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Autore: sheeranscheeks    03/10/2012    5 recensioni
------SOSPESA-----
"Sapete che succede quando non si è più abituati a ricevere amore?
Succede che non ti fidi più, che preferisci stare solo.
Succede che quando qualcuno ti dice ''Ti voglio bene'' rispondi con un sorriso e pensi ''Come no''.
Succede questo, non sei amato per molto tempo e, quando trovi qualcuno che ti ama davvero, muori di paura."
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Viene un momento in cui qualcosa si spezza dentro,
    e non si ha più né energia né volontà.
    Dicono che bisogna vivere, ma vivere è un problema
    che alla lunga conduce al suicidio.”
    Umberto Eco

 

«Ed?» balbettò la ragazza in un sussurro.
Gli sfiorò la spalla coperta da una maglia nera che scolpiva il suo petto.
La bocca dalla quale una canzone dolce usciva e si espandeva nell’aria, si chiuse per mostrare un sorriso, e gli occhi si aprirono, mostrando l’azzurro che rifletteva la figura di Eveleen, magra e pallida.
«Dimmi» rispose riunendo spartiti, fogli e fotografie in una grande pila alla sua destra.
Prese posto al suo fianco; le loro braccia si sfioravano, poggiate una all’altra, in un sostegno reciproco.
La mora schiarì la voce, rimanendo incantata dal modo in cui le mani si muovevano velocemente sulle corde: «Sono ormai quattro ore e ventisei minuti che sei qui fuori, isolato. Non potresti venire dentro?»
Edward fece un verso a metà tra un sbuffo e una risata, spostando lo sguardo dalla chitarra che stringeva saldamente tra le mani, agli occhi della ragazza che sembravano evitare ogni contatto visivo che le lanciava.
Si strinse nelle spalle, sbadigliando: «Hai contato davvero i minuti?» chiese fissando lo stesso punto che Eveleen fissava.
Si ritrovarono entrambi incantati dai fulmini che si scorgevano oltre le nuvole nere, che illuminavano il cielo di un bianco accecante.
La ragazza aveva visto quello spettacolo migliaia di volte, conosceva a memoria ogni minimo dettaglio di una tempesta simile, ma una di dimensioni ridotte come quelle di Londra non l’aveva mai osservata.
Era abituata alle distese della Pennsylvania quando si affacciava dalla stanza del riformatorio, ai fulmini che dividevano il cielo a metà, o a quelli che scorgeva quando era ancora più piccola, nascosta dietro alla tenda del soggiorno.
Era sempre stata spaventata dalle tempeste, si riparava gli occhi tra le mani, e infilava la testa sotto il cuscino; fino a quando non raggiunse i tredici anni, e, dopo essersi tresferiti in un grattacielo di New York, era rimasta affascinata dall’ispirazione che la natura le infondeva.
Fu la prima volta che sputò le sue emozioni su un foglio di carta, e non piangendo per ore.
Da quel giorno, qualcosa cambiò.
«Sì, ho contato i minuti.» rispose interrompendo il silenzio, e guardando l’orologio che aveva preso sul tavolo nel soggiorno di Edward «E adesso sono esattamente quattro ore, ventotto minuti e trentasette secondi».
La pioggia iniziò a frusciare, bagnando il balcone sul quale erano seduti, mentre le gocce si infrangevano sulla ringhiera in ferro.
«Perché ti sei messa a contare il tempo?» le chiese mettendo al riparo la chitarra in un punto nel quale l’acqua non arrivava.
«Stupido, vero?»
Edward si limitò a scrollare le spalle.
«Si sente la tua mancanza. Lì dentro.» disse poggiando la testa sulla sua spalla.
Il ragazzo mostrò un sorriso, socchiudendo gli occhi: «Vuoi aiutarmi?» ribattè stringendola tra le braccia.
Eveleen esitò un istante, gustando ogni minimo dettaglio di quell’istante: una donna correva stringendo tra le mani sacchi colmi di spesa, chiudendo gli occhi colpita dalla pioggia battente; alcuni uomini uscivano da un edificio coprendosi il capo con le loro ventiquattrore, insultando il maltempo e le macchine che sfrecciavano affianco ai marciapiedi, bagnando i pantaloni grigi.
«Davvero vuoi che ti aiuti?» gli chiese, cercando conferma e guardandolo negli occhi.
Mentiva? La stava prendendo in giro?
Lui annuì, estraendo dalla pila una decina di fogli pieni di scritte, cancellature, disegni, scarabocchi.
«Che Diavolo è?» urlò spalancando gli occhi.
Il ginger boy si lasciò sfuggire una risata, prima di porgerle i fogli: «E’ una canzone che sto cercando di completare, ma non riesco» ammise avvicinandosi a lei, indicandole la prima strofa.
I should ink my skin, with your name.
And take my passport out again, and just replace it.
Intonò quella frase.
La sua voce melodica accompagnata dal ticchettare della pioggia rilassava la ragazza: «Qual’è il significato?»
«Sono innamorato» disse mentre le guance prendevano un colorito roseo, e passando nervoso le mani tra i capelli scompigliati.
Eveleen sentì un tuffo al cuore. Innamorato.
Quella parola rimbombò nella sua mente, e le parole si bloccarono a metà trachea; le mani iniziarono a tremare quando passarono frenetiche sui jeans che indossava, cercando calore.
Sorridi. Congratulati per il suo cuore che ha trovato la ragazza perfetta. Si ripeteva incosciente di reagire.
«Quella ragazza è molto fortunata» sospirò con un palese sorriso falso, e gli occhi appannati dalle lacrime.
Non era mai stata una brava attrice, ma il ragazzo sembrò crederci.
Si guardarono per un secondo infinito, prima che la mora scattasse in piedi:«Devo andare» esclamò come in preda ad una scossa elettrica.
«Dove vai?»
«Lontano da qui» sussurrò aprendo la porta e sgattaiolando fuori dalla casa sotto il temporale di fine estate.
Le gocce di pioggia che si infrangevano sul volto pallido della ragazza mascheravano le lacrime che correvano veloci; camminavaa passo lento, calciando con rabbia i sassi che le intralciavano la strada.
Si era illusa, per tutto questo tempo, sperando in qualcosa.
Una risata la colse alla sprovvista: «Che stupida» si disse sprofondando il volto tra le mani fredde.
«Che Diavolo ti prende, eh?» esclamò il ragazzo, cercando il suo sguardo vuoto.
Eveleen si limitò a scrollare le spalle incrociando gli occhi azzurri a dieci centimetri da lei: «Capita di innamorarti della persona sbagliata, e realizzare che tutto quello per cui hai sempre sperato si rompa improvvisamente».
Ed scosse la testa, riparandola dalla pioggia con il suo cappuccio: «Non capisco cosa vuoi intendere».
«Torno a Philadelphia».


*   *   *

 
«Sei qui da solamente tre giorni» disse Harry bloccandole l’uscita dalla sua casa «Non puoi andartene».
Un sorriso prese vita sul volto dell’amica che abbassò la testa dopo aver incrociato il suo sguardo: «E tu chi sei per vietarmelo?»
Il riccio allargò le braccia inarcando un sopracciglio: «Il magnifico Harold Edward Milward Styles» si pavoneggiò davanti a lei «O meglio conosciuto come tuo migliore amico» continuò poi, terminando la frase con un sorriso sulle labbra nell’udire la risata contagiosa della mora.
«Devo tornare a scuola, i miei potrebbero uccidermi» ribattè stringendolo tra le braccia gracili, e costringendolo a fare lo stesso.
L’Inglese poggiò il mento sulla testa della sbuffando rumorosamente: «Potresti ritirarti» propose in tono serio.
Eveleen sorrise per un lungo istante, fino a quando prese quella frase sul serio.
Ritirarsi e vivere lontano da Philadelphia e da quella scuola in cui non fanno che odiarla; vivere a casa di Harry, vederlo realizzare il suo sogno, partecipare alla sua prima audizione di xFactor.
«Hai avuto una fantastica idea, lo sai?» chiese staccandosi dall’abbraccio e guardandolo negli occhi verdi.



and you can tell everybody this is your sooong.
sono in ritardo di secoli, 'orca miseria.
I dinosauri hanno fatto in tempo a tornare, estinguersi nuovamente e Niall Horan a sposarmi.(?)
Questo capitolo é una cacca di cammello, e mi spiace se avete letto questo obrobrio cwc
Avevo detto che le cose, ma...I LIED.
Adesso mi verrete a cercare, mi prenderete a calci e mi urlerete:"FAI SCHIFO", lol.
Lo farei anche io, in effetti HAHAHAHAH
Le uniche cose belle che sono uscite sono grazie a quel ragazzo che solo con un sorriso mi fa sciogliere.
Solo una volta che mi rivolge la parola, incrocia il mio sguardo, o semplicemente mi regala un sorriso io mi spalmo tipo Philadelphia sul banco e vedo gli unicorni*u*
Che cosa romantica, vero? Poi gli unicorni e la Philadelphia si sposano che é una meraviglia, lol.
Io innamorata, direte? No, proprio no.
Tornando seria, ho avuto un saaaaacco di problemi e voi direte:"Ma al popolo?"
Avete ragione, nuovamente HAHAHAH
E' iniziata la scuola e voglio dare il massimo:3
Perciò abbiate pietà di me cwc
Comunque sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questo capitolo; siate sincere, eh. uu
Ringrazio ogni singola persona che sta leggendo, che ha letto i capitoli scorsi e chi ha letto solamente questo;
chi ha questa storia tra i preferiti/le seguite/le ricordate e chi no; chi mi sopporta sempre, chi recensisce sempre con tanto amore;
ringrazio quel ragazzo speciale, e Janet Devlin che lei é la mia ispiratrice.
Ogni singolo di voi, davvero. <3
Tanto affetto,
Star Collision.

   
 
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