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Autore: Valentina Viglione    01/10/2012    4 recensioni
Apro leggermente un occhio per vedere che la luce dalla finestra mi sta colpendo in pieno viso…grandioso! Dormivo così bene! Uff…cerco di nascondere il mio viso dal sole immergendomi nel morbido cuscino. Che bello, non mi sembrava che il cuscino fosse così caldo…che avesse il profumo…il profumo? Ma questo non è un cuscino. Apro di scatto gli occhi trovandomi il viso di Edward a pochi centimetri dal mio, oddio, mi ero dimenticata che avevamo dormito insieme e non mi ricordavo nemmeno che ci fossimo addormentati così vicini. E’ il mio migliore amico, ma mi basterebbe un qualunque movimento e potremmo…baciarci….
Ma cosa dico? Io ed Edward siamo amici. Punto
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 17°

Cambio di rotta

 

 

 

Sbadiglio.

Questa notte non ho dormito gran che … sia per lo studio che per i pensieri.

Poso finalmente la penna, e dopo aver schioccato il collo con un rumore che fa rabbrividire la ragazza seduta di fianco a me, mi metto a ricontrollare le risposte scritte.

Sembra tutto a posto, così mi alzo con il foglio in mano e consegno il mio esame.

Ringrazio i docenti e li saluto, do un’ultima occhiata alla classe, dove molti stanno ancora scrivendo affannati e poi finalmente esco.

Spero che l’esame sia andato bene, anche perché sarebbe proprio un peccato non passarlo dopo averci quasi dormito sopra per tutta la notte.

C’è però da dire, che la mia concentrazione durante lo studio era molto precaria.

Il libro di biologia, che ho utilizzato per studiare è il suo. Di Edward.

Ed è proprio a causa di quest’ultimo, che i pensieri disturbavano l’attenzione dalla sana, vecchia, interessante quanto difficile biologia.

Avevo provato ad annusare il libro, cercando il suo profumo … naturalmente non lo avevo trovato, e mi ero sentita ancora più stupida per il mio gesto insensato.

 

Mi ero ridotta proprio all’ultimo a studiare, ma c’è sempre una spiegazione anche per questo.

Tra Jake che mi aveva scaricato proprio il giorno del nostro “mesiversario”, tra il falso allarme della gravidanza di Alice e la litigata con il mio migliore amico, lo studio era passato nel posto più in basso nella mia personale lista delle cose da fare.

Esco nel cortile della scuola e mi siedo sul muretto, salendoci con un piccolo saltello.

Faccio ballonzolare le gambe avanti ed indietro e alzo lo sguardo.

Chiudo gli occhi. Oggi è una bella giornata, ed il sole dà un po’ fastidio alla vista, ma non ci si può di certo lamentare.

Nel cortile non c’è quasi nessuno. Le uniche persone che mi sono visibili sono due ragazze, sedute sulle panchine con i cellulari alla mano. Le conosco solo di vista, quindi non potrei giudicare quale sia il loro carattere solo guardando l’apparenza.

Ma se fossi una persona … come dire … superficiale, mi verrebbe da dire, che dal modo di vestire, quelle due ragazze non hanno certo problemi di autostima.

Sono belle, e lo sanno. Ed è per questo che mettono in mostra ciò che hanno.

Saranno anche fidanzate, poco ma sicuro. I ragazzi non si fanno certo sfuggire delle ragazze del genere… chissà se quelle due ragazze sono state puntate qualche volta anche da Edw…

Scuoto la testa per scacciare l’idea velocemente come mi è venuta.

Non devo pensare a queste cose, finirò solo con il rattristarmi di più.

Mi farò solo paranoie inutili, poiché non posso farci nulla se il genere di ragazze a cui il mio migliore amico rivolge l’attenzione è sempre lo stesso.

Ecco.

Ci sto pensando ancora. Stupida Bella, stupida!

Sbuffo. Perché deve essere tutto… tutto… così!

Perché devo essere io quella che si fa mille problemi. Io, Isabella Swan, quella timida, riservata, carina ma non troppo, che nessuno guarda mai!

Meglio soprannominata con l’appellativo “la verginella”, che quella stronza di Jessica mi aveva affibbiato per insultarmi quando non sapeva con chi prendersela.

Come se il fatto di essere vergine fosse un insulto … certo non è un complimento, poiché quando dici ad una persona che è vergine, lasci implicito il fatto che non ha mai avuto un ragazzo che si spingesse tanto oltre con lei. Si lascia implicito il fatto che  quella ragazza non è abbastanza bella per attirare l’attenzione dei ragazzi.

Ma tutto questo non è vero per forza.

Essere “vergine”, non vuol dire essere “sfigata”!

Così come, “non essere più vergine” non vuol dire essere “troia”.

E’ da superficiali pensarla in questo modo. Conosco tantissime ragazze, fidanzate da molti anni, che hanno già fatto l’amore con i loro ragazzi, che sono uguali a me. Timide e semplici come me. Che non si credono chissà chi, poiché sanno che in realtà non sono nessuno.

Ragazze come Jessica e le sue amiche, oltre al fatto di “darla a tutti”, unica frase che mi viene in mente per riuscire a descrivere la loro grande, anzi grandissima disponibilità verso i ragazzi, hanno anche un’ atteggiamento altezzoso. Hanno famiglie benestanti e non manca loro nulla, come vestiti firmati, belle macchine, e appuntamenti dal parrucchiere e dall’estetista ogni settimana.  E di tutta questa loro ricchezza, se ne vantano, e molto.

Provo a mettermi nei loro panni, ad immedesimarmi per riuscire a capire il loro punto di vista, ma non ci riesco. Io non avrei mai un atteggiamento così da “superiore” nei confronti degli altri, anche se avessi tutto l’oro di questo mondo.

Le due ragazze si alzano dalla panchina, si prendono a braccetto, e con passo lento camminano fino a sparire dalla mia visuale.

Sbuffo. Sono ancora da sola. Sento una mano picchiettarmi sulla spalla e mi giro sorpresa di ritrovarmi di fronte Mike.

<< Ehi >> mi dice a mò di saluto. << Ciao … allora è vero che studi nella mia università! Da quando me l’hai detto non ti ho mai visto e stavo iniziando a pensare che mi avessi detto una balla ed invece… >> << Ed invece sono qui. Anche se devo ammettere che non frequento molto spesso le lezioni … oggi avevo l’esame di psicologia, quindi sono venuto a forza >> mi spiega accomodandosi sul muretto di fianco a me.

<< Andato bene? >> gli chiedo per mandare avanti questa conversazione. << Bah… chissà… tu invece hai fatto l’esame di biologia giusto? Ti ho vista che uscivi dall’aula 5 >>

Lo guardo sorpresa. Mi sta guardando da quando sono uscita dall’aula? Perché non è venuto direttamente a parlarmi?

<< Si biologia, penso che sia andato bene, ma non ne sono sicura al cento per cento >> << Sisi, tanto so già come andrà a finire. Anche al liceo dicevi sempre che probabilmente ti era andata malissimo qualche verifica, e come finiva? Che prendevi il massimo dei voti, mentre io mi beccavo il mio bel 4 >> Mi dice ironico, facendo sorridere anche me.

Mike mi è sempre stato piuttosto simpatico dai tempi delle superiori, nonostante abbia sempre dimostrato un certo interesse, quasi morboso, nei miei confronti.

A causa di questo, Edward, non lo sopportava e non lo sopporta neanche adesso.

Respiro profondamente.

Non pensare a quello scemo Bella, pensa piuttosto a Mike qui di fianco. Un ragazzo semplice, simpatico, un po’ timido con le ragazze (motivo per il quale in 5 anni di liceo non è mai riuscito a dichiararsi a me, nonostante il suo interesse fosse più che palese), che non si crede chi sa chi.

Che non ti giudicherebbe mai.

Mi volto verso Mike. E’ proprio vero, lui non è mai stato un ragazzo arrogante, non ha mai pensato di poter avere tutte le ragazze che voleva ai propri piedi e sono sicura che non lo pensa nemmeno adesso.

Stessa cosa non si potrebbe certo dire di una persona di mia conoscenza …

Fa ridere il fatto che proprio mentre la mia mente esprime questo pensiero, i miei occhi individuino, oltre la spalla di Mike, Edward, che sta uscendo da un’aula insieme ad una ragazza. Mi sembra che si chiami… Jennifer.

Non più Jessica, non più Tanya. Questa settimana si dedicherà a Jennifer. O forse anche meno di una settimana e già cambierà obbiettivo. 

Mike invece  è di fianco a me, fedele alla sua cotta non ricambiata dopo tanti anni.

Chissà se prova ancora qualcosa per la sottoscritta… c’è solo un modo per scoprirlo.

<< Ti va un’uscita in uno di questi giorni? >> gli domando di getto senza pensarci troppo.

Non deve esserci per forza un secondo fine a questa richiesta, potrei semplicemente voler passare un po’ di  tempo con un amico che non vedo da un po’.

Il suo sorriso si accende, così come i suoi occhi azzurri.

Già da questa sua reazione so che risposta aspettarmi. << Certo! Dove vorresti andare? >> ed infatti…

Ci penso un attimo. Dove potrebbe andare una coppia di amici?

Un cinema è da escludere. Non si può parlare liberamente, come io invece intendo fare, e si è al buio. Non voglio momenti imbarazzanti.

Anche una pizzeria o un ristorante sono da eliminare come opzioni… troppo da “coppietta innamorata”.

Avrei chiesto ad Alice un parere, lei aveva sempre la soluzione per ogni cosa.

<< Se mi lasci il tuo numero, ti dico il posto e l’ora per messaggio, ti va? >> << Certo >> mi risponde sempre più entusiasta, forse anche troppo.

Mi detta il numero mentre io lo segno sul cellulare e lo salvo.

Rimaniamo ancora qualche minuto a parlare del più e del meno quando finalmente un po’ di gente esce dalle aule popolando il cortile che fino ad ora è stato deserto, fatta eccezione per me e Mike.

Quando vedo Alice che si dirige alla macchina e mi fa segno di andare, saluto Mike e la raggiungo.

<< E così Newton viene veramente alla nostra università >> dice mentre gli fa cenno con la testa. << Si, ma non frequenta spesso le lezioni >> << Meglio così >> borbotta mentre entriamo in macchina. << Alice! Dai non essere cattiva! >> la sgrido.

Sbuffa. << Non sono cattiva, solo che non ci ho mai fatto amicizia e non mi è mai stato gran che simpatico >>

<< Beh fattelo piacere allora, perché ci uscirò insieme uno di questi giorni >> << COSA?! >> urla girandosi di scatto verso di me spalancando gli occhi per l’incredulità.

<< Alice la strada, guarda la strada! >>

Si rigira a guardare le macchine davanti a noi, ma mi tiene comunque d’occhio. << Cos’è questa novità? Non vorrai dirmi che tutt’ad un tratto ti è venuta una cotta per quel biondino >> mi parla mantenendo un tono ed un’espressione sconcertata. << Non essere ridicola … è proprio per questo che te ne parlo, vorrei avere “un’appuntamento” con Mike, se così si può dire, ma solo da amici. Il problema è che non so dove portarlo. Non voglio mettergli in testa strane idee. >> << Se non volevi mettergli in testa strane idee dovevi evitare di invitarlo ad uscire con te allora! >>

Sbuffo. Oggi sembra la giornata degli sbuffi, non sto facendo altro da stamattina.

<< Non mettere il dito nella piaga e dammi qualche consiglio >> le dico mettendo su un muso da bambina capricciosa.

Lei ride. << Sei impossibile Bella. Vediamo… non troppo lontano da casa nostra hanno allestito una settimana fa un luna park, però non abbiamo ancora fatto in tempo a dargli un’occhiata, per motivi che tu ben saprai. Perché non andate un po’ li? Due amici che si divertono sulle giostre, non è male come proposta no? Oh si che bella idea! E potremmo venirci anche io e Jasper!  Un’uscita a 4! >> esulta per la sua magnifica idea.

Luna park.

Era un sacco di tempo che non ne vedevo uno e l’idea era più che allettante.

Zucchero filato, musica, vento tra i capelli nei giochi più veloci.

L’ultima volta che ci avevo messo piede erano 2 anni fa ed ero andata con Edward. Ricordo che ci eravamo divertiti un sacco.

Ed io e lui eravamo amici, migliori amici. Quindi come “appuntamento” sarebbe potuto andare bene.

Ma io e Edward eravamo ancora amici, no? Certo. Penso di si.

Non lo so.

Aaahh!! Non ci voglio pensare!

Scuoto la testa per scacciare tutti questi pensieri confusi e rispondo alla mia migliore amica.

<< Ottimo, forse non essere da soli è anche meglio. Sapevo che avresti avuto un’idea geniale >> << Sisi lo so sono un genio >> dice vantandosi e ridendo.

Così mi affretto a scrivere un messaggio a Mike per informarlo sul programma.

<< Va bene domani sera? >> le chiedo. << Certo, andrà benissimo anche per Jasper >> << Perfetto >>.

Mando il messaggio e poi rimaniamo un po’ in silenzio.

Non ho nemmeno voglia di accendere lo stereo, il silenzio in questo momento mi piace, anche perché so già che tra pochi attimi Alice ripartirà con la sua parlantina.

E per l’appunto…

<< Dimmi un’altra cosa. Fai veramente tutto questo per passare del tempo con un vecchio amico senza che lui pensi male oppure stai cercando… di far ingelosire qualcuno? >>

Siamo arrivati davanti al nostro appartamento, così spegne la macchina e può finalmente girarsi a guardarmi.

<< Non dire sciocchezze! Sono incazzata con Edward! Perché mai dovrei farlo ingelosire poi? Lui avrà già l’agenda piena di appuntamenti, ed io non posso fare quello che voglio? >> dico iniziando ad innervosirmi.

Perché doveva pensare subito che il mio scopo fosse far ingelosire suo fratello!?

Non era per questo che avevo chiesto a Mike di uscire! No. Non era per questo. No.

<< E chi ha parlato di Edward scusa? >>

Mi guarda eloquente. Sembra volermi dire “ti sei fregata da sola mia cara”, ed infatti è così.

Alzo gli occhi al cielo e borbottando un << Non dire cavolate >> scendo dalla macchina e vado ad aprire la porta dell’appartamento.

La giornata passa lentamente. Rimango a casa, sul letto, tutto il pomeriggio a studiare filosofia. O almeno ci provo.

Inizio a pentirmi di aver invitato Mike a uscire.

Forse prima di fare qualsiasi altra cosa dovrei trovare il modo per riappacificarmi col mio migliore amico. Questa storia potrebbe sola allontanarci ancora di più, ed anche se sono arrabbiatissima con lui e so che lo sarò ancora per molto tempo, non posso negare il fatto che non veda l’ora di tornare ad abbracciarlo.

Rivoglio il mio migliore amico.

Rivoglio Edward.

Ma non voglio l’Edward che ho visto  2 giorni fa.

Quello arrabbiato, che mi urlava contro pensando che fossi incinta.

Voglio il mio Edward.

Quello dolce. Quello con cui è facile parlare. Quello che mi protegge.

Quello da cui posso andare per qualsiasi cosa.

L’Edward con il quale sono cresciuta.

 

 

Quando non ne posso più di filosofi che si sono impegnati tutta la vita per scrivere opere senza senso, chiudo il libro e mi alzo dal letto.

E’ ora di una pausa, posso anche concedermi una merenda.

Vado in cucina, apro le ante dei mobili cercando qualcosa che risvegli il mio appetito ma non trovo nulla.

Poi ricordo che mia madre, venendomi a trovare qualche giorno fa, mi aveva portato una scatola di biscotti al cioccolato. Mi sembra di averli messi nella credenza in alto.

Così prendo una sedia dal tavolo della cucina utilizzandola come scala improvvisata e ci salgo sopra per arrivare ai miei desiderati biscotti.

Sento dei passi  che si avvicinano, entrano in cucina e si fermano.

Mi giro leggermente.

E’ Edward.

Prima di mettermi sul letto a studiare mi ero cambiata, mettendomi dei vestiti più comodi. E con vestiti comodi intendo una gonnellina leggera azzurra ed un maglione color panda.

Forse è per questo che Edward mi sta fissando le gambe!

Arrossisco e mi sbrigo ad afferrare la scatola di biscotti per poi chiudere l’anta in un secco colpo.

Mi affretto anche a scendere dalla sedia, rischiando quasi di cadere ed esco dalla cucina.

La sua mano ferma la mia fuga.

<< Aspetta un attimo >> dice incerto.

Mi giro, voglio proprio sentire cosa ha da dirmi, ma vorrei essere vestita in un altro modo…

<< Dopodomani hai anche te il test di filosofia giusto? Ti andrebbe di ripassare insieme? >> mi chiede.

Cerca di fare qualche passo in avanti con me, ma non mi ha chiesto scusa.

Se vuole risolvere la questione facendo finta che non sia successo nulla, non mi conosce proprio.  Io voglio delle scuse.

Ma può anche essere che la scusa dello “studio” possa  essere un modo per parlarmi di qualcos’altro.

Ma adesso no, non voglio.

Non vestita così.

<< Scusa ma adesso devo fare una cosa importante >> lo informo iniziando a camminare verso le scale.

<< E cosa? >>

Non mi può guardare in viso, così sorrido.

Un sorriso furbo.

<< Devo scegliere i vestiti per il mio appuntamento di domani >> e senza lasciargli il tempo di domandarmi altri particolari salgo velocemente le scale, sentendo ad ogni scalino il suo sguardo sulle mie gambe scoperte.

E solo così mi rendo conto, che forse Alice ha ragione.

Nel profondo, vorrei che diventasse geloso di me.

 

 

******

Ed eccoci qui... un anno... un anno! ho fatto passare un intero anno per scrivere un capitolo! u.u

Spero che vi sia piaciuto, anche se a me non fa impazzire.

Giuro che dal prossimo la storia diventerà molto più entusiasmante e interessante, non vedo l'ora di incominciare a scrivere il prossimo capitolo :) Ho già prestabilito la trama di ogni capitolo fino alla fine, perchè voglio finalmente concludere questa storia e dedicarmi a quelle nuove.

Se avete voglia passate a vedere altre storie:

Dreams:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1016016&i=1

Kiss:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1237839&i=1

e una storia che sto scrivendo insieme a una mia amica, incentrata sulla coppia Hermione-Fred: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=859618

alla prossima!

un bacio da jennyvava :)

   
 
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