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Autore: neichan    15/04/2007    3 recensioni
Ci sono licantropi fuori nel mondo dei maghi.Un attacco su Harry gli dà una vita nuova.E,a causa dei cambi,una marea di guai...liberamente ispirato dalla serie dedicata ad Anita Blake, scritta da Laurell Hammilton
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Furry Magic

Furry Magic

 

Di  ne’ichan

 

Tradotto da bran

 

 Cap.31

 

Bill Weasley stava controllando le antiche custodie del Feudo di Malfoy.

La scrittura era affievolita e la calligrafia piuttosto discutibile in alcuni luoghi, appena più di graffi causali, ma aveva visto di peggio. Lontano, lontano peggio, davvero.

Le custodie erano intese tenere fuori gli estranei, a meno che loro non avessero il permesso del Capo Famiglia. Famiglia, quelli con sangue di Malfoy o quelli sposati ad un Malfoy, poteva apparire dentro e fuori a volontà. O, naturalmente, membri del clan.

Il comportamento aberrante di Andromeda, non era stato anticipato dall’autore delle custodie. I giuramenti vincolanti l’avrebbero dovuto impedire. Ma, la sorella del re era pazza. Era su Bill riparare tale feritoia.

E qui posava il problema. Bill aveva bisogno di un qualche modo in grado di cambiare gli arcaici incantesimi per impedire ad Andromeda di apparire nel Feudo, o il terreno circostante. Nonostante il suo sangue di Malfoy. Il guaio con l’alterando questi vecchi incantesimi era…che tu non puoi mai essere sicuro che metodo fu usato per metterli, nel primo luogo. E disassemblandoli erroneamente darebbe luogo ad un crollo di tutte le custodie. E nessuna protezione. Era complesso e pericoloso, rischioso. Probabilmente non dovrebbe neppure esser tentato.

Lentamente, Bill iniziò a fare diagrammi delle custodie su un pezzo di pergamena. Le piccole linee crebbero da solo alcune a dozzine, poi a cinquanta, e lui continuò a scrivere in scarabocchi eccellenti. I collegamenti divennero sempre più complessi. Lui unì la sesta custodia con la decima, e rimase a guardare ammirato l’incantesimo.

Il mago che aveva scritto l’incantesimo era stato un genio. Era elaborato, ed ancora assordantemente semplice nella sua costruzione. Come le ultime linee precipitarono al loro posto, Bill provò ammirazione. Il mago era stato un padrone della sua arte, degno di essere chiamato un artista. Era integro, incredibile, visualmente incantando. Un enigma progettato per intrappolare un mago avventato nel lavorio labirintico, conducendolo, o lei, in infiniti cerchi da capogiro. Non capendo mai completamente le custodie. A meno che loro trovarono la soluzione alle custodie.

Ora era compito di Bill seguire il centinaio di linee, e trova l’unica linea che potrebbe cambiare, torcere e manipolare, per impedire ad Andromeda di accedere, senza causare l’intera struttura per cedere, creando uno strappo che professionisti intelligenti della magia potrebbero sfruttare, o peggio ancora, far crollare l’intera struttura, facendola traballare come un castello di carte.

Bill ghignò, gli occhi brillanti. Lui amava quel genere di lavoro. Si leccò le labbra e scrisse così velocemente che il suo calamo era una macchia blu mentre lo spostava sul rotolo di carta. Gocce d’inchiostro volavano, fallendo miracolosamente il rotolo di carta, come la soluzione alle custodie iniziò a prendere forma.

Un piccolo tumulo di pergamena spiegazzata e stracciata crebbe accanto alla sedia di Bill come lui provò una soluzione dietro l’altra. Scartando ognuna quando l’equilibrio del diagramma non era perfetto. L’uomo scarabocchiò più veloce. Ruppe altri rotoli di carta, gettando gli scarti in aria. Bill stava ghignando maniacalmente, lontano dall’essere frustrato con l’ammontare di sforzo. Dio, lui amava questo!

Charlie era seduto non lontano, testa volta a Kaithas come i due conferirono.

“Lucius ha preso il ragazzo come il suo Eletto. Una scelta appropriata quando ci pensi.” Disse Charlie, ottenendo un cauto cenno dal Veggente. “E Harry sta comportandosi solo come il suo solito, mettendosi nei guai. Non facendo quello che un buon, obbediente gattino farebbe. Ho ragione?”

Kaithas accennò col capo di nuovo, restringendo gli occhi in sospetto. “Suona come se tu sapessi già tutto quello che ti ho detto prima. Come se lui avesse un abitudine di essere difficile. Ancora, tu pensi che sia una circostanza accettabile, che il nostro re l’ha preso come il suo Eletto?”

“No, non realmente. Non precisamente. E’ una pressione enorme, più di quella che Harry ha bisogno. E’ solo…tu devi capire com’è Harry. Avrei potuto predire tutto questo. Questo genere di cose appena accade a lui. Lui fa quello che deve fare, e quello che lui pensa sia corretto. Ha il cuore di un eroe, ma è molto vulnerabile alla stessa durata. Più un bambino che altro. E’ una cosa di pura fortuna che accadono queste cose a lui. Se lui non fosse stato preso come l’Eletto, è probabile che si sarebbe auto-distrutto. Questo, in realtà è davvero il miglior modo in cui potesse funzionare. Voglio dire, se lui *doveva* essere un licantropo.

Ma, ci sono stati molti problemi notevoli…” Kaithas era evidentemente scettico della conclusione di Charlie.

“Credimi, dove concerne Potter, queste complicazioni non vengono neppure vicino ai veri problemi. I suoi problemi entrano solo in taglia industriale. Questi, possono essere classificati appena come problemi. Ora, noi dobbiamo lavorare su mantenerli così piccoli. Disse Charlie, alzando un sopracciglio. L’uomo accarezzò la sua lunga, e brillante, treccia rosso-arancione, rotolandone la lunghezza tra le sue dita. “Poi, possiamo stirare fuori il resto di queste…inconvenienze.

“Non capisco come tu possa minimizzare queste molte preoccupazioni. Ci sono state molte aree nelle quali sono state ignorate le leggi del clan, disprezzate…” Cominciò Kaithas, ma Charlie alzò una mano, fermandolo.

“Per favore, Kaithas, assecondami per un momento, e permettimi di spiegare. Harry è un mago potente. Il più potente della sua generazione, anche se fu elevato da muggle, in società di muggle. I suoi sentimenti sul sesso sono muggle molto conservativo, puritano, sfortunatamente. Lui non conosce altri modi. Se lui fosse stato portato alle pellicce entro più di uno di noi, è probabile che lui avrebbe lottato, considerandolo stupro, non solo il lavorio normale del clan. Avrebbe potuto sentire che doveva difendersi. Probabilmente avrebbe distrutto il feudo di Malfoy, e metà del clan. Charlie rabbrividì, poi prese un profondo respiro. “Quindi, perdonami, Veggente se io dico che i problemi che abbiamo non sono così cattivi come sembrano. Onestamente non intendo mancare di rispetto.

Quindi.” Disse Kaithas, dopo un lungo minuto di contemplazione, accertando che il più giovane essere-leopardo era davvero sincero. “Come ripariamo questi…piccoli guai? Graeme ha proposto certi…metodi che si stanno usando. Sei consapevole di loro?”

“Per il sangue di Merlo! Graeme? Che generi di cose?” Charlie impallidì. L’uomo aveva avuto i suoi propri problemi con il terzo del clan. Aveva imparato a rispettare la mano rapida dell’uomo. Graeme aveva sempre creduto nell’utilità di una severa disciplina mentre lui era un gattino. Ed ancora, come adulto, gli dava i brividi di paura quando faceva qualcosa che fosse discutibile secondo le leggi del clan. Prevedendo la catastrofe monumentale di uno scontro tra Graeme e Harry, faceva Charlie rabbrividire incontrollabilmente. “Non posso pensare ad una peggiore combinazione. Graeme e Harry?”

“Calmati. Solo respira.” Disse Kaithas all’uomo accanto a lui, posando una mano sulla spalla di Charlie. “Stai tremando come una foglia. Stai male? Ti troverò un poco d’acqua?”

“No no. Solo dimmi quello che ha fatto Graeme? E’, forse, ancora possibile ripararlo.” Ansò Charlie, cercando di trovare sotto controllo i suoi respiri ansimanti.

Kaithas aggrottò le sopracciglia, le lentiggini erano di rilievo, schizzi di oscurità su pelle bianca. Non un buon segnale. Mantenendo la sua voce bassa e calma, sfregò le mani forti fra le sue, per scaldarle. “Non vedo problemi con i metodi con cui il nostro terzo sta occupandosi della situazione. Decretò che Harry passasse molto tempo coi membri senior del clan, sia usato a loro, al loro tocco. Sta funzionando bene.”

“….Harry sta permettendogli di farlo? Permette loro di toccarlo?” Esclamò Charlie. C’erano voluti anni prima che il ragazzo permettesse ai membri della famiglia Weasley d’includerlo in abbracci generali di saluto. Ora, lasciava i membri del clan toccarlo, così presto? Charlie non poteva crederlo.

“Si. Con la regola che non ci sarà sesso con alcuno di loro ma Lucius. Si oltraggiò quando scoprì che l’Eletto era, a durate, offerto a classificazione alta e visitatori onorati per il piacere di una notte. Minacciò di castrare chiunque a cui venne dato. Non era felice neppure col fatto che il nostro re ha altri nelle pellicce. C’è stata una vera scena quando lo scoprì. Ma, lui è lontano più…controllato e tollerante siccome Graeme prese sul suo addestramento.

“Gli piace la struttura. Sapere cosa aspettarsi. Il mio Dio. Non avrei mai pensato…Graeme, lui è così prevedibile, così chiaro nelle sue aspettazioni. Quello è un cambio rinfrescante per Harry, ci scommetto. Non avrei mai immaginato…” Disse mortificato Charlie, scuotendo il capo, la respirazione che tornava normale. Si alzò. “Dovrei parlare a Graeme davvero.”

Kaithas sorrise furbamente. “Sei sicuro di volerlo fare?” Chiese. La mera menzione di Graeme era abbastanza per far vacillare il passo lungo dell’uomo. Gli dia i brividi di paura.

Charlie rise nervosamente. “No, preferirei non farlo. Le mie ginocchia stanno tremando, e penso che vomiterò. Ma io ho il *bisogno* di farlo, in ogni modo.

 

 

Black aspettò il suo amico licantropo, Remus Lupin.

Camminava impazientemente. Dumbledore aveva rifiutato di dirgli più che Harry era sicuro. Fine della conversazione, gradisci una caramella la limone, una menta? No? Cosa su un cioccolato? Sirius quasi aveva gridato in frustrazione. Lui sapeva di non esser conosciuto precisamente per la sua pazienza, ma dannazione, Dumbledore farebbe impazzire un santo.

No non voleva una menta, una caramella al limone, o una maledetta montagna di cioccolato. Sirius voleva una cosa. Voleva sapere dove era Harry Potter. E voleva vederlo con i suoi occhi, si assicuri che il ragazzo era OK. Non sia detto dal vecchio sciocco che tutto andava bene e di non preoccuparsi. Se Dumbledore tentasse ancora una volta di calmarlo, stava per cedere alla spinta opprimente di mordere l’uomo.

Remus gli direbbe dove era Harry, o come trovarlo, o Sirius lo seguirebbe fino a guidare l’uomo sui muri. Sirius era appena ritornato dall’Italia per scoprire che il suo giovane figlioccio non poteva essere trovato. Era venuto a Hogwarts prima di andare alla casa del branco, espressamente per parlare con Harry. Ma nessuno aveva visto Harry in settimane. E c’erano dicerie di un mostro che correva libero.

Finalmente aveva deciso di dividere con Harry la verità dietro alla sua forma animale. Sirius era un essere-lupo. Non solo un grande cane nero animagus. Insieme con quella decisione, ce n’era un’altra, chiedere a Tambyn di accettare Harry nel branco. Permettere a Sirius di girarlo.

Solamente, ora, col mostro che correva circa la scuola, Sirius era frenetico per la paura che la cosa avesse fatto male in qualche modo a Harry, e nessuno stava dicendogli nulla. Sirius aveva cercato anche Ron Weasley, ma quel ragazzo era sparito. Draco malfoy, assente dopo, apparentemente aver avuto un incontro ravvicinato col mostro. Non migliorava, il sentire queste storie, e Sirius stava quasi seriamente per piangere se non trovasse le risposte di cui aveva bisogno. E presto.

Sirius gettò un’occhiata impaziente all’orologio sul muro. Remus ora dovrebbe essere alla fine della lezione con gli studenti di DADA del terzo anno. Poi, parlerebbero. Scoprirà quello che stava succedendo. Rallentando il suo camminare come l’atrio cominciò a riempirsi col chiacchierio dei giovani maghi e streghe. Camminando in gruppi, guardando come se cercassero un pericolo. Più di alcuni lo guardarono sospettosamente, afferrando le loro bacchette.

Finalmente gli studenti erano passati e lui camminò nella classe vuota. Lupin stava sedendosi, un poco goffamente, evidentemente rigido dai suoi così molti dolori. L’uomo non stava accettando bene la sua licantropia. Aveva avviato una malattia rara in lui, che faceva le sue giunture meno mobili, e la sua guarigione non era affatto molto veloce. Era quasi come se fosse allergico alla licantropia. Ma quello non faceva nulla per danneggiare il suo potere magico. Lui era il più buon professore di DADA che Hogwarts aveva avuto nella recente memoria.

“Lupin.” Chiamò Sirius avvicinandosi all’altro uomo, tentando di mantenere calmo il suo tono. Lui era arrabbiato, si, ma non c’era ragione di sfogarsi su Remus. Non ancora.

L’uomo si girò, bacchetta mezzo alzata. Poi, lasciò fuori un lungo sospiro, e s’inclinò nuovamente contro la scrivania, stancamente.

“Sirius. Sei ritornato. Sei stato a vedere il Direttore?”Chiese quieto Lupin.

“Si. E non mi ha detto nulla. Voglio sapere dov’è il mio figlioccio. Dov’è Harry?” Chiese Sirius, denti scoperti.

“Dumbledore è un codardo.” Rimarcò Lupin, esitantemente. Se avesse avuto più forza, sarebbe sembrato adirato. La sua mascella era stretta e le parole sembravano costrette fuori attraverso denti stretti. “Vieni, assecondami, sediamoci e ti dirò quello che so. Se tu la smettessi di scomparire o lasciassi detto a qualcuno come contattarti, te l’avrei detto prima.” L’uomo zoppicò verso le sedie messe di fronte al focolare. Una parola ed un fuoco allegro stava scaldando la stanza.

Affondando in una delle sedie, aspettò la figura senza riposo di Sirius Black per congiungerlo. Lui sperò che non essendo capace di camminare mantenesse sotto controllo l’esplosione rabbiosa inevitabile dell’uomo, quando saputo quello che era accaduto. Ma lo dubitò. Con le notizie che doveva dividere, Sirius esploderebbe.

Sirius precipitò nella sedia come un bambino petulante, incrociando le braccia e una gamba su uno dei braccioli. Ringhiando, disse. “Solo dimmi! Voglio sapere quello che è tutto questo tentare di calmarmi. Non è morto, lo saprei, così cos’è che tutti non vogliono dirmi?”

Remus Lupin prese un profondo respiro, inclinandosi di nuovo sulla propria sedia. Sospirò. ‘Perché aspettare?’ Si chiese, ‘è ora per farla finita.’ Quindi lui lo spifferò fuori. “Harry è un licantropo, un essere-leopardo.

Ci furono alcuni secondi di pausa, poi Sirius scattò come un razzo in aria. “Cosa?! Io ucciderò Malfoy!” Ululò, con sputo che volava.

Remus lasciò cadere la testa nella sua mano, strofinandosi la fronte. Delle cose erano così prevedibili che era quasi pauroso, se uno avesse l’energia per esser spaventato. Sospirando, si massaggiò di nuovo le tempia.

    

  
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