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Autore: ely_comet    06/10/2012    2 recensioni
Oddio, oddio, oddio. Sto per imbattermi nel primo impegno serio di tutta la mia vita.
Questa fan fiction in sintesi parla di Sana e Akito, di come loro due affronteranno la vita di tutti i giorni, insieme. Ma prima che succeda.. beh.. ci vorrà un pochino di tempo, perché si sa: Sana è la solita zuccona e Akito il solito orgoglioso.
Buona lettura!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4. Perdere il proprio migliore amico faceva male.

La mattina successiva un passo non troppo aggraziato di Fuka svegliò Akito, in preda ad un sogno fin troppo reale dove Sana si spogliava completamente davanti a lui.
“ Hayama?”
“Matsui. Ho sonno, lasciami dormire.”
“ Che è successo ieri sera?” disse Fuka con cautela, guardando Sana che giaceva raggomitolata tra le braccia di Akito.
“ Niente.” Rispose sbrigativo il ragazzo, posando lo sguardo verso le mani di Sana che stringevano le sue. Era stato bello stringerla in quel modo tutta la notte. Lei che si appoggiava a lui e, lui che poteva finalmente mettere il viso tra i capelli mogano di lei e annusare quel profumo di camomilla che amava tanto. Sana aveva preso sonno quasi subito, mentre lui le accarezzava la pelle delle spalle scoperte.
“ Hayama non sono stupida. “ Akito girò gli occhi, dopo questa affermazione. “ E vi ho visti ieri sera mentre stavate abbracciati. Cosa diavolo è successo? E soprattutto perché Sana non ti ha dato una padellata in faccia? A quest’ora dovrebbe averlo già fatto.”
“ Te lo farai spiegare da lei. Non dovresti già essere a lavorare?”
Fuka strinse gli occhi, fino a ridurli a due fessure. Recitò un “ attento a te Hayama” e uscì dalla porta. Akito si risistemò accanto a Sana ma gli venne un’idea. La prese in braccio, imprecando in tutte le maniere possibili per il suo peso così leggero e la portò in camera sua. La distese sul letto e la coprì con il lenzuolo. Uscì dalla stanza e si diresse in cucina. Preparò una tazza di caffè, del succo e dei biscotti, poi scrisse un biglietto e lo lasciò sul tavolo. Uscì dalla porta e si diresse verso casa di Tsuyoshi. Quella per lui sarebbe stata una giornata veramente lunga.
Sana si svegliò diverse ore più tardi, realizzando di essere da sola nel proprio letto. Nel letto. Il suo letto. Come diavolo ci era finita nel suo letto se si era addormentata accanto al divano. Accanto ad Akito. La ragazza arrossì. Era stato così bello e piacevole dormire accanto a lui. Il suo respiro regolare e i leggeri movimenti l’avevano cullata tutta la notte. Sana si stiracchiò. Distese le braccia e allungò le gambe. Era un rito che faceva fin da quand’era bambina. Provava ad allungarsi tanto fino a toccare il cielo con le punte delle dita. Si alzò e si diresse in cucina. Sorrise vedendo che quello scorbutico di Hayama le aveva preparato la colazione.
“ Quanto è dolce. “ sussurrò Sana. Si accorse di un biglietto appoggiato dietro alla scatola dei biscotti. Era scritto con la solita calligrafia ordinata e stretta ma in piccolo quasi volesse nascondere il significato delle parole tracciate.
Ciao Kurata. Spero che la colazione vada bene. Ti volevo prendere del sushi ma poi mi sono immaginato le tue urla da gallina starnazzante sul fatto che vuoi una colazione così o come ti pare. Comunque spero tu abbia dormito bene. Sono andato da Tsuyoshi. Lo sai che dobbiamo parlare vero?
Sana lo rilesse più e più volte. Di cosa voleva parlare Akito? Di loro? Magari insieme? La ragazza perse un battito. No. Akito non provava niente per lei. Niente. Era solo lei a provare davvero qualcosa. Era sempre stato così.
E allora perché ti ha baciato in diverse occasioni?
Perché è molto impulsivo e da sempre retta al suo istinto del cavolo.
Perché ti ha preparato la colazione, ti ha tenuto compagnia tutta la notte? Oppure perché è venuto da te ieri sera?
Perché il suo istinto lo ha sempre guidato.
Da te? Magari lui prova sul serio qualcosa non credi? Sono quasi dieci anni che ti ripetono le stesse cose. Forse dovresti dare retta a qualcuno.
Sana si bloccò. Provò a immaginare le sue domeniche insieme a lui. Ma anche i suoi lunedì e martedì. Tutti i giorni della settimana accanto ad una persona così bella. E non solo esteticamente. Akito aveva un cuore d’oro sotto quella corazza di ferro arrugginito. Sorrise. Prese il cellulare e lo accese. Trovò ancora diversi messaggi che Naozumi le aveva mandato la sera prima, scusandosi, pregando di perdonarlo, maledicendo il cielo e se stesso. Sana compose un numero. Avrebbe risolto una questione alla volta.
“ Akito ma ti rendi conto che quello che mi stai dicendo è bellissimo?”
Era più o meno la tredicesima volta che Tsuyoshi ripeteva quella dannata frase. D’accordo che era contento per lui ma ora stava davvero esagerando.
“ Tsuyoshi se lo ripeti un’altra volta giuro che ti uccido. Sono venuto subito da te per chiederti un consiglio e tu non fai altro che ripetere le stesse frasi. Mi sono veramente stancato cazzo.”
“ Comunque hai fatto bene a scriverle quel biglietto. Allora cos’hai intenzione di dirle? “
“ Non ne ho idea.” Ed era vero. Akito non aveva la minima idea su cosa dire a Sana. Doveva confessarle tutto quello che provava o dirle solo che non le dispiaceva affatto se quella streghetta gli stava accanto per il resto dei suoi giorni?
“ So cosa stai pensando. Non provare neanche a dirle che lei non dispiace o stronzate simili. Le faresti ancora più confusione di quella che già ha. Dille semplicemente che la ami. Fine della storia. Akito e Sana insieme per sempre e io Tsuyoshi fuori dalla terapia. “
Dirle che l’amava. Non sarebbe stato affatto facile.
“ Naozumi dobbiamo parlare. “ disse Sana al telefono.
“ Si anch’io la penso così. Dove ci troviamo?”
“ Alla fontana, quella prima del parco.”
Naozumi annuì dall’altro capo del telefono. Avrebbero parlato, finalmente, dopo anni che il giovane attore aveva provato a diventare quel qualcosa in più. Quel qualcosa che era occupato da Akito. Era sempre stato occupato da Akito.
“ Ciao Sana!” gridò Naozumi all’esile figura fasciata da un cappotto di lana rosa che si avvicinava a lui.
“ Ciao Nao. Dobbiamo parlare.” Disse lei abbassando lo sguardo. Ma perché le questioni di cuore sono sempre così complicate? Due persone che si amano, si baciano perché non possono fidanzarsi automaticamente? E perché ci deve essere sempre qualcun altro in mezzo?
“ Lo penso anch’io. “ disse il ragazzo, sospirando. “ Sana, io credo di provare qualcosa di più profondo di una semplice amicizia. Ormai sono anni che ci conosciamo e vorrei provare ad approfondire questo nostro rapporto ma in altri.. termini.” Naozumi, orgoglioso del suo discorso, stava dando per scontata una risposta che non arrivò mai.
Come poteva Sana dirgli che era sempre stata innamorata di un altro? Un altro che Naozumi odiava con tutto se stesso. Il ragazzo se ne stava lì a fissarla. Gli occhi blu la guardavano con dolcezza. Le mani infilate nelle tasche dei pantaloni di filo, si muovevano ansiosamente. Probabilmente quel discorso se lo era preparato in modo perfetto, senza errori. Ma un errore c’era eccome. Sapete quando si dice che l’amore è un guardarsi negli occhi e sapere di essersi sempre cercati? Per Naozumi era così, ma per Sana no. Sana non aveva cercato lui. Aveva cercato Akito. Era una considerazione che non aveva mai preso sul serio. Ogni volta che lo guardava, provava una sensazione di potersi finalmente rilassare perché si sentiva a casa.
Sana abbassò lo sguardo. Le dispiaceva doversi allontanare da Naozumi. Per lei era un fratello. Ma come aveva detto sua madre molto tempo fa: amiamo tutti, ma in modo diverso. Quindi se lei non poteva amarlo come sperava lei, allora non lo avrebbe amato affatto. Perché anche se era amore fraterno a lui non bastava.
“ Naozumi. Mi dispiace. “ disse Sana, solamente, alzando lo sguardo. Gli occhi scuri erano pieni lacrime. Perdere il proprio migliore amico faceva davvero male. Naozumi non capì subito, ma poi la sua espressione cambiò. Ora tutto sembrava tremendamente lontano. Incredibilmente soffocato, avvolto in una coperta fredda. Sana lo guardò ancora una volta e lo abbracciò.
“ Un giorno troverai qualcuno che saprà amarti come meriti. “ disse lei, sciogliendosi dal quell’abbraccio. Naozumi sospirò. Voleva solo tornare a casa. Girò i tacchi e se ne andò a grandi passi, lasciando la ragazza che lui amava da sola.
Sana tornò a casa. Per fortuna non era ancora arrivato nessuno. Non avrebbe sopportato le domande di Fuka, i sospiri lamentosi di Hisae e gli sguardi preoccupati di Aya. Si chiuse in camera e aspettò che Morfeo la prendesse tra le sue braccia. 

Salve a tutti belli e -la ele evita per un soffio un mattone- 

Suvvia non siate così violenti  -stavolta il mattone la colpisce in testa- 
Ok, ok, mi dispiace ma ho avuto un casino dietro l'altro e l'ispirazione andava e veniva a suo piacimento.. 

Veniamo al capitolo. Allora, qui Sana mi sembra mooolto giù di corda, visto che per lei Naozumi  è sempre stato una specie di fratello che non ha mai avuto. Ma per lui è tutto il contrario! I soliti uomini che fraintendono tutto! Akito come al solito si rifugia nelle ali di mamma chioccia ( il buon Tsuyoshi) e chiede consiglio. Magari questa volta userà un po' meno l'istinto e si farà guidare dal cuoricino! Oh che romantica che sono! 
Comunque forse ( e sottolineo forse) nei prossimi tempi dovrei essere più puntuale.

Ci si vede! 
Baci ele :)

P.S. Mentre leggete questa FanFic vi consiglio di ascoltarvi " In un' altra vita" di Ludovico Einaudi. Io credo che sia azzeccatissima per questa storia :)

  
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