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Autore: PayneIsAPanda    05/10/2012    12 recensioni
Allora eccomi qua con la mia seconda Fan Fiction :) in questa storia i One Direction sono dei normali 8si fa per dire) ragazzi che vivono a Londra e Christie è una vecchia amica di famiglia di Liam con un passato che vorrebbe dimenticare ma che nel corso della storia tornerà a crearle problemi :) per il resto vi basterà seguire la storia :)
Genere: Comico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi di scatto.
Non potevo davvero essermi addormentata.
La superficie a cui ero appoggiata era morbida ma comunque non come il corpo di Liam.
Ero sulle poltroncine.
Non c’era più nessuno, solo la signora Fell era seduta lì accanto.
-Penso tu debba entrare.- mi disse indicando la stanza di Harry.
Le tapparelle erano abbassate.
Merda.
Spalancai la porta.
Erano tutti attorno al suo letto.
Annie era seduta sul letto vicino a lui e sorrideva, tutti sorridevano perché i suoi occhi erano aperti.
Era sveglio.
La mia entrata non era passata inosservata e infatti tutti si erano voltati verso di me, non mi importava di nessuno perché io volevo solo quegli occhi verdi posati sui miei.
Mi si inondarono gli occhi di lacrime e quando lui mi sorrise corsi accanto al suo letto.
Non sapevo se baciarlo, se stringergli la mano, non sapevo cosa gli avrebbe fatto meno male.
Come quando dormiva mi misi a piangere sulla sua mano.
Mi accarezzò i capelli.
Alzai lo sguardo su di lui ma avevo la vista offuscata dalle lacrime così me le asciugai in fretta.
Avevo bisogno di vederlo.
-Come ti senti?- gli chiesi.
-Molto meglio adesso che mi stai reidratando la mano con le lacrime.- disse.
Risi e me ne scesero ancora alcune.
-Io lo sapevo che se arrivavo io ti svegliavi.- disse Annie a Harry.
-Ma certo principessa, mi sono svegliato sperando tu mi avessi portato un muffin.-
-Il muffin non ce l’ho ma ho un sacchetto pieno di abbracci.-
Sorrisi.
-Uno lo voglio subito allora.- rispose lui.
Lei lo abbracciò e lui fece alcune lievi smorfie di dolore.
-Amore piano, lo zio Harry si è appena svegliato. Lo stritolamento lo lasciamo per quando starà meglio.- dissi.
Lui mi guardò e mi sorrise.
Gli altri notarono quello sguardo e intuirono che avevamo bisogno di qualche minuto per noi.
-Piccola peste cose ne dici se andiamo alle macchinette a prendere uno snack allo zio Harry?- disse Zayn a Annie.
-Lo zio Niall poi se lo mangia!- esclamò lei.
-Ma non è vero.- replicò il biondo.
-Ne compriamo uno anche allo zio Niall allora.-
-Va bene.- disse lei scendendo dal letto.
Poi quando arrivò alla porta tornò indietro da me.
-Mamma sei bellissima anche quando piangi però quando ridi sono più contenta.- mi disse.
Le sorrisi. –Lo so amore. Grazie per aver fatto svegliare lo zio Harry.-
Lei mi sorrise a sua volta e poi uscì con gli altri dalla stanza.
Tornai a lui.
-Ho avuto paura che non ti svegliassi più.- dissi.
-Lo so. Per un momento l’ho creduto anche io. Ma ora sono qui e non vado da nessuna parte.-
-Non è detto.- dissi.
-Lo so. I dottori mi hanno detto che per altre 14 ore non sono del tutto fuori pericolo. Ma mi sento fiducioso. Per ora sto bene.-
-Mi dispiace tanto.-
-E per cosa? Sono io che ho scelto di proteggerti e io che ho deciso di inseguirlo quindi non hai colpa di niente.-
-Si invece perché è tornato per me.-
-Non avrei mai permesso che facesse del male a te o a Annie. Ricordi quello che ti ho detto a Hyde Park? Non mi farei nessun problema a prendere un pugno per una ragazza se lei sarà lì a curarmi le ferite e vale la stessa cosa anche se al posto del pugno ci mettiamo un pezzo di vetro. Mi basta sapere che tu sarai con me.-
Gli strinsi piano la mano.
-Sono qui. Ci sarò per sempre.-
Lui mi sorrise.
-Quando mi sono svegliato non c’eri.- disse col sorriso per provocarmi.
-Ecco di questo sono davvero gelosa. C’ero io con te e non ti sei svegliato e poi arriva Annie e pluff ti risvegli in stile bella addormentata dopo il bacio del principe.-
-Sai perché mi sono svegliato?-
-Perché?-
-Perché ti ho sentita piangere disperata. Ho sentito che stavi male e che avevi bisogno di me e sono riuscito a svegliarmi. Appena è entrato Louis due minuti dopo in camera e mi ha visto sveglio mi ha detto che ti eri appena addormentata.-
Disse concludendo con un sorriso.
-Quindi sono io che ti ho fatto svegliare?-
-Sei tu, sarai sempre tu a riuscire a farmi questo. Ma non dirlo a Annie, magari poi si offende.-
Sorrisi e poi continuai a guardarlo.
-Come stai veramente?- gli chiesi.
-Sono stato meglio.-
-Cosa ti fa male?-
-Se ti dico cosa non mi fa male faccio prima.-
-Ok allora dimmi cosa non ti fa male.-
-Le labbra non mi fanno male per niente.- disse con un sorriso.
Ricambiai e poi mi abbassai su di lui per baciargli le labbra.
-Grazie.-
-Quando vuoi amore.- gli risposi.
-Riassunto della faccenda. Mi hanno ricucito la pancia, ho lividi e graffi sulle mani, lividi sul collo. Altro?-
-Anche il tuo bel faccino ha subito danni.-
Lui spalancò gli occhi.
Andai in bagno e presi il piccolo specchio appeso al muro e glielo portai.
Lui esaminò i segni sul proprio volto.
-Pensavo anche peggio dai. Così ho un’aria da duro.-
-No per niente.-
Il telefono che avevo appoggiato sul comodino di Harry squillò.
-Pronto?-
-Signorina Anderson sono l’agente Parker. Volevo informarla che abbiamo individuato l’aggressore, alcuni miei colleghi lo stanno inseguendo e ora sto per unirmi a loro anche io. Lo prenderemo.-
-Grazie davvero agente Parker.-
Chiusi la telefonata e rimisi il cellulare sul comodino.
-Stanno inseguendo quell’uomo, lo prenderanno.- dissi a Harry.
Lui annuì poi mi prese la mano.
-Se io non dovessi farcela..- esordì lui.
Gli lasciai subito la mano e mi allontanai di un paio di metri dal letto.
-Non ti voglio nemmeno ascoltare.- dissi.
-E invece è importante che tu mi ascolti.-
-No, non voglio ascoltarti mentre già presupponi che tutto vada a finire male, non posso.-
-Vieni qui per favore.- mi disse dolcemente.
C’era una forza che mi legava a lui, che mi riportava a lui e alla quale non potevo oppormi quindi tornai al suo letto.
Mi prese di nuovo la mano.
-C’è la possibilità che io non sopravviva e quindi se io non dovessi farcela tu devi promettermi che sarai forte.-
-Non posso.-
-E che andrai avanti con la tua vita, che darai all’amore un’altra possibilità con qualcun altro.-
-Non posso.- ripetei.
-Io sarò comunque sempre con te, non fisicamente, ma comunque ci sarò a sostenerti, a vederti sorridere, a vederti crescere tua figlia, a vederti vivere la tua vita. Ma tu dovrai dimenticarmi a un certo punto.-
-Non dirlo!- esclamai allontanandomi di nuovo da lui.
Corsi fuori dalla stanza e percorsi tutto il corridoio fino in fondo e uscii dalla porta che dava sulle scale esterne.
Mi appoggiai alla ringhiera e aspettai l’arrivo delle lacrime.
Mi sorprendevo che ancora me ne fossero rimaste, ma sembrava che la mia scorta fosse inesauribile.
Non so quanto tempo passai appoggiata a quella ringhiera a guardare il cielo.
Ogni secondo sembrava un’eternità.
Il tempo era vitale per me ormai.
14 ore di attesa per sapere se il mio ragazzo ce l’avrebbe fatta erano uno strazio; e io me ne stavo fuori sulle scale a piangere invece che con lui.
Temevo che avrebbe ricominciato con gli addii.
Io non volevo dirgli addio perché avrebbe significato che mi ero arresa, io non mi ero arresa, io credevo che ce l’avrebbe fatta e doveva crederci anche lui.
Sentii la porta alle mie spalle aprirsi e richiudersi.
Due mani mi misero una giacca sulle spalle, lui si mise accanto a me appoggiato alla ringhiera.
-Annie dove è?- chiesi al mio migliore amico.
-Ancora ai distributori con Zayn e Niall. La stanno tenendo impegnata con dei giochi. Stare qui a vedere la gente che sta male non le fa bene.-
-Louis?-
-C’è lui con Harry. La domanda ora è: perché non ci sei anche tu di là con Harry?-
-Io non voglio dirgli addio, non posso Liam.-
-Nessuno di noi vuole farlo.-
Restammo un momento in silenzio.
Si alzò un filo di vento gelido che mi fece rabbrividire.
-Vuoi restare qui fuori a congelare o torni dentro con me?- mi chiese allungando la mano verso di me.
Guardai la sua mano a mezz’aria per qualche secondo e poi mi decisi a entrare.
Liam raggiunse Louis accanto al letto di Harry e io restai titubante sulla porta.
-Ti serve un invito formale per entrare?- mi chiese Lou.
-Non sono mica un vampiro.- dissi entrando in camera.
Puntai i miei occhi in quelli verdi di Harry.
Notò che non mi ero avvicinata del tutto e che avevo tenuto una certa distanza dal suo letto.
-Vieni qui.- disse dolcemente.
-Inizierai a vagheggiare di nuovo.-
-Non è così. Io devo assicurarmi che in ogni caso tu starai bene.-
-Come puoi pensare che starò bene se tu muori?- esclamai.
Poi sgranai gli occhi rendendomi conto di ciò che avevo appena detto.
“Se tu muori” non l’avevo ancora detto perché non avevo ancora preso seriamente in  considerazione quella possibilità.
Sentire quelle parole uscire proprio dalla mia bocca mi riempì gli occhi di nuove lacrime.
Le lacrime mi offuscavano la vista rendendolo una sagoma sfocata, quasi un anticipo di quello che sarebbe stato se non ce l’avesse fatta. Ma io sapevo che anche se se ne fosse andato non sarebbe rimasto solo un’immagine sfocata, ma una figura vivida nei miei ricordi, qualcosa che mi avrebbe ricordato cosa è l’amore, perché ne ero sicura non sarei mai più riuscita ad amare nessuno come amavo lui.
-Vieni qui per favore.- disse nuovamente.
Il letto era inclinato in modo da farlo stare quasi seduto, mi sedetti sul bordo e lui mi prese le mani.
Guardai le nostre dita intrecciate senza alzare gli occhi.
Lui ne spostò una sotto il mio mento alzandomelo in modo che lo guardassi.
-La tua vita non finirà con me, la tua vita continuerà ancora, io voglio che la tua vita continui anche senza di me perché è giusto che sia così.-
-Se tu te ne vai non riuscirò mai più ad essere felice, non riuscirò ad amare mai più.-
-Questo non lo puoi sapere. Sono il tuo primo amore, è ovvio che la pensi così.-
-Non è questo il punto, tu non sei solo il mio primo amore. Tu sei quello che ho aspettato tutta la vita, sei ciò che il mio cuore cercava perdutamente da anni, l’altra metà di se stesso. Sei tutto ciò che voglio nella vita. Sei la mia vita Harry non solo il mio primo amore.- abbassai lo sguardo di nuovo sulle nostre mani intrecciate.
-Se la situazione fosse invertita? Se tu fossi in pericolo di vita cosa vorresti per me? Vorresti che io stessi male per tutta la vita?-
-Nel caso in cui io fossi in pericolo di vita non perderesti ogni aspirazione futura di felicità?-
Fece per rispondere, invece non disse nulla.
Sapeva che avevo ragione.
-Promettimi solo una cosa.- esordì di nuovo Harry.
-Cosa?-
-Promettimi almeno che cercherai di essere forte, per Annie.-
-Ok, questo posso promettertelo.-
-Comunque io per ora mi sento bene. Non voglio che pensi che ho già perso le speranze perché non è proprio così.-
Guardai l’orologio.
-Devi solo resistere altre 12 ore.-
-Farò del mio meglio.- mi disse con un sorriso.
In realtà lui non poteva fare nulla, non dipendeva da lui.
 
Le ore sembravano non passare mai, i minuti trascorrevano lenti come non mai, ogni secondo di attesa era una tortura.
Eravamo tutti seduti su delle sedie in camera di Harry.
Lui dormiva di nuovo, esattamente come stava facendo Annie in braccio a me.
Guardai l’orologio.
10 ore.
-Continuo a convincermi che se guardo ripetutamente l’orologio il tempo passerà più in fretta.- dissi.
-Lo so. È assurdo.- disse Niall.
Harry aprì lentamente gli occhi.
Sorrise vedendo Annie tra le mie braccia.
-Anche tu dovresti dormire un po’- mi disse.
-Non ce la farei. Dormirò quando tutto sarà apposto.-
-Dormiremo tutti quando starai meglio bro.- gli disse Zayn.
-Ho una fame tremenda.- disse Harry.
-Stai già mangiando.- dissi indicando la flebo che aveva attaccata al braccio.
-Quelli sono tutti i nutrienti che ti servono.- aggiunse Lou.
-Non posso mangiare niente quindi?-
-No. Se hai sete posso darti dell’acqua ma nulla di più.-
-Ok, meglio di niente.-
Lou prese la bottiglietta, la stappò e ci mise dentro una cannuccia prima di porgerla a Harry.
-Scherzi vero?-
-Perché? I dottori hanno detto di dartela così l’acqua.-
Malvolentieri accettò di bere dalla cannuccia e appena si staccò iniziò a tossire.
-Amore tutto ok?- gli chiesi.
-Si. Mi è solo andata di traverso l’acqua.-
-Come minchia fa ad andarti di traverso l’acqua con la cannuccia? Solo tu eh.- aggiunse Lou.
Harry ricominciò a tossire, sempre più forte.
-Amore sei sicuro che è solo l’acqua?- chiesi iniziando a preoccuparmi.
Non rispose intento a tossire di nuovo mentre con una mano si copriva la bocca.
Quando smise un secondo e abbassò la mano mi alzai con Annie in braccio.
Sangue sulla sua mano.
Il silenzio più tombale calò in quella stanza prima che lui ricominciasse a sputare sangue.
Andai velocemente alla porta.
La signora Fell era seduta lì fuori.
-Signora Fell tenga lei Annie per favore. La riporti in istituto per adesso.- lei prese la mia bambina e sempre scortata dai due agenti se ne andò.
Intanto Niall aveva avvisato i medici che ora erano nella stanza di Harry.
Lui aveva iniziato ad avere anche forti dolori alla ferita alla pancia.
-Dobbiamo portarlo in sala operatoria. C’è un’emorragia interna.- disse uno dei medici.
Lo portarono in fretta fuori dalla stanza e con la stessa velocità entrarono in sala operatoria lasciando noi 5 di nuovo ad aspettare.
Non avevo davvero più nulla di positivo a cui aggrapparmi, le possibilità che non uscisse vivo dalla sala operatoria erano alte.
Se avessi avuto Annie tra le mie braccia magari mi sarei sentita più tranquilla, ma non potevo lasciare che una bambina di 4 anni mi facesse da supporto in una situazione come quella.
Non potevo esporla a tutto ciò.
Il mio cellulare squillò e meccanicamente me lo portai all’orecchio.
-Signorina Anderson? L’abbiamo preso. L’aggressore è in caserma in questo momento e sarà trasferito in carcere appena il giudice emetterà la sentenza definitiva.-
-Grazie Agente Parker.- dissi chiudendo la telefonata.
-L’hanno preso.- dissi senza alcun entusiasmo.
-Meno male.- commentarono gli altri.
Neanche quella notizia aveva importanza in quel momento, neppure quello poteva darci un minimo di gioia perché Harry era in quella dannata sala operatoria, a lottare fra la vita e la morte.


*Look at me carrots*

depressione e tristezza mode: ON anche per questo capitolo ç_____ç
credo sia il più triste in assoluto, con gli addii e Kitty che non accetta di lasciarlo andare..
allora Harry si è svegliato ed è iniziata l'attesa, ma nel frattempo lui vuole mettere tutto in chiaro se non dovesse farcela.. lui vuole solo che Kitty non stia tutta la vita triste per lui, ma lei non ne vuole sapere, mi pare normale..
avrei voluto far un'attesa più lunga e straziante del tipo che l'emorragia gli veniva quando mancava un'ora però non riuscivo a sopportare tale ansia nemmeno io a scriverlo quindi figuriamoci voi a leggerlo LOL avreste saltato tutto il capitolo e sareste andati direttamente alla fine.. quindi ho optato per questa soluzione..
di nuovo ho sparato a caso per i sintomi medici anche perchè su internet c'è scritto che per le emorragie interne non ci sono sintomi visibili, vabbè anyway questo è il capitolo e l'unica nota positiva è che hanno preso l'aggressore, almeno questo dai :)
fatemi sapere che ne pensate :)
byeee
       Simo

  
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