The last of the english roses
2 - Momento mancante numero due
Mescola le carte con attenzione più volte, poi le distribuisce sporgendosi appena per raggiungere Sirius.
Il ragazzo se ne sta a gambe incrociate e ha l’aria assorta, la stessa di quando lo ha scoperto davanti al camino neanche mezz’ora prima. Dorcas deve chiamarlo più volte perché finalmente si renda conto che possono iniziare a giocare.
«Hai già sonno?» gli chiede con un mezzo sorriso, spiandolo da dietro le carte aperte a ventaglio «Vuoi che chiudiamo qui?» aggiunge poi. Non le piace vederlo così assorto, così lontano: sente che i suoi non sono mai pensieri allegri.
«Ti piacerebbe» le risponde pescando, nuovamente attento.
«Lo dico per il tuo bene. Ti ho già stracciato due volte».
«È un gioco Babbano» cerca di giustificarsi.
«Che ti ho insegnato ancora al primo anno».
«Dettagli» ribatte Sirius agitando la mano e aggrottando le sopracciglia, attento a scegliere la carta.
«Come vuoi» sghignazza Dorcas, senza preoccuparsi di nascondere l’ilarità. La sua voce si perde tra il crepitare del fuoco al loro fianco, unica fonte di luce nella Sala Comune ormai vuota da ore.
«Dai però, non abbiamo tutta la notte» aggiunge poi, notando l’indecisione dell’amico. E sbuffa, per spostare una ciocca nera dal volto.
«Non mettermi fretta!» sbotta lui contrariato, assottigliando lo sguardo. Sta fissando le carte come se queste potessero suggerirgli la mossa da fare. Dorcas pensa di non aver mai conosciuto nessuno più imbranato di Sirius, il peggior compagno di gioco che avrebbe mai potuto trovare. Ma si deve accontentare, a quell’ora non c’è nessuno disposto a fare due partite con lei.
Quando il Grifondoro alla fine si decide, Dorcas non riesce a trattenere le risate e si copre la bocca con una mano, perché la mezzanotte è passata da un pezzo e i loro compagni di dormitorio stanno tutti dormendo.
«Sirius?»
«Sì?»
«Ho vinto».