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Autore: Zarryeah    01/10/2012    1 recensioni
Hi everyone!
Allora, siamo due amiche, abbiamo deciso di scrivere questa storia qualche settimana fa. Chiariamo da subito che non è la solita storia che potete trovare ovunque! Abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso per una volta tanto. 
La storia parla di due ragazze, due maghe, quasi diciottenni, che frequentano due accademie differenti, considerando che hanno dei poteri ben diversi. Lorxo sono da sempre 'nemiche naturali', visto che le loro scuole sono in conflitto da sempre. Il destino comunque vorrà che diventino amiche e in qualche modo finiranno nei guai, ovviamente. Ci sarà un'antagonista, per l'appunto a metterle nei guai, lanciando loro un incantesimo che.. 
Nella storia troverete Zayn e Harry come personaggi presenti più o meno sempre, mentre Niall, Liam e Lou avranno una parte secondaria.
Andate a leggere, daaai. 
Non possiamo svelarvi tutto e subito. Troverete altri chiarimenti all'interno, alla fine del capitolo.
Speriamo davvero che vi piaccia! 
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Little surprises.















Beth.





Il vento mi accarezzava i capelli biondi mentre galoppavo in sella a Frost, il mio amato cavallo nero donatomi da mio padre per il quale non c'era giorno che non lo ringraziassi.
In tutta Villecraft non c'era ragazzo che sapesse cavalcare meglio di me: la mia eccezionale abilità equestre mi portava a sfidare chiunque in città possedesse un cavallo e mi portava sempre a vincere ognuna di queste sfide.
-Elizabeth!- mi chiamò la voce di Philippe dietro di me.
Quasi caddi dal cavallo per lo spavento, ma mi drizzai in sella e continuai a cavalcare.
-Cosa desiderate?- risposi con distacco cercando di fargli intendere che non provavo alcuna eccitazione nel parlargli.
-Fermatevi un attimo. Non so come facciate a mantenere un'andatura così veloce, non riesco a raggiungervi- rispose il giovane affaticato.
Mi fermai bruscamente, mantenendo il controllo del cavallo. Scesi e lo accarezzai sul volto. Dalla sacca che portavo sempre con me estrassi una carota e gliela feci mangiare tranquillamente all'ombra di un albero di pesco.
-È impressionante come cresce rigogliosa la vegetazione qui. Dev'essere una terra molto fertile perchè a Scratch Hill non abbiamo nulla di tutto questo.- disse anche lui scendendo da cavallo.
Mi sentii privata dei pochi attimi di libertà che mi erano raramente concessi.
-Torno al palazzo.- dissi con durezza.
-Aspettate, vi prego. Non riuscirei a salire di nuovo su un destriero per la tale stanchezza-
Mi sedetti su di una roccia ad ammirare ciò che madre natura ci aveva donato, frustrata per la presenza di Philppe del tutto indesiderato. Sbuffai.
-Io non gradirei importunarvi. Sono consapevole che vi sto rubando del tempo prezioso e me ne scuso. Vado via io non voi- così docendo, risalì in sella e mi guardò. Sperava che lo pregassi di restare.
-Buona cavalcata- dissi io nascondendo un sorriso ironico.
Lui indignato si drizzò sul cavallo, girò e ripartì verso la Rocca.
Camminando a piedi nudi e con Frost alla mia destra arrivai al ruscello.
Mi sedetti sul bordo e contemplai in silenzio l'acqua cristallina e fresca che scorreva veloce sotto i miei piedi.
Appoggiai una mano sull'acqua e riuscii a percepire la potenza del suo flusso.
Recitai un incantesimo che avevo copiato dal libro dei Carmen.
L'incantesimo mi permetteva di far alzare un turbine d'acqua e scagliarlo ovunque volessi con una potenza talmente forte che avrebbe immobilizzato l'avversario per vari minuti.
Lo recitai dentro di me, varie volte perchè il primo tentativo era fallito.
Si trattava di alta magia, per questo non mi era consentito utilizzarla.
Al terzo tentativo sentii uno strano tremolio proveniente dall'acqua.
Sotto la mia mano tremante si formò un turbine che si allargava ogni secondo di più. Alzai la mano verso l'alto e questo seguì il volteggiare della mia mano.
Lo scagliai contro un albero.
Dentro di me percepivo la potenza sprigionata dall'acqua, una potenza che mi affascinava.
Lentamente, chiusi il palmo della mano e il turbine cadde a terra creando una pozza d'acqua.
Frost mi guardava sbigottito. Sorrisi e gli carezzai la criniera.
-Ci sono tante cose che non sai, mio caro Frost. Andiamo a vedere se ho provocato qualche danno all'albero- così dicendo, ci recammo davanti all'albero che avevo colpito.
-Oh Signore mio!- esclamai avvicinandomi.
Avevo creato un solco nel tronco.
Poggiai una mano su di esso e mi concentrai. Non potevo far rinascere la corteccia ma avrei potuto coprirlo con delle foglie.
-Cum haec potentia, cresci- dissi e sentii che delle foglie iniziavano a ricoprire anche la mia mano.
Aprii gli occhi e ritrassi la mano. Stupefatta e orgogliosa, ammirai il mio lavoro. Le foglie avevano creato un intricato labirinto fatto di nodi e spini che coprivano il solco perfettamente.
-Sarà meglio tornare a casa, Frost.- dissi.
Salii in sella e cominciai a galoppare lentamente.
Ero talmente stanca che faticavo a tenere gli occhi aperti. Avevo passato la notte in bianco a pensare alla proposta fattami dal preside.
Potevo davvero fidarmi di una maga delle tenebre? Fuori dalla dimora del preside mi era sembrata gentile. A quanto avevo capito voleva allenarsi con me per imparare nuovi incantesimi, d'attacco e di difesa. Anch'io lo volevo con tutta me stessa se solo mi avessero proposto di allenarmi con qualcuno dell'Accademia dell'Iridescenza.
-Che faccio, Frost?- dissi ad alta voce.
Il cavallo s'impennò ed iniziò a nitrire spaventato. Nel tentativo di calmarlo carezzandolo caddi e Frost scappó via.
Stesa a terra in posizione supina notai cos'aveva fatto infuriare e spaventare Frost allo stesso momento.
Una biscia strisciava tranquilla nell'erba. Mi fermai ad osservarla attentamente per alcuni istanti, era completamente nera ad eccezione di alcune macchie bianche, che sembravano quasi perle illuminate.
Strisciando lentamente mi avvicinai al piccolo animale, ma questo si accorse di me e puntò i suoi occhi avvelenati contro i miei.
Iniziò a strisciare velocemente verso di me, troppo velocemente.
Feci per alzarmi ma mi sentivo bloccata, non potevo muovermi.
All'improvviso sentii una forte aurea magica. La percepivo sulla mia pelle che iniziava a formicolare.
Stavo subendo un attacco da parte di qualche creatura di cui non sapevo l'esistenza.
Mentre la mia mente cominciava a pensare alle possibili vie di fuga da quell'attacco, i miei occhi notarono la biscia che era a mezzo metro da me.
Una strana foschia iniziò ad uscire dalla sua bocca spalancata.
Il panico mi invase e bastò per farmi dire ad alta voce un Redit. Non seppi perchè lo dissi ma all'improvviso mi sentii libera di muovermi.
Mi alzai velocemente e cominciai a correre all'impazzata. Volevo chiudermi dentro la mia camera e non uscirne più.
Mi voltai per assicurarmi che la biscia non mi stesse seguendo; Dovetti ricredermi.
Vedevo la stana foschia proveniente dalla sua bocca che si alzava dal fascio d'erba e che si dirigeva in modo troppo veloce verso di me.
-Cum haec potentia cresci- dissi abbassandomi e afferrando fili d'erba.
Questi iniziarono ad intrecciarsi tra loro espandendosi sempre di più. Da quel intrecciò si creò come una barriera che separava me e il serpente.
"Adesso scappa" mi suggerì la voce di Niall dentro la mia testa.
"Non riesco più a correre" pensai. Le gambe erano affaticate e l'ampia gonna mi impediva di correre velocemente.
-Niall! Aiutami!- gridai a voce troppo alta.
In quel momento caddi a terra e sentii un dolore lancinante al braccio. Tremante, portai la mia mano sul braccio dolorante e notai, guardando le punte delle dita, che stavo perdendo sangue.
-Elizabeth!- mi chiamò qualcuno. Non riuscii a distinguere da chi provenisse perchè in quel momento persi i sensi.


Quando riaprii gli occhi mi ritrovai nella mia camera nella Rocca di Villecraft. Mi alzai sui gomiti ma uno di questi cedette e caddi in posizione supina.
-State giù. Avete delle ferite..- disse una voce maschile proveniente dalla mia destra. Voltai leggermente il capo e scorsi mio fratello Alexander seduto su di una poltroncina intento a leggere un libro.
-Cosa mi è capitato?- chiesi attendendo una risposta.
Piano piano pezzi di immagini mi tornarono in mente. Avevo subito un attacco magico da qualcuno. E se loro avevano visto qualcosa? Il panico s'impossessò di me.
-State calma..- rispose lui vedendo il palese sconforto e panico nei miei occhi. -Frost è scappato spaventato e vi ha fatto cadere. Siete arrivata alla rocca piena di ferite e avete perso i sensi proprio qui davanti implorando aiuto e soccorso- rispose continuando.
Sospirai sollevata.
-Ma cosa fate qui?- domandai.
-Il dottore dice che è meglio che qualcuno vi sorvegli, perchè le vostre ferite sono strane..- rispose lui abbassando gli occhi sul romanzo.
-Cosa significa?- chiesi perplessa.
Lui si guardò intorno come per accertarsi che nessuno era nei paraggi e poi bisbigliò -Le vostre ferite, rimarginano in fretta-
Ebbi un leggero sussulto che mi tolse il respiro per alcuni istanti.
-Cosa insinuate?- domandai esterrefatta con una punta di indignazione nel tono di voce.
-Oh nulla, sorella mia.- si apprestò a precisare. -Ma al dottore è sembrata una cosa alquanto strana e sospettosa e per tale ragione ci ha chiesto di tenervi sotto controllo- concluse.
-Apprezzo di buon grado le vostre premure, fratello. Ma ora mi sento bene e gradirei avere qualche attimo in solitudine- dissi nella speranza che mi lasciasse sola.
Lui mi guardò di sottecchi indeciso sul da farsi.
-Ve ne prego, Alexander. Ve ne prego- supplicai io.
-Va bene, solo qualche minuto..- precisò lui alzandosi dall'elegante e sontuosa poltrona.
Non appena uscì dalla stanza balzai in piedi e mi accorsi che avevo ferite per la maggior parte del corpo.
Mi privai della tenuta da notte e da un cassetto afferrai un paio di jeans e una camicetta. Li indossai e mi preparai a recitare la formula per andare all'accademia.


-Verbur meta mirifice, perlongos interrux permetiar accademis porta.-


Quando aprii gli occhi mi ritrovai nel giardino dell'Accademia dell'Iridescenza. Inspirai una boccata d'aria fresca e sorrisi. Lì mi sentivo a casa.
'Per prima cosa devo recarmi in biblioteca per cercare di capire qualcosa sull'attacco che ho ricevuto' pensai. Così mi recai spedita in biblioteca senza badare a nessun altro.
Entrando, sentii il profumo che emanano i libri, e sorrisi. La mia parte favorita era sfogliere quelle pagine misteriose e antiche per farmene una cultura personale.
-Ciao! Io sono Tess, la nuova bibliotecaria.- disse con tono troppo forte una voce nel mio orecchio.
Mi voltai leggermente e scorsi la figura magrolina e di bassa statura di Tess.
-Ciao, Tess. Io sono Elizab...- non mi lasciò terminare la frase.
-So già chi sei! Lo sa tutta la scuola ormai..- disse con un sorriso a trentadue denti.
Perplessa, domandai -Che vuol dire?-
-Oh...- disse con fare dispiaciuto. -Non sai delle estrazioni per le Sfide?- domandò lei.
Le Sfide erano dei 'giochi' annuali che si tenevano in un'arena.
Erano tre sfide complessive, dove i maghi dell'Accademia delle Tenebre e i maghi del'Accademia dell'Iridescenza si sfidavano ed avevano il permesso di incontrarsi.
Nella prima sfida si eseguiva una specie di 'caccia al tesoro'; si giocava a squadre e il 'tesoro' da cercare era sempre diverso e nessuno sapeva mai di cosa si trattasse fino all'inizio dei giochi.
La seconda sfida la si prevedeva nel lago dell'arena. Si svolgeva tutto sotto l'acqua e si partecipava a squadre.
Nel lago, insieme ai due gruppi di maghi, c'erano anche degli animaletti. Piccoli esseri che vivono sott'acqua e che sono temibili per la loro velocità tempestiva. La sfida consiste nel restare più tempo sott'acqua con questi venti animaletti e la squadra che ne riusciva a catturare la maggior parte si sarebbe aggiudicata la vittoria della sfida.
L'unica sfida che non prevedeva il gioco di squadra era l'ultima, la terza. Partecipavano solo due sfidanti, uno dell'Accademia delle Tenebre e uno dell'Accademia dell'Iridescenza. Potevano utilizzare tutta la magia che conoscevano e, spesso il preside sceglieva gli alunni dell'ultimo anno.
Tess mi riportò alla realtà scricchiolando le dita. La guardai confusa e lei sorrise cordialmente.
-Cosa c'entrano le Sfide?- domandai confusa.
-Sono usciti i nomi dei partecipanti delle Sfide... Credo che tu sia tra loro.- disse lei amichevolmente.
-Io, alle sfide?- domandai con un sorriso tra le labbra.
Lei annuì e io scoppiai in una fragorosa risata.
Tutti i maghi che erano in biblioteca mi guardavano in malo modo, stavo disturbando la loro quiete.
-Scusate, scusate...- dissi io ancora trattenendo le risate.
Tess mi diede una pacca sul braccio.
-Personalmente non ho mai visto nessuno reagire così ad una nomina per le Sfide.- disse lei alzando le spalle.
-Tess, lo so che è uno scherzo. Io sono solo del secondo anno!- dissi io cessando di ridere.
-Ah sì, e se fosse uno scherzo per quale assurda ragione dal corridoio ti stanno guardando tutti?- domandò lei incrociando le braccia al petto.
-Coincidenze...- dissi io perplessa girando lo sguardo verso il corridoio della scuola, fuori dalla biblioteca.
-Forse devo andare a controllare.- dissi uscendo.
I nomi dei ragazzi scelti per le Sfide erano scritti su di un foglio appeso sulla bacheca.
Mentre percorrevo a grandi falciate il corridoio della scuola mi accorsi dei bisbigli e delle occhiate che ricevevo una volta passata davanti agli altri maghi.
Mi accorsi che mano a mano avevo un'improvvisa voglia di gridare a tutti -Smettetela, è impossibile che abbiano scelto proprio me-.
Ma più mi avvicinavo alla bacheca più i bisbigli e i mormorii erano fitti, rumorosi e più frequenti.
Da lontano scorsi qualche studente del mio corso che mi sorrisero cercando di incoraggiarmi. Mi portai una mano tra i capelli come un segno di disperazione e mi buttai tra la folla per leggere i tanto acclamati nomi.
Mi avvicinai al foglio con molta fatica, tra gli spintoni e le gomitate che mi rifilavano gli altri ragazzi.
Il foglio portava scritto:


Nomi partecipanti delle nuove Sfide annuali.

1 Sfida.
Accademia dell'Iridescenza:
-Zack E. McGaler
-Elizabeth F. Pattinson
-Georges DuChantel
-Moira Harrison
-Luke D. Stanfield



Rimasi a fissare i nomi dei partecipanti della mia squadra per vari minuti. Appartenevano tutti all'ultimo anno e di certo erano infastiditi di dover essere in squadra con me.
Rilessi il mio nome più e più volte come per accertarmi che quello li fosse davvero il mio. Dopo pochi istanti mi arresi. Ero davvero io, e dovevo partecipare.


Scorsi con gli occhi che tra i partecipanti della seconda sfida, tra i maghi dell'Accademia delle Tenebre c'era anche Anne A. Johnson, la ragazza che avevo incontrato nell'ufficio del preside e con il quale si supponeva che io mi allenassi.
Sospirai. Chissà a che gioco stava giocando il nostro preside.
-A quanto leggono i miei occhi siamo nella stessa squadra.- disse una voce calda e profonda alla mia destra.
Voltai lentamente il capo, con svogliatezza e tristezza nello sguardo e notai che affianco a me c'era Zack, il mago più bravo del quinto anno.
Non mi sorprendeva il fatto che era stato selezionato per i giochi.
-Eh sì..- dissi io sospirando.
-Chissà come mai sei così tanto brava. In cosa sei specializzata?- domandò lui curioso.
Sentii una leggera ansia impossessarsi di me, io non mi ero mai specializzata in qualcosa, ero solo del secondo anno.
-Io... non lo so.- conclusi lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
Lui aggrottò le sopracciglia e mi guardò stranito.
-Che vuol dire che non sai in cosa sei specializzata? Diamine, sei al secondo anno e ti hanno nominato per le Sfide. Credevo che almeno fossi specializzata in qualche campo!- disse lui esterrefatto.
-Fino a qualche istante fa non sapevo nemmeno che ero stata nominata per le Sfide, non so il motivo per cui il Preside l'abbia fatto e sinceramente non so nemmeno perché diavolo oggi va tutto storto- dissi io gridando.
Attirai l'attenzione della maggior parte dei ragazzi che passavano nel corridoio.
-Okay, sei sotto shock. Vieni con me..- disse lui esercitando una leggera e delicata pressione sulla mia spalla.
Lo seguii in silenzio, senza sapere il perché lo stessi facendo.
-Zack?- chiamai io quando notai che eravamo usciti fuori dall'Accademia e che ci dirigevamo verso i giardini.
-Dimmi, Beth.- disse lui.
Sentii un leggero brivido percorrermi la schiena quando lo sentii pronunciare quel soprannome con il quale ora tutti mi appellavano.
-Dove ci stiamo dirigendo?- domandai.
-In un posto dove mi reco ogni volta che voglio tranquillità e un pò di quiete- disse lui scostando delle erbacce che ostacolavano in cammino.
-Vieni, ci siamo quasi- disse lui afferrandomi la mano.
Guardai le nostre mani intrecciate. Era la prima volta che permettevo a qualsivoglia ragazzo di prendermi per mano e quel contatto mi faceva sentire strana.
-Eccoci!- esclamò lui lasciando la mia mano e allargando le braccia per mostrarmi la grandiosità del suo giardino.
-Capperi, Zack è bellissimo- dissi io guardandomi intorno.
Il giardinetto era contornato da uno steccato bianco, delle piante rampicanti vi si avvolgevano intorno creando un'impigliato groviglio di foglie. Due divani bianchi, dall'aspetto morbido e comodo, erano posizionati uno di fronte all'altro e tra di essi c'era un grazioso tavolino di legno bianco.
-Ho impiegato tre mesi per far crescere la vegetazione in questo modo.- disse lui sedendosi sul divano.
-È assolutamente stupendo!- dissi io sedendomi a terra e accarezzando i fili d'erba verdi.
-Ti siedi a terra? Ho il divano apposta!!- disse lui sorridendo.
Annuii timidamente. -Amo il contatto con la natura- dissi.
-È la cosa bella di essere un mago dell'Iridescenza...- disse lui alzandosi e dirigendosi verso di me. -C'è un legame con la natura stupendo- continuò sedendosi accanto a me.
Annuii.
Lui si sdraiò e chiuse gli occhi.
-Non avere paura per le Sfide, siamo una squadra.- disse.
-Ma io non voglio partecipare, insomma, non sono all'altezza- dissi sospirando.
-Oh, si che lo sei. Altrimenti Graham non ti avrebbe mai scelto- disse lui continuando a mantenere gli occhi chiusi.
-Lo conosci bene Graham?- domandai curiosa.
Lui annuì. -Sì, lavorando sodo mi sono conquistato la sua fiducia e spesso sono in giro a zonzo con lui, non so se l'hai notato- disse.
L'avevo notato eccome.
Zack era uno dei ragazzi più diligenti dell'Accademia e, per questo faceva parte della 'scorta' che girava spesso con il preside in persona.
Mi ricordai quando ero nella radura con Evangeline e lui era arrivato con il preside.
-Ti eserciti molto?- domandò lui aprendo gli occhi blu verso di me.
In quel momento si appoggiò sui gomiti e si issò su di essi. Guardai la sua muscolatura robusta irrigidirsi.
-Beth?- mi chiamò lui distraendomi dai miei pensieri.
-Si? Dicevi?- domandai io imbarazzata.
-Chiedevo se ti eserciti molto..- disse lui sorridendo. Mi mostrò la fila di denti bianchi e luminosi e dovetti ripetermi più e più volte di restare concentrata.
-No, in realtà non mi alleno mai. Gli unici istanti in cui utilizzo la magia è durante le lezioni...- dissi io alzando le spalle.
-Stai scherzando? Dio mio, chissà cos'avrai di così speciale da attirare l'attenzione di Graham..- disse lui pensieroso.
-Comunque, credo che dovrò iniziare ad esercitarmi, le Sfide ci sono tra due settimane e mezzo...- dissi io.
Lui si avvicinò a me.
-Se vuoi, possiamo esercitarci insieme nel tempo libero- sentivo il suo profumo molto più nitidamente ora che era a sole poche spanne da me, dal mio viso.
-Okay, è un pensiero carino...- dissi io imbarazzata.
Lui chiuse per un attimo gli occhi e poi mi guardò.
-Io sono qui, Beth. A tua completa disposizione- disse porgendomi un fiore che aveva appena fatto sbocciare da un filo d'erba.
Me lo mise tra i capelli e con la mano mi accarezzò la guancia.
-Siamo una squadra, no?- disse sorridendo.
Sorrisi anch'io e poggiai la mano su di un filo d'erba.
-Sì, siamo una squadra..- risposi socchiudendo gli occhi e, recitando la formula, feci crescere un fiore blu tra le mie mani.
Lo misi tra i suoi capelli e sorrisi.
-Ci vediamo, Zack.- dissi alzandomi e aprendo un varco temporale lasciandolo solo alle mie spalle.

-Verbur meta mirifice, perlongos interrux permetiar domus porta.-


Aprii gli occhi ed ero di nuovo nella mia camera a Villecraft. Mi sveltii a togliermi i pantaloni e la camicia, li riposi nel cassetto e indossai la mia tenuta da notte.
M'infilai nel letto e all'improvviso mi sentii molto stanca e debole.
Sentii le palpebre cedermi per la stanchezza e tranquillamente mi assopii.






Siamo spiacenti se pubblichiamo così con poca frequenza, solo che siamo molto impegnate e non abbiamo molto tempo per scrivere ed aggiornare.
Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto, presto arriverà anche la parte di Anne.
A presto! :)

   
 
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