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Autore: Kysa    18/04/2007    7 recensioni
Terza parte della saga, signori e signore. La battaglia fra Harry Potter e i Mangiamorte subisce nuove mutazioni con l'entrata in scena di personaggi ambigui che minacciano la nuova vita del bambino sopravvissuto, mentre il giovane Tom Riddle, ormai al suo ultimo anno a Hogwarts, rischia di rovinare la sua esistenza per colpa del suo passato. Ancora Harry Potter e i suoi compagni nell'ennesima guerra, in uno sfondo di amori e tragici avvenimenti. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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figli35

 

 

Mie care fanciulle, siamo finalmente arrivati a una delle mete di questa fiction. Questo capitolo è molto importante, esattamente come lo sarà il prossimo, se non di più...soprattutto per voi amanti della coppia Tom/Cloe. Spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere che ne pensate. Prima di lasciarvi alla lettura vorrei ringraziare Bluking per le recensioni costanti e puntuali, ClausK, Lullaby80, Lamb, Astra, MarySole ed Angel-san per resistere alla tentazione di correre su Manga.it. Grazie ancora e un mare di baci. Babi.

 

 

 

 

 

 

Asher Greyback inspirò a fondo, per l'ennesima volta in quel lungo pomeriggio.
Si tolse di dosso l'abito di seta nera da donna che gli era appena piovuto sulla faccia e si rimise comodo in poltrona, poggiandosi su un gomito con aria alquanto annoiata e pigra.
Anche lui, come altri in passato, stava subendo gli effetti collaterali dell'umidità di Serpeverde.
Seppellito in una giubba color porpora, doveva ammettere che quel caminetto faceva ben poco contro il gelo dell'inverno e in particolare contro la tempesta di neve che si era scatenata proprio quel giorno, l'Ultimo dell'Anno.
Forse era il fatto che le fiamme erano blu e verdi a dargli quell'impressione.
O forse era quella maledetta sanguefreddo a fargli venire i brividi, visto che gli sfilava davanti con ben poco addosso.
- Io...io non posso! Non ci riesco! Non sono pronta per questa maledetta cosa! Odio le feste! Non le sopporto e sfilare come un'oca fra tutti questi inglesi è deleterio per la mia salute mentale!-
- Ammesso che tu ne abbia una.- sibilò il principe, girandosi appena verso la porta del bagno.
- Possibile che non sai essere un po' gentile?- sbottò Beatrix, sbirciando dalla porta con la testa - Sei un maledettissimo principe, non te l'hanno insegnata la cortesia? Eh?-
- Verso le sanguisughe no.- replicò lui, prontissimo.
- Hn.- Trix sparì di nuovo, trafficando davanti allo specchio - Tom è più principe di te.-
Asher stavolta assottigliò gli occhi - Riddle è solo un egoista viziato.-
- Certo come no.- sbuffò la Diurna, afferrando altre grucce - E' un viziato perché sta lontano dal padre. Giusto?-
- Sbagliato.- sibilò lui, furente - E' un egoista perché tradisce ciò per cui è nato.-
- Squartare e ammazzare mezzosangue?-
- Tu non capisci. Quell'uomo...il Lord Oscuro...io l'ho visto una sola volta...e la sua magia...ipnotizza.- sussurrò il mannaro, perso nei suoi ricordi - Non dico che sia giusto ciò che fa, non sta a me giudicare ma...i suoi poteri. Nessuno è comparabile a lui.-
- Non spetta a te giudicare.- gli fece eco Trix, uscendo finalmente dal bagno con gli occhi gialli colmi d'insofferenza - E' un modo come un altro per fare la pecora nel branco vero?-
- Occhio a come parli.- l'avvisò.
- Parlo come mi pare!- replicò furente, stringendosi i lacci del corpetto di raso sulla schiena - Tu che sei nato principe e sai cos'è l'onore dovresti essere disgustato di fronte a tutte queste morti! Vuoi davvero dirmi che un animo come il tuo passa su tanti cadaveri senza fare una piega? No, non credo!-
Asher serrò le labbra, alzandosi in piedi. Senza replicare la fece voltare di spalle e iniziò a stringerle i lacci, con dita sciolte e un'abilità che la stupì.
- Ci sa fare.- bofonchiò.
- Se riesci a scioglierli, sai anche riannodarli.- ironizzò lui.
La strega si voltò, fissandolo da sopra la spalla con aria inquisitoria.
- Chissà come se la spassa uno come te alla sua corte.-
- E tu che ne sai di uomini.- rispose sarcastico.
- Che ne sai tu di donne!- sbottò irritata, girandosi verso il principe - Le donne della tua razza magari avranno baffi e barba e vieni a dire a una come me che non so niente di uomini?! Ah!-
- Le donne della mia razza hanno più grazia di una vampira mezzosangue.-
Trix gli mollò un calcio su una tibia, tornando in bagno.
- Un altro!- la sentì bofonchiare arrabbiata - Un altro che pensa solo al sangue puro! Mica è colpa mia se sono nata così!-
- Un altro chi?- le chiese, risedendosi mollemente - Dì un po' vampira. Con chi te la spassi?-
- Nessuno.-
- Una come te?- ghignò il mannaro.
- Una come me?- sbottò lei, riapparendogli davanti - Una come me in che senso eh? Tanto perché tu lo sappia, razza di malfidente, nessuno mi ha mai messo un dito addosso! Sono esigente in fatto di uomini io!-
Asher tacque, osservandola.
Diceva la verità.
Rise senza neanche accorgersene, per la prima volta da quando era stato catturato.
- Al diavolo!- scandì Trix, esasperata - Allora? Come mi sta questo?-
- E' da battona.- mugugnò lui, annoiato, prendendosi dietro una scarpa col tacco a spillo.
- Come da battona?!- strillò isterica - Ne ho già provati dieci, possibile che non c'è nulla che ti piaccia?-
- Metti tutta roba scura.- sbuffò - Ti sbatte troppo in faccia, sanguefreddo.-
Lei emise un ringhio, infilando la testa nell'armadio.
Ne lanciò fuori altri mille vestiti, senza sapere più dove sbattere la testa.
- Quello.- disse all'improvviso Asher.
- Quale?-
- Quello.- e le tirò un abito di taffetà rosso scuro, come il sangue.
- Questo?- disse, drappeggiandoselo addosso - E questo non è da battona?-
- Sono tutti da battona! Ahi!- urlò, ridacchiando - E piantala femmina! Mettiti addosso quello che ti pare.-
- Bene, da sanguefreddo, a mezzosangue a femmina!- berciò tornando in bagno - Al diavolo, dovevo chiedere a Howthorne. Se quel maledetto non dormisse di nuovo!-
- Quello dorme troppo.-
- La notte purtroppo per lui fa altro.-
- Legimors.-
Qualche minuto dopo, Beatrix uscì dal bagno. E lui rimase in silenzio, assolutamente zitto.
In contemplazione.
- E allora?- lo incalzò, passandosi al collo una fascia di voile soffice come una piuma - Prova dire che sembro ancora una facile e ti arriva un pugno.-
Lui non disse nulla, effettivamente. Ma afferrò un lembo della fascia, tirandosela vicina.
- Ti starebbe meglio un collare.- le sussurrò, a un dito dal viso.
Se era rimasta sorpresa, spaventata o intimidita da quella nuova situazione più intima, non lo diede a vedere. - Dici?- rispose, senza muoversi - Ci penserò più tardi magari. Resti qua?-
- Dove vuoi che vada?-
- Nella Torre Oscura.-
- No, non ci dormo con gli Auror.-
- Parlare con Harry ti farebbe bene.-
- Per farmi fare il lavaggio del cervello?-
- Per farti vedere un'altra faccia di questa guerra.-
Asher giocò con la fascia, abbassando il viso.
- D'accordo.- cedette lei, per il momento - Allora mi aspetto di trovarti qua domani mattina.-
- Non tornare ubriaca.-
- Perché? Sei un salutista?-
- Figurati.- ghignò ammiccando - Ma potrei farti qualche scherzo.-
Beatrix rise dopo un secondo, guardandogli le cicatrici sul viso che gli aveva procurato lei.
Chissà perché ma gli stavano veramente bene.
E chissà perché...ma quel maledetto lupo non era più tanto insopportabile.

Tom Riddle, in cima alla torre del Grifondoro, osservava il pendolo con aria frenetica.
Dannazione.
Era una fottuta e inutile tortura!
Davanti allo specchio si mise la giacca nera sulla camicia bianca ma di fronte al farlallino emise un gemito disgustato. No, meglio morire che mettersi quella roba oscena addosso.
Non infilò neanche la camicia nei pantaloni. Uscì dalla sua stanza così com'era. Giacca e pantaloni neri, cintura, cerotto sul sopracciglio che si era tagliato sbattendo contro una porta e camicia fuori. E al diavolo!
Non era stato lui a decidere di andare a quella pagliacciata, l'avevano costretto, per punizione.
Quando andò in sala comune, tutta Grifondoro si volse a guardarlo ammirata ma lui tirò dritto, furibondo.
Accidenti alla Mcgranitt e a quel cadavere del cavolo!
Avrebbe dovuto squartarlo e lanciare i suoi pezzi ovunque, almeno quella fottuta punizione sarebbe stata meritata per qualcosa di serio!
Guardò l'orologio da polso. Le dieci e mezza.
- Ehi, bell'uomo.-
Si girò, vedendo arrivare dallo scalone Sedwigh, Martin, Bruce con la sua ragazza Patience, Archie e Ian.
C'erano tutti.
- Non ci credo.- rise Martin - Davvero per punizione ti hanno obbligato a partecipare? Merlino, le dessero a me certe punizioni, cazzo. Aspettiamo qua le ragazze gente?-
- Ahah.- annuì Sedwigh - Chi è la povera ingenua che ti accompagna Worton?-
- Belinda Britt.- tubò Martin - Quinto anno. Quarta di reggiseno.-
- E cervellino di gallina per aver accettato l'invito di uno come te.- celiò Patience, facendo ridere tutti.
- E tu Sed? A chi l'hai chiesto poi?- gli chiese Ian.
- Mary.-
- Ah, no! Volevo farmela io questa sera!- mugugnò Martin.
- Dio, ma sei terribile.- ridacchiò Archie - Pensa a Belinda, dai!-
- Volete ridere davvero?- sussurrò Bruce, malizioso - Sapete con chi si presenta la McAdams?-
- Mister America?- frecciò Stanford.
- No, Bart Owin. Il vice direttore della Gazzetta di Hogwarts.-
- Quel bellone?- Archie scosse il capo - E' un rompiballe. È peggio di Flanagan.-
- Se stanno sempre insieme un motivo ci sarà no?-
Tutte quelle chiacchiere portarono i pensieri di Tom molto lontano.
Come avrebbe voluto tornarsene in camera. Come avrebbe voluto andare semplicemente da Draco, a mezzanotte, per fargli gli auguri dei suoi ventotto anni, anche se sicuramente alla torre avrebbe trovato un'orgia.
E invece era infognato in quella festa orribile, che sarebbe stata fastosa e piena di gente leggera, sorridente.
Il suo ultimo Capodanno.
- Oh, eccovi qua!-
Tom si risvegliò quando la Mcgranitt si piazzò di fronte al suo naso, guardandolo con aria severa.
- Signor Riddle, cos'è questa storia?-
- Mi ha detto lei di presentarmi, se l'è scordato?- le rispose, con vocetta ossequiosa.
- Me lo ricordo bene.- squittì la professoressa, guardando il suo abbigliamento con occhio critico - Ma la casa di Grifondoro si è sempre distinta per eleganza e tu non puoi andare in giro conciato in quel modo. Cos'hai fatto alla testa?- sbottò poi, tirandogli via il cerotto con uno strappo secco, facendogli mozzare il fiato per il male - Guarda qua che roba! Oh, per l'amor del cielo! Avanti, infilati la camicia nei pantaloni e...-
- Non metterò nessuna cravatta!- scandì - Questo mai!-
- Come ti pare.- sospirò la Mcgranitt, alzando le mani al cielo - Fa come vuoi, signor Riddle! Spero avrai un'accompagnatrice e saprai danzare.-
- E' scritto sulle regole del ballo?- frecciò.
- Misantropo.- mugugnò la professoressa fra i denti, andandosene.
- Ahah, hai sentito che ti ha detto?- ghignò Martin.
- Al diavolo.-
Qualche minuto più tardi, dalla scalinata dei sotterranei, si rovesciarono nel salone d'ingresso tutte le coppie di Serpeverde e Tassorosso.
Alderton se ne andava in giro con Cordelia Chilton, più scollata che mai mentre Hillis girava con un'oca del quarto anno, che sembrava più una scimmia vestita a festa.
Le serpi fecero le loro solite battute acide, ma gli ultimi ad arrivare mozzarono il fiato ai rappresentati dell'altro sesso.
Damon Howthorne, bisogna dirlo, faceva sempre una fantastica figura in abito elegante e tutte si girarono a guardarlo, ma Tom rimase piacevolmente senza fiato quando vide Trix, al suo braccio.
Fasciata nell'abito di taffetà color sangue, che la faceva sembrare una sirena, era magnifica.
Una dea fra le donne comuni.
I capelli raccolti e le labbra tinte di rosso intenso, era la più bella di tutte.
- OH-MIO-DIO.- dissero tutti i grifoni praticamente in coro.
- Già.- sussurrò Tom, quando Beatrix si fermò davanti a lui.
- Ciao Tom.- gli sorrise, con espressione maliziosa - Pronto?-
- No. E tu?-
- No.- ammise, guardandolo con ammirazione - Stai bene quasi quanto Damon.-
- Che hai fatto all'occhio?- gli chiese il Legimors, ghignando - E la camicia? Dove credi di andare?-
- Sembri in gigolò.- gli rispose Riddle sarcastico, ficcandosi le mani in tasca.
- E tu no?- ironizzò il Serpeverde - La duchessa?-
- Arriverà.- balbettò Tom.
Non era mai stato così ansioso. Ed era assurdo, erano solo amici.
Non era un appuntamento vero il loro.
- Hai la faccia da pesce lesso.- Damon gli dette una pacca, alzando il viso sulla scala alle loro spalle - E adesso come minimo ti scoppieranno le coronarie. Girati.-
Oh si.
Quel ricordo sarebbe stato sempre uno dei più belli della sua vita.
Un ricordo che gli avrebbe rischiato anche le notti più buie, le notti più fredde e sole.
Scendeva lenta, passo dopo passo, guardando solo e unicamente lui.
Gli occhi negli occhi, l'incedere di una regina, com'era sempre stato di Angelica Claire King.
Con un abito nero, legato dietro al collo che le lasciava braccia e spalle nude. Uno spacco leggero sulla gamba sinistra, la schiena coperta di piccoli brillantini. I capelli ricci sciolti sulle spalle.
Quando arrivò da lui, senza degnare di uno sguardo nessun altro, piegò le labbra lucide in un leggero ma significativo sorriso.
- Ciao.- gli disse, a bassa voce.
- Ciao.- mormorò lui, letteralmente soggiogato - Sei...sei bellissima.-
Cloe arrossì lievemente, abbassando appena il capo - Grazie. Anche tu stai benissimo.-
La musica dalla Sala Grande addobbata arrivò alle loro orecchie, rompendo l'incanto.
- Andiamo?- propose Sedwigh, dando una gomitata nella schiena a Riddle.
- Eh? Cosa? Ah...si, andiamo.- e con l'innata eleganza dei Black porse il braccio a Cloe, mentre tutti si avviavano.
Indietro invece, Beatrix e Damon si scambiarono un'occhiata.
- Ultima chiamata.- le disse il Legimors - Se entro domani non si sono mossi, io avviso Tom e tu la duchessa.-
- Ok.- e gli strinse la mano - E non bariamo.-
- C'è poco da barare.- ghignò perfidamente Howthorne, gli occhi celesti brillanti di malizia - Credo che questa notte si smuoverà davvero qualcosa. Se va tutto bene, stavolta avremo risolto i nostri giochi.-

Dal cielo incantato della Sala Grande, piovevano stelle dorate e argentate che accarezzavano dolcemente le spalle di chi danzava. La musica era allegra, a volte lenta, a volte scatenata.
E il soffitto era terso, pieno di astri brillanti.
Rametti di vischio erano appesi qua e là, i divani delle case sparsi ai quattro angoli della sala.
I buffet erano ricolmi e i professori erano meno vigili del solito.
Quando metà della scuola aveva visto Tom e Trix scendere nel salone, c'era mancato poco che molte mascelle scivolassero a terra, per lo sbigottimento.
In quella folla fu facile per loro due andare subito a prendersi qualcosa di alcolico da mandare giù e dalla postazione angolare del buffet, era più semplice passare inosservati anche se era quasi impossibile non notare due che spiccavano così tanto come loro. Ci andarono giù pesante col ponch mescolato a frutta e alcool, disgustati da tutto quello scenario. Non che non fosse stata organizzata bene, figurarsi, ma...
Sembrava in poche parole che stessero mandando giù del veleno.
- Potreste cercare di avere un'aria più socievole?- sibilò Piton, arrivando alle loro spalle come un avvoltoio.
- Salve prof.- dissero in coro, sorridendo falsamente - Ma certo. Scoppiamo di gioia per il nuovo anno.-
Piton sollevò un angolo della bocca in una smorfia esasperato, dopo di che andò via scuotendo la testa.
Tom si portò il bicchiere tondo alle labbra, osservando distrattamente quella massa colorata di abiti da sera, le stoffe costose, la pioggia surreale di stelle dorate, le candele e le fiaccole che ardevano gioiose.
Le coppie si muovevano come girandole.
Viste dall'alto, dovevano essere come trottole.
Spostò gli occhi a sinistra, vedendo Cloe ridere al riverbero delle fiamme insieme a Sedwigh e Martin.
Era di schiena e Tom le vide il tatuaggio sulla nuca. Quello che avevano fatto tutti insieme ad Amsterdam.
Un grifone alato che ruggiva, con le iridi blu.
- Chissà perché.-
- Chissà perché cosa?- gli chiese Beatrix.
- Gli occhi del grifone di Claire. Mi chiedevo perché fossero azzurri.-
Trix roteò le pupille, nascoste dalle lenti rosse, rituffando il naso nel ponch.
- Forse perché chi le piace ha gli occhi blu, non azzurri.-
- Ah.-
Riddle non ci aveva pensato. Si, poteva essere.
Sedwigh però aveva gli occhi fra il verde e il marrone. Martin molto scuri.
Che situazione assurda, dannazione!
Fortunatamente arrivò Tristan, che aveva mollato Lumacorno e il suo codazzo del Lumaclub usando chissà che magia. L'Auror era sinceramente divertito dai loro musi lunghi. Mai visti due studenti tanto ingufati per una punizione così normale, viste le naturali predisposizioni dei diciassettenni. Quei due però di normale non avevano proprio niente.
- Ehi, corvacci.- li apostrofò - Che aria da cadavere. Dai, se iniziate il nuovo anno in questo modo vi porterà male. E poi dobbiamo anche far ubriacare Draco, su. Un po' di vita.-
- Questa festa è una tortura.- mugugnò Tom, serafico - Vado in giardino a prendere aria.-
- Mamma mia.- ghignò Mckay - Decisamente non è tipo da baccanali.-
- Non lo è mai stato.- Trix levò le spalle, osservando il prof tutto elegante - Ehi, me lo concedi un ballo Tristan?-
- Poi dovrò ballare con tutto il resto delle tue compagne.-
- Oh, puoi anche farlo questo sforzo per me, non credi?- tubò lei soave - Prima che vada a buttarmi dalla torre.-
- D'accordo, d'accordo.-
Dal divano dei Serpeverde, Damon incontrò la coppia ballare fra tutte le altre.
Decisamente Beatrix quella notte aveva fatto strage di cuori, soltanto sbattendo le ciglia.
Impossibile non sciogliersi in effetti. La bellezza di un vampiro era pur sempre la bellezza di un vampiro.
- La tua dama ti ha lasciato per caso?-
Howthorne sogghignò, prendendo il calice di leggero champagne che gli aveva porto Asteria.
La McAdams avvolta in un abito lungo rosa scuro, con intarsi di pizzo color perla e spalline sottili, si sedette accanto a lui, accavallando le gambe denudate da uno spacco profondo.
I capelli raccolti le ricadevano in boccoli lungo il collo. Le mesches e il trucco dorato le davano gli stessi bagliori delle stelle che cadevano dal soffitto.
- Dov'è il tuo cavaliere?- le chiese, sorseggiando lentamente il liquido color miele.
- Bart sta parlando con quelli della Gazzetta. È mortalmente noioso fuori dal letto.-
- Immagino.- frecciò il Legimors.
Lei si stiracchiò languida, osservando le altre coppie danzare.
- Il prof e Beatrix stanno bene insieme. Peccato non ci sia Lady Lancaster.-
- Non l'hai vista? Era in giro all'ora di cena. Cerca Harry Potter e la vedrai con lui.-
Asteria sembrò molto interessata - Farò il possibile. Grazie per la dritta.-
Merlino e Morgana, era veramente una promettente sanguisuga. Una bella arrivista che sapeva il fatto suo.
Se non altro per il momento aveva lasciato perdere lui e Tom.
Cercò il suo migliore amico fra la folla, ma non vedendolo decise di andare a cercarlo. Chissà che non fosse andato a cercarsi un cappio per porre fine alle sue sofferenze.
Passando di gruppo in gruppo trovò un bel po' di facce note e già mezze ubriache.
Matt Rogers era già sul barcollante ma almeno era riuscito a strappare un ballo a Trix, ma solo dopo che avesse finito con Tristan. Flanagan andava in giro con Regina Farrell delle Grazie appesa al collo, più svestita che mai e Albert Johnson, il Presidente del Comitato Studentesco, era praticamente già sbronzo e quando era in preda al coma etilico stranamente era sempre pervaso dall'impulso di svestirsi.
Quando trovò Tom però, sotto l'arcata del giardino pieno di neve, vide che non era solo.
Fece retro marcia, lasciando al suo amico insieme a sua madre.
Peccato che ci fosse anche qualcun'altra che cercava Riddle.
Rimesso piede in sala, gli arrivò Cloe addosso. Voleva sapere dov'era Tom e riuscire almeno una volta a strappargli due parole in tutta la serata, oppure un ballo.
Tempo perso, quando le disse che era con Lucilla, la Sensistrega tirò almeno un sospiro di sollievo.
Claire aveva tenuto d'occhio la McAdams tutta la sera e solo un cieco non si sarebbe accorto di come si era rimessa a puntare Riddle come un cane da caccia.
- Calmati.- le disse Howthorne, riportandola dal loro gruppo - Vedrai che finirà come l'altra volta.-
- Ovvero con lei che lo bacia.- sibilò la biondina mestamente.
- Ma smettila.-
- Oh, ragazzi.- li accolse Mary J. Lewis - Dov'eravate?-
- Cloe devi tenerci una puntata.- ghignò Martin, passandole un braccio attorno alla spalla - Abbiamo scommesso che entro la serata qualcuno farà una piazzata al suo compagno davanti a tutti. Ci stai?-
- Ne avete di soldi di buttare in stronzate.- sentenziò la biondina, con un sospiro.
- Ci stai?- chiese Matt al Legimors.
- Si, direi di si.- ghignò Damon guardando lontano, vedendo Tom tornare in sala con aria stravolta - Diciamo che a mezzanotte e mezza qualcuno farà una bella piazzata.-
- Non dovresti neanche giocare.- sentenziò Patience Hogs, guardandolo storto - Hai visto qualcosa, vero?-
- Segreto professionale.-
- Ma per favore.-
- Oh ma Trix quando finisce di ballare?- piagnucolò intanto Matt - Ok che il prof è il prof ma...-
- Almeno da Tristan arrivano meno indecenze.- fece Cloe sarcastica, levandosi il braccio di Martin dalla schiena, vedendo Tom andare a prendersi altro da bere. Dio, non era ancora riuscita nemmeno a parlare un po' con lui.
Sembrava così scontroso a vederlo in quel momento.
Torturandosi le mani si mosse lentamente, decisa a raggiungerlo. Quando gli fu vicino vide un'espressione corrucciata e nervosa sul suo bel viso.
- Tutto bene?- l'apostrofò timidamente.
Tom sollevò la faccia, stirando un sorriso un po' finto.
- Si, tutto bene. Ero fuori con Lucilla.-
- E' successo qualcosa? Qualche problema?-
- No, no.- disse, a bassa voce - Va tutto benissimo. Come va la festa?-
Cloe inclinò il capo, guardando la sala - E' la più bella che abbia mai visto da che sono qua, devo ammetterlo. Il Comitato e Juliette hanno fatto un ottimo lavoro. Allora...- e lo guardò maliziosa - Nessuna ti ha ancora fermato per farti delle avances? Neanche un ballo?-
- No, niente. La mia nuvoletta nera deve aver tenuto alla larga le pretendenti.-
- Eppure Trix mi ha detto che sai ballare. Mi ha detto anche che le hai insegnato il valzer.-
- Prima che mi uccidessi contro una porta.- ghignò, indicandole il sopracciglio - Sembro Scarface vero?-
- Diciamo che ti dà un'aria da cattivo molto intrigante.-
Lui scosse la testa, ridacchiando - Carina questa. Oh, guarda...- aggiunse poi, rabbuiandosi - C'è Martin che ti cerca.-
Cloe colse una strana vena acida, ma la ignorò.
- Non importa, la sua ragazza è peggio di una mantide religiosa. Se ti invito a ballare mi fulmini sul posto?-
Dandole l'impressione di essere Psyco, cambiò di nuovo umore. Le sorrise e posò il bicchiere vuoto.
- Non farmi passare per l'orco cattivo.-
- Non hai risposto.-
Tom guardò allora verso la pista ingombra - Se ti dicessi che ballerei volentieri con te in qualunque altro posto?-
Il cuore della King fece una leggera capriola.
- Mi sento a disagio qui.- ammise lui, con una smorfia - Ti spiace?-
Lei allora scosse il capo, i riccioli le ricaddero dolcemente sulle gote - No, va bene.-
- Promesso, giuro.- le mormorò - Ti va bene in camera?-
- Non sarà romantico come qui...- sospirò con aria teatrale - Ma me la farò andare bene.-
- Guarda.- Tom le indicò Maggie Clark alle sue spalle - E' iniziato il fiume di lacrime. Lot deve averla scaricata.-
- Sarà meglio che vada a vedere come sta. Non sparire, ok?-
- Tranquilla.-
Ma come un gioco assurdo, andata via Cloe arrivò Trix. Leggermente rossa in viso dopo aver ballato tanto con Tristan, si versò dello champagne, anche se il sapore non le piaceva particolarmente.
- Tutto ok?-
- No, non molto.- ammise la Diurna - Mc mi ha fatto una bella paternale.-
- Su cosa?- allibì Riddle corrucciato.
Su cosa? Semplice. Su come ma avesse quasi ucciso Milo. Si, Tristan se n'era accorto.
Parlare non era stato facile, anzi. Era stato assolutamente penoso. Il modo in cui Mckay l'aveva capita l'aveva fatta sentire ancora più in colpa. Non era assoluzione quello che cercava lei, se n'era accorta solo parlando con Tristan.
Non voleva il perdono di Milo. Forse non voleva più neanche lui.
Forse quella ferita non era possibile che si rimarginasse.
- Facciamo un bel gioco.- le propose Tom, vedendola talmente malinconica - Mancano dieci a mezzanotte. La nostra punizione l'abbiamo praticamente terminata. Dove vorresti essere adesso?-
Trix sollevò le sopracciglia.
Pensò a Milo. E poi...alla cosa più sbagliata che avrebbe potuto fare in un momento simile.
- Bhè...vorrei andare da una persona ma non sarebbe una cosa saggia.-
- E chi l'ha detto che la cosa saggia sia la più giusta da fare in questo momento?- le disse, sorridendo - Non pensare a scelte giuste o sbagliate. Pensala solo come una scelta.-
Beatrix tacque. Un attimo dopo il pendolo di Hogwarts iniziò a battere i rintocchi finali di quell'anno.
Si, forse non era poi una scelta così sbagliata. Doveva dare un taglio netto alla storia con Milo. Almeno per il momento.
Senza una parola afferrò una bottiglia intera di champagne e stampò un grosso bacio sulla guancia a Tom, facendogli gli auguri. Correndo in mezzo al salone fece lo stesso con Cloe ma senza darle spiegazioni.
Quando si fermò da Damon, baciando pure lui, si limitò a dirgli che doveva festeggiare con una persona improbabile.
E se anche quella persona non era Milo, pensò Trix scendendo nei sotterranei di Serpeverde, forse un giorno quella storia fra loro due sarebbe ricominciata. Ma non era destino, in quel frangente.
Quando aprì la porta della sua stanza, sogghignò brevemente.
Vi si appoggiò dopo averla chiusa e sollevò la bottiglia, dondolandola leggermente.
E Asher Greyback scosse il capo, come conscio che si erano avvicinati troppo al fuoco.

- Dove diavolo è andata così di fretta?- bofonchiò Madeline stranita.
- Che ne so.- ammise Howthorne sconcertato, a cinque secondi dalla mezzanotte - Gente qua è il caso che prendiamo i bicchieri prima che scocchi l'ora.-
Stavano tutti pronti a stappare le bottiglie e a festeggiare per il nuovo anno quando Damon, gli occhi celesti fissi al soffitto coperto di stelle dorate, vide qualcosa.
Fu un flash vago, lungo come un battito del cuore.
Eppure...
Aveva visto se stesso e Tom, in una giornata di sole. Davanti a una carrozza.
Si stavano abbracciando.
Tom aveva gli occhi lucidi.
- Tutto bene?- gli chiese Riddle, scuotendolo - Ehi Damon! Ci sei? Hai avuto una visione?-
- Cosa? No...- disse l'altro in un soffio, scacciando quel ricordo dalla mente - No, nulla. Lascia perdere, stavo pensando ad altro.- ma non finì di dirlo che accadde di nuovo un altro incidente di percorso, forse...un segno del destino.
Tutti avevano formato dei gruppetti ma un certo punto sentirono il suono di uno schiaffo poco lontano.
Si volsero fra le risate delle coppie e videro Neely Montgomery rifilare un ceffone al suo accompagnatore, Fred Arper di Tassorosso, settimo anno. La sua fama non era buona ma doveva averla fatta arrabbiare da morire perché Neely gli girò le spalle, per andarsene. Lui le corse dietro e inevitabilmente andò a finire che i soliti, tipo Matt e Tobey, si misero in mezzo per aiutare la loro amica.
Quando poi quello divenne violento, Tom gli rovesciò elegantemente il suo bicchiere in faccia e Damon, per difendere anche Riddle che era meglio non facesse più a botte con nessuno, stese Arper contro il buffet facendogli lo sgambetto.
Insomma, fu un tale casino che alla fine a mezzanotte fra abbracci e baci vari, insieme a tutto lo spumante schizzato qua e là, volò anche qualche pugno di troppo.
E Damon, finita la rissa, si ritrovò seduto sul divano di Corvonero con del ghiaccio sullo zigomo destro.
Era Neely a tenergli il panno ricolmo di ghiaccio sul gonfiore e doveva ammettere che non era mai stata così attraente ai suoi occhi. Specialmente in quel vestito di voile lilla.
- Buon Anno Howthorne.- gli sussurrò ridendo - Fare il principe azzurro però comporta questi inconvenienti.-
- Occhi di Fuoco, dovresti sceglierti meglio il ragazzo.-
- Ma Arper non è il mio ragazzo.- Neely emise un gemito divertito - E' un modo come un altro per chiedermi qualcosa signor Veggente? Credevo che a te non sfuggisse nulla.-
- Un pugno me lo sono preso però.-
- Se non altro hai salvato Tom da altri traumi.-
- Già.- le prese la mano, vedendola trattenere il fiato, per poi togliersi il panno dallo zigomo.
- Com'è?- le chiese, dolente.
La Corvonero tacque, fissandolo a lungo. Poi senza neanche rendersene conto si piegò e gli baciò la parte arrossata.
Damon rimase fermo, senza staccare gli occhi dai suoi - Per cos'era?-
- Perché non so per quale strana e complicata ragione ma...- Neely rise, passandosi indietro una ciocca di capelli biondi e liscissimi - ...tu mi piaci.-
Dio, una persona sincera.
Incredibile che alla fine Occhi di Fuoco avesse vuotato il sacco prima di lui.
E ora che se ne accorgeva...Occhi di Fuoco aveva occupato la sua mente così tanto spesso di recente.
Che idiota. Si era comportato anche peggio di Tom e Cloe.
Da lontano, dalla colonna opposta dell'angolo di Grifondoro, Riddle vide quella scena e dopo poco una fuga in gran carriera. Accidenti, che classe infinita. Non aveva mai visto il suo migliore amico tanto preso, con quell'aria da spiritato e gli occhioni adoranti.
Complimenti a Claire, che ancora una volta ci aveva azzeccato.
Così era sparita Trix, chissà con chi, se n'era andato Damon, in compagnia di Neely e...l'ultima parte rimasta del quartetto dov'era finita? La King non era ragazza da imboscarsi e infatti la vide in un angolo, a parlare con Sedwigh. Non stavano facendo nulla. Parlavano e basta ma Tom, stizzito, guardò altrove, sentendo la gelosia per quello che era. Un mostro verde che gli divorava il cuore e la pancia.
Dannazione, di quel passo sarebbe impazzato o, peggio ancora, avrebbe fatto un'altra bella figuraccia, come all'asta di beneficienza! Si cacciò le mani in tasca, cercando le sigarette che gli aveva lasciato Trix ma appena tirò fuori anche l'accendino, odiava usare la bacchetta per fare del fuoco, venne afferrato saldamente e trascinato in mezzo alla pista. Era talmente sdegnato che davanti al sorriso melenso ma freddo di Asteria McAdams non ebbe la forza di risponderle come avrebbe dovuto.
Lei gli prese la sigaretta dalle labbra e se la gettò alle spalle, cingendogli il collo con espressione possessiva.
- Ciao Tom. Parliamo finalmente?-
- Di cosa?- replicò altero.
- Di come ho esagerato quella sera. Non dovevo baciarti, scusami.- peccato che dal suo tono si capisse che non fosse affatto dispiaciuta, ma solo ferita nell'orgoglio per essere stata rifiutata.
- Mi perdoni?- lo incalzò.
- T'importa?-
- Tu mi attrai Tom.- gli disse senza tanti giri di parole - Non è solo per la scommessa, te l'ho detto.-
- C'è un problema nella tua giustissima visione delle cose.- rispose, freddo come il ghiaccio - Io non provo quello che provi tu. E non ho neanche voglia di ballare.-
- Abbiamo cominciato col piede sbagliato.-
- Probabile.- e si sciolse dalla sua presa, facendola irrigidire - Ora scusami ma ne ho basta di questa festa. Buon Anno.- e tirò dritto verso l'ingresso della Sala Grande. Accidenti, accidenti a quella stupida scozzese che credeva di poter manovrare tutti come burattini. Cominciava davvero ad averla in antipatia! Aveva sempre creduto che fosse solo molto traumatizzata dalla morte dei suoi amici...invece scopriva che era solo viziata e arrogante. Non era proprio niente in confronto alla sua Claire...che trovò, basito, in fondo alla porta dell'ingresso.
Con un fazzoletto non stava più asciugando le lacrime a Maggie. Anzi. Era lei ad avere gli occhi vitrei.
- Che succede?- le chiese preoccupato.
Quando si girò a guardarlo in faccia, Tom ebbe come l'impressione di vederla per la prima volta.
Scarmigliata, il volto congestionato dalle lacrime...eppure non gli era mai apparsa così vera, così...donna e adulta da quando si conoscevano. E vederla piangere, lo capì solo in quel momento, lo uccideva.
Fece per alzare la mano e toccarla ma lei si scostò, ridendo acidamente.
- Ti sei divertito a ballare?-
- Cosa?- replicò allibito, mentre arrivava Madeline a portare via Maggie e tutti gli altri, per lasciarsi soli. Chissà come, ma sembrava si fosse formata una tensione fortissima, impossibile da tagliare anche con un'accetta.
- Il ballo. Con la McAdams. Ti sei divertito?- gli chiese di nuovo, pulendosi gli occhi senza gran successo.
- Claire...mi ha tirato lei...- balbettò, senza capire tutto quell'astio - Mi ha preso per mano all'improvviso, non me ne sono neanche accorto. Davvero. Ha fatto tutto...-
- Lei vero?- finì la King per lui, scuotendo la testa - Anche quando ti ha baciato. Fa sempre tutto da sola quella. Ti bacia e lo fa da sola, ti trascina a ballare contro voglia, magari alla fine della serata si approfitterà bassamente di te portandoti a letto. Che dici?-
- Ma si può sapere di cosa stai parlando?- Tom non riusciva a crederci. Non si era aspettato una tale scenata di gelosia e non sapeva minimamente come comportarsi - Claire te l'ho già detto. Quella non la sopporto.-
- Si, come no.- replicò ferita e fece per dargli le spalle, per andarsene via e non vedere più quella sua faccia innocente quando qualcosa esplose anche in Tom.
Rabbia forse. E tanta gelosia.
- Punti il dito su di me Claire?- le disse gelido, facendola voltare con gli occhi ancora colmi di lacrime - Punti il dito su di me quando ti sei fatta i comodi tuoi tutta la sera con Sedwigh e Martin? Non sei mai stata ipocrita in vita tua ma questa sera le stai veramente superando tutte.-
- Io sarei un'ipocrita?- sbottò furibonda - Si vede lontano un miglio che le lasci fare tutto quello che le pare!-
- Ok. Punto numero uno, io qua non ci volevo neanche venire, punto secondo se non te ne fossi andata quando mi ha baciato quella notte, avresti visto che me la sono levata di dosso in un secondo!- replicò sempre più incollerito - Non capisco da cosa ti è uscita l'idea che quella possa anche solo lontanamente piacermi! Non sono un bambolotto cazzo, sono capace di dire di no una persona e questa sera l'ho fatto con Asteria per la seconda volta. Se c'è qualcuno confuso fra noi due non sono di certo io.- e lasciandola a bocca aperta filò fuori dal corridoio, verso lo scalone. Fece un paio di gradini, incurante delle coppie e degli studenti che erano fermi lì a chiacchierare ma poi dovette fermarsi.
La Sensistrega gli era corsa dietro, i lembi dell'abito nero fra le mani.
- Io sarei confusa?- gli gridò dietro, col cuore a pezzi e stando sempre più male - Non capisci niente Tom! Non hai mai capito un accidente di me!-
- A questo punto lo credo anche io.- sibilò sprezzante il Grifondoro -...Visto che non ho ancora capito se l'idiota che ti piace è Sedwigh o Martin. Ma ormai non ha più importanza. Mi hai usato come specchietto per le allodole tutta la sera, ritieniti soddisfatta. Se dovevi farli ingelosire ci sei riuscita.-
- Sei veramente uno stupido pezzo di ghiaccio!- gli strillò sconvolta, senza quasi vederlo le lacrime che le offuscavano la vista - Quando te l'ho chiesto volevo davvero venirci con te al ballo!-
Tom la fissò. Ora, dall'alto dello scalone, sopra di lei...si che sembrava davvero un impietoso principe.
Un Riddle.
Sorrise amaramente, scuotendo il capo.
- Lascia perdere Claire. Sul serio.- finì, crudele e facendosi male da solo - Sono stufo di questa storia. Come sono stufo della tua tresca con uno di quei due. Sai che ti dico? Sposatelo, chiunque sia quel bastardo e facci una ventina di marmocchi fuori di testa come voi due. Buonanotte!-
Le dava le spalle. Continuava a salire.
Se ne andava.
Chissà perché quando si sta per perdere tutto, si getta al vento anche l'orgoglio, anche la paura, la speranza.
Cloe risollevò gli occhi nocciola, odio e amore che si mescolavano dentro di lei in una miscela più potente di qualsiasi altra cosa.
Stavolta non lo lasciava andare.
Stavolta era ora.
- Allora dovrei sposare te, Tom.-
Riddle si fermò, voltandosi appena sopra la spalla.
- Che stai dicendo?-
I suoi occhi blu ora erano venati di ansia. E qualcosa, come se avesse capito dopo tanto tempo, gli azzannò la gola. Qualcosa gli urlò la verità che si era negato ancora prima che lei parlasse. Che gli urlasse la verità.
- Possibile che non l'hai mai capito?- la voce della King tremava, frammentata da gemiti - Non hai mai capito niente, Tom Riddle! Tu non capisci un bel niente! Non è Martin, non è neanche Sedwigh! Avrei potuto urlartelo giorno e notte in questi anni ma tu non mi avresti capita comunque!-
Claire serrò i pugni, piantandosi le unghie nel palmo delle mano.
- Sono innamorata di te Tom, Dio Santo!- gli gridò, con le lacrime che continuavano a scorrere - Amo te, maledettissimo egoista! Non me ne frega niente di Sedwigh e Martin! L'unico di cui mi è sempre importato qualcosa sei tu, è per questo che con Philip è andata male. Perché pensavo a te giorno e notte!-
E poi tacque.
Era sparita la musica, erano sparite le luci, le candele, le stelle cadenti.
Restarono fermi su quello scalone, lui là in piedi. E lei giù all'inferno.
Tom non disse una sola parola, gli occhi sbarrati e con la paura in corpo.
Già. La paura.
Non l'aveva mai ammesso ma se quel suo sogno si fosse mai realizzato, avrebbe anche dovuto un giorno distruggerlo.
E ora il sogno si era realizzato.
Quella notte fra loro due non fu più detto altro.
Perché Tom andò via e Cloe si portò le mani alla gola, senza più riuscire ad alzare il viso.

 

 

 



Aveva acceso una fiamma.
Ora spettava a lui mantenerla in vita.

 

 

 

 

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