Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Zio Scipione    02/10/2012    1 recensioni
La storia verrà pubblicata settimanalmente, restate sintonizzati! Sarebbe gradita la recensione.
Estratto:
«Che classe frequenti? Oh, roba da matti, scusami, avevo dimenticato che non ci sono più studenti da tre secoli. Da tre… sì, tre secoli. Non sono così vecchia, eh, mica lavoro qua da tre secoli. C’era mia nonna, che quando è schiattata per un errore di stampa a duecento anni e mezzo l’hanno portata in obitorio e il dottore, che era un po’ razzista, le ha infilato un cartellino all’alluce con scritto... ma che roba, che roba, non lo sto neanche a dire». E mi fissava.
Genere: Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano passati sette giorni da quel venti giugno, durante il quale l’uomo vestito di nero si era introdotto in casa della zia Bice, e sei giorni da quando la ragazza bionda mi aveva condotto all’ingresso dell’Università segreta. Forse era successo veramente, ma in ogni modo una settimana dopo credevo ancora di aver sognato. Era la spiegazione più logica e sicuramente quella che mi spaventava meno.
La signorina Elinor non si presentò più per tutta la settimana, né arrivarono altre lettere indirizzate a P. Greco. Men che meno apparvero tizi neri super armati o mogi professori.
Nonostante questo non mi arresi. Anzi, passai ancor più tempo nella stanza dei giochi, perché ora non uno ma due quesiti mi attanagliarono. Il primo era l’ordine dei libri, mentre l’altro era come varcare l’accesso dell’Università segreta.
Sì, mi ero convinto che fosse sogno, ma tanto valeva provare lo stesso.
Per una settimana percorsi la sala avanti e dietro. Spostai di tre centimetri la libreria, fu una faticaccia tremenda. Ne osservai i titoli dei libri e li tirai tutti in avanti come fanno nei film per aprire passaggi segreti, ma niente.
Nel frattempo trascorrevo il resto delle giornate in compagnia della zia e di diversi personaggi casuali che non elencherò. La visita al British Museum, la bufera che ci colse a Londra, i paesini sperduti tra i boschi e varie esperienze gastronomiche furono tante piccole avventure che fecero da contorno a quella memorabile vacanza, ma non le racconterò adesso, perché fu dentro casa che vissi le avventure più entusiasmanti e incredibili.
Fatto sta che passò una seconda settimana e si era già a metà della terza. Era luglio e di un quesito e dell’altro mi ero già dimenticato. Mi abbandonai definitivamente dell’idea del sogno e lasciai perdere tutto. Perfino la signorina Elinor venne inclusa nel sogno, perché non vi fu più traccia di lei. Non ne chiesi il motivo alla zia Bice, forse temevo di turbare quella quiete dalle assurdità. Già mi sentivo rispondere dalla zia: “non conosco nessuna Elinor, la casa la pulisco da sola da quando sono nata”.
Poi però la curiosità fu troppa. In una tarda mattina, mentre la zia Bice preparava il pranzo al quale aveva invitato anche la vicina, passai accanto a lei in cucina e, quasi accennando le parole, le chiesi: «quella delle pulizie?»
Lei si voltò.
«Chi, la signorina Elinor?»
Esisteva. Allora potevo chiederle perché non venisse più.
«Sì. Non viene più?»
La zia riprese a tagliare la zucchina. «Poverina, con tutto il lavoro che fa, una vacanza se la merita. Mi ha scritto proprio l’altro ieri chiedendomi un mesetto di vacanza. Gliel’ho dato. Dopotutto è giovane, ha diritto ad uscire un po’ da qui».
Più giovane di quel che credi, pensai. E mi allontanai con più dubbi di prima.
All’una meno venti arrivò la signora Tatler, la vicina. Parlava solo inglese e non capii tutto quello che diceva. In generale non le rivolsi molto la parola, anche perché non sapevo cosa dirle. Con lei c’era anche suo marito, il signor Flynn Tatler. A tavola c’erano abbastanza persone perché io potessi eclissarmi facilmente. Dopo pranzo gli ospiti migrarono nel salotto insieme alla zia, nel quale continuarono a chiacchierare compitamente mentre sorseggiavano del vino chiaro e frizzante. Si unirono a loro anche la signora Bockleberg e suo marito, cosicché il pomeriggio si fece animato. Nella stanza accanto c’ero io, che sentivo parole volare ovunque. E le parole mi ricordavano i libri, e i libri l’ordine dei libri, il maledetto ordine dei libri che non ero ancora riuscito a indovinare. Mi sedetti sulla poltrona e rimasi a fissare la libreria che sembrava il caos più puro, dietro il quale si nascondeva un disegno ben più preciso.
Eccoli là, i protagonisti. Libri. Il Dialogo sui Massimi Sistemi di Galileo, la Critica della Ragion Pura di Kant, Harry Potter, un saggio sulla figura del gatto nella storia, Isaac Asimov, La Tempesta di William Shakespeare, le Disquisizioni di Geografia del professor Farfaglia, il Dizionario del Voltaire. Libri, solo libri, senza nulla in comune. Solo il fatto di essere libri.
Un momento.
Le Disquisizioni di Geografia del professor Farfaglia?
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Zio Scipione