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Autore: hazzaslady    02/10/2012    2 recensioni
“Dicono che a volte la coincidenza sia una conseguenza del destino.
Non ci ho mai creduto, sinceramente, e mai avrei pensato di cominciare a crederci.”
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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24. “Non giudicare mai un libro dalla copertina.”

(Hope)

 

Scendo dalla metro e comincio a camminare verso il London Eye.
Non avevo tanta voglia di uscire con la macchina, sarei rimasta bloccata nel traffico.

«Quindi niente passeggiata nel parco dopo?» mi domanda Joe dall’altra parte della chiamata.
Ero rimasta d’accordo con lui per una passeggiata, ma poi Harry mi ha detto di precipitarmi da lui e quindi ho dovuto rifiutare.

«Te l’ho detto, ho un impegno. Facciamo dopo? O se non puoi, domani.»
«Vediamo se dopo non ho impegni, ti faccio sapere.» risponde.
Se l’è presa un po’, il che mi fa sentire leggermente in colpa.

«Scusami, davvero.» mi mordo il labbro inferiore, continuando a camminare.
Sono quasi arrivata e mi guardo intorno per vedere se riesco ad intravedere la figura di Harry.
«Non preoccuparti. Adesso vado, a dopo piccola.» stacca la chiamata.
Allontano il cellulare dall’orecchio e continuo a guardarmi intorno.
Mi ha presa in giro. E’ il suo modo per vendicarsi per stamattina.
Sospiro e mi accascio sulla prima panchina che trovo libera, sblocco la tastiera del cellulare e vado nei messaggi.
Nessun messaggio nuovo.

Eppure mi aveva detto di venire proprio qui, dov’è? Ma soprattutto, perché me l’ha chiesto?
«Ehi.» dice una voce alle mie spalle.
Alzo lo sguardo dal cellulare e mi giro. «Styles.»
«Sei qui da tanto?» mi domanda.
Scuoto la testa. «No, sono appena arrivata, ho preso la metro.»
Fa il giro e si siede accanto a me. «Io volevo parlarti, veramente.»
Inarco un sopracciglio. «E’ per questo che mi hai detto di venire?»
Annuisce. «Devo chiarire alcune cose, iniziando da stamattina.»
Sbuffo. «Te l’ho già detto! Tutti abbiamo il diritto di parola, ed io ho espresso la mia opinione riguardo la tua nuova ragazza. Non mi sta per nulla simpatica, ognuno la pensa come vuole. Poi ti ho pure chiesto scusa!»
«Non mi interessa più di tanto di quello che hai detto ad Hannah, anche se me la sono presa leggermente. Non puoi darle della poco di buono se non la conosci nemmeno. Non giudicare mai un libro dalla copertina.» dice con espressione seria.
«Ti stai scandalizzando perché ho dato della troia alla tua ragazza? Ormai tutte le ragazze lo fanno!» esclamo.
«Ma quando sono interessate a qualcuno ma quel qualcuno è impegnato e quindi danno della poco di buono alla sua ragazza.»
E questo cosa c’entra? Sta facendo un’osservazione sbagliatissima.
«Io sono interessata solo a Joe!» urlo alzandomi in piedi.
«Ed io ad Hannah. Ma calmati.»
«No, hai appena detto che io in realtà sono interessata a te ma sto con Joe per passatempo!» gli urlo contro.
«Non ho proprio detto un bel niente.» va sulla difensiva.
«Era sottointeso, come ti permetti?» gli domando infastidita.
«Ecco io volevo proprio parlare di questo.»
«Di cosa?» domando.
«Del fatto che quando parlo di ragazze o cose del genere tu ti incazzi sempre, non siamo fidanzati, non stiamo insieme. Perché te la prendi?»
Non lo so nemmeno io perché me la prendo sinceramente.
Io non sono innamorata di Harry, ma non lo odio nemmeno, anzi.
«Io non me la prendo, cosa stai dicendo?» domando.
«Non devi immischiarti nella mia vita, Hope.»
«Ma chi ti ha mai detto niente!»
«Io sto con Hannah adesso.» dice alzandosi anche lui.
«Puoi stare con chi cazzo ti pare!» urlo.
«E non devi insultarla per nessuna ragione al mondo.» continua.
«Harry mi hai proprio rotto le palle, smettila!»
«Come scusa?»
«Mi hai rotto le palle con tutti questi ordini. Non devi darmi ordini. Prima dici che non sono nessuno e poi mi dai ordini?» gli urlo.
Lui indietreggia. «No, non intendevo che non sei nessuno, non in quel senso.»
«L’hai detto tu stamattina, l’hai proprio detto tu. Non puoi negarlo, adesso, perché sono state parole pronunciate da te. E se ci sono rimasta male? Sì, tanto. Sai che ti dico? Viviti la tua vita, ed io mi vivo la mia!»
«Perfetto.»
«Meraviglioso!»
Scuote la testa. «Me ne vado.» dice, cominciando a camminare.
«Vai, e non parlarmi mai più. Mai più!» gli urlo con voce tremante.
Mi giro dall’altra parte e una lacrima mi riga il volto. 
Sto veramente piangendo? Sto piangendo per il mio litigio con Harry?!
 

Scuoto la testa e comincio a camminare per le stradelle di Londra, senza una meta.
Ormai conosco bene la mia città ma quando passeggio da sola tutto mi sembra sempre più diverso, scopro sempre nuovi particolari.

Prendo il cellulare e scrivo un messaggio:

A: Liam <3 - 5.09 p.m.
Ehi Woody, sono in giro tutta sola, non è che puoi raggiungermi? Ho bisogno di stare un po’ con il mio migliore amico.


Cerco il numero di Liam nella rubrica e invio il messaggio.
Continuo a camminare guardandomi ogni tanto sia a destra che a sinistra.
Non so perché ma vorrei incontrare Harry e scusarmi. 
Ma poi mi viene da pensare...
Perché dovrei scusarmi, io? Non aspetta a me scusarmi, o almeno, non del tutto.
E’ anche colpa sua. Decisamente!

Sospiro e cerco di cacciare via questo pensiero dalla mia testa.
Il cellulare comincia a vibrare e sblocco la tastiera, nuovo messaggio.

Da: Liam <3 - 5.11 p.m.
Hope, tesoro. Mi preoccupi, è successo qualcosa?
Io sono in giro con Louis, dimmi dove sei e ti raggiungo immediatamente.

Sorrido e gli rispondo scrivendo il punto esatto dove mi trovo e lo invio.
Scorgo una panchina a qualche metro da me e mi siedo, aspettandoli.
Vorrei chiamare una sola persona in questo momento... Har... cioè, Joe.
«Buuzz!» esclama una voce a pochi metri da me.
Sorrido e mi giro. «Boo!» dico facendogli segno di avvicinarsi.
Corre verso di me e si siede sulla panchina ansimando.
Lo guardo perplessa per poi ridere. «Hai corso una maratona per caso?» domando.

Riprende fiato mettendosi una mano sul fianco. «Ho vinto!» esclama.
Inarco un sopracciglio. «Hai vinto? Che cosa, scusa? E dov’è Liam?»
Guardo verso la direzione in cui è venuto Louis e molto più in là vedo la figura di Liam che corre verso di noi, rosso in viso.
Rido ancora di più. 
«Louis, ma che avete fatto?»
Ormai ha ripreso fiato. «Una gara a chi arrivava prima, ed ho vinto!»
Lo guardo sbalordita. E questo ragazzo ha vent’anni? No, non ci credo.
Liam arriva e si butta letteralmente per terra. «Aiuto!»
Rido. «Liam?! Stai bene? Sei ancora fra di noi?» domando.
Lui alza lo sguardo e mi guarda male, poi ritorna a respirare e ispirare.
«Liam ti ho battuto, e poi tu saresti quello che corre veloce?» dice Louis.
Scuoto la testa. «Voi due state male, tesori miei.»
Perché mi sono capitati due bambini al posto di due ragazzi seri?
A pensarci bene, non mi posso lamentare. Mi stanno facendo ridere.
«Sì, va bene Louis. Hai vinto tu, va bene!» dice Liam.
Louis comincia a fare uno strano ballo, lo chiama il ballo della felicità.
«E quale sarebbe la scommessa? No, qui ci vuole un premio.» dico.
Liam mi lancia un’occhiataccia e scuote la testa. «Non se ne parla!»
Ci penso un po’ su e poi sorrido. «La ricompensa è un abbraccio!»
Louis sorride e allarga le braccia. «Fatti abbracciare, Buzz».
Gli vado incontro ridendo e lo abbraccio. «Ti voglio bene!» esclamo.
Liam mette il broncio. «Niente abbraccio per me?» domanda offeso.
«Se mi porti un biscotto con le scaglie di cioccolato, subito.» dico.
«E dove li trovo questi biscotti?»
«Il supermercato è a tre isolati da qui, comincia a camminare.»
Spalanca la bocca. «Stai scherzando?» dice scioccato.
Rimango seria per qualche minuto per poi girarmi verso di lui.
Sorrido e gli faccio segno di avvicinarsi. «Ovviamente!»
Mi abbraccia e ricambio, stritolandolo.
«Aria!» dice allontanandosi.

«Oh senti, vai a fanculo James!» dico ridendo.
Scuote la testa. «Ma comunque, cos’è successo?» domanda serio.
Ritorno seduta e gioco con le mie dita. «Niente non è...»
«Non ti credo.» mi interrompe.
Louis smette di fare il suo balletto e ritorna serio. «Sì, che è successo?»
«Non è successo niente ragazzi, davvero.» dico fingendo un sorriso.
«Sicura?» domanda preoccupato Liam.
Annuisco e smetto di torturarmi le mani. «Sicurissima.»
«Ehi, non è che per caso hai visto quel cretino di Harry?» domanda Louis.
Alzo gli occhi al cielo. «Sì...»
«E dove? Non risponde a nessuna chiamata.» dice Liam.
Ci credo, avrà spento il cellulare.
«Era al London Eye....»

«Tutto bene, Hope?»
«Sì Liam, te l’ho detto! Non ridomandarmelo di nuovo.»
Fa spallucce. «Come dici tu...»
«Gente che ne dite se andiamo a mangiarci un bel gelato?» propone Louis.
Lo adoro, riesce sempre a riportare l’allegria.
«Oh, sì. Ottima idea Lou.»

Liam annuisce. «Ci sto, mi va proprio un bel gelato.»
 


(Connie)

 
«Non mi dire, che poi hai visto l’ultima cliente? L’ho servita prima perché proprio non la sopportavo più.» dice Mike.
Mi metto a ridere. «Non è la prima volta che viene.» dico.
«Ecco perché mi sembrava una faccia abbastanza conosciuta.» dice.
Sorrido. «Ultimamente la vedo spesso qui in giro. Secondo me si sta montando perché tu la servi sempre per prima, non è che pensa che hai un debole per lei?» gli domando maliziosamente, ridendo.
«In questo caso dovrà aspettare.» dice, sorridendo.
Lo guardo perplessa. «Per l’età? Che c’entra?» domando confusa.
«No! Nel senso che... lasciamo stare» dice fancendomi l’occhiolino.
Ripiego le ultime magliette nello scaffale ordinatamente, e mi rigiro.
«Connie, posso chiederti una cosa?» mi domanda.
Annuisco. «Dimmi pure.»
Si passa una mano fra i capelli.
«Mi chiedevo... ecco... non è che dopo... cioè, questa sera... o anche dopo, come preferisci... sei libera?» mi domanda.
Lo vedo molto imbarazzato, così gli sorrido dolcemente. «No, sono libera.»
«E quindi che ne dici se andiamo al cinema, insieme?»
Mike mi sta chiedendo di uscire?
«E’ un appuntamento?»
Sbianca e comincia a gesticolare con le mani.
«No! No! Cioè, come vuoi tu. Possiamo considerarla anche un’uscita tra semplici amici. Niente di che...»
Lo interrompo. «Mike, calmati. Guarda che a me va bene anche se è un appuntamento. Non preoccuparti.» rispondo ridendo.
Lui sospira. «Oh, meno male.»
«A che ora?» domando, prendendo la borsa.
«Direi verso le otto e mezza. Ti va bene?» domanda.
«Mi va bene, vieni tu o ci incontriamo in un punto specifico?»
Scuote la testa. «No, vengo a prenderti io, ovviamente.»
Sorrido dolcemente. «Direi che è perfetto.»
«Io ho finito, ci vediamo stasera quindi?» mi domanda.
Annuisco. «A stasera Mike.» lo saluto, abbracciandolo.
«A stasera, stella.» rende la giacca ed esce dal negozio dopo aver salutato Carmen, che subito dopo si gira verso di me.
«Vai?» mi domanda.
«Sì, tanto ho finito. Non vedo l’ora di riposare un po’.»
«Connie? Ma esci con mio cugino stasera?» mi fa l’occhiolino.
Arrossisco. «Emh... sì. Andiamo al cinema insieme.» dico.
«Divertitevi.» dice sorridendomi dolcemente.
«Grazie.» rispondo.
Mi infilo in giacchetto ed esco.
Comincio a camminare verso la fermata della metro.
La mia macchina mi ha lasciato per un problema al motore ed oggi sono andata in metro.
Mi fermo davanti il tabellone per leggere gli orari, la prossima sta per passare.
«Connie?» dice una voce alla mia sinistra.
Alzo un sopracciglio e mi giro lentamente. «Oh, Niall! Che ci fai qui?»
«Ero con Zayn ma mi ha detto che improvvisamente aveva un impegno e quindi sono rimasto solo. Ultimamente è piuttosto strano.»
Ha ragione. Nessuno riesce a capire cos’ha in questo periodo Malik in quella sua testolina.
Sta quasi sempre zitto e sorride di raro.
«Abbastanza.»
«E chi lo sa. Hai appena finito di lavorare?» domanda.
Annuisco. «Ed Ellen? Sai se ha finito anche lei?» domanda subito dopo.
«Perché me lo chiedi?» domando socchiudendo gli occhi.
Diventa rosso in volto. «Ecco, niente. Sai che usciamo sempre, come amici, ultimamente.»
Annuisco. «Non ne ho idea, prova a chiamarla sul cellulare.»
Prende il cellulare. «Hai proprio ragione!» digita qualcosa e per poi rialzare lo sguardo verso di me.
«La chiamo, ci vediamo no?» domanda sorridendo.
«Certo ci vediamo di pomeriggio?  gli domando.
«Vediamo.» dice sorridendo. «Ciao Connie bella!» mi saluta e si allontana.
Guardo se è arrivata la metro ma niente, quando noto una scritta nello schermo posto in alto.
"Leggero ritardo della metro, scusateci per il disagio." 
Sbuffo, vuol dire che mi tocca aspettare ancora qui. Vado verso la strada e comincio a dondolarmi sul posto, mentre mi guardo intorno. 
D’un tratto una macchina si ferma proprio davanti di me. Fisso la macchina così tanto familiare fino a quando non si abbassa il finestrino.
«No, ma mi spieghi che cosa ci fai ferma lì? Devo pensare male?» dice Harry.
Lo fulmino con gli occhi. «Ma sei proprio un coglione, fattelo dire.»
Scoppia a ridere. «No sul serio, che cosa stai facendo lì impalata?»
«Raccolgo le margherite, che cosa posso fare? Aspetto la metro!» rispondo.
«Metro?!» scuote la testa. «Oh, no. Sali in macchina, ti accompagno io.»
«Insisto! Devo aspettare la metro.» dico.
«Non te la consiglio. Sono tutti scontrosi là sopra, io sono più simpatico, vuoi andare a sederti con qualche sconosciuto scontroso al posto mio?»
Alzo un sopracciglio. «Harold ma che cosa stai dicendo?» rido.
«Dai su, entra.» mi fa un cenno con la testa.
Sospiro ed entro in macchina, mi guardo allo specchietto e mi sistemo i capelli, per poi girarmi verso Harry. 
«Volevo proprio parlare con te.» dice serio.
«Fino a pochi minuti fa sorridevi. Vas happenin?» dico imitando Zayn.
Sorride. «A Zayn riesce meglio, scusa se te lo dico ma è così.»
«Fottiti Harold.» dico rialzando il finestrino che era ancora aperto.
«Dai ritorno serio. Volevo dirti che ho parlato con Hope...» dice.
Sorrido felice. «E cosa vi siete detti?» domando curiosa.
«Abbiamo litigato, seriamente.» dice scandendo bene l’ultima parola.
«Cosa? No, no. Dovete assolutamente chiarire!» dico.
Scuote la testa. «Non credo sia facile, non vuole più parlarmi.»
«Ma che le hai detto per farla incazzare così tanto?» domando.
«Lasciamo stare, ho deciso che le mie conversazioni con lei rimarranno solo tra me e lei. Così anche i motivi dei nostri litigi.» dice.
Lo guardo mentre continua a guidare. «Harry?» lo chiamo.
Non mi dà retta e tiene lo sguardo fisso verso la strada. «Harry?» riprovo.
«Connie sto guidando, non mi disturbare.» dice.
«Harry il semaforo segna il rosso, posso parlarti, non succede nulla.»
«Dimmi.» dice girandosi verso di me.
«Ma devi rispondermi seriamente.» preciso.
«Va bene.»
«Ma a te piac-» non mi lascia finire che subito il semaforo diventa verde.
«Scusa ma non posso parlare.»
«Hai sempre parlato mentre guidi, qual è il tuo problema ora?» domando.
«Non ho nessun problema, non mi va più di parlare tutto qui.»
«Mi accontentavo a salire sulla metro a sto punto.» dico sospirando.
Arriviamo davanti casa e accosta.
«Puoi scendere.» dice tenendo sempre lo sguardo fisso davanti e con le mani ben salde al volante.
«Puoi lasciare un momento la tua bambina?» gli domando irritata.
«So cosa vuoi domandarmi Connie. Quindi vai.» risponde.
Come scusa? Mi sta cacciando dalla sua auto?
«Sei troppo nervoso, questa Hannah ti sta proprio rovinando.» dico, aprendo lo sportello.
«Non è lei che mi sta rovinando, sono i litigi con Hope che...» si blocca.
«Che?!» domando, incoraggiandolo a continuare.
Scuote la testa. «Ciao Connie, ci vediamo domani.»
«Domani? Oggi non esci più?» gli domando.
«Ho i miei impegni oggi.» risponde.
«Ah. Salutami la tua Hannah eh, ciao!» dico scendendo dalla macchina.
Mi avvicino verso la porta e la apro, entrando in casa. 
Dalla giacca sull’attaccapanni noto che Alexis e ritornata a casa, sarà in camera sua.
Mi avvio verso la mia camera e mi butto a peso morto sul letto, addormentandomi di colpo. 

 
(Ellen)

 
«Niall, te la prendi se ti dico che sono occupata e non posso venire?»
Lo sento sospirare. «No, non me la prendo stai tranquilla Ellen.»
«Facciamo dopo? Oppure stasera. Dipende dai tuoi impegni...»
«Ti farò sapere, a dopo Ellen.» dice e stacca la chiamata.
«Scusa Ryan, dicevi?» poso il cellulare e ritorno a lui.
«Ma se ti chiedo una cosa, prometti di non prendertela.» dice.
«Te lo prometto.» dico confusa.
«Non è che per caso Niall è il tuo ragazzo?» domanda.
«Ma no! Niall è solo un carissimo amico, è un tipo forte.»
«Forte?» domanda divertito.
«Sì. Forte! Cool! Come ti posso dire? Un buon amico.» dico.
Scuote la testa ridendo. «Sei sempre la solita Ellen. Ma ti ricordi quando ci hanno messo insieme per fare quel progetto di biologia?»
«Ci è venuto uno schifo totale. Avevamo preso...» cerco di ricordarmi il voto.
«Una C.» mi interrompe. «La mia primissima C.»
«Sono davvero onorata che la prima C l’hai presa con me.»
«C come cotta.» dice subito dopo, portandosi la mano sulla bocca.
«Sì, C come cotta. Ma che cosa c’entra?» domando alzando un sopracciglio.
«In quel periodo avevo una cotta per te, lo ammetto.» dice.
Rimango senza parole. «Scherzi?» gli dico incredula.
«Ti sembra che ho la faccia di uno che scherza?» domanda serio.
Lo guardo per poi scoppiare a ridere seguito da lui. «Sinceramente? Sì.»
«Ah, ma grazie. Che appoggio che dai!» dice ridendo.
«Anche tu sei sempre lo stesso però, o almeno, di quello che mi ricordo.»
«Non abbiamo parlato più da quella volta.» dice.
Annuisco. «Già, che peccato però, vero?»
«Un vero peccato.» dice sorridendo.
«Ma comunque grazie per avermi dato un passaggio, doveva venire a prendermi Megan ma non so più che fine ha fatto quella ragazza.»
Lui sorride. «Non preoccuparti. E’ stato un vero piacere.» ammette.
Prendo le chiavi dalla borsa. «Ci vediamo domani?» domanda.
Annuisco. «Solito orario, solito posto.» rispondo sorridendo.
«Sempre se non cambi lavoro.»
«No tranquillo, non mi allontanerò da Nando’s.» dico seriamente.
«E chi non si allontanerebbe da quel posto, solo un pazzo!» dice.
«Ma quello che dico io! Per me è il paradiso, cioè.»
Scuote la testa. «A domani, bellissima.» mi saluta.
Lo saluto con la mano. «Byeee!» urlo dirigendomi verso la porta.
 
La apro e butto tutto per terra. «C’è nessuno?» urlo.
Nessuna risposta.
Alzo le spalle e proprio nel momento in cui sto per chiudere la porta vengo bloccata da Hope che entra.
«Ellen, stai ritornando ora?» mi domanda.
«Ora ora, anche tu da quel che vedo. Hai passato una bella mattinata?»
Annuisce. «In gran parte sì. Sono stata con Liam e Louis, che idioti.»
«Immagino quanto ti sei divertita in loro compagnia.» dico.
Con Liam e Louis non si ci annoia mai, hanno sempre qualche stramba idea in mente.
A loro il verbo annoiarsi è proprio sconosciuto.
«Comunque, io ho già pranzato quindi me ne salgo in camera.»
«Io rimango in soggiorno a guardare la tv, per passarmi il tempo.»
«Va bene, vado a riposarmi, non disturbatemi per nessuna ragione al mondo.»
«Ma non esci con Joe oggi?» le domando.
Scuote la testa. «Ha degli impegni con alcuni amici.»
«Ah, capisco. Buon riposo!» le dico sorridendo.
«Grazie. Buon.. cazzeggio?!» dice ridendo e sale su per le scale.
 
Ryan è un ragazzo così divertente e carino.
Mi chiedo come mai non abbiamo mai avuto una conversazione.
Parlavamo solo ed esclusivamente di biologia, biologia e basta.
Uscire con lui non mi dispiacerebbe per niente, è davvero simpatico.
Ma mi sento in colpa con Niall, ho rifiutato il suo invito di uscire, come amici ovviamente, dicendogli che avevo impegni.
Quando invece non è vero.
Ma di cosa mi preoccupo?
Dai, è Niall. Non se la può mica prendere.

 

Ecco a voi Mike Hall.

Ryan Cooper.

E Joe Davis.



Badabum cha cha. Sono ritornata ad aggiornare! 
Non aggiorno da un bel po
’ di tempo, gosh, devo rimediare.
Il capitolo è piuttosto lungo quindi rimedio con questo, vi va bene?
Ho un po
’ di mal di testa quindi ho aggiornato velocemente. 
Che ne dite se lo commentate voi il capitolo? Dai, vi lascio questo incarcio.
Vi adoro sempre di più sisi.
E adesso mi dileguo, byee.



Ella.
   
 
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