eccome.
Dopo un paio di stiracchiamenti e delle giravolte che fecero attorcigliare il copriletto al mio bacino mi addormentai di colpo. Durante la notte, mi parve di sentire una mano che piano prendeva le coperte e le alzava fino alle mie spalle, lasciando scoperto il collo e metà avambraccio poggiato sul cuscino. Nick era duro, ma io ero come una figlia per lui, e come tale doveva proteggermi, per questo era stato così freddo. Di solito non perdeva occasione di abbracciarmi oppure farmi regali, ero la sua ‘piccola’, più di una semplice ragazza da tutelare.
 
Mi risvegliai poco dopo aver sentito un acuto sbuffare. L’odore di pancake mi si intrufolò nel naso, salì per i condotti facendomi assaggiare anche una punta di succo ai mirtilli. Alzandomi capii di avere ancora su i vestiti usati la sera precedente. Strano, non avevo più pensato a Niall. Eppure ero così entusiasta della sua idea.
Corsi per le scale dopo essermi sciacquata e cambiata. Ad aspettarmi c’era Nick con un bel vassoio di pancake fumanti e una tazza di tè.
- Oh Nick! –
Gli saltai al collo noncurante del ben di Dio che sporgeva dalle sue mani.
-Scusa, scusami tantissimo! Ho sbagliato, non punirmi. Troverò il modo per farmi perdonare! –
- Mmm, magari potresti cominciare evitando di strozzarmi, non credi? –
Staccai la presa dalle sue spalle e lui ne approfittò per poggiare il vassoio, per poi abbracciarmi a sua volta e sussurrare qualcosa al mio orecchio.
- Non devi mai, mai più farmi spaventare come ieri sera. Capito? –
Annuii riconoscente e mi fiondai finalmente sui dolci ormai tiepidi.
 
Dopo innumerevoli ore squillò il telefono. Era inutile dire per quanto avevo aspettato quel messaggio, un suo messaggio. Mi allungai verso la scrivania dal letto tentando di acciuffarlo o almeno avvicinarlo quanto bastava per afferrarlo. Ci riuscii dopo immensi sforzi e inutili stiracchiamenti. Il display di un azzurro chiaro risplendeva nella penombra della mia camera, adoravo lo scuro, anche se era ancora giorno.
Accesi il dispositivo e lessi.
“Tra due ore passo a prenderti davanti a casa tua. Andiamo a bere qualcosa e poi ti mostro la mia dimora. Tranquilla, ho io le chitarre. Un bacio:)”.
Sbottai in un urlo isterico che risuonò in tutto il pianerottolo.
Dopo pochi secondi scattò la maniglia e fiondò nella mia camera Nick con una balestra in mano.
- Chi c’è? Dov’è? Perché? –
Sbraitava come se avesse visto un topo.
- Nick, non c’è nessuno, calmati. –
- Ma ti ho sentito urlare! –
Scoppiai in una risata sonora e di gusto.
- Tra due ore vado a fare un giro in centro, che dici se magari non ti metti a cercare il ladro, visto che starò via?! –
- Dì un po’, non è che ci sia sotto qualcosa? –
- Non nasconderei mai nulla a te, Nickuccio. – dissi facendo battere le mie ciglia asimmetriche.
Lui si imbronciò in un modo che mi fece piegare dalle risate, se non peggio.
- Smettila, per l’amor del cielo, oppure crepo all’istante! –
Non smise, cominciò una di quelle danze strane ed improvvisate che gli avevano reso il soprannome di “Scimmianzè”. Le risate continuavano a scorrere a fiumi.
 
Dopo essermi ripresa e aver cacciato Nick, aprii l’armadio ornato di un poster di Billie Joe Armstrong per scegliere cosa mettere per il pomeriggio col biondo. Trovato.
Una felpa arancione con una zampa di gatto dieci volte la sua grandezza naturale fece rivivere la mia mente. Il primo concerto a Londra. La mia visita ad Ed Sheeran. Il suo abbraccio. I miei occhi limpidi e la bocca socchiusa che sussurrava uno smorzato grazie.
Quella felpa era tutto. Raccoglieva le gioie e le sconfitte di tutta la mia vita. Mi aveva accompagnato per il mio percorso da cantante. E mi avrebbe seguito ancora per molto.
Visto che era abbastanza lunga di abitudine ci abbinavo dei leggins neri con dei sandali arancioni.
Li misi impaziente sulla testata del letto, pronti all’uso. Tutto era a posto. Mancava solo lui.

Buongiorno.
Scusate il ritardo, ecco il capitolo. Non ispira molto, è solo di passaggio. Spero vi piaccia  comunqu. Perdonatemi se non scrivo nello spazio autrice, sono un po' giù. A due recensioni il prossimo capitolo.
  
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