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Autore: TheGhostOfYou    03/10/2012    5 recensioni
E se Lily avesse ricambiato l'amore di Severus? Se fossero stati insieme, e dalla loro relazione fosse nato Harry? Cosa sarebbe accaduto?
Severus Piton conosce Lily Evans poco prima di cominciare Hogwarts; Lily è una nata Babbana, ma è una strega eccezionale. Severus se ne innamora all'istante. Passano gli anni, e anche Lily si accorge di provare gli stessi sentimenti di Severus. Si mettono insieme, e vanno a vivere nelle campagne inglesi. Ma Severus è tentato dal potere, e si unisce a Voldemort, proprio quando Lily scopre di essere incinta. Lei lo lascia e lui, distrutto da dolore, mette anima e corpo nella causa di Lord Voldemort. Quando scopre che Lily ha sposato James Potter, suo nemico di sempre, lascia i Mangiamorte e tenta di riprendersi colei che ama. Ma è troppo tardi. Lily è stata assassinata.
Undici anni dopo, Harry Potter, suo figlio, arriva a scuola. Ha lo stesso carattere di James, ma Severus sa che è suo figlio. Da quel momento in poi, rischierà tutto per tenerlo al sicuro, senza però rivelargli la verità.
Harry scoprirà chi è il suo vero padre, o vivrà per sempre con la convinzione di essere figlio di James?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, I Malandrini, Narcissa Malfoy | Coppie: Lily/Severus
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Il tuo fantasma - La serie'
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Capitolo 28 –
Traditore

 
 

Sono le scelte che facciamo
Che dimostrano quello che siamo veramente.
Molto più delle nostre capacità.
 
Albus Silente, Harry Potter e la Camera dei Segreti.

 
 
Traditore.
 
Era così che si sentiva Severus, mentre camminava in cerchio nell’ufficio di Silente; i ritratti dei Presidi di Hogwarts sonnecchiavano vistosamente, anche se alcuni lanciavano di continuo occhiate all’uomo vestito di nero, che diventava sempre più pallido.
Un’altra convocazione ufficiale da parte di Albus: ormai era diventata un’abitudine e ogni volta l’uomo aveva da dargli una brutta notizia.
 - Buonasera, Severus –
Albus chiuse la porta di legno alle sue spalle e avanzò, la lunga veste viola pallido che frusciava, verso Piton, che serrò i pugni e strinse le labbra, sperando che ciò che il preside doveva dirgli fosse qualcosa di tipo accademico.
 - Che cos’è questa sceneggiata, Albus? Che cosa devi dirmi? –
Notò subito che lo sguardo di Silente divenne cupo, quasi come se fosse dispiaciuto della notizia che stava per dargli. Severus avanzò verso di lui, dando un’occhiata alla mano in decomposizione, poi gli mise una mano sulla spalla.
 - Non c’è nulla che tu mi hai detto che mi abbia mai fatto dubitare del mio compito – si sentiva strano a consolare Silente, quando era lui quello che aveva bisogno di un conforto – Devo proteggere mio figlio, Albus –
L’uomo allora si sedette, e con la mano buona agitò la bacchetta e versò da bere al suo più grande amico, poi chiuse gli occhi. Sembrava che improvvisamente l’età avanzata di Albus l’avesse colpito, facendolo sembrare molto più vecchio di quello che dimostrava in realtà.
 - Non ti ho rivelato tutto, mio caro amico – fece una pausa per bere un po’ del Wiskey Incendiario che aveva preparato, poi aprì gli occhi. Erano lucidi. – La notte in cui Lord Voldemort ha ucciso Lily e James, la notte in cui l’amore di Lily ha protetto Harry da morte certa, è successo… qualcosa. L’Anatema che uccide gli rimbalzò addosso ed una parte dell’anima di Voldemort, brutalmente strappata via da lui, si attaccò all’unica cosa vivente che era rimasta nella casa –
Severus non voleva rivivere quella terribile notte, non voleva sapere che cosa avesse fatto un frammento dell’anima del Signore Oscuro; aveva la terribile sensazione di  sapere già la risposta.
 - Parte di Lord Voldemort vive dentro Harry, per questo le loro menti sono in connessione in questo modo. Harry è l’ottavo, indesiderato Horcrux –
Se avesse potuto, Severus si sarebbe coperto le orecchie con le mani ed avrebbe cominciato ad urlare come un pazzo, ma il suo autocontrollo non glielo permise.
 - Se anche quell’ultimo frammento di anima non viene distrutto, Lord Voldemort non può morire –
 - Mi stai dicendo che Harry deve morire? – il tono di voce di Severus si era alzato di un tono, le sue mani tremavano. Cercò di respirare ma non si ricordava più come farlo – Mio figlio deve morire, Albus? –
Albus annuì, con gli occhi lucidi.
 - E deve farlo Voldemort in persona, questo è fondamentale –
Il bicchiere di vetro con quello che rimaneva del Wiskey si schiantò a terra, dove centinaia di frammenti si depositarono sul tappeto persiano di ottima fattura.
 - Credevo lo stessimo proteggendo – sussurrò Severus, pallido in volto.
 - L’abbiamo protetto per dargli un istruzione, crescerlo e fargli mettere alla prova le proprie capacità – Silente sembrava apparentemente tranquillo, e tutto quello che Piton voleva fare era sputare su quella faccia piena di rughe. Lo aveva ingannato, portato dalla sua parte e costretto a fare cose terribili, senza mai dirgli ciò che stava accadendo.
 - Hai allevato mio figlio come carne al macello. Ho fatto di tutto per lui e per Lily, ma tu mi hai portato via l’unica cosa che me la ricordava! –
 
Un traditore, ecco cos’era.
 
Agitò la bacchetta, mormorando la formula dell’incantesimo che solo lui, tra tutti i Mangiamorte, sapeva fare. Una cerva d’argento, fiera ed orgogliosa, apparve dall’estremità della bacchetta, galoppando per qualche istante nello studio del Preside.
 - Lily. Dopo tutto questo tempo? –
 - Sempre – singhiozzò Severus, cercando di reprimere le lacrime che affioravano ai suoi occhi. Nessuno dei due parlò per molto tempo, poi Albus gli andò vicino e gli mise una mano sulla spalla, ma Severus si spostò da lui.
 - Perché me l’hai detto solo ora? Ora che non posso fare nulla? – gli urlò quasi in faccia. – E’ mio figlio, avevo diritto di sapere –
 - Perché voglio che tu lo dica ad Harry al momento opportuno. Prima deve terminare la sua missione – Albus sorrise per un attimo – E poi penso che ora il compito di uccidermi non sarà così difficile, no? –
Severus gli voltò le spalle e sbattè la porta del suo ufficio, poi si lasciò scivolare a terra, le mani sul volto, e sentì le lacrime scorrergli sulle guance pallide.
 
Harry sarebbe morto, Lily si era sacrificata invano.
 
Sentì il dolce tocco del fantasma di Lily, il suo personale, e si lasciò andare ad una disperazione che non sapeva di avere. Si era sentito così male solo una volta, ed era un momento che non voleva ricordare. Che cosa gli sarebbe rimasto? Silente gli aveva portato via tutto, tutto ciò che di caro aveva al mondo.
Poi si rese conto di una cosa: non era stato Albus a portargli via tutto.
 
Era stato Lord Voldemort.
 
*
 Harry avrebbe distrutto il suo primo Horcrux quella sera.
Sarebbe potuto morire, quella notte, e ne era perfettamente consapevole mentre stringeva Ginny tra le sue braccia. Ogni volta che era turbato per qualsiasi cosa, Harry correva da lei; il solo contatto con le sue labbra lo faceva stare meglio, ed in quel momento lui aveva bisogno di sentirsi vivo.
Accarezzava la sua pelle delicata con la paura di non rivederla più, con la paura che un traditore si aggirasse ad Hogwarts e potesse farle del male.
Non era riuscito a togliersi dalla testa l’idea che Malfoy fosse un Mangiamorte, e il pensiero di partire con Silente e lasciarla sola lo faceva stare malissimo.
 - Promettimi di non allontanarti da Grifondoro, stanotte – la prese tra le braccia e la strinse a se, mentre il fuoco scoppiettava nella Stanza delle Necessità. Ginny si mosse appena, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare da quel calore che sapeva non sarebbe durato molto.
 - Che c’è Harry? Cosa devi fare stasera? –
Ginny sapeva qualcosa; era troppo intelligente per non essersi accorta delle sere che il suo ragazzo passava lontano dal dormitorio, del suo turbamento sempre più evidente negli ultimi tempi e dell’ansia che aveva in quell’istante. Le mani di Harry, delicatamente appoggiate sui suoi fianchi, tremavano e qualunque cosa avesse, Ginny sapeva che era una cosa importante.
 - Niente. Vorrei solo che tu fossi al sicuro – le baciò una tempia, prima di assaggiare dolcemente la sua bocca calda. Le sue labbra morbide gli fecero dimenticare ciò che doveva fare. – Ci ho messo tanto tempo a capire quello che provavo per te – mormorò, prima di stendersi accanto a lei.
La finestra mostrava un bellissimo tramonto, ed Harry lo avrebbe apprezzato davvero se non fosse per il pensiero e la paura che lo attanagliava in quel momento.
Ginny si accovacciò contro di lui e per molto tempo stettero in silenzio, ad osservare il sole calare all’orizzonte ed il cielo farsi sempre più scuro, fin quando Harry non si alzò lentamente e la prese nuovamente tra le braccia.
 - Devo andare ora – le disse, baciandola dolcemente e stringendola a se, solo per sentire l’odore dei suoi capelli, che lui amava tanto.
 - Non mi dirai dove, vero? –
 - Ci sono cose, Ginny, che non mi è permesso raccontare – rispose lui, triste, lasciando la sua mano ed uscendo dalla Stanza Delle Necessità. Per qualche strano motivo, sapeva che quella notte sarebbe successo qualcosa, qualcosa di grave e catastrofico.
 
Non immaginava di aver indovinato.
 
Solo più tardi, quando nascosto al sicuro nella Torre di Astronomia, Harry si ricordò della sua sensazione di qualche ora prima. Silente aveva rischiato tutto pur di distruggere l’Horcrux, ed in quel momento era minacciato da Draco Malfoy, che puntava la bacchetta contro il petto dell’anziano preside.
L’aveva sospettato, certo, ma non poteva credere davvero che Malfoy sarebbe arrivato a minacciare addirittura Silente in persona. Riusciva a capire poco di quello che i due si stavano dicendo, ma poteva benissimo confermare che Malfoy non era poi così convinto del suo gesto; la voce tremava e sembrava sudare freddo. I suoi occhi gelidi non erano direttamente rivolti verso Silente, ma guardavano un punto indistinto oltre l’orizzonte.
Un rumore fece girare Harry, che vide suo padre salire lentamente le scale; si guardarono per un istante, ed il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, credendo che Piton avrebbe risolto la questione in fretta.
 
Severus cercò un’ultima volta gli occhi di suo figlio, pieni di comprensione e gratitudine, ed il suo stomaco si chiuse; quell’espressione sicuramente non l’avrebbe più rivista sul suo volto, perché sicuramente Harry lo avrebbe odiato.
Il dolore per le recenti rivelazioni era più forte del desiderio di vedere Albus finalmente punito; il Preside era comunque il suo amico più caro, la persona che in tutto quel tempo lo aveva aiutato a superare il dolore per la morte della donna che amava.
Chiuse gli occhi, cercando di dimenticare l’espressione speranzosa di Harry, poi salì lentamente gli ultimi scalini.
Il Preside sembrava affaticato, era pallido, tuttavia cercava di temporeggiare con Draco, che in modo incerto gli puntava la bacchetta al petto e mormorava parole sconclusionate.
 - Metti giù la bacchetta, Draco – la voce di Severus sovrastò il vento che soffiava forte, ed il ragazzo si voltò verso di lui.
 - Non le lascerò tutta la gloria – sussurrò Draco a denti stretti. – Stanno arrivando, comunque –
Severus sapeva benissimo a chi si riferiva Malfoy, infatti poco dopo sulla Torre salirono tre Mangiamorte, e molti altri dovevano essere all’interno della scuola, come Lord Voldemort aveva stabilito in precedenza.
 - Ma bene – la voce di Bellatrix era quasi al limite dell’isterismo – Draco carissimo, mi stai rendendo fiera di te. Ora uccidilo! –
Ma Severus sapeva bene che Draco non l’avrebbe fatto, e che Silente non avrebbe mai lasciato che i Mangiamorte macchiassero l’anima del ragazzo. Cercò di non pensare ad Harry mentre tirava fuori la bacchetta scura dal mantello e la puntava contro Albus.
 - Severus, ti prego –
Il suo cuore non avrebbe retto, non ce l’avrebbe mai fatta se il calore inconfondibile del fantasma di Lily non lo avesse avvolto come solo lei sapeva fare. Il dolore sembrò placarsi per un attimo, mentre gli occhi chiari di Albus lo imploravano.
 
“Lui morirebbe comunque, Severus. E tu devi proteggere nostro figlio” – la immaginò pronunciare quelle parole, gli occhi verdi illuminati ma tristi.
 
- Avada Kedavra
 
*
 
Il lampo di luce verde colpì al petto Albus, che rivolse un ultimo sorriso a Severus prima di cadere oltre la torre. Severus sarebbe crollato volentieri, ma aveva un piano a cui attenersi. Sentì le urla di Harry, e avrebbe voluto che quello sciocco scappasse, visto che Bellatrix e altri due Mangiamorte che non si era curato di osservare lo trovassero.
Prese per un braccio Draco ed insieme scapparono giù dalla scala; le urla della Lestrange probabilmente avrebbero svegliato tutto il castello e Severus non poteva permettersi di essere catturato.
Aveva una missione per conto di Silente da mandare avanti.
Una volta in giardino, lasciò andare Draco e continuò a correre su per la collina; lanciò un’occhiata dietro di se e vide Silente steso a terra, gli occhi chiusi e la bocca appena aperta, come se stesse dormendo un sonno tranquillo.
Si sentì malissimo, così male che dovette fermarsi per un attimo.
Albus, l'unico amico che avesse mai avuto, l'uomo che gli era stato accanto per tutti quegli anni e che lo aveva aiutato a superare il dolore per la perdita di Lily, era morto. Morto come un uomo qualunque, non come il Mago più potente di tutti i tempi.
Ed era stato lui ad ucciderlo, lui con quella maledetta bacchetta che teneva stretta tra le mani.
Un incantesimo gli sfiorò l'orecchio e vide Harry, suo figlio, che lo attaccava alle spalle.
 - Vigliacco!- gli urlò - Sei solo un cane vigliacco -
Severus si voltò lentamente, indossando la sua maschera di freddezza; doveva fingere che non gli importasse del tono accusatorio di suo figlio, l'unica persona che gli rimaneva al mondo.
 - Te l'ho detto, Harry. Le persone a volte non sono quello che credi -
Un altro incantesimo lo sfiorò, ma Severus scosse la testa.
 - Non cercare di colpirmi con i miei stessi incantesimi - sbottò, parando un altro colpo - Sono io il Principe Mezzosangue -
 - E sei un assassino! - urlò Harry, fuori di se - Hai ucciso Albus e hai venduto mia madre! Sei tu il responsabile della sua morte, sei un assassino vigliacco -
Il mondo di Severus gli scivolò davanti agli occhi in un istante, e si rese conto di come dovesse apparire agli occhi di suo figlio: un assassino pazzo, che aveva tradito ciò che Harry aveva di più caro per venderlo al suo nemico più grande.
Si rese conto di aver corso fino ai confini di Hogwarts, e così con un gesto si Smaterializzò, ricomparendo nella sua vecchia casa a Spinner’s End, dove si raggomitolò contro il muro freddo.
Gli occhi della donna che amava gli tornarono in mente, grandi e freddi, insieme alla consapevolezza che davvero lui aveva ucciso la piccola, indifesa Lily Evans.
 
*
 
Correva, correva più che mai, Severus.
 
Sapeva bene la strada per arrivare dai Potter, l’aveva percorsa tantissime volte cercando di non farsi notare, solo per vedere le due persone che più amava al mondo.
Vide la casa ridotta ad un cumulo di macerie ed il suo cuore perse un battito; corse, nonostante il ghiaccio, fino ad arrivare davanti alla porta di casa.
Era spalancata, e a pochi metri da essa c’era James Potter, una bellezza catturata in un attimo dalla morte.
Lo scavalcò, cercando di pensare che forse Lily ed Harry erano riusciti a scappare; perché se così non fosse stato, lui li avrebbe uccisi, lui sarebbe stato il responsabile della loro morte.
Salì le scale e vide la porta della cameretta di Harry aperta e Lily riversa a terra.
 - No! – gridò, gettandosi a terra e prendendo la donna che amava per le spalle, scuotendola. Perché Lily dormiva, non c’era altra spiegazione. Lily non poteva essere… - No ti prego! Lily, respira! –
Ma lei si limitava a restare ferma, bellissima anche nella morte, ma fredda e distante da lui.
 
Se n’era andata per sempre.
 - Ti p-prego Lily. Ti prego. Non posso averti ucciso io! Non posso! – Severus cominciò a singhiozzare, poi si accorse di un altro pianto, più forte del suo. Alzò la testa e lo vide spuntare dalla culla; il dolce viso di Harry, inondato di lacrime, sfigurato da quella cicatrice a forma di saetta. Severus si alzò e lo prese tra le braccia, perdendosi in quegli occhi verdi così simili a sua madre. Albus aveva detto che, in caso fosse successo qualcosa ai Potter, se ne sarebbe preso cura e che non era compito suo cercare di salvare suo figlio. Prima doveva allontanarsi dalle tenebre che aveva dentro, dalla voglia di Magia Oscura e dal suo passato da Mangiamorte.
 
Ma in quel momento poteva tenere Harry tra le braccia ed essere, anche se per poco, il suo papà.
 
 - Harry, starai bene, anche se la mamma non c’è più – gli scappò una lacrima, che scese velocemente sulle guance giallognole, per poi finire sul mento – Io non posso essere ancora il tuo papà, ma ti penserò sempre –
Si, Severus avrebbe fatto di tutto pur di difendere Harry, pur di punire quel maledetto essere che prima l'aveva separato da Lily, poi l'aveva uccisa ed aveva osato toccare suo figlio. Prima o poi avrebbe avuto la sua vendetta.

Era un miracolo che Harry fosse sopravvissuto, ed il dolore per la morte di Lily si attenuò un attimo quando lo vide sorridere, gli occhi ancora pieni di lacrime.
Allungò una manina verso il suo petto e sorrise.
 - Papà –
 
*
 
Ecco, lo sapevo. Mi sono commossa e non va bene. So che questo capitolo è straziante, ma è così che doveva essere.
Appena avrò un po’ di tempo, giuro che assolutamente risponderò alle vostre recensioni.
Per ora, tanto amore a voi.
   
 
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