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Autore: irresistyles    03/10/2012    13 recensioni
ciao a tutti, questa è la mia prima ff e spero che vi piaccia e che vi diverta almeno un pò :)
Dal capitolo 2:
Bene ora mi avrebbe preso anche per pazza per colpa del mio adorato cane pensando che parlassi da sola o che mi fossi fumata come minimo 3 canne...in questo momento lo stavo odiando.
-"Non tirare, dobbiamo andare a casa". -ritentai.
Possibile? tirava ancora, assurdo....non potevo urlare, non davanti a Harry...non mi andava di fare una figuraccia della quale mi sarei pentita per tutta la vita.
Oh cavolo il mio adorato cane mi stava tirando verso Harry. No, no, no.
Dal capitolo 7:
-“Allora quant’è?” – chiesi in maniera molto sbrigativa.
-“bè sono 2,60 ma visto che il giovanotto è con te facciamo che offre la casa.”
-“no io voglio pagare.”
-“non preferisci che offra la casa?”
-“ma ci senti o hai ancora qualche residuo di silicone anche nelle orecchie? Ho detto che voglio pagare.”
Lei si ricompose in un attimo e mi guardò male, io la guardai con sufficienza.
Harry intanto tratteneva le risate a stento.
Se vi ho incuriosite almeno un pò leggete e fatemi sapere che ne pensate :D
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10


You look around each corner
Hoping that she's there
You try to play it cool perhaps
Pretend that you don't care
But it doesn't do a bit of good
You got to seek 'til you find
Or you never unwind

 
 
 
 
 
 
 
Andammo verso i dischi di Elton John dopo un imbarazzante silenzio. Non sapevo davvero cosa fare o di cosa parlare…e a quanto vedevo neanche Harry che era ancora imbarazzato per prima. Forse se l’era presa per il fatto che l’avessi rifiutato ma sapevo che per lui era solamente un momento di debolezza e per quanto quel ragazzo mi potesse piacere non volevo essere presa in giro…sapevo che se mi fossi lasciata baciare poi non mi sarei sentita in pace con me stessa. Per me avrebbe significato molto ma per lui? Non sarebbe significato niente, e io non volevo che fosse così.
 
-“e quindi la tua canzone preferita è Your song…-“ – mi chiese Harry per non ricadere nel silenzio.  Domanda banale visto che glielo avevo appena detto ma …va bè.
-“uhm…sì” – no dai che grande risposta. Una risposta da grande filosofa. Chi mai avrebbe risposto così? Che idiota!
 
Dopo aver girato per un altro po’ nel negozio uscimmo.
 
-“bene ora cosa facciamo?” – chiesi io.
-“non lo so…è già mezzogiorno e mezzo…mangiamo?”
-“va bene…qui vicino ci dovrebbe essere un Mc Donalds”
-“ok andiamo lì”
 
Dopo aver camminato per un po’ cercando il fast food lo trovammo all’angolo della strada.
 
-“eccolo” – esclamai indicandolo.
-“sì eccolo”
 
Dopo quello che era successo non avevamo parlato molto e non volevo che la confidenza che avevamo si fosse distrutta per…quello. Mi tornò alla mente il suo abbraccio di pochi minuti fa. Quella presa così salda, mi sentivo protetta fra le sue braccia possenti. Se ci pensavo potevo ancora assaporare il suo profumo alla menta misto a mele verdi. NO! Non volevo rinunciare a tutto quello! Volevo ancora inebriarmi del suo profumo, sentirmi protetta. Non poteva affievolirsi tutto per quella stupidaggine. Dovevo fare qualcosa, ma non sapevo cosa.
Non potevo di certo andare da lui e dirgli : ‘ ehi Harry, sai il quasi bacio di prima no? Io lo vorrei davvero tanto un bacio da te ma non posso perché so che per te non sarebbe la stessa cosa capisci? Però non voglio perdere la tua amicizia!’ . Sarebbe stato un discorso stupido.
 
Entrammo al Mc Donalds e cercai di togliermi dalla testa tutte le mie paranoie. Magari lui non se stava facendo neanche un problema mentre io invece mi stavo scervellando.
Andammo alla cassa per vedere cosa ordinare.
Harry prese il portafoglio e notò che lo stavo guardando male. Sapeva che non volevo che pagasse tutto lui ma nonostante il mio orgoglio avrei dovuto accettare visto che non mi ero portata il portafoglio dato che in teoria, dovevamo andare a scuola - a questo punto non sapevo davvero cosa pensare. Forse sarebbe stato meglio se fossimo andati a scuola almeno non ci sarebbero stati quei momenti imbarazzanti, però non avrei saputo tante cose su di lui… e poi diciamocelo: non c’era Jude a fracassare le ovaie che mica era tanto male. No ok, era decisamente meglio non essere andati a scuola -.
 
Lui rise leggermente vedendo il mio sguardo.
-“stavolta pago io” – mi disse
-“ricorda…solo perché non ho il portafoglio.”
-“e dai, sono io il ragazzo”
-“sì ma questo non è un appuntamento” – affermai io seria.
-“e chi te lo dice?” – mi chiese lui di rimando.
A quelle sue parole boccheggiai non sapendo cosa dire…avevo sbarrato gli occhi.
Cosa voleva dire ora questo? Che per lui era un appuntamento? Mi ripresi.
-“no Harry non lo è…questo si chiama fare sega non appuntamento, aggiorna il tuo vocabolario.” – sbottai.
-“bè penso che nel dizionario non ci sia l’espressione ‘fare sega’ “ – controbbattè lui.
-“e chi te lo dice?” – chiesi usando la sua stessa battuta.
Lui scosse la testa e si passò una mano sulla fronte con fare teatrale alchè io risi.
 
Mi resi conto solo in quel momento che i signori che c’erano davanti a noi nella fila non c’erano più e che quindi toccava a noi…e chissà da quanto. La cassiera ci guardava con una faccia strana…voglio dire ma che ‘micchia guaddi’ ?
 
Diedi uno schiaffetto sul braccio di Harry per fargli notare che toccava a noi. Lui mi guardò senza capire e poi quando gli feci cenno capì.
Guardo la cassiera con la faccia da pesce lesso e fece un passo avanti.
 
-“ciao” – salutò la cassiera facendo un pallone con la gomma da masticare che aveva in bocca.
Io alzai un sopracciglio.
-“allora cosa ordinate?” – chiese con aria annoiata. Come se non la pagassero per la ‘grande fatica’ che stava facendo. Un po’ di grinta dai!
-“io un Mc crispy bacon menù” – disse Harry.
Poi la tizia guardò me.
-“io un Mc Chicken menù”
-“grande, piccolo o medio? – chiese con aria di sfida.
Posai una mano sul bancone saldamente.
-“medio” – dissi usando il suo stesso tono. Ma chi si credeva di essere? Non poteva essere come tutte le sue colleghe, carine e con un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all’altro? Che problemi aveva? Ma guarda questa, tutte a me toccavano.
 
Si girò verso la cucina e andò a prendere i nostri menù con un andatura decisamente lenta.
Dopo minimo 5 minuti tornò da noi.
-“ecco a voi” – ci disse posando con molta poca grazia i nostri menù sul vassoio.
Mi spazientii abbastanza. Ok che ci trattava come alieni, ok che ci metteva 4 ore a camminare, ok che ci faceva raffreddare il pranzo ma che ci buttava i menù sul vassoio no! Mai rovinare le patatine fritte ad Ashley Cooper.
-“sai io preferisco le patatine fritte, non il purè.” – dissi schioccando la lingua.
Presi le patatine dal vassoio facendole vedere come le aveva ridotte. Erano anche fredde.
-“guarda…queste patatine sono fredde…e anche schiacciate quindi ora me ne vai a prendere un altro pacchetto ok?” – dissi sventolandole le patatine sotto il naso.
-“chi ti credi di essere tu mocciosa? Io lavoro sai?”
-“appunto che lavori, voglio un altro pacchetto”
-“queste ti ho dato e queste ti tieni.”
-“queste mi tengo un corno…se ti piacciono fredde e spiaccicate te le mangi tu! Per cosa ti pagano? Per buttare le patatine su un vassoio? In questo ci sono bravi tutti.”
Lei si mise una mano sul fianco e mi guardò con aria superiore.
-“senta signora le potrebbe dare un altro pacchetto?” – tagliò corto Harry.
Io lo guardai e poi guardai la cassiera.
-“glielo dico per l’ultima volta: mi dia un altro pacchetto altrimenti me lo prendo io. A lei la scelta.” – spiegai chiara.
-“si e vediamo come te le prendi mocciosa?”
-“mocciosa ci chiami tua sorella.”
Detto questo andai verso la porta di servizio e la sorpassai. Le diedi una fiancata e buttai il mio pacchetto nell’immondizia. Lei sbarrò gli occhi. Se pensava che non lo avrei fatto davvero si sbagliava di grosso. Harry mi guardava sbalordito, era già la seconda figuraccia che gli facevo fare, povero.
Presi un altro pacchetto e  lo misi accuratamente sul mio vassoio.
La cassiera tentò di prendermi per il braccio ma io la strattonai. Anche l’altro cassiere che c’era di turno mi guardava. Bè non c’era tanta gente, forse perché la maggior parte non era ancora uscita da scuola.
 
Uscii dalla porta di sevizio con Harry al seguito , e con il vassoio naturalmente, ci dirigemmo a un tavolo.
Io ridevo sotto i baffi, forse ero stata troppo intraprendente ma…era questione di principio e poi sembrava che a Harry non dispiacesse.
Mi sedetti e lo stesso fece lui, solo che dall’altro capo del tavolino.
-“scusa” – dissi abbassando il capo.
-“di cosa?” – mi chiese lui curioso.
Alzai il capo “– di farti fare figuracce ogni volta-“
Lui rise leggermente.
-“ok forse hai un po’ esagerato ma neanche a me piacciono le patatine schiacciate…voglio dire, sei forte”
-“no no scusa, veramente” – ero davvero mortificata.
-“perdonata”
Sorrisi a quell’affermazione guardandolo dritto negli occhi felice.
Mi accarezzò una spalla e poi prese a scartare il suo panino.
 
Sembrava che l’argomento ‘quasi bacio’ fosse stato dimenticato…e forse era meglio così.
 
Iniziai a mangiare il mio panino e lo stesso Harry. Quel ragazzo era stupendo anche quando mangiava, possibile?
 
Finii il panino e iniziai le patatine. Sorrisi ripensando alla scenata che avevo montato, Harry parve capire perché anche lui sorrise.
 
*
 
Finimmo di pranzare, a me faceva un po’ male la pancia ma dettagli.
Cavolo non avevo pensato alla giustifica da fare per il giorno dopo! E ora chi lo diceva a mia madre? Avrei dovuto spiegarle che avevo marinato la scuola con il ragazzo che mi piaceva perché gli si era rotta la moto.
Avrei falsificato la firma. Semplice.
 
-“cos’hai?” – mi chiese Harry notandomi pensierosa.
-“no niente, pensavo al fatto che domani dovrò falsificare la firma di mia madre.” – risposi io di getto.
-“uhm giusto, tu sei minorenne” – disse emettendo un risolino mentre mi scompigliava i capelli scherzosamente. – mi stava prendendo in giro.
-“sì sai com’è,  non ho ancora 18 anni come te quindi mi devo ancora preoccupare di queste cose” – dissi sorridendo falsamente.
-“eggià…sei piccolina”
Io di tutta risposta lo guardai male assottigliando gli occhi.
-“dai,  lo sai che scherzo” – disse lui sorridendomi.
-“ah ecco” – dissi mettendo le braccia conserte e poi sorridendo.
 
-“Senti ma adesso cosa facciamo? Voglio dire con la moto” – chiesi.
-“potremmo andare da un mio amico qui vicino che poi ci riporterebbe a prendere la moto e portarla dal meccanico.” – disse lui guardandomi.
-“ok, dove si trova questo tuo amico?”
-“a due isolati da qui.” – spiegò lui.
-“va bene, andiamo” – risposi io.
 
Camminammo un po’ fino ad intravedere una palazzina abbastanza grande all’angolo della strada.
Girammo e ci trovammo davanti al palazzo. Harry suonò il citofono.
-“chi è?” – chiese una voce dall’altra parte del citofono.
-“ehi, sono Harry”
-“oh ciao…ora ti apro” – disse il ragazzo.
 
Davanti a noi c’era un ragazzo abbastanza alto con degli occhi di un  blu intenso e capelli castani ma leggermente tendenti al rossiccio. Quando mi vide sembrò sorpreso, poi si scansò dalla porta per farci passare. Mentre entravo gli sorrisi e lui mi fece un cenno di saluto con la mano.
Ci fece accomodare sul divano mentre lui si sedeva su una poltrona di fronte a noi.
 
-“ah lei è Ashley” – disse rivolgendosi all’amico di cui ancora non sapevo il nome.
-“e lui è Conor” – disse rivolgendosi a me stavolta.
Conor mi sorrise e poi mi tese la mano che io afferrai subito.
Era un bel ragazzo, senza dubbio.
 
Harry si mise seduto meglio e posò i gomiti sulle gambe.
-“senti Conor , mi si è rotta la moto quindi non è che potresti accompagnarci fino a lì e poi al meccanico?” – chiese sfacciatamente.
-“ok, se vuoi posso vedere se riesco ad aggiustartela io” – spiegò lui semplicemente.
-“grazie, sei  un grande.” – disse Harry sorridendogli riconoscente.
Io non sapevo che dire quindi non parlavo. Si vedeva che si conoscevano da tempo.
-“sai Ashley, lui prima veniva alla nostra scuola” – mi disse Harry vedendomi un po’ spaesata.
-“quindi ora vai all’università?” – chiesi io.
-“sì, studio lingue orientali”
-“bello” – esclamai io
-“già…mi sono sempre piaciute.”
-“quindi lingue del tipo giapponese, cinese, coreano ecc giusto?” – chiesi
-“sì, ti piacciono?”
-“il giapponese un po’ ma non lo so parlare” – gli spiegai.
-“capisco.”
-“quanti anni hai?” – mi chiese.
-“quindici e mezzo tu?”
-“20…è il primo anno all’università”
-“ah quindi sei uscito solo l’anno scorso”- constati io.
-“sì” – affermò lui.
-“sei carina” – disse poi.
Io alzai il sopracciglio –“prego?”
-“no dico, sei carina”
-“ehm…grazie.” – dissi arrossendo leggermente.
Lui sorrise ammiccante.
Cazzo sorridi? Ma poi come se ne era uscito? La gente è strana.
Io abbassai la testa sbarrando gli occhi e Harry mi guardò .
 
 
*
 
 Conor si alzò di scatto, poi prese una giacca dall’appendi abiti mettendosela.
-“allora, andiamo?” – chiese con evidente fretta.
Era proprio strano quel ragazzo, prima era calmo e pacato chiacchierando e poi scattava da nulla e in più aveva anche fretta.
-“ok” – disse Harry alzandosi anche lui.
Mi alzai anche io e andai verso la porta. Conor si appoggiò allo stipite aspettando che io ed Harry uscissimo. Ci stava letteralmente cacciando,  mancava solo che ci prendesse a calci e avrebbe completato l’opera. Mah, chi lo capiva a quello.
 
Scendemmo di fretta e furia, neanche ci stessero venendo dietro dei ninja per ucciderci, diamine.
Ci avviammo verso la macchina di Conor e partimmo a tutto gas.
 
In meno di 10 minuti, grazie alla guida sfrenata di quel pazzo, arrivammo dove avevamo lasciato la moto.
 
-“fammi vedere questa moto” – sbottò Conor sbrigativo.
Ci si avvicinò esaminandola.
-“penso sia il motore.” – disse lui dopo averla scrutata a lungo e pulendosi le mani.
Harry annuì convinto.
 
-“sai, penso che sia meglio chiamare il meccanico e farlo venire.”
-“tu non ce la fai ad aggiustarla?” – chiese Harry
-“ehi io studio lingue orientali, non faccio il meccanico” – disse Conor strafottente
-“sì ma te ne sei sempre inteso di motori no?” – chiese Harry con lo stesso tono dell’amico.
-“vedrò quello che posso fare.” – disse infine sospirando.
 
 
 
 
 
 
 
 
Let’s go crazy, crazy, crazy…
 
Ciao! Come state? Finalmente sono tornata
Non uccidetemi, lo so che sono in ritardissimo, scusate ma non è stato un bel periodo e poi c’è anche la scuola che mi stressa…quindi scusatemi ( di nuovo).
D’ora in poi credo che pubblicherò con meno frequenza ma non preoccupatevi, non sparisco e non ci metterò tantissimo.
Quindi come sta andando scuola? A me abbastanza bene.
Ma li avete visti i ragazzi al Chatty  Man show con Alan? Io stavo morendo ahahaha.
Poi Liam e Danielle che si sono lasciati?  Mi dispiace per Liam D: si vede che sta male.
Il nuovo video poi è qualcosa di stupendo *-*
 
Coooomunque  parliamo del capitolo, avete visto Conor? Immaginatelo come Conor Maynard. Simpatico no? xD
Ma ora passiamo ai ringraziamenti
Grazie a tutte quelle bellissime persone che hanno messo la storia nelle preferite, seguite e ricordate. E quelle 2 stupende ragazze che mi tengono negli autori preferiti *-* vi amo!
E naturalmente grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo e anche a chi legge soltanto :D
Ci tengo a precisare che la ragazza del banner, cioè Ashley Greene è ispirata alla protagonista e non a me…inoltre ho ricevuto 3 recensioni negative che sono contro il regolamento quindi se volete segnalare fate pure. Io apprezzo anche le critiche ma quando sono costruttive e mi aiutano a capire quello che sbaglio…se sono per insultarmi senza motivo, no. Ok mi dileguo perché sto facendo un poema.
Come sempre fatemi sapere che ne pensate del capitolo :D
Alla prossima
 
Ale <3




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