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Autore: Chanelin90    06/10/2012    1 recensioni
Il mondo sembra impazzito..
Gli avvenimenti attuali descritti in chiave hetaliana.
Un'analisi dei nostri tempi e ciò che accade nei nostri giorni nel mondo, costantemente aggiornati, sebbene filtrati da ciò che io percepisco.
I punti di vista appartengono alle Nazioni, o a quello che vogliono far trasparire, ma lo scopo è informare/analizzare, certamente non di offendere.
Alcune situazioni saranno trattate in maniera più approfondita, altre in maniera più superficiale.
L'importante è sviluppare senso critico durante la lettura ed, eventualmente, interagire attraverso un dibattito costruttivo.
I personaggi appartengono a Hidekaz Himaruya e il proposito non è a scopo di lucro.
Genere: Avventura, Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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SIRIA VS TURCHIA
( 04-10-12 / 6- 10-12)

Turchia stava bevendo un succo d’arancia seduto sulla base di una finestra del magnifico palazzo Topkapi a guardare il tramonto.
Era una giornata afosa e umida e, certamente, la sua gente avrebbe fatto bene a cercare riparo sotto qualche albero o nelle proprie abitazioni, per evitare di prendersi un’insolazione.
Il sole era arancione e cumuli di sabbia e di polvere si alzavano nell'aria a causa delle alte temperature.

Una giornata tranquilla finchè Sadik non udì un forte botto.
- Cos’ è stato?- esclamò impressionato.
Proveniva dal confine.
Nel piccolo villaggio di Akcakale.
Turchia si mosse velocemente, saltando sui tetti delle basse abitazioni e scavalcando i cestini di frutta caduti.
Di fronte a sé comparve una scena che gli raggelò il sangue.
Due donne erano riverse sulla terra, coperte di sabbia.
I loro occhi non avrebbero rivisto più la luce arancione del sole.
Sadik si avvicinò traballante e notò altri corpi tra le braccia di una delle donne.
Tre bambini senza vita giacevano tra le braccia della madre che aveva tentato inutilmente di proteggerli dal colpo di mortaio proveniente dal confine siriano.
Una folla numerosa si radunò alle spalle di Turchia.
La scena fece loro ribollire il sangue e cominciarono a protestare contro le continue incursioni siriane al confine turco.
Sadik, dal canto suo, era rimasto in silenzio.
E si che era una Nazione paziente, aveva tollerato più di una volta le aggressioni di Siria.
Una volta, potevano definirsi addirittura amici ma Sadik non gli aveva mai perdonato l’abbattimento del suo jet con a bordo due piloti turchi.
Peraltro, si mormorava, che i due piloti fossero sopravvissuti, ma che Siria, sotto il consiglio di Russia, avesse provveduto a tappargli la bocca per sempre.
Ma quella scena..quella scena proprio non la sopportava.
A causa delle continue tensioni siriane nel suo territorio, erano morti tre bambini e l’avevano visto tutti i popoli che abitavano le sue terre.
Sadik cominciò a fremere dalla rabbia e nemmeno si accorse di essersi spaccato il labbro dal nervoso.
La mano tremante afferrò il cellulare che aveva in tasca e cercò nella rubrica il numero di America.
- America, sono Turchia!-
- Hiiiii Turchia!-
Convoca il Consiglio dell’ Alleanza Atlantica(NATO).Invoco l’art 4 dello statuto!-

- Questa volta hanno veramente passato il limite della decenza!- mormorò Francia.
- Quest’atteggiamento è intollerabile!- convenne Bulgaria.
- Siria sta giocando col fuoco!- asserì Estonia.
Le 27 Nazioni si girarono all’unisono quando Sadik entrò nell’ampia sala.

Aveva il volto stanco a causa della distanza che aveva macinato in poco tempo per arrivare a Bruxelles, ma gli alleati notarono, negli occhi della 28esima Nazione dell’ Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord, una determinazione insolita.
Turchia si sistemò al suo posto.
- Ho invocato il Consiglio perché questa situazione non è più concepibile!- affermò con fermezza.
- Cosa domandi?- s’insospettì America.
- Il vostro appoggio, oltre che la ferma condanna dell’accaduto!- proclamò Sadik.
Le varie Nazioni si studiarono tra loro per un momento.
- Quello che è accaduto può ben definirsi un attacco alla tua integrità, Turchia! Io ritengo che integri gli estremi per un’azione da parte della Nato in tuo difesa!- riflettè Italia ad alta voce.
Turchia esaminò la giovane Nazione italica.
- Almeno..da parte mia!- concluse Feliciano.
- Ti ringrazio, Italia! Ma non auspico il vostro intervento militare! Possibilmente vorrei evitare di scatenare una guerra nella mia regione!- moderò il turco.
Passeggiò nella sala con sicurezza, sotto lo sguardo degli alleati.
- Tuttavia, certamente non lascerò correre questa volta!- ghignò ambiguo.

In quel momento , al Consiglio giunse  la notizia che Turchia aveva contrattaccato in rappresaglia verso alcuni obiettivi sensibili in territorio siriano.
Non si avevano informazioni su quali fossero.
Il Parlamento turco aveva approvato eventuali interventi militari  in territorio siriano.
Anche tramite le truppe terrene, se necessario.
Le 27 Nazioni seguirono indagatorie  Sadik che si rivolse nuovamente a loro:
- L’attacco ai miei confini…non rappresenta, forse, una violazione del diritto internazionale?- interrogò saccente.
-  E della nostra autorità!- strinse i pugni l’americano.
E’ un tuo diritto rispondere ed anche interpellare l’ONU!- affermò Romania.
-  E’ quello che farò!- ammise il turco.

La notte stessa uscì un comunicato.
Russia afferrò il biglietto con cui la Nato condannava le azioni in territorio turco, intimandone l’immediata cessazione, in quanto costituivano una palese violazione del diritto internazionale.
- Signore..- entrò titubante un dipendente della segreteria russa.
- Avanti!- Intimò Russia.
- Abbiamo una chiamata da Turchia! Vorrebbe parlarle..- espose il segretario.
- Passatemelo!- accettò Ivan.

- Russia!- la voce di Turchia appareva tutt’altro che ossequiosa.
- Turchia, ti sembra il caso di attaccare Siria?- domandò il russo.
-  Converrai con me che l’azione siriana è andata troppo oltre..?!- si accigliò il turco.
- Convengo!- confermò Russia.
- Dunque, una risoluzione ONU potrebbe apparire più efficace agli occhi del mio vicino!-
- Oh! Addirittura?-  si stupì Ivan.
- Non si può lasciar correre una violazione del diritto internazionale così manifesta!-
- Si è trattato di un semplice incidente!- sorrise il russo conciliante.
- Incidente o meno..la mia gente è irritata! Sono morti degli innocenti!- sbottò Sadik.
- Per così poco..non ce n’è bisogno, andiamo!- commentò Ivan ridacchiando.
- Questo sta a me stabilirlo!- minacciò il turco.
Russia non replicò, ma Turchia sentì chiaramente il suo interlocutore comporre un numero di telefono.
- Siria! Sono io!-
Aveva chiamato Siria.
- Niente di grave! Lo so, lo so! Si dà il caso che sto parlando precisamente con lui! Immagino! Suppongo si sia trattato di un incidente, non è vero?  AHHHH Capisco! Quindi non è opera vostra..-
- COME SAREBBE A DIRE CHE NON E’ OPERA LORO?!- aggredì il turco, dall’altro capo della cornetta.
- Perdonami un attimo, Siria!-  e Russia poggiò l’orecchio sulla cornetta dell’altro telefono.
- Si è trattato chiaramente di un’opera loro dato che i colpi provenivano dal confine siriano..e NON E’ LA PRIMA VOLTA!- contestò Turchia.
- Siria afferma che quella zona non è più sotto il suo controllo, ma in mano a terroristi che con lui non hanno niente a che fare! Si rammarica per l’avvenuto!-
- Scuse!- proruppe Sadik.
- Ti suggerisce di comportarti in maniera più responsabile! Cosa che mi auguro anch’io!  Se possibile, ti aiuterà a identificare i responsabili di questo ORRIBILE e ATROCE atto criminale!- enfatizzò Russia.
- Ma..ciò non toglie che..- balbettò Turchia.
- Adesso che vi siete chiariti..conto che i vostri legami possano proseguire ottimamente! Ora, se non ti dispiace, devo occuparmi di alcuni affari!-
- Ma..Molto bene! A risentirci  a presto!- concluse il turco.
E Turchia e Russia terminarono la loro chiamata.
- Che gran seccatura!- commentò il russo rivolto al siriano che attendeva dall’altra parte del telefono.
- DIMITRI!!!- urlò, poi.
Un ragazzo vestito di nero entrò nella stanza.
- Mi avete chiamato signore?-
- Portami un po’ di vodka! Ho la gola secca!-

Sadik tornò furente al suo Paese.
Durante il ritorno soppresse una manifestazione a favore degli “amici siriani”.
“ Ma quale amici?” s’irritò Sadik.
 Qualcosa, però, l’aveva ottenuta.
Aveva finalmente la “ scusa”.
Poteva finalmente muoversi contro le basi curde poste ai confini siriani che costituivano una minaccia per la sua integrità.

I curdi furono uno dei motivi principali per cui le sue relazioni con Siria si deteriorarono nel tempo.
Queste minoranze curde erano localizzate in città strategiche situate nei pressi della linea di confine.
Alcuni di questi erano presenti nel suo Paese, come nei territori vicini.
Poco tempo addietro, Turchia aveva personalmente condotto i suoi aerei nel cielo iracheno affinchè bombardassero le loro basi.
Il problema derivava dal fatto che alcuni di questi erano affiliati di un movimento politico clandestino armato attivo chiamato PKK, che, oltre che rivendicare l’indipendenza del suo popolo, a lungo discriminato spesso da Turchia e da Siria stesso, mirava a promuovere un Kurdistan più autonomo e su basi d’ispirazione marxista.
A causa dei loro attacchi violenti, America, gli Stati europei e  Iran  bollarono queste organizzazioni curde come terroriste.
Turchia non era di diversa opinione, ovviamente.
Il turco, attualmente, credeva che Siria li stesse favorendo in qualche modo.

Sadik salì sul promotorio e notò Kurdistan che raccoglieva della verdura sotto il sole.
- Ammettilo, Kurdistan! Siria ti sta appoggiando!- accusò il turco e, scivolando sul terreno roccioso, gli mollò un pugno dritto nel costato.
Kurdistan sgranò gli occhi, sputò della saliva, ma non si scompose.
-  E’ stata la tua gente ad aggredire il mio popolo?- domandò rabbioso il turco.
- Ohhhh! Mi fa piacere che la riconosci come MIA gente!Ora, se lo facessi ufficialmente, sarebbe tutto più semplice e meno sanguinoso!- si rallegrò il curdo, ma senza speranza.
-Francamente, le tue provocazioni mi hanno stancato!- ringhiò Sadik.
- Immaginavo che, il dialogo democratico con te, sarebbe stato totalmente inutile!- constatò il curdo disilluso.
-  La TUA gente dovrebbe frenare la lingua e TU dovresti tenerli sotto controllo! Non sarò clemente se li colgo sul fatto!- avvertì Turchia.
- Ma vedi, Turchia, la mia gente è composta da milioni e milioni d’individui sparsi in tutto il Medio Oriente! La maggioranza sono brave persone, sai?- sibillò sorridendo- Ma non posso mica controllarli tutti!- terminò petulante.
- Bè, FALLO! Altrimenti mi sentirò legittimato a respingerli con ogni mezzo! E puoi stai certo che, la cosa, non m’impedirebbe di dormire serenamente la notte!- ordinò Turchia dandogli la schiena.
- Riconosci la mia indipendenza ,Turchia! Potremmo costruire il nostro futuro su solide fondamenta di amicizia!- implorò Kurdistan.
- Con voi?- domandò altezzoso Sadik, scrutandolo dal basso verso l’alto, con aria di sufficienza - Giammai!- si sporse velenoso.
-Andiamo! Lo sai che non sono così male! Persino America ha cercato di stringere i contatti con me, recentemente!- suggerì il curdo.
- Naturalmente! Quello, dove fiuta il petrolio, spero di ottenere voce in capitolo!- affermò sprezzante Turchia.
- Ma ..noi possiamo..- tentò il curdo.
- La risposta è: NO!-
Kurdistan rimase impalato per un istante, amareggiato.
- Molto bene, ma non ti lamentare se scoppiano ulteriori focolai o la mia gente si senta costretta a portare avanti nuovi conflitti per ottenere maggior autonomia-
- E tu non lamentarti se li ammazzo personalmente, con le mie stesse mani!- promise Sadik e, così dicendo, lo colpì nuovamente, mandando l’altra Nazione in mezzo alla terra.
- Abbassa la cresta! Non- Nazione!- e se ne andò, lasciando Kurdistan a sputare sangue sulla sabbia.

******************************************************
Questa situazione non è stata facile da esaminare.
Le informazioni non sono facilmente riscontrabili e reperibili, il che complica non poco lo studio della faccenda.
Speriamo che non sia un’analisi troppo superficiale.
Come ben sapete: La Turchia chiese, a suo tempo, di entrare nell’Unione Europea.
Le Nazioni europee, nonostante la Turchia sia una Nazione abbastanza ricca di risorse, stanno agendo , giustamente, con estrema cautela alla domanda turca.
L’ Europa trova le sue basi su certi valori comuni e la Turchia, per quanto più sviluppata di altre Nazioni Medio orientali,  non credo possa rispecchiare propriamente, perlomeno non ancora, le idee europee.
In ogni caso, nell’ultimo periodo, le tensioni crescenti in Medio Oriente hanno spostato l’attenzione di questa Nazione verso i suoi stessi vicini.
Potrebbero esserci degli sviluppi futuri in questa parte della terra.
Tra  le notizie che pervengono dai mass media riguardo la Turchia e la Siria, si tralascia un particolare di estrema importanza.
I curdi, perlomeno le frange estreme, come ho cercato di far intendere nel testo, sono visti come una minaccia e un problema in quanto numerosi e ben determinati anche attraverso l’uso di armi.
Spesso sono accaduti atti di violenza tra i curdi e la polizia tunisina.
Niente può precludere che la rappresaglia turca sia diretta più verso di loro che verso i siriani stessi, nonostante l'accusa di aiutarli.
I curdi sono un popolo a sé? Può essere!
Presentano una propria identità e cultura e spesso sono stati vittima di discriminazione.
Meritano di ottenerne il riconoscimento e l’indipendenza del loro Stato?

Altro quesito.
Le persone più scettiche degli ultimi eventi hanno parlato di una possibile white-flag, "casus belli" se preferite, per poter attaccare la scomoda Siria da parte delle Potenze Occidentali.
Vi è stato chi sostenesse potesse essere l’inizio di una Terza Guerra Mondiale, causando l'entrata in scena dell'Iran, del Pakistan, d'Israele, della Russia, della Cina etc.
Considerando come stanno procedendo concretamente le vicissitudini, personalmente, non credo che le cose possano degenerare fino a questo punto.
Certamente, si può considerare che la Turchia ha potuto sfruttare l’evento a suo favore, ottenendo l’autorizzazione per sferrare qualche colpo a quelli che considera suoi “nemici”.

  
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