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Autore: Juliefer    02/10/2012    61 recensioni
Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente, l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po’ di se, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene, ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi prima o poi.
-Juliefer.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER Six




 

Rosalie



 

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A volte mi accorgevo di sparire.
Di assentarmi nel bel mezzo di una discussione o nelle incertezze che intercorrono le parole.
Andavo via senza che nessuno se ne rendeva conto e restavo per un po' in silenzio.
Oltrepassavo i vetri e guardavo fuori, anche essendo in una stanza priva di finestre o in un cinema di mercoledì sera.
Non è che io pensassi a chissà cosa od osservassi un oggetto ben preciso, semplicemente mi allontanavo.
Scioglievo i minuti dalla loro costante pressione.
Non credevo fosse una vera e propria fuga, ma, più che altro, una pausa.
-Come sta...-
Pausa.
-Oggi l'ho vist...-
Pausa.
-Mi manch...-
Pausa.
-Te lo promett...-
Pausa.
 

E’ strana la notte: per quelli che si addormentano subito dura solo un attimo, mentre per chi la passa completamente in bianco, diventa così lunga che è come vivere una vita supplementare e sembra quasi un privilegio.
Passai otto ore fissando il soffitto.
Quando la tua mente è vuota anche un muro può diventare interessante.
Semplicemente, non potevo crederci.
Adesso, però, tutto tornava.
L’assenza di foto appena nata.
Quello strano tatuaggio sul polso sinistro.
Il fatto che non avevo nessun connotato in comune con gli altri membri della mia ‘famiglia’.
Il brutto anatroccolo.
Ma perché io? Perché?
Frammenti dei miei 18 anni di vita mi passarono davanti come un treno.
Io che giocavo in giardino.
‘Mamma’ che mi preparava la torta.
Io che facevo vola-vola nelle braccia dei miei ‘genitori’.
Il primo giorno di scuola.
Le treccine bionde che mi faceva la ‘nonna’.
Il mio primo fidanzatino. La nascita di Tommy.
Il suo primo bagnetto.
Le feste di compleanno.
Lui che rideva arrampicato sulle mie spalle.
La caduta del suo primo dentino.
E poi…
Poi, i miei ‘genitori’ che entrano in camera.
Dicono quello che devono dire. La verità.
Una verità che mi era sempre stata nascosta. ‘Mamma’ piange. ‘Papà’ l’abbraccia e le sussurra che andrà tutto bene.
Ma questa volta si sbaglia.
Loro, i miei genitori per 18 anni, adesso non sono altro che estranei. Solo ed unicamente estranei.










Harry




 

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Finestre dopo finestre Louis aveva migliorato il tiro.
Josh era forte in porta. Sandy, Jon e Dan erano ovunque.
Niall impostava il gioco come centrocampista.
Liam era un ottimo difensore e Zayn correva come un fulmine sulla fascia.
Io, facevo goal.
Eravamo pronti. Azzarderei a dire prontissimi.
Paul ci richiamò all’ordine.
-Forza femminucce! Su con quei salsicciotti! Vi voglio vedere scattanti! Dai, dai!
Eseguivo i comandi senza fiatare.
Correvo, correvo e correvo. Mi sentivo come Forrest Gump.
 
 
La mattina prima di metterci in viaggio decisi di fare uno squillo a mia madre.
Era da parecchio tempo che non la sentivo. Ero ancora terribilmente arrabbiato con lei.
Eseguiva alla perfezione il suo ruolo di madre andandosene in giro con uomini di qualunque tipo.
Un giorno usciva con uno, il giorno dopo con un altro.
Sinceramente, non mi preoccupavo molto della sua vita privata. Preferivo pensare alla mia.
A tal punto che mi ero trasferito in una villa insieme a quei quattro ragazzi impazziti.
Ero comunque in dovere di farle sapere che avrei partecipato all’europeo.
Dopo un bel po’ di squilli rispose una voce maschile.
-Pronto? Chi è?
-Sono Harry, mi passi Anne, grazie.
-Harry chi? Anne è impegnata con me.
Calmati. Non perdere la pazienza.
-Sono contento per lei. Io sono il figlio. Posso gentilmente parlare con mia madre?
-Oh si certo. Scusami Harry. Te la passo subito.
-Ci mancherebbe.
Che razza di gente si va a cercare mia madre, bah.
-Pronto?
-Mamma.
-Amore mio! Come stai? Ti è arrivato il mio messaggio per i tuoi 18 anni?
Amore mio. Penoso. Vai a dirlo ai poveracci che attiri nella tua rete.
-Certo.
Tagliai corto. Non avevo nessuna intenzione di continuare il discorso.
Che madre è una che per i tuoi 18 anni ti manda un sms?
-Bene. Senti, tesoro…
-Tranquilla. Immagino tu abbia da fare. Ti volevo solo dire che sto partendo per giocare un torneo molto importante di calcio. A livello europeo.
-Oddio! Bravissimo! Mio figlio calciatore!
Si. Tuo figlio quando ti pare.
Sentii la voce maschile sussurrarle qualcosa.
-Hai capito, Michael? Mio figlio fa l’europeo!
Un gridolino sorpreso invase la cornetta del telefono.
Michael. Aveva pure un nome.
-Tesoro, quando inizia?
-Oggi. Stiamo per partire.
-Oggi?! Wow, bene! Allora… ehm, come si dice?
Un suggerimento.
-Ehm, si, giusto. Buona fortuna, amore!
-Grazie.
Feci per chiudere la chiamata ma mamma mi interruppe.
-Senti, Harry. Dobbiamo parlare.
Era la prima volta che mi chiamava con il mio vero nome.
Forse aveva capito che a 18 anni i suoi soprannomi teatrali potevano infastidire.
Soprattutto se erano del tutto finti. Li usava sicuramente per abitudine con qualcun altro.
-Di cosa?
Il fatto mi preoccupava alquanto.
Mia mamma che parla? È scappata con il primo uomo che le è capitato senza dirmi nulla, abbandonandomi a me stesso. Non era proprio nel suo carattere.
-Ehm, forse qui per telefono non è la cosa migliore.
Per te nulla è la cosa migliore.
-Forse potrei fare un salto con Michael a trovarti. Così potrei anche vederti giocare. Ne ero sicura che il tuo allenatore fosse un brav’uomo.
Si, dopo aver attirato anche lui nella tua trappola. Povero uomo. Chissà che fine avrà fatto.
L’idea che mia madre venisse a vedermi giocare non era male. Con la mia bravura le avrei rinfacciato quello che si era persa negli ultimi dieci anni.
-Va bene. Anche se l’allenatore l’ho cambiato tre anni fa.
-Uhm, fa lo stesso. A Michael farebbe piacere conoscerti. Ehm, di persona intendo.
-Immagino. Londra, campo Wembley. Ci sono prima le qualificazioni. Poi i gironi a squadre ed infine i tabelloni ad eliminazione diretta. Ti conviene venire per questi ultimi.
Non ci ha capito sicuramente nulla. Ha un cervello più piccolo di quello di una gallina.
Non ho ereditato niente da lei. Per mia fortuna.
-Ehm, ok. Ho scritto tutto. Allora ci vediamo lì e dai il megl…
-Si, ok, ciao.
Chiusi la chiamata. Avevo già speso troppo tempo. Più di quello di cui meritava.












 

      
 




Trullall...
Bip. Bip. Bip. Biiiiiiiiiiiip.

*morta*
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Hey everyone!
Sono l'anima dell'autrice che vi scrive.
E se non mi sbrigo, rischio di morire anche io,
di fronte a tanta ma tanta ma taaaanta roba.
La ragazza dall'aldilà vi prega di avere pietà per questo capitolo:
Altissimo. Purissimo. Schifosissimo.
E anche un po' di pazienza, dato che dal prossimo, inizia il torneo tanto atteso :)
Ci tiene a specificare che la madre di Harry nel chappy non corrisponde minimamente alla vera Anne,
nè per aspetto fisico nè per carattere.
Adoriamo quella donna e non ci saremmo mai permesse di descriverla in questo modo.
Speriamo, comunque, di ricevere qualche commentino per aggiornare il prima possibile!
Per chi non l'avesse visto questo è l'Alan Carr Chatty Man con i sottotitoli:
-Prima parte.
-Seconda parte.
Love ya (con un piede di qua e uno di là),

//g. & la sua anima. 

   
 
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