22 dicembre.
Hogwarts si stava svuotando per le vacanze natalizie ma
cinque persone a caso, all'ora di pranzo quando tutti tiravano via le loro
valigie verso l'ingresso per tornarsene a casa loro, si riunirono sotto
l'immenso albero di Natale nell'ingresso della Scuola di Magia e
Stregoneria.
- L'hai lasciato nella vasca?- sbottò Sedwigh Stanford
sconvolto, imbacuccato nel cappotto e nella sciarpa, rivolto a Beatrix Vaughn -
Tu sei tutta matta! Sai che fatica ho fatto per ricucirlo? Non sono un sarto,
per chi mi avete preso? Dovreste farlo vedere da un vero Medimago!-
- Tu
basti e avanzi.- sentenziò Tom Riddle, che come Trix e Damon era ancora senza
cappotto, visto che sarebbero gli stati gli ultimi ad andarsene con Harry e gli
altri Auror - E poi anche se schiatta sai che perdita.- aggiunse
infastidito.
La Diurna lo guardò storto - Con tutte le grane che ci siamo
tirati addosso per tenerlo in vita? Non scherziamo.-
- Certo, peccato che
morda come un pesce cane.- frecciò Riddle - Non mi piace quello lì.-
- A me
neanche. Non sta zitto un attimo.- scandì Cloe King, annodandosi una sciarpa
rosso rubino al collo sottile e frugando nella sua borsa - Comunque ormai
dobbiamo dirlo a Harry e agli altri. Non possiamo lasciarlo qua e se volete
portarlo a Lane Street, di certo i ragazzi noteranno che hanno un cucciolo in
più da sfamare, no?-
- Cucciolo.- ironizzò Damon, sogghignando
sarcasticamente - Sembra uscito dal decimo girone infernale.-
- Il casino non
è questo ora.- sentenziò Sedwigh serafico, chiudendosi gli ultimi bottoni della
giacca grigia - Me l'avete fatto rimettere in sesto? E adesso ve lo portate a
casa con voi!-
- Lo sai bene che se lo prendono gli Auror lo sbattono ad
Azkaban!- sibilò Cloe - Lo uccideranno!-
- Harry lo proteggerebbe di sicuro.-
fece il biondo, pacato - Il problema è il collare.-
- Funziona.- scandì Tom -
L'ho provato a lungo prima di metterglielo.-
- Ma non puoi neanche riempirlo
di sedativi! Vuoi farlo andare in coma?-
- Ma che sedativi! È lui che non
riesce a trasformarsi!- Riddle fece una smorfia acida - Poveretto, è sotto
shock.-
- Ehi, ehi!- lo zittì la King - E' stato tradito da suo padre, non
c'è da scherzarci.-
- Doveva solo aprire gli occhi e ammazzare meno
gente.-
Cloe e Tom si rivolsero uno sguardo diffidente, poi la Sensistrega
sospirò.
Dio, da qualche tempo era terribilmente intrattabile.
-
D'accordo.- sospirò, vedendo la carrozza dei King parcheggiata davanti al
portone con tante altre - Ora devo andare. Ci vediamo la sera di Natale. Siamo a
cena dai Mckay. Eccovi i regali, Buon Natale ragazzi.- e dopo abbracci e baci se
ne andò allegramente con Stanford, lasciando quei tre a guardarsi mesti e
scoraggiati.
Grazie mille Cloe.
E ora come glielo dicevano a Harry, Ron e
agli altri che avevano...come dire...un lupacchiotto nella vasca da bagno?
Imbavagliato, legato e pure nutrito a brodo di pollo tramite cannuccia?
E
come dire loro che il lupacchiotto sbraitava da giorni nel sotterraneo dei
Serpeverde, nella stanza di Trix, perché esigeva di essere liberato e anche
sfamato?
Il loro lupetto, come lo chiamavano in codice anche se di carino
aveva poco e niente, non si era dimostrato un paziente facile. Da quando Trix
l'aveva trovato nella Foresta Proibita, il lupacchiotto aveva dormito due giorni
di fila.
Preoccupata delle sue condizioni e non convinta di chiedere aiuto
agli adulti, la Diurna aveva chiesto una mano all'unica persona che fra loro
studenti se ne intendesse abbastanza di guarigione e Stanford, venuto a sapere
della faccenda, era rimasto di sasso. Però non si era tirato indietro e una
notte, sotto il Mantello dell'Invisibilità di Tom, era sceso con lui e la King a
Serpeverde per ricucire la ferita da coltello che Asher Greyback si era
procurato col tradimento di suo padre.
Si era risvegliato due giorni prima da
un lungo sonno e...da quel momento non era stato più zitto.
Aveva gridato
come un matto per un giorno intero, poi Trix esasperata l'aveva messo a tacere
ficcandogli fra le fauci un pezzo di legno abbastanza grosso da non poterlo
rompere.
Il bello però era che la sua forza, dopo quei giorni d'indigenza,
stentava a tornare. Per fortuna.
Altrimenti tenerlo lontano dagli occhi degli
Auror non sarebbe stato facile.
Tom poi, che non si fidava minimamente di
Greyback, gli aveva cacciato un collare al collo che rispondeva agli ordini
suoi, di Beatrix, Damon, Cloe e Sedwigh.
Questo aveva contribuito a far
inferocire ancora di più il ferito.
Frustrato e umiliato, il principe non
apriva bocca se non per imprecare e cercare di parlarci era stato inutile.
E
adesso con le vacanze non potevano di certo chiuderlo nella stanza di
Trix.
Dovevano per forza portarlo con loro...e parlarne con Harry.
Stavano
ancora confabulando quando Potter, Weasley e Dalton apparvero sulla
scalinata.
Con guanti e mantello, erano pronti ad andare via visto che le
tate coi bambini erano già sparite da un bel pezzo.
- Ehi, che fate?- li
richiamò Ron - Ragazzi preparatevi. Si parte non appena arrivano Hermione e
Malfoy.-
- Ecco...- Tom roteò gli occhi, cercando di trovare le parole adatte
- Harry...noi ti dovremmo dire una cosa.-
- Oh no.- Potter la conosceva
quell'espressione. Fin troppo bene.
- Che è successo?- chiese, pronto a
tutto.
- Niente a noi.- rispose subito Riddle, per tranquillizzarlo - Ma
vedi...ti ricordi di quella volta che i mannari sono venuti davanti a
Hogwarts?-
- E si sono messi a ballare in can can?- frecciò il bambino
sopravvissuto, serafico - Si, mi ricordo. E allora?-
- Bhè...sai che avete
cercato un cadavere in particolare dopo la battaglia no?- andò avanti
Damon.
- Si, quello del principe.- Edward sbatté gli occhioni - Oh no!
L'avete trovato voi e l'avete aperto in due di nuovo!-
- E ma che schifo!-
sbottò Harry - Tom, Dio! Devi farti vedere da qualcuno!-
- Voi non siete
normali!- si sdegnò anche Ron, senza farli parlare - Che mania avete di
vivisezionare i cadaveri eh?-
- Chi ha vivisezionato cosa?- sbottò Draco,
arrivando dalle scale dopo di loro.
- Di nuovo?- allibì anche Hermione - Voi
siete matti!-
- Ci lasciate parlare?- rognò Trix - Non abbiamo aperto in due
nessuno!-
- E allora dov'è il principe?- fece Ron sconvolto.
- Nella mia
vasca da bagno.- rispose angelicamente la Vaughn.
Gli Auror avevano
espressione contrastanti: incredulità, disgusto, sconcerto.
- E ti tieni un
cadavere nella vasca?- se ne uscì alla fine la Granger, pacata.
- Oh, che
palle! Ok, adesso basta!- sbuffò Damon, che se ne era stato zitto anche troppo -
Venite, andiamo a Serpeverde e vedrete coi vostri occhi!-
Una volta scesi nel
sotterraneo, parecchio straniti da tutta la situazione, il gruppetto entrò nella
sala comune delle vipere, avvertendo il solito freddo e la solita deleteria
umidità.
- Non ti è mancato questo posto?- sorrise Hermione, osservando Draco
di striscio.
- Scherzi?- il biondo aveva già la mano alla gola - Da quando
sono uscito da qua la mia laringite mi ha dato pace.-
- Sei proprio di vetro
Malferret.- frecciò Ron.
- Sta zitto Donnola. Tu te ne stavi al
caldo.-
Infilato il dormitorio femminile non senza qualche problema,
arrivarono finalmente nella stanza singola della Vaughn.
Ignorando i poster e
le pile di cd illegali che salivano lungo tutte le pareti, la seguirono fin
davanti alla porta del bagno.
- Ok.- sospirò - Promettetemi che non darete i
numeri.-
- L'avete squartato davvero allora.- bofonchiò Harry.
- Non
abbiamo squartato nessuno.- replicò Tom per l'ennesima volta - Ma loro vogliono
che tu ci prometta che ti occuperai di lui e non lo lascerai finire ad
Azkaban.-
- Chi scusate?- li apostrofò Edward.
- Lui.- e finalmente Trix
aprì la porta. Nel momento stesso però in cui si aprì un leggero spiraglio, fra
battente e stipite passò un latrato allucinante che fece traballare tutti i
muri. Si misero le mani sulle orecchie, davanti alla sequela di bestemmie ben
poco fini che li investì in pieno.
In mezzo al bagno piastrellato di scuro
c'era una vasca.
E dentro...Asher Greyback, legato e imbavagliato.
Un
pezzo di legno fra i denti, si agitava come un dannato ma niente gl'impediva
d'imprecare.
Era pallido e dimagrito ma...un collare di cuoio rosso al collo
stava a indicare che era sotto incantesimo.
Harry Potter socchiuse gli
occhi.
Era vivo.
Si mise le mani sul viso e gli altri presero
quel gesto come disperazione ma non era così.
Non era mai stato così felice
di vedere vivo quel moccioso.
E col cavolo che l'avrebbe consegnato a Orloff.
No.
Asher sarebbe rimasto con loro.
24 dicembre, Vigilia di Natale.
Grimmauld Place n° 12, ore sette di
sera.
La neve cadeva fitta fitta e un vento gelido e freddo aveva ghiacciato
la strada e i vetri della dimora dell'Ordine della Fenice. All'interno della
casa dei Black però, l'atmosfera era calda e gioiosa.
- Io non posso
crederci! Sono assolutamente scandalizzata!-
Molly Weasley ciabattava per la
cucina di Sirius, borbottando come una teiera.
- Non posso davvero credere
che avete lasciato questo povero ragazzo alla fame! Brodo di pollo! Come avete
potuto nutrirlo a brodo di pollo con una cannuccia?! Indecoroso! Mi meraviglio
di voi ragazzi!-
Ron cominciò a inventare mille scuse, prendendosi dietro
occhiatacce da sua madre mentre Tom, Damon e Trix se ne sbattevano altamente.
Chi invece sembrava parecchio a disagio era Asher Greyback.
Seduto a tavola
in abiti babbani, non aveva più neanche quell'aria selvaggia che lo
contraddistingueva.
Tutte le premure di Mamma Weasley poi lo avevano fatto
arrossire più di una volta.
- Brodo di pollo!- brontolò di nuovo la strega,
infornando l'arrosso con le patatine croccanti - Se non altro questa sera potrà
rimettersi in forze! Altro che brodo di pollo e cannuccia! Vorrei vedere se
avessi nutrito te, Ronald Weasley, e i tuoi fratelli a brodo di pollo!-
- Che
hai contro il brodo di pollo Molly?-
Mamma Weasley si volse di nuovo,
guardando Sirius inferocita.
Il padrone di casa era appoggiato alla porta,
braccia incrociate e...non sembrava per nulla felice di avere Asher in
giro.
- Non fa bene per chi ha certi appetiti!- sentenziò bonariamente la
signora Weasley.
- Senz'altro.- rispose gelidamente Black.
- Sei di
cattivo umore?- gli chiese Harry, inclinando il capo.
- No.- rispose
lapidario Sirius, gelido come il tempo fuori a Londra - Vado in salone. Mi
trovate lì.-
- Lasciatelo perdere!- rise Tonks, mettendo il naso nella cucina
- E' reazione riflessa nei confronti di Remus.-
- Sempre pappa e ciccia quei
due.- sentenziò Molly - Caro ti piace l'arrosto vero?-
Asher arrossì di
nuovo.
- Si, certo.- biascicò, abbassando il capo.
Caro. Neanche sua madre
l'aveva mai chiamato così anche se doveva ammettere che fra tutte le sanguepuro,
sua madre era anche una dei mannari più dolci in circolazione, se si considerava
che fra la sua gente crescere un figlio stava a significare abbandonarlo nel
bosco per un mese e vedere se sopravviveva.
- Saremo veramente tanti
stasera.- sospirò Tonks - Molly non dovresti faticare tanto. Non staremo neanche
tutti seduti a tavola. Mangeremo tranquillamente anche in piedi.-
- Ah, bella
Vigilia così!- squittì Mamma Weasley - Dov'è quel delinquente di
Mundungus?-
- E' andato con Fred e George a rubare il vischio.- disse Ron
distrattamente, per rettificare subito all'occhiata fulminante di sua madre,
così deviò l'armento - Ginny dov'è? Viene?-
- Si, certo. Sarà qua a momenti
col suo nuovo ragazzo. Cerca di essere carino con lui, Ronald.-
- E Bill e
Charlie?- chiese Harry - Il signor Dalton viene poi?-
- No, non credo.-
rispose Tonks - Edward quando è andato via stamattina mi ha detto che suo padre
doveva parlargli di qualcosa e che avrebbero fatto una delle solite cene nella
tenuta di campagna.-
- La zia Andromeda invece?- chiese Tom speranzoso -
Viene?-
- Certo, sarà qua con zia Narcissa al più presto.- sorrise la strega
con folti capelli blu elettrico.
- Malfoy e Sirius faranno i salti di gioia a
rivedere Malfoy Senior.- ironizzò Potter - A proposito, dov'è andato?-
- E'
coi bambini al piano superiore.- gli disse Damon - Lucas e Glory si sono
infilati sotto al letto e non riesce a staccarceli. Lo faranno impazzire.-
-
Già, da qualche giorno sono veramente troppo eccitati.- bofonchiò Ron - Ma in
fondo stanno per compiere due anni.-
- Domani cosa fate ragazzi?- Molly
l'interruppe dolcemente - Siete dai Mckay anche voi giusto?-
- Si, Tanatos
Mckay ci ha chiesto un'allegra rimpatriata.- rise Hermione, entrando con Jeager
al seguito - Credo che alla fine si trasformerà in un concilio di Auror
infuriati. Tristan arriva con Lucilla e Degona dopo cena comunque.-
- Notizie
di Milo?- chiese Damon.
A quel nome Trix abbassò il viso su un giornale
qualunque di quelli che aveva sulle ginocchia, avvertendo un fremito.
- Si
sta riprendendo.- rispose la Grifoncina - I Medimaghi dicono che sarà in piedi
entro qualche giorno.-
- Una buona bevuta gli ha fatto bene.- Jeager si
sedette davanti alla Diurna, con aria apparentemente tranquilla - In fondo è
solo stato morso da un vampiro. E dai denti, doveva essere qualcuno
giovane.-
- Oppure è stata usata un'arma per ricreare quei morsi.- rispose
Harry - Lui non ricorda niente.-
- Strano.- Crenshaw sogghignò - Certe cose
non si scordano.-
Basta. Non poteva reggere oltre.
Trix si alzò con una
scusa, per andarsene da quella cucina.
Non poteva sopportare di
ricordare...cosa gli aveva fatto. Eppure certe volte la notte godeva ancora, a
quel ricordo.
Mostro, mostro, si disse.
Nel salone, intanto,
Sirius camminava pigramente davanti al caminetto scoppiettante, con un bicchiere
di brandy in mano. Seduto sul divano, Remus leggeva la Gazzetta con un sorriso
tenero sulle labbra.
- E' Natale. Siamo tutti più buoni.- gli disse
scherzosamente.
- Certo.- ironizzò ferocemente Black, alzando il bicchiere
con un brindisi acido - Diventiamo dei santi.-
- Paddy, è passato
tanto tempo. Inoltre mi ha tramutato suo padre, non quel ragazzo.-
- E
chissene frega.-
Lupin rise, scuotendo il capo. A distanza di tanti anni,
ancora lo difendeva sempre, di fronte alle avversità.
Gli sembrava quasi che
James camminasse accanto a lui, bofonchiando improperi.
- La finisci di
brontolare?- li apostrofò Harry, apparendo nel salone - Ti si sente fino in
cucina.-
- E chissene frega.- ribatté per la seconda volta Black.
- Dai.
Sono felice che sia vivo, davvero.- lo blandì il moretto - Non dimenticare che è
stato tradito. Che sia vivo è un vero miracolo.-
- Io non lo chiamerei così.-
sibilò Sirius, sprofondando in poltrona - Ma fa un po' come ti pare.-
-
Lascialo perdere, Harry.- celiò Lupin - Sono vecchie abitudini che sono dure a
morire queste.-
- Allora signori?- Deirdre li aveva raggiunti all'improvviso,
veleggiando in un abito di velluto rosso - Tutto bene?-
- Si, benissimo.- le
sorrise Remus - Duncan e Kinglsey sono già arrivati?-
- Ancora no.- la
Warfield si sedette sul bracciolo della poltrona di Sirius, carezzandogli la
mano.
E quel gesto bastò a mettere Harry di cattivo umore.
Che rabbia.
Ogni volta che stavano da soli quella arrivava e si metteva in mezzo!
E non
la smetteva di starnazzare. Dio! Non ne poteva più di quella!
Per fortuna che
poi arrivò Lucius Malfoy e quindi i battibecchi fra lui e Sirius passarono in
primo piano, perciò non si fece andare per traverso la cena. Per fortuna.
-
E' pronto!- urlò Mamma Weasley dalla cucina - Signori muovetevi!-
- Se non
stai zitto Malfoy ti ritroverai con un coltello piantato in gola e poi voglio
vedere come farai a mangiare!-
- Sta zitto Black. Il canile è il posto tuo!-
Narcissa Malfoy li ignorava, togliendosi i guanti con grazia.
- Buona
sera.- salutò la bionda, quando arrivò Draco dai piani superiori con Lucas e
Glory per spalla.
- Mamma.- Draco le baciò una guancia leggermente, dandole
la figlia in braccio.
- Ciao tesoro.- Narcissa, come tutti del resto, adorava
la bambina. Anche quella sera e nonostante la presenza di estranei alla loro
famiglia la coccolò dolcemente, tanto che e la vicinanza riuscì a
smorzare anche l'interesse di Lucius per la lite.
Strano a dirlo, anche
Malfoy Senior venerava la nipote.
E questo, bisogna sottolinearlo,
infastidiva il figlio in segreto.
Anche se non sapeva spiegarsene i
motivi.
Tom invece corse ad abbracciare le zie, arrivate una di
seguito all'altra dopo di che, all'ingresso di Mundungus e dei gemelli che si
portavano appresso un pezzo di vischio gigante, poterono iniziare a
cenare.
Tanto Duncan sarebbe arrivato a metà cena come al solito.
Col
piatto in mano e un buffet allestito nel salone, tutti si erano riuniti in
gruppetto qua e là.
Elettra era tornata giusto in tempo dopo una riunione con
la sua squadra e anche Hermione, che era andata a Lane Street per controllare
che tutto fosse a posto, trovò un'atmosfera decisamente accogliente.
- Fa un
freddo cane.- si lamentò la Granger, stretta nell'abito di maglia bianca che le
lasciava scoperte le spalle - A casa è tutto a posto. Gl'incantesimi di
controllo funzionano bene e ho chiuso tutto. I bambini?-
- Tempo mezz'ora e
moriranno di sonno.- sorrise Pansy, carezzando la testolina rossa di Jeremy, che
mangiava seduto sul divano con William e intanto fregava le patatine croccanti
dal piatto del padre e degli zii.
- E tu mia cara?- Molly Weasley guardava
Hermione con una strana aria accusatoria - Quando ci riprovi?-
La Grifoncina
capì subito, ridendo con gli occhi dorati pieni di luce.
- Pensavamo a
marzo.- rispose sincera - Chissà che la sesta volta sia quella buona.-
-
Anche perché comincia a costare un po' in energie.- ghignò Harry - Vero
tesoro?-
- Decisamente.- annuì Hermione - E poi sono stufa di farvi sempre
vestire a festa. Se porto Trix in chiesa ancora una volta senza concludere
niente penso che mi ucciderà.-
- Contaci.- annuì la Vaughn, col suo calice in
mano.
- Per me è destino così.- sentenziò Damon.
- Destino un corno.-
ringhiò Draco, che sorseggiava del rosso, irritato - Andrò avanti finché non ce
la facciamo.-
- Tanto ne capita sempre una. Non insistere quando fai
cilecca.- ironizzò il Legimors.
- Vuoi vedere che ti faccio dormire sul
balcone stanotte?-
- Tanto sono tutti abbarbicati nella camera di Tom.-
spiegò Elettra - Fra il suo letto a due piazze e una branda dormiranno
comodissimi. Anche se non ho ancora capito dove metterete Asher ragazzi.-
-
Lo leghiamo nella vasca.- rispose Riddle angelico.
Guardato storto anche
da Molly, scoppiò a ridere.
- Ammetto che l'idea c'è passata per la
testa.- mugugnò Trix, osservando l'appetito del principe mannaro - Ma il letto
di Tom ci stiamo in tre. La branda se l'è presa il lupetto.-
- Zitta
sanguisuga.- le sibilò.
- Ti va giusto bene che il vostro sangue di lupo è
acido.- lo minacciò.
- Ma poveretto, lasciate che si riprenda.- sospirò
Tonks.
- Poveretto un accidente.- disse Tom fra i denti, dopo di che filò al
buffet dove si fermò a parlare con Sirius. Da lì, Harry intese che era meglio
evitare l'argomento del tradimento paterno col mostriciattolo, così passarono al
secondo, poi al contorno. Di fronte alla mitica fonduta di cioccolato dei Black
poi, qualcuno si prese anche il diabete.
Stavano per tagliarsi la seconda
fetta quando suonò il campanello di casa.
- Lascia, vado io.- disse Harry a
Sirius e corse ad aprire.
Davanti a lui c'era un signore sui quarantacinque
anni, dall'aspetto normale anche se distinto.
Aveva guanti di pelle, come
quelli dei professori, ma una leggera barba scura gli dava un'aria più
trasandata.
- Posso aiutarla?- gli chiese Harry.
Il tizio lo guardò per un
attimo...specialmente la sua fronte. E s'illuminò subito.
- Harry Potter,
vero?- e gli allungò la mano, usando un accento stranamente famigliare - E' un
vero onore.-
A quella stretta vigorosa, l'Auror sorrise.
- Si, sono io.
Lei è...?-
- Oh, mi scusi.- l'uomo gli porse un suo biglietto da visita -
Ecco, mi chiamo Malcom Vaughn. Sono il padre di Beatrix. Sono arrivato un'ora e
mezza fa con l'aereo e non ho fatto in tempo ad avvisarla. Mi hanno detto che è
qui.-
Il bambino sopravvissuto annuì, felice di conoscere il padre umano
della Diurna.
- Prego, venga dentro. Fuori si gela.-
- Non vorrei
disturbare...-
- Ma si figuri. È una riunione informale.- e lo condusse
dentro, dove il mago si levò il cappotto mentre Harry chiamava a gran voce la
Serpeverde. La streghetta mise il naso nel corridoio e i suoi occhioni topazio
s'illuminarono all'improvviso, come da un pezzo non succedeva.
- Papà!- urlò
felice e si precipitò ad abbracciarlo, stringendolo forte.
Malcom Vaughn rise
felice insieme alla figlia, carezzandole i capelli.
- Volevo farti una
sorpresa.-
- E ci sei riuscito!- Trix era radiosa - Sono contenta che sei
venuto! Chi ti ha detto dov'ero?-
- Bhè...ho chiamato tua madre e mi ha
gentilmente detto che se solo osavo farmi risentire mi avrebbe usato come
stuzzicadenti e così ho cercato tua nonna. Dopo avermi maledetto in una lingua
strana mi ha dato questo indirizzo.- il mago la scrutò divertito - Che hai fatto
a tua madre? Sembrava furibonda.-
Lei perse il sorriso, levando le
spalle.
- Niente. Sai com'è...diventata.-
- Si, so com'è diventata.- le
rispose, poi sollevò gli occhi castani oltre la figlia.
- Non mi presenti i
tuoi amici?-
Quella manica di curiosi naturalmente avevano i radar puntati
sul nuovo venuto, ma i primi a fare la conoscenza col signor Vaughn furono
Damon, William e Tom che fecero quasi un inchino in sincrono. Sfilarono gli
Auror e Hermione fu piacevolmente colpita di sapere che il padre di Trix era un
ricercatore, diventato studioso di cultura vampiresca in seguito alla
trasformazione della figlia.
Asher fu meno cerimonioso ma di certo anche più
regale, coi suoi consueti modi da principe.
A vedere anche le tate dei
bambini, Malcom Vaughn sorrise divertito.
A casa sua in America doveva essere
abituato ad un ambiente simile perché non fece commenti.
- E così Trix ci ha
detto che si è trasferito a Boston quest'estate.- gli disse Hermione, seduta sul
divano con l'ospite e tutti gli altri - Come si trova?-
- L'ambiente nei
sobborghi è decisamente pericoloso.- spiegò il signor Vaughn - Ma meglio della
California.-
- Si, faceva troppo caldo.- ironizzò Beatrix - Perché non ti
trasferisci qui pa'?-
- Lo sai perché.- le disse suo padre, pacatamente.
-
Si, la mamma ti userebbe come stuzzicadenti e quell'altro orrido essere ti
berrebbe come un frappé.-
- Artemas non può essere così male tesoro.-
- Ah
no?- replicò lei gelida.
- Lascia perdere i vampiri. È Natale.- le consigliò
Ron - Vado a prendere del brandy. Qualcuno favorisce?-
- Tutti!-
- Non
avevo dubbi.-
In cucina intanto si stava disputando un interessante alterco
genitori-figlio.
- Ancora mamma? Ma vuoi farti rovinare le feste?- sbuffò
Draco, che imboccava Glory con una pappetta disgustosa per i suoi fini gusti da
purosangue - Perché perseveri nel voler andare dalla nonna?-
- Appunto.-
bofonchiò anche Lucius, seduto a tavola a fianco del seggiolone della nipote -
Andiamo Narcissa, sarebbe solo una tortura. Tua madre si ostina a vivere solo
per farci dispetto, lo sai.-
- L'avevo detto io che andava avvelenata.-
sibilò Draco e Glory gorgogliò felice, facendo ridere Lucius.
- L'ha chiesto
anche ad Andromeda.- Narcissa agitò la mano, annoiata - Lo so anche io che è una
perdita di tempo.-
- No, sarebbe un errore irreparabile.- soffiò suo marito -
E tu Damon...- Lucius si volse verso il Legimors, che aveva la testa nascosta
nel frigo - Tuo padre mi ha contattato l'altro ieri.-
- Oh, che onore.- disse
Howthorne sarcastico - Lord Michael s'è fatto sentire.-
- Non essere così
distaccato Damon.- Narcissa lo guardò storto - Tuo padre e tua madre
sono preoccupati per te.-
- C'è Draco che si occupa di me.-
- Motivo in
più per mettersi in allarme.- disse pigramente Lucius.
- Perché non vai a
litigare con Black?- gli ringhiò il figlio fra i denti - Che voleva Lord
Michael?-
- Sapere come sta il suo sangue. E ci ha chiesto di portarti da
loro Damon.-
- Piuttosto l'inferno.- sibilò il Legimors, tirando fuori dal
frigo un mousse alle fragole.
- Andiamo, non puoi non volerli più vedere.-
sospirò Narcissa - Non ci parli da settembre.-
- Dei mesi di calma regolare,
signora.- rispose Damon, affondando un cucchiaino - Sto benissimo senza di
loro.-
- Visto?- Draco fece un sorriso smagliante e assolutamente fasullo -
Ha capito tutto dalla vita.-
- Ma sta zitto.- Lucius prese in braccio Glory,
che si attaccò subito ai suoi capelli - Il fatto è Damon che tuo padre teme che
tu possa combinare qualche guaio. Con la guerra che avanza, visti i tuoi
rapporti con Tom, è in ansia a quello che potrà accaderti.-
- S'è scordato
che prevedo la morte?- celiò Howthorne - Oh già, certo che non può esserselo
scordato.-
- Io ci rinuncio.- sbuffò Lucius, andandosene alla porta - Siete
grandi abbastanza per decidere.-
- Dove cavolo porti mia figlia scusa?- lo
richiamò Draco, serafico.
- Pensavo di andare a venderla. La porto a letto
no?-
- Ce la posso portare da solo.-
- Continua a fare il paparino per
Damon.-
- Hn, cosa che tu non sai fare vero?- sibilò l'ex Principe di
Serpeverde a bassa voce.
Quando rimase solo, il biondo si appoggiò alla
finestra, sospirando.
Accidenti a suo padre.
Accidenti ai
nonni.
Al diavolo tutti e al diavolo pure Natale.
Se ne stava lì da
qualche minuto quando entrò Hermione e vedendolo così, sorrise.
Gli carezzò
la schiena di spalle, appoggiandosi a lui.
- Tutto bene?-
- No.- rognò
seccato, accendendosi una sigaretta - Non va bene per niente. Non sopporto
quell'aria da pacifista di mio padre con Glorya.-
- Sei geloso?-
Gli occhi
grigi di Malfoy scintillarono.
- Dai.- Hermione appoggiò la testa sulla sua
spalla, facendosi abbracciare - Certe cose si possono fare solo con un nipote.
Guarda mio nonno. Ha ignorato mia madre per quasi metà della sua vita, poi
arrivo io e con me è diventato di burro. Senza contare mio padre.-
- Tuo
padre?- Draco sbatté le palpebre - Tuo padre s'è fatto sentire?-
- Già. Vuole
vedere la bambina.-
- E tu?-
- Io?- la Grifoncina rise acidamente - Io
l'ho mandato al diavolo.-
- Mezzosangue.- Draco si passò le mani sul viso -
Perché? Mica ha mai cercato di ucciderti.-
- No, mi ha solo detto che non mi
accetta.-
- E ora ti vendichi non facendogli vedere Glory?-
- Si.-
- E
ti senti meglio?-
Hermione serrò le mascelle - Non farmi la predica. Mio
padre deve stare fuori dalla nostra vita.-
- E Jane che ha detto?-
- Non
gliel'ho detto.-
- Mezzosangue che pazienza ci va con te.- sussurrò,
baciandola a fior di labbra.
Verso le undici, quando batté il pendolo, arrivò
altra gente.
Tristan spalancò la porta dell'ingresso imprecando dietro a
Duncan e Kingsley, arrancando entrambi nella tormenta di neve che batteva Londra
quella notte.
- Oh, era ora!- li apostrofò Sirius - Dov'eravate?-
- In
mezzo a due metri di neve.- ironizzò Mckay, tirando dentro Degona che quasi era
sparita nel cumulo davanti a Grimmauld Place - Dio, non si vede assolutamente
nulla.-
- Ciao mamma!- Tom andò ad abbracciare Lucilla, avvolta in un lungo
mantello di pelliccia - Come va?-
- E' stata una serata oscena.- rispose
Degona per lei - La nonna e Liz hanno riempito Cedar House di gente matta.-
-
Già,- annuì Lady Lancaster - qua come va? Dov'è questo principe dei
Greyback?-
- Esatto, dove sta?- chiese anche il Capo degli Auror.
- In
salone.- rispose Harry, apparendo accanto a Riddle - Piano Duncan, per favore. È
già abbastanza umiliato dalla situazione senza che vi mettiate a fargli mille
domande.-
- Ma cosa sei Potter? Il direttore di un asilo di recupero?-
borbottò Gillespie - C'è anche Crenshaw immagino.-
- Si, sta giocando al tiro
al bersaglio dalla terrazza.-
- Faccio finta di non aver sentito.
Asher
quando li vide arrivare si alzò in piedi, evidentemente sulla difesa.
Sapeva
chi erano e sapeva che era prigioniero di guerra, anche se in quei giorni era
stato trattato in maniera del tutto differente.
- Tranquillo.- gli disse
Trix.
Il principe la guardò storto, almeno fino a quando non vide
Lucilla.
Sgranò gli occhi arancioni, in adorazione. Gli avevano detto così
tante cose di lei...come delle favole...
E come sempre l'aura della Lancaster
fece il resto.
S'inchinò leggermente di fronte a lei, rispettoso.
-
Milady.- sussurrò.
Lucilla lo scrutò attentamente, in silenzio. Silente aveva
ragione. Era molto diverso da Fenrir.
- E' un onore.- le disse, con tono
smozzicato.
- Piacere.- rispose lei, stringendogli il palmo caldo e forte -
Sono sollevata nel vedere che stai bene.-
- L'hanno legato in una vasca mia
cara!- strillò Molly Weasley dal fondo sala - Che vergogna!-
- Si comportava
da pazzo.- spiegò Beatrix tranquilla, poi indicò suo padre - Tristan,
Lucilla...lui è mio padre.-
- Professor Mckay. Io sono Malcom Vaughn. Sono
lieto di conoscerla. Grazie di prendersi cura di mia figlia.-
- Si figuri.-
Tristan rise, passando un braccio attorno alle spalle della Diurna - E' un
piacere occuparsi di Beatrix e in fondo è Milo ad occuparsi delle sue
esigenze.-
- Oh, il famoso Milo.- Malcom Vaughn rise - Mia figlia mi parla
spesso di lui. È qua?-
- E' indisposto.- si affrettò a rispondere Trix.
-
A dire il vero l'ha rimesso in piedi Lucilla.- specificò Tristan.
- In piedi
come?- chiese Ron - L'ultima volta era steso a letto con la flebo in
endovena.-
- Cosa gli è successo?- allibì il signor Vaughn.
- Incidente di
percorso.-
Tristan sorrise - Ma non si preoccupi. Lo conoscerà presto.-
-
Mi è bastato poche ore per sapere che siete in piena guerra.- disse il padre di
Trix - Siete in pericolo?-
- Non più del solito.- rispose Harry, seduto
davanti a lui - Fra Mangiamorte e Illuminati non sappiamo più da che parte
girarci. Devo ammettere che siamo più sommersi del solito ma ce la caviamo per
il momento.-
- Certo, specialmente coi mannari.- sibilò Sirius.
- Ma
abbiamo un ottimo alchimista che si sta occupando delle mutazioni.- intervenne
Remus, per deviare il discorso.
- Avete trovato una cura?- si strabiliò il
signor Vaughn - Straordinario.-
- Non ancora, ma ci manca poco. Almeno
secondo ciò che ci dice Draco Malfoy.-
Mentre i grandi, si fa per dire,
discutevano fra loro...William si accorse che Degona aveva qualcosa che non
andava.
Se n'era accorto quando Lucilla aveva stretto la mano ad
Asher.
Degona aveva fissato il principe a lungo, poi i suoi occhioni verdi si
erano velati. All'istante.
La cercò nel salone ma non la trovò più.
Asher
era saldamente ancorato al divano, così il piccolo Crenshaw mollò il piatto
spazzolato dalla fonduta al cioccolato e andò in giro per la casa,
infischiandosene dei mugugni della madre sclerotica di Sirius e degli altri
quadri troppo pallosi. Stava per perdere le speranze quando la pescò seduta
sulla scala del secondo piano.
Rannicchiata su un gradino, aveva le spalle
che le tremavano.
S'inginocchiò davanti a lei, col capo inclinato.
- Cosa
fai? Piangi?- le chiese stranito.
La piccola Mckay gemette, nascondendosi il
visino fra le mani.
- Perché piangi?- le chiese ancora William - Cos'è
successo?-
- Lui...- singhiozzò Dena.
- Lui? Lui chi?-
- Il
principe...-
- Parli del lupo mannaro?-
La streghetta annuì
vigorosamente.
- Piangi per lui?- William indurì i lineamenti - Ti ha fatto
qualcosa?-
- No...- Degona sollevò finalmente lo sguardo, gli occhioni ancora
bagnati - No, non mi ha fatto niente.-
- Allora perché piangi?- sbuffò il
mezzo demone, spazientendosi.
- Per lui...- gemette la Mckay, soffiandosi il
naso senza ritegno - Sta male...è triste...-
- Perché sarebbe triste?-
-
Perché suo padre ha cercato di ucciderlo.- sussurrò Degona, addolorata - Perché
non ha più le cose di prima. Ha perso tutta la sua vita...e non sa cosa
fare...non sa a chi affidarsi...-
- Ed è il caso di piangere?- William scosse
il capo, sedendosi a gambe incrociate davanti a lei.
- Non lo senti. Sta
malissimo! Vorrebbe tanto urlare.-
- Ha perso la sua famiglia. È
normale.-
Dena stavolta lo guardò con più attenzione.
- Ti manca la tua
mamma?- mormorò in un soffio.
William guardò altrove, irrigidendosi.
- Non
vuoi parlare di lei?-
- No.-
- Perché no?-
- Perché non mi va.- sbottò
irritato e rosso sulle gote delicate - E' morta, che si può fare ormai?-
-
Non hai paura di dimenticarla?- Degona abbassò la testa - Quando la mia mamma
non c'era, avevo sempre paura di dimenticarmi la sua faccia. La sua voce.-
-
Ma il lupo non ha di questi problemi. Suo padre ha cercato di fargli la
pelle.-
- Già. Pensa come deve sentirsi.-
- Tu senti troppo. È questo il
tuo problema.- sentenziò William - Bella maledizione la tua.-
- Si, forse.
Però...però a volte è un bene sentire come stanno gli altri.-
- Io penso che
sia da impiccioni.-
Degona lo guardò storto.
- Non è vero.-
- E come lo
sai?-
- Ti piace il mio potere.-
- Mi hai letto?- gracchiò Crenshaw
inferocito - Mio avevi promesso che con me non l'avresti mai fatto!-
- Si ma
non capisco mai cosa pensi, uffa!-
- Uffa un accidenti! Ti piacerebbe se ti
stessi sempre in testa?-
La streghetta inclinò il capo, pensosa.
- Direi
di no.-
- E allora non farlo più.- sibilò arrossendo.
- Come vuoi.-
- E
smettila di piangere.-
- Va bene.- annuì, sorridendo finalmente - Non ti
piace quando piango, vero?-
- Ok, ora basta!- berciò William scattando in
piedi - Sei peggio di uno specchio!-
E ridacchiando lei lo inseguì giù per
le scale.
Hn, forse forse...
Già, forse lo zio Jess aveva
ragione.
La faccenda si prospettava interessante.
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