Fanfic su artisti musicali > Paramore
Segui la storia  |       
Autore: Ami_Yumi    03/10/2012    3 recensioni
Dal primo capitolo.
"Avevo visto quella ragazza da qualche parte. Non ricordavo dove, ma non mi veniva in mente niente. Hayles e i New Found Glory le parlavano come la conoscessero da anni, Jordan le teneva un braccio sopra la spalla. “Hey Kat, ricordi quella ragazza?”. "
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hayley Williams, Jeremy Davis, Nuovo Personaggio, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Jessica- 


È settembre. 10 settembre, per l’esattezza. Mi sveglio nella camera dell’hotel di Phoenix. Taylor mi circonda le spalle con il suo braccio. Lo lascio dormire, date le poche ore di sonno degli ultimi giorni. Specialmente dopo quel concerto durato quasi tre ore. Decido di lasciarlo dormire, almeno fino alle dieci, ma lui mi stringe a se.
“Buongiorno.” Dice.
“Buongiorno. –gli rispondo- è presto, perché non torni a dormire?” si gira nel letto fino a ritrovarmi sotto di lui. Mi bacia. Ancora e ancora. Non riesco a rifiutare la dolcezza dei suoi baci. Dopo qualche secondo, sento le sue dita scorrere lungo la pelle, accarezzarmi le cosce, stringere i capelli tra le dita. Io lascio semplicemente a lui il compito di possedermi. Mi solleva e mi riposa leggermente sul letto, sui cuscini avvolti nella seta. Un brivido mi percorre la schiena fino a sentire il reggiseno slacciarsi e la sua mano riscaldarmi la pelle. Mentre stringo le gambe intorno alla sua vita, continua a baciarmi dolcemente, sensualmente, il collo, la spalla, poi torna alla mia bocca. Mi sento bene. Mi sento donna. Amata. Nessuna parola, mi basta solo scorrere le dita sulla sua schiena alla ricerca dei suoi boxer per fargli capire cosa voglio. Voglio sentirlo, amarlo, conquistarlo. Voglio renderlo felice, soddisfatto, vivo. Darei tutto per lui. Sesso, amore, non so distinguerli. Penso siano entrambi con lui. Il desiderio ci consuma la notte, l’amore ci tiene insieme la mattina. Ancora, ne voglio ancora. E voglio sia lui a continuare. Cerca di allontanarsi da me, ma lo riporto presto sulle mie labbra. Spero mi abbia capito. Anzi, ne sono certa. Mi gira su un lato. Il suo petto ora poggia sulla mia schiena. Con una mano stringo il cuscino, mentre lui con una mano spinge il mio bacino verso il suo. Mentre il piacere si impossessa di noi, mi bacia il collo e la schiena ed io mi limito a stringere il cuscino da una parte e afferrare il suo braccio con l’altra. È mio. Sento il suo sospiro sul collo. Mi stringe più forte. Il piacere supera il dolore. Non ci bado e mi godo il momento. Fino
all’ultimo sospiro.
Stiamo abbracciati l’uno all’altro.
“Ti amo.” Dico. Voglio che lui lo sappia anche se ho paura del dopo. Mi guarda dolce. Mi chiedo come abbia fatto ad innamorarsi di me. Come abbia fatto a conquistarmi. Ride.
“Hey, ti dico che ti amo e te la ridi? Hey!” lo colpisco più volte, sapendo che i miei piccoli colpi non provocano dolore su quei pettorali muscolosi.
“Vieni qua.” Non resisto. Lo bacio ancora.
“Ti amo anch’io.” Dice, ed è come se il mondo girasse in un altro modo. Mi ama. Lo amo.
“Ridevo perché mi hai detto ti amo proprio al nostro mesiversario, come direbbe Kat.”
“Oddio, davvero?”
“Un anno e sette mesi proprio oggi.”
“Che memoria! Io mi ero dimenticata! Dimmi che non mi hai comprato regalo, ti prego!” eccolo, quel sentimento di deluderlo, ferirlo.
“Non ho preparato nulla, tranquilla. E poi ti ho già fatto il mio regalo, ti è piaciuto?” torno a baciarlo senza rispondergli. Senza renderci conto sono già le undici. A mezzogiorno ci incontriamo con gli altri nella hall dell’hotel.
“Non so perché, ma oggi ho una strana sensazione.” Dice Kathryn.
“bella o brutta?” chiede il suo bel maritino.
“Non lo so, ma deve succedere qualcosa.”
“Anche io ho una sensazione, però è bella e so che accadrà stasera.” Dice Taylor, guardandomi. So che si riferisce al regalo che gli ho promesso.
“Ci pensate? Abbiamo finito il tour. Un anno in tour è finito ieri e domani si torna a casa.” Dice Hayles.
“Casa dolce casa.” I ragazzi iniziano a parlare di cosa avverrà. Taylor ed io pensavamo di fare qualche viaggetto per conto nostro prima di pensare realmente sul da farsi. Magari in Africa, chi lo sa. Decidiamo di fare tutti insieme un giro, un ultimo giro in città, per comprare qualcosa e goderci un po’ la vita da turista. Io e Tay sediamo in macchina con Jeremy e Kat. Lei inizia a dare raccomandazioni al suo amore. “Vai piano.”, “Stai attento.”
Taylor invece mi tiene la mano e ogni tanto mi bacia. È strano, sembra quasi che Kat mi stia contagiando la sua brutta sensazione. Ad ogni incrocio c’è un semaforo. Jeremy frena, si ferma e attende il verde.
Primo semaforo: verde. Tay e Kat iniziano a parlare dell’ultimo cd di un gruppo che non conosco. Alla radio danno una canzone che non mi piace.
Secondo semaforo: rosso. Jer si gira a guardarci sul sedile posteriore e subito nota la mano mia e di Tay unite. Come al solito ci prende in giro.
“Il semaforo è verde, muoviti idiota!” dice Tay per farlo smettere. Mi avvicino a Tay e lo bacio un’altra volta.
“Ti amo.” Dico.
“Ti amo anche io.” Un altro bacio. Jer ingrana la prima e parte dopo aver visto il verde scattare. Ma qualcosa non va. Un clacson suona all’impazzata e ho appena il tempo di vedere la macchina venire contro di noi. Sento il colpo prima sulla coscia, poi si propaga a velocità immediata. Sbatto la testa contro il finestrino dopo aver rimbalzato dal lato opposto. Ma la macchina non ha colpito solo me. Jeremy. Come sta Jeremy?
 
Ora mi vedo. Sono in ospedale in una camera triste, vuota. Tutti quei macchinari mi tengono in vita? Sono pallida e ferita. Ma non sento dolore. Vedo Taylor vicino al mio corpo. Ha un cerotto in testa, sicuramente ha sbattuto anche lui la testa contro il finestrino. Qualcuno entra.
“Come sta?” Taylor piange. Le mani sulla fronte. Mi avvicino, gli accarezzo una guancia strappandogli via una lacrima. Ma lui non mi vede, non mi sente. Nessuno, in realtà. Sono un fantasma e sono sola. Ma lui è più solo di me. Hayley lo abbraccia ma non penso servirà a molto. Sento la voce di mio padre cullare la piccola Summer nel corridoio. Non riesce proprio a farla dormire. Niente, è tutto inutile. Mi guardo intorno, Jeremy e Kat giungono da un’altra sala. Vorrei
andar loro incontro e chiedere come stanno, ma so che non mi sentirebbero. Allora cerco mia madre.
“Coma.” È l’unica parola che riesco a sentire dal suo discorso col medico. Coma. Torno dentro la mia stanza. Tutti i miei amici, tutti i miei cari stanno intorno al letto a guardarmi morire. Coma. Mi lascio scivolare lungo il muro. Coma. Vorrei urlare che sono lì, vorrei andare da Taylor e dirgli che lo amo più di qualsiasi altra cosa. Coma. Dirgli che voglio continuare a vivere. Coma. Dirgli che ho paura di morire quanto lui ha paura di perdermi. Coma. Coma. Coma. Sono immateriale sostanza. Sono materia sopra quel letto per moribondi. Coma. Sto per morire. Devo solo accettarlo. Coma. Mia madre entra nella stanza insieme ad un uomo che riconosco come il padre di Taylor. Sono sollevata al pensiero ci sia lui. Si abbracciano. Poi escono. Coma. Cosa sta succedendo? Esco fuori.
“è in coma, Taylor. Non so se ci riuscirà.” Coma, un’altra volta. Mia madre piange mentre parla. Taylor cede. Piange anche lui e cade a terra sulle ginocchia. Coma. Sono sicura che è la parola che rimbomba anche nella sua testa.
“No! No!” urla, ed è come vedere parti di lui, parti di Taylor abbandonare il suo corpo. Taylor avvicinarsi sempre di più a me, diventare pian piano un fantasma anche lui. Peter, il padre, lo sostiene, lo abbraccia. Vorrei esserci io al suo posto. Coma. Sono stanca, solo stanca.
Tre giorni passano in fretta. Taylor sta sempre vicino al mio corpo. Dorme poco. Quando è solo mi parla, scriviamo insieme le canzoni. O almeno così sembra. È l’unico modo per non pensare al fatto che sono morta. Alle sei e mezzo mia madre passa a trovarmi ogni mattina, dopo aver fatto una preghiera al buon Dio. Mio padre arriva alle nove con caffè e briosche. Si mette a parlare con Tay, a volte porta un album di foto per parlare di me al mio...’ragazzo’. Come finisce il suo orario, passa anche lui nella cappella. I ragazzi invece vengono ad orario indefinito. Penso si alzino dal letto e decidano. Solitamente vengono tutti insieme, ma spesso Jeremy dà il cambio a Taylor per un’oretta o due. Si sente in colpa ma immagina che io lo picchierei nel sentirlo parlare così. E in effetti ha ragione. E poi Nick, è venuto solo una volta in questi cinque giorni. Tra lavoro e viaggio non ha tanto tempo. Mi ha parlato delle sue avventure a lavoro, è stato divertente.
“Ci manchi, stellina. Torna da noi.” Il mio corpo sembra reagire a quell’invito e muovo il piede.
“Riflesso incondizionato. Può capitare.” Dice il dottore. Non immagino il dolore che provano i miei nel sentire la spiegazione scientifica dell’avvenimento.
Qualche giorno dopo, vedo arrivare nella stanza accanto un signore. Ha circa 60 anni. Il suo fantasma di avvicina a me mentre sto vicino al mio corpo lasciato incustodito.
“Dove sono i tuoi cari?” chiede.
“Sono lì. Fuori. Parlano.”
“Di che parlano?”
“Non lo so.”
“Da quanto sei qui?”
“Dieci giorni.”
“è molto tempo.”
“Un’eternità.”
“Cosa ti è capitato?”
“Incidente stradale.”
“Colpa del tuo ragazzo?” è la volta che mi giro. Lo guardo in faccia.
“Mai.” Dico. La mia voce è fredda, tagliente, avversaria.
“è quello biondo? O il moro?”
“Alto, moro. –faccio una pausa mentre lo guardo- Taylor.” Sussurro con voce bassa.
“Suona la chitarra. Che sta facendo? Scrive una canzone?”
“Si. Scrive canzoni.” Taylor entra nuovamente nella stanza, mi prende la mano.
“Scusami. Jeremy ha detto che viene domani per pranzo. Speriamo porti cibo buono, che ne dici?” continua a parlare. Gli accarezzo il volto. Poi mi volto. L’uomo è andato via. Lo rivedo solo la notte. Sta nel corridoio. Guarda fuori dalla finestra.
“Com’è finito qua?” gli chiedo.
“Incidente domestico.”
“Le scale si erano spostate?” sorrido, ricordandomi di essere caduta diverse volte durante i vari traslochi da piccola. Ridacchia anche lui. Lo prendo come un si.
“Passi tutto il giorno con lui?”
“Non posso lasciarlo. Da un momento all’altro potrei svanire e non voglio perdermi niente di lui.”
“Anche lui ti ama tanto.” Abbasso lo sguardo, sentendomi persa. Si, lui mi ama tanto ma...non stiamo più insieme. I dubbi mi assalgono.
“Jessica?” la prima parola che mi viene in mente è ‘papà’. Un uomo, non sembra vecchio. Elegante. Profuma di pino silvestre. Ha i capelli bianchi lunghetti in confronto a quelli dell’uomo al mio fianco.
“Jessica, so che non ci siamo mai...” non lo faccio finire, mi butto tra le sue braccia mentre piango. Poi parliamo. Dice che adora Taylor e mi dà la sua benedizione.
“Papà, sono in coma. Sto per morire.” Lui sorride.
“Quando sarà il tuo tempo, piccola, sarò lì. Sono venuta per il tuo compagno ora, vieni con me Ernest.” Dice e si allontana, poi si volta. “Fidati della musica del tuo amore, Jessica, fa miracoli. Un consiglio: non lasciartelo sfuggire.” Sorride ancora e svanisce. Mentre si allontana, sento una musica a me familiare. È la canzone che papà aveva scritto per me. Quella nella busta. Taylor la sta suonando per me. Sorrido guardandolo … poi noto le mie mani.
“Cosa sta succedendo? Aiuto!” urlo. Sto svanendo. Sto morendo.
“Carica!” cosa sono queste voci?
“Due ml di... “ è così che si muore? Con 2 ml di un qualcosa che neanche capisci? Non capisco più nulla, in realtà.
“Jess!” una boccata d’aria. L’urlo mi fa aprire gli occhi. Il soffitto è celeste. Troppe persone intorno a me. Non capisco che dicono. Cosa stanno dicendo?!
“Taylor.” Dico, ma nessuno sembra sentirmi. “Taylor. –ripeto- Taylor!” il dottore mi capisce, si gira. Fa un cenno.
“Jess! Jess!” piango nel sentire la sua voce. Piango perché mi accorgo di esser viva. Di ricordare tutto. Di amare Taylor. Che lui è lì. Lui mi stringe la mano. Piange. Di gioia. Siamo vivi. Siamo due. Siamo un solo noi.
“Non lasciartelo sfuggire.”
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Paramore / Vai alla pagina dell'autore: Ami_Yumi