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Autore: 365feelings    04/10/2012    5 recensioni
Quattro momenti mancanti della vita di Dorcas Meadowes (She’s the last of the english roses - Pete Doherty)
Dal primo capitolo:
Allora Dorcas ride, ride di gusto (come sua madre le ha detto di non fare perché non è raffinato) e il giorno dopo arriva la lettera.
Dal secondo capitolo:
«Hai già sonno?» gli chiede con un mezzo sorriso, spiandolo da dietro le carte aperte a ventaglio «Vuoi che chiudiamo qui?» aggiunge poi. Non le piace vederlo così assorto, così lontano: sente che i suoi non sono mai pensieri allegri.
Dal terzo capitolo:
«Siamo una coppia di diseredati» le dice con ancora l’ombra di un sorriso sul volto e la bacia.
Dal quarto capitolo
Non bacerà mai più Sirius, non vedrà mai Harry, non tornerà a casa, non vivrà un secondo di più.
[Terza classificata al contest "Di sorrisi perduti e momenti dimenticati" di Shizue Asahi]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorcas Meadowes, Sirius Black | Coppie: Dorcas/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Autrice: KumaCla/Amaranth93
Titolo: The last of the english roses
Personaggi: Dorcas Meadowes (Sirius Black, Voldemort)
Raiting: giallo
Avvertimenti: raccolta, drabble, missing moments, slice of life, het
Genere: angst, malinconico, sentimentale
Introduzione: Quattro momenti mancanti della vita di Dorcas Meadowes (She’s the last of the english roses - Pete Doherty)
Note: dopo mille ripensamenti ho scritto di Dorcas, creando finalmente la mia immagine del personaggio. Nella prima flashfic ho voluto immaginare Dorcas nella sua infanzia (a questo proposito ho fatto di lei l’unica figlia di una facoltosa famiglia inglese), nella seconda un momento di intimità tra due amici destinati a diventare qualcosa di più, nella terza Sirius e Dorcas stanno insieme e infine nella quarta lei muore durante quella che avrebbe dovuto essere una mansione semplice (nel finale ho avuto un‘ispirazione virgiliana: il paragone con fiore l’ho tratto dalla morte di Eurialo).
Non ho la più pallida idea di che gioco stiano facendo, non so che carte si usino in Inghilterra e quale sia il corrispondente inglese della briscola o della scopa: sta di fatto che carte sono Babbane. 
Il Cohen che cito è Leonard Cohen, autore di molte belle canzoni, tra cui Suzanne (che ho usato come colonna sonora). Il titolo è tratto da un’omonima canzone di Pete Doherty.

Con un punteggio di 61.3/60 (pure i punti bonus *___*) la storia si è classificata terza a questo splendido contest indetto da Shizue Asahi. Spero che la storia vi piaccia <3
 
 

 
 
The last of the english roses
 
 
 
1 - Momento mancante numero uno
«Schiena dritta» la rimprovera «E ora riprova».
Dorcas è sicura di odiare la signorina Casewell e le sue lezioni di danza classica; sua madre, però, sembra non volerlo capire. Insiste, anzi, perché sua figlia impari a volteggiare sulle punte; dice che tutte le bambine di buona famiglia lo sanno fare e che lei non può essere da meno. Così ogni giorno, dalle tre alle quattro, deve esercitarsi alla sbarra.
Le lezioni l’annoiano, nell’ampia sala fa freddo, la signorina Casewell è un’arcigna zitella e la calzamaglia le pizzica fastidiosamente le gambe. Sbadiglia. Quanto le piacerebbe poter volare via! Non sa neanche lei dove, basta che sia lontano da casa e che sia emozionante. Già si vede nelle brughiere scozzesi, in un castello medioevale a combattere troll, a cavallo di un drago o nella foresta amazzonica.
«Insomma, Dorcas, vuoi stare attenta?!»
La voce stridula dell’insegnante la riporta con i piedi per terra e le ricorda che lei non farà mai nulla di tutto ciò. È una rosa inglese, lei (sua madre glielo ripete sempre, come se questo spiegasse tutto — tutto cosa non l’ha mai capito).
«Sono qui per insegnarti la danza classica, devi prestare ascolto a ciò che ti dico e fare come dico io!»
Dorcas vorrebbe tanto chiuderle la bocca e volare via, non sopporta i discorsi autoritari che le fanno i grandi ed è davvero stanca di sentirne.
Imbronciata, è pronta a fare i capricci, ma all’improvviso la testa sbatte contro qualcosa. Il tonfo si sente per tutta la sala e lei si accarezza il punto colpito senza capire, poi guarda in alto e vede il soffitto. Sgrana gli occhi scuri e poi cerca la signorina Casewell: si sta agitando, sotto di lei, gesticola in modo buffo e cerca di gridare, ma dalla bocca non esce suono.
Allora Dorcas ride, ride di gusto (come sua madre le ha detto di non fare perché non è raffinato) e il giorno dopo arriva la lettera.
   
 
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