“Come
ha potuto tenermi all’oscuro di tutto? Io,anzi, noi che gli siamo stati accanto ogni
giorno negli ultimi tre mesi avevamo tutti il
diritto di sapere!”
“Signora io l’avevo avvertita, o meglio, avevo
avvertito tutti del grave trauma
celebrale che Harry aveva riscontrato in seguito
all’incidente. Avevamo solo
ipotizzato il caso di ‘amnesia retrograda’, come
avevamo ipotizzato che il coma
durasse più tempo e come avevamo ipotizzato altri possibili
risvegli di Harry
ben più gravi. Ci sono vari motivi per cui non vi ho detto
niente. Innanzitutto
perché si trattava di semplici supposizioni. In secondo
luogo perché vi vedevo
così pieni di speranza. Tanti ragazzi e ragazze sono venuti
a trovarlo quasi ogni
giorno negli ultimi mesi. Portavano con se positività e
cercavano di
trasmetterla a suo figlio per quanto fosse possibile e nonostante la
tragicità
della situazione. Come avreste reagito tutti se vi avessi detto che il
vostro
amato Harry si sarebbe dimenticato le vostre facce e i vostri nomi? La
disperazione avrebbe preso il sopravvento sulla speranza, e ad Harry
questa
situazione non sarebbe stata utile. Lui aveva bisogno della vostra
forza per
reagire, e così è stato per fortuna.”
L’ambiente era talmente silenzioso che riuscii a sentire
perfettamente la
conversazione tra mia madre e il medico, e prima che
quest’ultimo riuscisse a
terminare l’ultima frase la donna era già
scoppiata in un altro pianto
isterico.
Mi trovavo in quella stanza da tre mesi. Tre mesi appeso tra la vita e
la
morte. Tre mesi di coma, senza alcuna certezza del domani.
Le lacrime aumentarono. Erano passati pochi minuti dal mio risveglio e
già ero
esausto. Chiusi gli occhi e lasciai che il sonno si impadronisse di
nuovo del
mio corpo.
Louis
Alle sue parole il mio istinto prevalse sulla ragione. Non riuscivo a
crederci,
non riuscivo nemmeno a pensare a quello che aveva appena detto.
L’amore della
mia vita si era scordato di me. Non sapeva il mio nome, ne chi fossi.
Avevo passato
gli ultimi 3 mesi al suo fianco. Sono stato in quella stanza spoglia
giorno e
notte aggrappato a ogni minima speranza di rivedere la luce nei suoi
occhi
verdi, e adesso che finalmente il mio desiderio più grande
si era realizzato
vedevo di nuovo la mia vita sprofondare verso un buco nero senza fine.
Flash degli attimi vissuti insieme mi ripercossero la mente.
Ripensai al nostro primo incontro. Harry è stata la prima
persona che ho
conosciuto quando mi sono trasferito a Holmes Chapel circa un anno e
mezzo fa.
In seguito alla separazione dei miei io e mia madre abbiamo lasciato
Doncaster
e siamo venuti qua,dove abitano i miei nonni
Il fatto che fossi gay non mi aveva mai permesso di avere tanti amici
del mio
stesso sesso nella vecchia città. Tendevano ad evitarmi
probabilmente a causa
dei troppi pregiudizi. Non capivano, e non capiscono che siamo persone
come
loro,capaci di amare esattamente come loro, forse anche di
più.
Harry è stato il primo nella nuova città ad
offrirmi la sua amicizia, che poi
si è trasformata in altro.
Il nostro primo incontro fu davanti alla segreteria della scuola.
L’anno
scolastico era appena iniziato e la fila davanti alla segreteria per
ritirare
il foglio degli orari sembrava lunga kilometri. Harry era qualche persona dopo di me. Ritirai il
mio
foglio, riuscivo a capirci poco e nulla in quell’edificio. Il
mio senso di
orientamento era sicuramente inferiore alla media e in più
quell’edificio era
tutto uguale. Dopo qualche secondo un ragazzo riccio,poco
più alto di me mi si
piazzò davanti sfoggiando un sorriso a trentadue denti. La
prima cosa che notai
furono le sue splendide fossette, poi mi soffermai sui suoi occhi.
Pensai per
prima cosa come così tanta perfezione potesse risiedere in
un solo corpo.
Tornai alla realtà appena iniziò a parlare. Mi
chiese se ero nuovo, aggiungendo
che non mi aveva mai visto e che lui era frequentava quella scuola da
ben 3
anni. Non feci in tempo a rispondere che mi aveva già
strappato il foglio degli
orari dalle mani. Il contatto con la sua mano scatenò mi
fece rabbrividire.
Riprese a parlare dicendo che alla prima ora avevo Letteratura, mi
prese per un
braccio e in pochi secondi ci ritrovammo davanti a quella che doveva
essere la
mia classe. Mi guardò e mi porse la mano “Harry
Styles”, disse con la sua sexy voce roca,
sfoggiando un altro sorriso. Mi
sforzai di sembrare il più naturale possibile e afferrando
la sua mano mi
limitai a presentarmi “Louis..Louis
Tomlinson” , riuscii addirittura ad aggiungere un
“grazie”. “Ci
vediamo a pranzo,Tomlinson”, rispose
facendomi l’occhiolino, prima di girarsi continuando a
percorrere il lungo
corridoio.
Fu un colpo di fulmine per me. I suoi occhi,le
sue fossette, i suoi ricci,la
sua voce.
Nei giorni seguenti ci vedemmo spesso. Mi presentò i suoi
migliori amici Liam e
Niall, due ragazzi d’oro. Ci ritrovavamo sempre intorno al
tavolo della sala da
pranzo. La loro compagnia mi piaceva. Con Harry però il
rapporto era diverso,
spesso ci vedevamo anche fuori da scuola. Svariate volte era venuto a
casa mia,
aveva conosciuto mia madre. Mi sembrava di conoscerlo da una vita,
invece era
passato appena un mese.
Un giorno, mentre eravamo sdraiati sul divano di casa sua a parlare del
più e
del meno decisi che era il momento di parlargli della mia
sessualità. Volevo
che sapesse tutto di me, che non ci fossero segreti tra noi,ma allo
stesso
tempo avevo paura di rovinare il bellissimo rapporto che si era creato.
Presi
una manciata di fiato e sputai la verità fuori. Mi sentii
libero come non lo
ero mai stato prima in vita mia. Harry si limitò a
sorridermi mostrando i denti
perfetti e ad abbracciarmi sussurrandomi all’orecchio che non
sarebbe cambiato
niente tra noi. Il giorno seguente decidemmo di parlarne anche con gli
altri.
Fui ancora più sollevato quando scoprii che anche per loro
non sarebbe cambiato
niente.
Col passare dei mesi mi resi conto che quello che provavo per Harry non
l’avevo
mai provato per nessuno. Andava oltre l’attrazione fisica.
Andava oltre tutto.
Non potevo fare a meno di passare del tempo con lui.
Il giorno del mio 19esimo compleanno, il 24 Dicembre 2010, Harry decise
di
farmi una sorpresa. Mi portò sulla riva di un lago. Data la
stagione il lago
era ghiacciato e nonostante quel luogo si trovasse in periferia era
pieno di
gente che pattinava. Harry aveva portato con se due paia di pattini per
l’occasione,quindi ci buttammo tra la mischia. Harry era
davvero incapace.
Cercai di insegnargli qualcosa trascinandolo per le mani
in mezzo alla pista contro la sua volontà ma cademmo a terra.
“Sei negato Styles”
“Hey almeno ti sto facendo divertire,non lamentarti”
“Peccato che sia Dicembre inoltrato e che io sto congelando,
perché non sono
nato a Luglio? In quel mese avremmo potuto farci un bel
bagno”
Lui ridacchiò e si avvicinò facendo
aderire i nostri corpi. Il nostro
sguardo si incontrò. La bocca di Harry si
avvicinò pericolosamente alla mia, i
nostri respiri si mischiarono, le nostre lingue si cercarono, fino a
trovarsi
sprigionando in noi sensazioni mai provate prima d’ora. Harry
mi aveva baciato.
Lo aveva fatto lì, in quel posto splendido,sotto gli occhi
di tutto. Non aveva
paura dei pregiudizi, non voleva nascondersi, e nemmeno io volevo.
“Aspettavo questo momento da
tempo”
“Avrei voluto trovare il coraggio di farlo prima”
“Avresti dovuto, Tomlinson”
sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.
Il sole stava tramontando e noi ci recammo alla mia macchina e da
lì guardammo
il sole tramontare, continuammo a baciarci come se non ci fosse un
domani,
nutrendoci solo dei nostri respiri.
“Louis mi dispiace disturbarti,
capisco
che sei molto scosso e che vuoi stare solo. Chi meglio di me
può capirti?”
La voce di Anne, la madre di Harry mi aveva riportato alla
realtà. Aveva gli
occhi lucidi e rossi. I nostri sguardi si incontrarono per una manciata
di
secondi, poi riprese “Ma il medico
ha detto
che nessuno meglio di te può raccontare ad Harry
dell’incidente. Ha bisogno di
tutto il nostro appoggio,ma soprattutto di te adesso e so che anche tu
hai
bisogno di lui. Supereremo anche questa te lo prometto, riavremo il
nostro
Harry..almeno spero” Riuscii ad annuire prima che
la donna scoppiasse di
nuovo in lacrime. Dopo averla abbracciata,cercando di rassicurarla
inutilmente
iniziai a camminare lungo il corridoio che mi portava alla stanza del
mio
Harry, la numero 357. Ormai conoscevo meglio quell’ospedale
di casa mia.
Poggiai la mano sulla maniglia e mi accorsi che stavo tremando. Restai
qualche
secondo fuori dalla porta,cercando coraggio. Fu inutile
perché non lo trovai
perciò presi un respiro profondo e finalmente riuscii ad
aprire.
Heeey.
Finalmente sono riuscita ad aggiornare :)
Me lo ero immaginato un po’ diverso questo capitolo,ma mi
è uscito questo.
Entro la fine della settimana vorrei riuscire a pubblicare anche il
terzo!
Vorrei ringraziare chi ha recensito,chi ha messo la storia tra le
preferite e
tra le seguite e anche le 38 persone che hanno letto il primo capitolo.
Se volete lasciatemi una recensione,facendomi sapere se devo
cancellarla(e
cancellarmi)dalla faccia della terra.
#bravery
Lot of love, F.