Dicembre
2011
Il buio pesto e la pioggia incessante.
I vetri appannati dalla troppa umidità.
Il suono di un clacson.
Lo stridio dei freni sull’asfalto.
Una luce accecante.
Poi il nulla.
Tre
mesi dopo.
Gli occhi mi bruciavano.Riuscii a mettere a fuoco solo dopo
un paio di minuti e
capii subito dove mi trovavo. Cosa
diavolo ci facevo in un ospedale? Di istinto serrai gli occhi.
Beep-beep-beep-beep
Un rumore assordante spezzava il silenzio pesante.
Riaprii gli occhi e mi voltai nella direzione da cui proveniva il
rumore che
avevo sentito pochi secondi prima e guardandomi le mani capii che per
un motivo
o per un altro ero attaccato ad una macchina.
Riuscii finalmente a trovare la forza guardarmi intorno.
Appoggiato al mio
letto, con la testa
china vicino ai miei piedi c’era un ragazzo coi capelli
castani un po’
sbaruffati, probabilmente stava dormendo.
In fondo alla stanza, su una sedia si trovava una donna sulla 40ina.
Anche lei
stava dormendo avvolta da una pesante coperta di pail blu.
Andai in preda al panico quando mi resi conto di non conoscere nessuno
dei due.
In un attimo troppe domande mi assalirono la mente priva
di pensieri e ricordi .
Cosa ci faccio qui?
Cosa ci fanno queste due persone nella mia stanza?
Ma soprattutto, io chi sono?
Di istinto strattonai violentemente il braccio del ragazzo vicino a me,
che
sussultò a causa del modo poco carino in cui
l’avevo svegliato. Mi scappò un
sorriso. Non appena si rese conto di ciò che era appena
successo scoppiò in
lacrime e si fiondò su di me, abbracciandomi così
forte da togliermi il
respiro.
“Ha..r..ry. Harry, tesoro,sapevo che
eri
forte e che ti saresti svegliato!” gridò
con voce tremante sciogliendo
l’abbraccio e guardandomi negli occhi.
Non potei fare a meno di perdermi in quegli occhi azzurri e per qualche
secondo
la mia mente si bloccò.
Ripresi a ragionare quando il ragazzo mi si fiondò addosso
per la seconda
volta. Non aveva ancora smesso di piangere e continuava a ripetere
quello
che,probabilmente era il mio nome. Mi sentivo in dovere di dirgli
qualcosa ma
avevo così tanti pensieri per la testa e così
tante domande. Chi diavolo era
quel ragazzo? Perché era così scosso? Da quanto
tempo mi trovavo in questo
letto? E soprattutto perché?
Non appena tentai di aprir bocca le mie parole furono fermate
dall’abbraccio
della donna presente nella stanza che sicuramente era stata svegliata
dalle
grida e dal pianto. Anche lei stava piangendo. Mantenemmo quella
posizione
qualche minuto,fino a quando la donna sciolse l’abbraccio e
si rivolse al
ragazzo.
“Louis,non è un sogno vero?”
sussurrò
con un filo di voce la donna.
“No Signora Styles, è
tutto vero”
gridò tutto ad un fiato il ragazzo prima di scoppiare di
nuovo in lacrime.
“Non ho mai perso la speranza , una madre certe cose le sa, e io sapevo che
avresti combattuto fino in fondo ” disse la donna
guardandomi.
Quella donna era mia madre, perché non me la ricordavo? E
quel ragazzo,Louis,
aveva chiamato mia madre “Signora Styles” , quindi
sicuramente non era un
fratello o un qualsiasi parente. E allora chi diavolo era?
Non riuscii nemmeno a rendermi conto che le lacrime mi stavano rigando
le
guance. Non ce la facevo più a stare zitto,
perciò sbottai di colpo. “Mamma,perché
non mi ricordo di te? Cosa ci
faccio qui? Cosa mi è successo di così grave da
rendervi così sconvolti?” I
due si scambiarono uno sguardo veloce. Io presi qualche secondo di
pausa, mi
tremava la voce. Quando vidi che il loro sguardo era di nuovo su di me
continuai, soffermando il mio sguardo sul ragazzo.
“E tu, chi sei? Perché
non riesco a
ricordati, a ricordare mia madre, a ricordare il mio passato.
Perché non
riuscivo neanche a ricordare il mio nome?” Il mio
pianto stava
amplificando. Spostai lo sguardo su mia madre. Era come pietrificata,
incapace
addirittura di sbattere le palpebre.
In un attimo Louis si precipitò fuori dalla porta
sbattendola e imprecando tra
le lacrime.
A rompere il silenzio c’era solo il mio pianto e il suono
della macchina a cui
ero attaccato.
Dopo qualche minuto un medico si affacciò porta. Chiese a
mia madre di uscire
un attimo ma lei non accennava a muoversi quindi
entrò e la portò fuori cingendole la
vita con
un braccio. Infine si rivolse a me “Harry
tranquillizzati, andrà tutto bene, tra qualche minuto
rientrerò e risponderò a
tutte le tue domande. L’importante è che adesso
sei sveglio”.
Chiuse la porta e rimasi solo, con pensiero fisso,che prevaleva sugli
altri:chi è Louis?
Heeey!
Ho scoperto questo sito di ff circa due mesi fa, e da li è
diventato come una
droga.
Questa è la mia prima fanfiction *siatebuone*.
Ebbene sì, sono una Larry shipper.
Avrete capito che questa ff non sarà tutta rose e fiori,ma
non voglio
anticiparvi niente.
Dato che è la prima volta che scrivo qualcosa mi farebbe
piacere sapere cosa ne
pensate, quindi se volete lasciatemi qualche recensione con le vostre
impressioni, per farmi capire se vale la pena andare avanti a scrivere
:)
Detto questo,alla prossima, cercherò di essere il
più presente possibile!
Love, F.