Mie care fanciulle, siamo finalmente arrivati a una delle mete di questa fiction. Questo capitolo è molto importante, esattamente come lo sarà il prossimo, se non di più...soprattutto per voi amanti della coppia Tom/Cloe. Spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere che ne pensate. Prima di lasciarvi alla lettura vorrei ringraziare Bluking per le recensioni costanti e puntuali, ClausK, Lullaby80, Lamb, Astra, MarySole ed Angel-san per resistere alla tentazione di correre su Manga.it. Grazie ancora e un mare di baci. Babi.
Asher Greyback inspirò a fondo, per l'ennesima volta in
quel lungo pomeriggio.
Si tolse di dosso l'abito di seta nera da donna che
gli era appena piovuto sulla faccia e si rimise comodo in poltrona, poggiandosi
su un gomito con aria alquanto annoiata e pigra.
Anche lui, come altri in
passato, stava subendo gli effetti collaterali dell'umidità di
Serpeverde.
Seppellito in una giubba color porpora, doveva ammettere che quel
caminetto faceva ben poco contro il gelo dell'inverno e in particolare contro la
tempesta di neve che si era scatenata proprio quel giorno, l'Ultimo
dell'Anno.
Forse era il fatto che le fiamme erano blu e verdi a dargli
quell'impressione.
O forse era quella maledetta sanguefreddo a fargli venire
i brividi, visto che gli sfilava davanti con ben poco addosso.
- Io...io non
posso! Non ci riesco! Non sono pronta per questa maledetta cosa! Odio le feste!
Non le sopporto e sfilare come un'oca fra tutti questi inglesi è deleterio per
la mia salute mentale!-
- Ammesso che tu ne abbia una.- sibilò il principe,
girandosi appena verso la porta del bagno.
- Possibile che non sai essere un
po' gentile?- sbottò Beatrix, sbirciando dalla porta con la testa - Sei un
maledettissimo principe, non te l'hanno insegnata la cortesia? Eh?-
- Verso
le sanguisughe no.- replicò lui, prontissimo.
- Hn.- Trix sparì di nuovo,
trafficando davanti allo specchio - Tom è più principe di te.-
Asher stavolta
assottigliò gli occhi - Riddle è solo un egoista viziato.-
- Certo come no.-
sbuffò la Diurna, afferrando altre grucce - E' un viziato perché sta lontano dal
padre. Giusto?-
- Sbagliato.- sibilò lui, furente - E' un egoista perché
tradisce ciò per cui è nato.-
- Squartare e ammazzare mezzosangue?-
- Tu
non capisci. Quell'uomo...il Lord Oscuro...io l'ho visto una sola volta...e la
sua magia...ipnotizza.- sussurrò il mannaro, perso nei suoi ricordi - Non dico
che sia giusto ciò che fa, non sta a me giudicare ma...i suoi poteri. Nessuno è
comparabile a lui.-
- Non spetta a te giudicare.- gli fece eco Trix,
uscendo finalmente dal bagno con gli occhi gialli colmi d'insofferenza - E' un
modo come un altro per fare la pecora nel branco vero?-
- Occhio a come
parli.- l'avvisò.
- Parlo come mi pare!- replicò furente, stringendosi i
lacci del corpetto di raso sulla schiena - Tu che sei nato principe e sai cos'è
l'onore dovresti essere disgustato di fronte a tutte queste morti! Vuoi davvero
dirmi che un animo come il tuo passa su tanti cadaveri senza fare una piega? No,
non credo!-
Asher serrò le labbra, alzandosi in piedi. Senza replicare la
fece voltare di spalle e iniziò a stringerle i lacci, con dita sciolte e
un'abilità che la stupì.
- Ci sa fare.- bofonchiò.
- Se riesci a
scioglierli, sai anche riannodarli.- ironizzò lui.
La strega si voltò,
fissandolo da sopra la spalla con aria inquisitoria.
- Chissà come se la
spassa uno come te alla sua corte.-
- E tu che ne sai di uomini.- rispose
sarcastico.
- Che ne sai tu di donne!- sbottò irritata, girandosi verso il
principe - Le donne della tua razza magari avranno baffi e barba e vieni a dire
a una come me che non so niente di uomini?! Ah!-
- Le donne della mia razza
hanno più grazia di una vampira mezzosangue.-
Trix gli mollò un calcio su una
tibia, tornando in bagno.
- Un altro!- la sentì bofonchiare arrabbiata - Un
altro che pensa solo al sangue puro! Mica è colpa mia se sono nata così!-
-
Un altro chi?- le chiese, risedendosi mollemente - Dì un po' vampira. Con chi te
la spassi?-
- Nessuno.-
- Una come te?- ghignò il mannaro.
- Una come
me?- sbottò lei, riapparendogli davanti - Una come me in che senso eh? Tanto
perché tu lo sappia, razza di malfidente, nessuno mi ha mai messo un dito
addosso! Sono esigente in fatto di uomini io!-
Asher tacque,
osservandola.
Diceva la verità.
Rise senza neanche accorgersene, per la
prima volta da quando era stato catturato.
- Al diavolo!- scandì Trix,
esasperata - Allora? Come mi sta questo?-
- E' da battona.- mugugnò lui,
annoiato, prendendosi dietro una scarpa col tacco a spillo.
- Come da
battona?!- strillò isterica - Ne ho già provati dieci, possibile che non c'è
nulla che ti piaccia?-
- Metti tutta roba scura.- sbuffò - Ti sbatte troppo
in faccia, sanguefreddo.-
Lei emise un ringhio, infilando la testa
nell'armadio.
Ne lanciò fuori altri mille vestiti, senza sapere più dove
sbattere la testa.
- Quello.- disse all'improvviso Asher.
- Quale?-
-
Quello.- e le tirò un abito di taffetà rosso scuro, come il sangue.
-
Questo?- disse, drappeggiandoselo addosso - E questo non è da battona?-
-
Sono tutti da battona! Ahi!- urlò, ridacchiando - E piantala femmina! Mettiti
addosso quello che ti pare.-
- Bene, da sanguefreddo, a mezzosangue a
femmina!- berciò tornando in bagno - Al diavolo, dovevo chiedere a Howthorne. Se
quel maledetto non dormisse di nuovo!-
- Quello dorme troppo.-
- La notte
purtroppo per lui fa altro.-
- Legimors.-
Qualche minuto dopo, Beatrix
uscì dal bagno. E lui rimase in silenzio, assolutamente zitto.
In
contemplazione.
- E allora?- lo incalzò, passandosi al collo una fascia di
voile soffice come una piuma - Prova dire che sembro ancora una facile e ti
arriva un pugno.-
Lui non disse nulla, effettivamente. Ma afferrò un lembo
della fascia, tirandosela vicina.
- Ti starebbe meglio un collare.- le
sussurrò, a un dito dal viso.
Se era rimasta sorpresa, spaventata o
intimidita da quella nuova situazione più intima, non lo diede a vedere. -
Dici?- rispose, senza muoversi - Ci penserò più tardi magari. Resti qua?-
-
Dove vuoi che vada?-
- Nella Torre Oscura.-
- No, non ci dormo con gli
Auror.-
- Parlare con Harry ti farebbe bene.-
- Per farmi fare il lavaggio
del cervello?-
- Per farti vedere un'altra faccia di questa guerra.-
Asher
giocò con la fascia, abbassando il viso.
- D'accordo.- cedette lei, per il
momento - Allora mi aspetto di trovarti qua domani mattina.-
- Non tornare
ubriaca.-
- Perché? Sei un salutista?-
- Figurati.- ghignò ammiccando - Ma
potrei farti qualche scherzo.-
Beatrix rise dopo un secondo, guardandogli le
cicatrici sul viso che gli aveva procurato lei.
Chissà perché ma gli stavano
veramente bene.
E chissà perché...ma quel maledetto lupo non era più tanto
insopportabile.
Tom Riddle, in cima alla torre del
Grifondoro, osservava il pendolo con aria frenetica.
Dannazione.
Era
una fottuta e inutile tortura!
Davanti allo specchio si mise la giacca nera
sulla camicia bianca ma di fronte al farlallino emise un gemito disgustato. No,
meglio morire che mettersi quella roba oscena addosso.
Non infilò neanche la
camicia nei pantaloni. Uscì dalla sua stanza così com'era. Giacca e pantaloni
neri, cintura, cerotto sul sopracciglio che si era tagliato sbattendo contro una
porta e camicia fuori. E al diavolo!
Non era stato lui a decidere di andare a
quella pagliacciata, l'avevano costretto, per punizione.
Quando andò in sala
comune, tutta Grifondoro si volse a guardarlo ammirata ma lui tirò dritto,
furibondo.
Accidenti alla Mcgranitt e a quel cadavere del cavolo!
Avrebbe
dovuto squartarlo e lanciare i suoi pezzi ovunque, almeno quella fottuta
punizione sarebbe stata meritata per qualcosa di serio!
Guardò l'orologio da
polso. Le dieci e mezza.
- Ehi, bell'uomo.-
Si girò, vedendo arrivare
dallo scalone Sedwigh, Martin, Bruce con la sua ragazza Patience, Archie e
Ian.
C'erano tutti.
- Non ci credo.- rise Martin - Davvero per punizione
ti hanno obbligato a partecipare? Merlino, le dessero a me certe punizioni,
cazzo. Aspettiamo qua le ragazze gente?-
- Ahah.- annuì Sedwigh - Chi è la
povera ingenua che ti accompagna Worton?-
- Belinda Britt.- tubò Martin -
Quinto anno. Quarta di reggiseno.-
- E cervellino di gallina per aver
accettato l'invito di uno come te.- celiò Patience, facendo ridere tutti.
- E
tu Sed? A chi l'hai chiesto poi?- gli chiese Ian.
- Mary.-
- Ah, no!
Volevo farmela io questa sera!- mugugnò Martin.
- Dio, ma sei terribile.-
ridacchiò Archie - Pensa a Belinda, dai!-
- Volete ridere davvero?- sussurrò
Bruce, malizioso - Sapete con chi si presenta la McAdams?-
- Mister America?-
frecciò Stanford.
- No, Bart Owin. Il vice direttore della Gazzetta di
Hogwarts.-
- Quel bellone?- Archie scosse il capo - E' un rompiballe. È
peggio di Flanagan.-
- Se stanno sempre insieme un motivo ci sarà
no?-
Tutte quelle chiacchiere portarono i pensieri di Tom molto
lontano.
Come avrebbe voluto tornarsene in camera. Come avrebbe voluto andare
semplicemente da Draco, a mezzanotte, per fargli gli auguri dei suoi ventotto
anni, anche se sicuramente alla torre avrebbe trovato un'orgia.
E invece era
infognato in quella festa orribile, che sarebbe stata fastosa e piena di gente
leggera, sorridente.
Il suo ultimo Capodanno.
- Oh, eccovi
qua!-
Tom si risvegliò quando la Mcgranitt si piazzò di fronte al suo naso,
guardandolo con aria severa.
- Signor Riddle, cos'è questa storia?-
- Mi
ha detto lei di presentarmi, se l'è scordato?- le rispose, con vocetta
ossequiosa.
- Me lo ricordo bene.- squittì la professoressa, guardando il suo
abbigliamento con occhio critico - Ma la casa di Grifondoro si è sempre distinta
per eleganza e tu non puoi andare in giro conciato in quel modo. Cos'hai fatto
alla testa?- sbottò poi, tirandogli via il cerotto con uno strappo secco,
facendogli mozzare il fiato per il male - Guarda qua che roba! Oh, per l'amor
del cielo! Avanti, infilati la camicia nei pantaloni e...-
- Non metterò
nessuna cravatta!- scandì - Questo mai!-
- Come ti pare.- sospirò la
Mcgranitt, alzando le mani al cielo - Fa come vuoi, signor Riddle! Spero avrai
un'accompagnatrice e saprai danzare.-
- E' scritto sulle regole del ballo?-
frecciò.
- Misantropo.- mugugnò la professoressa fra i denti,
andandosene.
- Ahah, hai sentito che ti ha detto?- ghignò Martin.
- Al
diavolo.-
Qualche minuto più tardi, dalla scalinata dei sotterranei, si
rovesciarono nel salone d'ingresso tutte le coppie di Serpeverde e
Tassorosso.
Alderton se ne andava in giro con Cordelia Chilton, più scollata
che mai mentre Hillis girava con un'oca del quarto anno, che sembrava più una
scimmia vestita a festa.
Le serpi fecero le loro solite battute acide, ma gli
ultimi ad arrivare mozzarono il fiato ai rappresentati dell'altro
sesso.
Damon Howthorne, bisogna dirlo, faceva sempre una fantastica figura in
abito elegante e tutte si girarono a guardarlo, ma Tom rimase piacevolmente
senza fiato quando vide Trix, al suo braccio.
Fasciata nell'abito di taffetà
color sangue, che la faceva sembrare una sirena, era magnifica.
Una dea fra
le donne comuni.
I capelli raccolti e le labbra tinte di rosso intenso, era
la più bella di tutte.
- OH-MIO-DIO.- dissero tutti i grifoni praticamente in
coro.
- Già.- sussurrò Tom, quando Beatrix si fermò davanti a lui.
- Ciao
Tom.- gli sorrise, con espressione maliziosa - Pronto?-
- No. E tu?-
-
No.- ammise, guardandolo con ammirazione - Stai bene quasi quanto Damon.-
-
Che hai fatto all'occhio?- gli chiese il Legimors, ghignando - E la camicia?
Dove credi di andare?-
- Sembri in gigolò.- gli rispose Riddle sarcastico,
ficcandosi le mani in tasca.
- E tu no?- ironizzò il Serpeverde - La
duchessa?-
- Arriverà.- balbettò Tom.
Non era mai stato così ansioso. Ed
era assurdo, erano solo amici.
Non era un appuntamento vero il loro.
- Hai
la faccia da pesce lesso.- Damon gli dette una pacca, alzando il viso sulla
scala alle loro spalle - E adesso come minimo ti scoppieranno le coronarie.
Girati.-
Oh si.
Quel ricordo sarebbe stato sempre uno dei più belli della
sua vita.
Un ricordo che gli avrebbe rischiato anche le notti più buie, le
notti più fredde e sole.
Scendeva lenta, passo dopo passo, guardando solo e
unicamente lui.
Gli occhi negli occhi, l'incedere di una regina, com'era
sempre stato di Angelica Claire King.
Con un abito nero, legato dietro al
collo che le lasciava braccia e spalle nude. Uno spacco leggero sulla gamba
sinistra, la schiena coperta di piccoli brillantini. I capelli ricci sciolti
sulle spalle.
Quando arrivò da lui, senza degnare di uno sguardo nessun
altro, piegò le labbra lucide in un leggero ma significativo sorriso.
-
Ciao.- gli disse, a bassa voce.
- Ciao.- mormorò lui, letteralmente
soggiogato - Sei...sei bellissima.-
Cloe arrossì lievemente, abbassando
appena il capo - Grazie. Anche tu stai benissimo.-
La musica dalla Sala
Grande addobbata arrivò alle loro orecchie, rompendo l'incanto.
- Andiamo?-
propose Sedwigh, dando una gomitata nella schiena a Riddle.
- Eh? Cosa?
Ah...si, andiamo.- e con l'innata eleganza dei Black porse il braccio a Cloe,
mentre tutti si avviavano.
Indietro invece, Beatrix e Damon si scambiarono
un'occhiata.
- Ultima chiamata.- le disse il Legimors - Se entro domani non
si sono mossi, io avviso Tom e tu la duchessa.-
- Ok.- e gli strinse la mano
- E non bariamo.-
- C'è poco da barare.- ghignò perfidamente Howthorne, gli
occhi celesti brillanti di malizia - Credo che questa notte si smuoverà davvero
qualcosa. Se va tutto bene, stavolta avremo risolto i nostri giochi.-
Dal
cielo incantato della Sala Grande, piovevano stelle dorate e argentate che
accarezzavano dolcemente le spalle di chi danzava. La musica era allegra, a
volte lenta, a volte scatenata.
E il soffitto era terso, pieno di astri
brillanti.
Rametti di vischio erano appesi qua e là, i divani delle case
sparsi ai quattro angoli della sala.
I buffet erano ricolmi e i professori
erano meno vigili del solito.
Quando metà della scuola aveva visto Tom e Trix
scendere nel salone, c'era mancato poco che molte mascelle scivolassero a terra,
per lo sbigottimento.
In quella folla fu facile per loro due andare subito a
prendersi qualcosa di alcolico da mandare giù e dalla postazione angolare del
buffet, era più semplice passare inosservati anche se era quasi impossibile non
notare due che spiccavano così tanto come loro. Ci andarono giù pesante col
ponch mescolato a frutta e alcool, disgustati da tutto quello scenario. Non che
non fosse stata organizzata bene, figurarsi, ma...
Sembrava in poche parole
che stessero mandando giù del veleno.
- Potreste cercare di avere un'aria più
socievole?- sibilò Piton, arrivando alle loro spalle come un avvoltoio.
-
Salve prof.- dissero in coro, sorridendo falsamente - Ma certo. Scoppiamo di
gioia per il nuovo anno.-
Piton sollevò un angolo della bocca in una smorfia
esasperato, dopo di che andò via scuotendo la testa.
Tom si portò il
bicchiere tondo alle labbra, osservando distrattamente quella massa colorata di
abiti da sera, le stoffe costose, la pioggia surreale di stelle dorate, le
candele e le fiaccole che ardevano gioiose.
Le coppie si muovevano come
girandole.
Viste dall'alto, dovevano essere come trottole.
Spostò gli
occhi a sinistra, vedendo Cloe ridere al riverbero delle fiamme insieme a
Sedwigh e Martin.
Era di schiena e Tom le vide il tatuaggio sulla nuca.
Quello che avevano fatto tutti insieme ad Amsterdam.
Un grifone alato che
ruggiva, con le iridi blu.
- Chissà perché.-
- Chissà perché cosa?-
gli chiese Beatrix.
- Gli occhi del grifone di Claire. Mi chiedevo perché
fossero azzurri.-
Trix roteò le pupille, nascoste dalle lenti rosse,
rituffando il naso nel ponch.
- Forse perché chi le piace ha gli occhi blu,
non azzurri.-
- Ah.-
Riddle non ci aveva pensato. Si, poteva
essere.
Sedwigh però aveva gli occhi fra il verde e il marrone. Martin molto
scuri.
Che situazione assurda, dannazione!
Fortunatamente arrivò Tristan,
che aveva mollato Lumacorno e il suo codazzo del Lumaclub usando chissà che
magia. L'Auror era sinceramente divertito dai loro musi lunghi. Mai visti due
studenti tanto ingufati per una punizione così normale, viste le naturali
predisposizioni dei diciassettenni. Quei due però di normale non avevano proprio
niente.
- Ehi, corvacci.- li apostrofò - Che aria da cadavere. Dai, se
iniziate il nuovo anno in questo modo vi porterà male. E poi dobbiamo anche far
ubriacare Draco, su. Un po' di vita.-
- Questa festa è una tortura.- mugugnò
Tom, serafico - Vado in giardino a prendere aria.-
- Mamma mia.- ghignò Mckay
- Decisamente non è tipo da baccanali.-
- Non lo è mai stato.- Trix levò le
spalle, osservando il prof tutto elegante - Ehi, me lo concedi un ballo
Tristan?-
- Poi dovrò ballare con tutto il resto delle tue compagne.-
-
Oh, puoi anche farlo questo sforzo per me, non credi?- tubò lei soave - Prima
che vada a buttarmi dalla torre.-
- D'accordo, d'accordo.-
Dal divano dei
Serpeverde, Damon incontrò la coppia ballare fra tutte le altre.
Decisamente
Beatrix quella notte aveva fatto strage di cuori, soltanto sbattendo le
ciglia.
Impossibile non sciogliersi in effetti. La bellezza di un vampiro era
pur sempre la bellezza di un vampiro.
- La tua dama ti ha lasciato per
caso?-
Howthorne sogghignò, prendendo il calice di leggero champagne che gli
aveva porto Asteria.
La McAdams avvolta in un abito lungo rosa scuro, con
intarsi di pizzo color perla e spalline sottili, si sedette accanto a lui,
accavallando le gambe denudate da uno spacco profondo.
I capelli raccolti le
ricadevano in boccoli lungo il collo. Le mesches e il trucco dorato le davano
gli stessi bagliori delle stelle che cadevano dal soffitto.
- Dov'è il tuo
cavaliere?- le chiese, sorseggiando lentamente il liquido color miele.
- Bart
sta parlando con quelli della Gazzetta. È mortalmente noioso fuori dal
letto.-
- Immagino.- frecciò il Legimors.
Lei si stiracchiò languida,
osservando le altre coppie danzare.
- Il prof e Beatrix stanno bene insieme.
Peccato non ci sia Lady Lancaster.-
- Non l'hai vista? Era in giro all'ora di
cena. Cerca Harry Potter e la vedrai con lui.-
Asteria sembrò molto
interessata - Farò il possibile. Grazie per la dritta.-
Merlino e Morgana,
era veramente una promettente sanguisuga. Una bella arrivista che sapeva il
fatto suo.
Se non altro per il momento aveva lasciato perdere lui e
Tom.
Cercò il suo migliore amico fra la folla, ma non vedendolo decise di
andare a cercarlo. Chissà che non fosse andato a cercarsi un cappio per porre
fine alle sue sofferenze.
Passando di gruppo in gruppo trovò un bel po' di
facce note e già mezze ubriache.
Matt Rogers era già sul barcollante ma
almeno era riuscito a strappare un ballo a Trix, ma solo dopo che avesse
finito con Tristan. Flanagan andava in giro con Regina Farrell delle Grazie
appesa al collo, più svestita che mai e Albert Johnson, il Presidente del
Comitato Studentesco, era praticamente già sbronzo e quando era in preda al coma
etilico stranamente era sempre pervaso dall'impulso di svestirsi.
Quando
trovò Tom però, sotto l'arcata del giardino pieno di neve, vide che non era
solo.
Fece retro marcia, lasciando al suo amico insieme a sua madre.
Peccato che ci fosse anche qualcun'altra che cercava Riddle.
Rimesso
piede in sala, gli arrivò Cloe addosso. Voleva sapere dov'era Tom e riuscire
almeno una volta a strappargli due parole in tutta la serata, oppure un
ballo.
Tempo perso, quando le disse che era con Lucilla, la Sensistrega tirò
almeno un sospiro di sollievo.
Claire aveva tenuto d'occhio la McAdams tutta
la sera e solo un cieco non si sarebbe accorto di come si era rimessa a puntare
Riddle come un cane da caccia.
- Calmati.- le disse Howthorne, riportandola
dal loro gruppo - Vedrai che finirà come l'altra volta.-
- Ovvero con lei che
lo bacia.- sibilò la biondina mestamente.
- Ma smettila.-
- Oh, ragazzi.-
li accolse Mary J. Lewis - Dov'eravate?-
- Cloe devi tenerci una puntata.-
ghignò Martin, passandole un braccio attorno alla spalla - Abbiamo scommesso che
entro la serata qualcuno farà una piazzata al suo compagno davanti a tutti. Ci
stai?-
- Ne avete di soldi di buttare in stronzate.- sentenziò la biondina,
con un sospiro.
- Ci stai?- chiese Matt al Legimors.
- Si, direi di si.-
ghignò Damon guardando lontano, vedendo Tom tornare in sala con aria stravolta -
Diciamo che a mezzanotte e mezza qualcuno farà una bella piazzata.-
- Non
dovresti neanche giocare.- sentenziò Patience Hogs, guardandolo storto - Hai
visto qualcosa, vero?-
- Segreto professionale.-
- Ma per favore.-
- Oh
ma Trix quando finisce di ballare?- piagnucolò intanto Matt - Ok che il prof è
il prof ma...-
- Almeno da Tristan arrivano meno indecenze.- fece Cloe
sarcastica, levandosi il braccio di Martin dalla schiena, vedendo Tom andare a
prendersi altro da bere. Dio, non era ancora riuscita nemmeno a parlare un po'
con lui.
Sembrava così scontroso a vederlo in quel momento.
Torturandosi
le mani si mosse lentamente, decisa a raggiungerlo. Quando gli fu vicino vide
un'espressione corrucciata e nervosa sul suo bel viso.
- Tutto bene?-
l'apostrofò timidamente.
Tom sollevò la faccia, stirando un sorriso un po'
finto.
- Si, tutto bene. Ero fuori con Lucilla.-
- E' successo qualcosa?
Qualche problema?-
- No, no.- disse, a bassa voce - Va tutto benissimo. Come
va la festa?-
Cloe inclinò il capo, guardando la sala - E' la più bella che
abbia mai visto da che sono qua, devo ammetterlo. Il Comitato e Juliette hanno
fatto un ottimo lavoro. Allora...- e lo guardò maliziosa - Nessuna ti ha ancora
fermato per farti delle avances? Neanche un ballo?-
- No, niente. La mia
nuvoletta nera deve aver tenuto alla larga le pretendenti.-
- Eppure Trix mi
ha detto che sai ballare. Mi ha detto anche che le hai insegnato il
valzer.-
- Prima che mi uccidessi contro una porta.- ghignò, indicandole il
sopracciglio - Sembro Scarface vero?-
- Diciamo che ti dà un'aria da cattivo
molto intrigante.-
Lui scosse la testa, ridacchiando - Carina questa. Oh,
guarda...- aggiunse poi, rabbuiandosi - C'è Martin che ti cerca.-
Cloe colse
una strana vena acida, ma la ignorò.
- Non importa, la sua ragazza è peggio
di una mantide religiosa. Se ti invito a ballare mi fulmini sul
posto?-
Dandole l'impressione di essere Psyco, cambiò di nuovo umore. Le
sorrise e posò il bicchiere vuoto.
- Non farmi passare per l'orco
cattivo.-
- Non hai risposto.-
Tom guardò allora verso la pista ingombra -
Se ti dicessi che ballerei volentieri con te in qualunque altro posto?-
Il
cuore della King fece una leggera capriola.
- Mi sento a disagio qui.- ammise
lui, con una smorfia - Ti spiace?-
Lei allora scosse il capo, i riccioli le
ricaddero dolcemente sulle gote - No, va bene.-
- Promesso, giuro.- le
mormorò - Ti va bene in camera?-
- Non sarà romantico come qui...- sospirò
con aria teatrale - Ma me la farò andare bene.-
- Guarda.- Tom le indicò
Maggie Clark alle sue spalle - E' iniziato il fiume di lacrime. Lot deve averla
scaricata.-
- Sarà meglio che vada a vedere come sta. Non sparire, ok?-
-
Tranquilla.-
Ma come un gioco assurdo, andata via Cloe arrivò Trix.
Leggermente rossa in viso dopo aver ballato tanto con Tristan, si versò dello
champagne, anche se il sapore non le piaceva particolarmente.
- Tutto
ok?-
- No, non molto.- ammise la Diurna - Mc mi ha fatto una bella
paternale.-
- Su cosa?- allibì Riddle corrucciato.
Su cosa?
Semplice. Su come ma avesse quasi ucciso Milo. Si, Tristan se n'era
accorto.
Parlare non era stato facile, anzi. Era stato assolutamente penoso.
Il modo in cui Mckay l'aveva capita l'aveva fatta sentire ancora più in colpa.
Non era assoluzione quello che cercava lei, se n'era accorta solo parlando con
Tristan.
Non voleva il perdono di Milo. Forse non voleva più neanche
lui.
Forse quella ferita non era possibile che si rimarginasse.
- Facciamo
un bel gioco.- le propose Tom, vedendola talmente malinconica - Mancano dieci a
mezzanotte. La nostra punizione l'abbiamo praticamente terminata. Dove vorresti
essere adesso?-
Trix sollevò le sopracciglia.
Pensò a Milo. E
poi...alla cosa più sbagliata che avrebbe potuto fare in un momento
simile.
- Bhè...vorrei andare da una persona ma non sarebbe una cosa
saggia.-
- E chi l'ha detto che la cosa saggia sia la più giusta da fare in
questo momento?- le disse, sorridendo - Non pensare a scelte giuste o sbagliate.
Pensala solo come una scelta.-
Beatrix tacque. Un attimo dopo il pendolo di
Hogwarts iniziò a battere i rintocchi finali di quell'anno.
Si, forse non era
poi una scelta così sbagliata. Doveva dare un taglio netto alla storia con Milo.
Almeno per il momento.
Senza una parola afferrò una bottiglia intera di
champagne e stampò un grosso bacio sulla guancia a Tom, facendogli gli auguri.
Correndo in mezzo al salone fece lo stesso con Cloe ma senza darle
spiegazioni.
Quando si fermò da Damon, baciando pure lui, si limitò a dirgli
che doveva festeggiare con una persona improbabile.
E se anche quella persona
non era Milo, pensò Trix scendendo nei sotterranei di Serpeverde, forse un
giorno quella storia fra loro due sarebbe ricominciata. Ma non era destino, in
quel frangente.
Quando aprì la porta della sua stanza, sogghignò
brevemente.
Vi si appoggiò dopo averla chiusa e sollevò la bottiglia,
dondolandola leggermente.
E Asher Greyback scosse il capo, come conscio che
si erano avvicinati troppo al fuoco.
- Dove diavolo è andata
così di fretta?- bofonchiò Madeline stranita.
- Che ne so.- ammise Howthorne
sconcertato, a cinque secondi dalla mezzanotte - Gente qua è il caso che
prendiamo i bicchieri prima che scocchi l'ora.-
Stavano tutti pronti a
stappare le bottiglie e a festeggiare per il nuovo anno quando Damon, gli occhi
celesti fissi al soffitto coperto di stelle dorate, vide qualcosa.
Fu un
flash vago, lungo come un battito del cuore.
Eppure...
Aveva visto se
stesso e Tom, in una giornata di sole. Davanti a una carrozza.
Si stavano
abbracciando.
Tom aveva gli occhi lucidi.
- Tutto bene?- gli chiese
Riddle, scuotendolo - Ehi Damon! Ci sei? Hai avuto una visione?-
- Cosa?
No...- disse l'altro in un soffio, scacciando quel ricordo dalla mente - No,
nulla. Lascia perdere, stavo pensando ad altro.- ma non finì di dirlo che
accadde di nuovo un altro incidente di percorso, forse...un segno del
destino.
Tutti avevano formato dei gruppetti ma un certo punto sentirono il
suono di uno schiaffo poco lontano.
Si volsero fra le risate delle coppie e
videro Neely Montgomery rifilare un ceffone al suo accompagnatore, Fred Arper di
Tassorosso, settimo anno. La sua fama non era buona ma doveva averla fatta
arrabbiare da morire perché Neely gli girò le spalle, per andarsene. Lui le
corse dietro e inevitabilmente andò a finire che i soliti, tipo Matt e Tobey, si
misero in mezzo per aiutare la loro amica.
Quando poi quello divenne
violento, Tom gli rovesciò elegantemente il suo bicchiere in faccia e Damon, per
difendere anche Riddle che era meglio non facesse più a botte con nessuno, stese
Arper contro il buffet facendogli lo sgambetto.
Insomma, fu un tale casino
che alla fine a mezzanotte fra abbracci e baci vari, insieme a tutto lo spumante
schizzato qua e là, volò anche qualche pugno di troppo.
E Damon, finita la
rissa, si ritrovò seduto sul divano di Corvonero con del ghiaccio sullo zigomo
destro.
Era Neely a tenergli il panno ricolmo di ghiaccio sul gonfiore e
doveva ammettere che non era mai stata così attraente ai suoi occhi.
Specialmente in quel vestito di voile lilla.
- Buon Anno Howthorne.- gli
sussurrò ridendo - Fare il principe azzurro però comporta questi
inconvenienti.-
- Occhi di Fuoco, dovresti sceglierti meglio il
ragazzo.-
- Ma Arper non è il mio ragazzo.- Neely emise un gemito divertito -
E' un modo come un altro per chiedermi qualcosa signor Veggente? Credevo che a
te non sfuggisse nulla.-
- Un pugno me lo sono preso però.-
- Se non altro
hai salvato Tom da altri traumi.-
- Già.- le prese la mano, vedendola
trattenere il fiato, per poi togliersi il panno dallo zigomo.
- Com'è?- le
chiese, dolente.
La Corvonero tacque, fissandolo a lungo. Poi senza neanche
rendersene conto si piegò e gli baciò la parte arrossata.
Damon rimase fermo,
senza staccare gli occhi dai suoi - Per cos'era?-
- Perché non so per quale
strana e complicata ragione ma...- Neely rise, passandosi indietro una ciocca di
capelli biondi e liscissimi - ...tu mi piaci.-
Dio, una persona
sincera.
Incredibile che alla fine Occhi di Fuoco avesse vuotato il sacco
prima di lui.
E ora che se ne accorgeva...Occhi di Fuoco aveva occupato la
sua mente così tanto spesso di recente.
Che idiota. Si era comportato anche
peggio di Tom e Cloe.
Da lontano, dalla colonna opposta dell'angolo di
Grifondoro, Riddle vide quella scena e dopo poco una fuga in gran carriera.
Accidenti, che classe infinita. Non aveva mai visto il suo migliore amico tanto
preso, con quell'aria da spiritato e gli occhioni adoranti.
Complimenti a
Claire, che ancora una volta ci aveva azzeccato.
Così era sparita Trix,
chissà con chi, se n'era andato Damon, in compagnia di Neely e...l'ultima parte
rimasta del quartetto dov'era finita? La King non era ragazza da imboscarsi e
infatti la vide in un angolo, a parlare con Sedwigh. Non stavano facendo nulla.
Parlavano e basta ma Tom, stizzito, guardò altrove, sentendo la gelosia per
quello che era. Un mostro verde che gli divorava il cuore e la
pancia.
Dannazione, di quel passo sarebbe impazzato o, peggio ancora, avrebbe
fatto un'altra bella figuraccia, come all'asta di beneficienza! Si cacciò le
mani in tasca, cercando le sigarette che gli aveva lasciato Trix ma appena tirò
fuori anche l'accendino, odiava usare la bacchetta per fare del
fuoco, venne afferrato saldamente e trascinato in mezzo alla pista. Era
talmente sdegnato che davanti al sorriso melenso ma freddo di Asteria McAdams
non ebbe la forza di risponderle come avrebbe dovuto.
Lei gli prese la
sigaretta dalle labbra e se la gettò alle spalle, cingendogli il collo con
espressione possessiva.
- Ciao Tom. Parliamo finalmente?-
- Di cosa?-
replicò altero.
- Di come ho esagerato quella sera. Non dovevo baciarti,
scusami.- peccato che dal suo tono si capisse che non fosse affatto dispiaciuta,
ma solo ferita nell'orgoglio per essere stata rifiutata.
- Mi perdoni?- lo
incalzò.
- T'importa?-
- Tu mi attrai Tom.- gli disse senza tanti giri di
parole - Non è solo per la scommessa, te l'ho detto.-
- C'è un problema nella
tua giustissima visione delle cose.- rispose, freddo come il ghiaccio - Io non
provo quello che provi tu. E non ho neanche voglia di ballare.-
- Abbiamo
cominciato col piede sbagliato.-
- Probabile.- e si sciolse dalla sua presa,
facendola irrigidire - Ora scusami ma ne ho basta di questa festa. Buon Anno.- e
tirò dritto verso l'ingresso della Sala Grande. Accidenti, accidenti a quella
stupida scozzese che credeva di poter manovrare tutti come burattini. Cominciava
davvero ad averla in antipatia! Aveva sempre creduto che fosse solo molto
traumatizzata dalla morte dei suoi amici...invece scopriva che era solo viziata
e arrogante. Non era proprio niente in confronto alla sua Claire...che trovò,
basito, in fondo alla porta dell'ingresso.
Con un fazzoletto non stava più
asciugando le lacrime a Maggie. Anzi. Era lei ad avere gli occhi vitrei.
-
Che succede?- le chiese preoccupato.
Quando si girò a guardarlo in faccia,
Tom ebbe come l'impressione di vederla per la prima volta.
Scarmigliata, il
volto congestionato dalle lacrime...eppure non gli era mai apparsa così vera,
così...donna e adulta da quando si conoscevano. E vederla piangere, lo capì solo
in quel momento, lo uccideva.
Fece per alzare la mano e toccarla ma lei si
scostò, ridendo acidamente.
- Ti sei divertito a ballare?-
- Cosa?-
replicò allibito, mentre arrivava Madeline a portare via Maggie e tutti gli
altri, per lasciarsi soli. Chissà come, ma sembrava si fosse formata una
tensione fortissima, impossibile da tagliare anche con un'accetta.
- Il
ballo. Con la McAdams. Ti sei divertito?- gli chiese di nuovo, pulendosi gli
occhi senza gran successo.
- Claire...mi ha tirato lei...- balbettò, senza
capire tutto quell'astio - Mi ha preso per mano all'improvviso, non me ne sono
neanche accorto. Davvero. Ha fatto tutto...-
- Lei vero?- finì la King per
lui, scuotendo la testa - Anche quando ti ha baciato. Fa sempre tutto da sola
quella. Ti bacia e lo fa da sola, ti trascina a ballare contro voglia, magari
alla fine della serata si approfitterà bassamente di te portandoti a letto. Che
dici?-
- Ma si può sapere di cosa stai parlando?- Tom non riusciva a
crederci. Non si era aspettato una tale scenata di gelosia e non sapeva
minimamente come comportarsi - Claire te l'ho già detto. Quella non la
sopporto.-
- Si, come no.- replicò ferita e fece per dargli le spalle, per
andarsene via e non vedere più quella sua faccia innocente quando qualcosa
esplose anche in Tom.
Rabbia forse. E tanta gelosia.
- Punti il
dito su di me Claire?- le disse gelido, facendola voltare con gli occhi ancora
colmi di lacrime - Punti il dito su di me quando ti sei fatta i comodi tuoi
tutta la sera con Sedwigh e Martin? Non sei mai stata ipocrita in vita tua ma
questa sera le stai veramente superando tutte.-
- Io sarei un'ipocrita?-
sbottò furibonda - Si vede lontano un miglio che le lasci fare tutto quello che
le pare!-
- Ok. Punto numero uno, io qua non ci volevo neanche venire, punto
secondo se non te ne fossi andata quando mi ha baciato quella notte, avresti
visto che me la sono levata di dosso in un secondo!- replicò sempre più
incollerito - Non capisco da cosa ti è uscita l'idea che quella possa anche solo
lontanamente piacermi! Non sono un bambolotto cazzo, sono capace di dire di no
una persona e questa sera l'ho fatto con Asteria per la seconda volta. Se c'è
qualcuno confuso fra noi due non sono di certo io.- e lasciandola a bocca aperta
filò fuori dal corridoio, verso lo scalone. Fece un paio di gradini, incurante
delle coppie e degli studenti che erano fermi lì a chiacchierare ma poi dovette
fermarsi.
La Sensistrega gli era corsa dietro, i lembi dell'abito nero fra le
mani.
- Io sarei confusa?- gli gridò dietro, col cuore a pezzi e stando
sempre più male - Non capisci niente Tom! Non hai mai capito un accidente di
me!-
- A questo punto lo credo anche io.- sibilò sprezzante il Grifondoro
-...Visto che non ho ancora capito se l'idiota che ti piace è Sedwigh o Martin.
Ma ormai non ha più importanza. Mi hai usato come specchietto per le allodole
tutta la sera, ritieniti soddisfatta. Se dovevi farli ingelosire ci sei
riuscita.-
- Sei veramente uno stupido pezzo di ghiaccio!- gli strillò
sconvolta, senza quasi vederlo le lacrime che le offuscavano la vista - Quando
te l'ho chiesto volevo davvero venirci con te al ballo!-
Tom la fissò. Ora,
dall'alto dello scalone, sopra di lei...si che sembrava davvero un impietoso
principe.
Un Riddle.
Sorrise amaramente, scuotendo il capo.
-
Lascia perdere Claire. Sul serio.- finì, crudele e facendosi male da solo - Sono
stufo di questa storia. Come sono stufo della tua tresca con uno di quei due.
Sai che ti dico? Sposatelo, chiunque sia quel bastardo e facci una ventina di
marmocchi fuori di testa come voi due. Buonanotte!-
Le dava le spalle.
Continuava a salire.
Se ne andava.
Chissà perché quando si sta
per perdere tutto, si getta al vento anche l'orgoglio, anche la paura, la
speranza.
Cloe risollevò gli occhi nocciola, odio e amore che si mescolavano
dentro di lei in una miscela più potente di qualsiasi altra cosa.
Stavolta
non lo lasciava andare.
Stavolta era ora.
- Allora dovrei sposare te,
Tom.-
Riddle si fermò, voltandosi appena sopra la spalla.
- Che stai
dicendo?-
I suoi occhi blu ora erano venati di ansia. E qualcosa, come se
avesse capito dopo tanto tempo, gli azzannò la gola. Qualcosa gli urlò la verità
che si era negato ancora prima che lei parlasse. Che gli urlasse la verità.
-
Possibile che non l'hai mai capito?- la voce della King tremava, frammentata da
gemiti - Non hai mai capito niente, Tom Riddle! Tu non capisci un bel niente!
Non è Martin, non è neanche Sedwigh! Avrei potuto urlartelo giorno e notte in
questi anni ma tu non mi avresti capita comunque!-
Claire serrò i pugni,
piantandosi le unghie nel palmo delle mano.
- Sono innamorata di te Tom, Dio
Santo!- gli gridò, con le lacrime che continuavano a scorrere - Amo te,
maledettissimo egoista! Non me ne frega niente di Sedwigh e Martin! L'unico di
cui mi è sempre importato qualcosa sei tu, è per questo che con Philip è andata
male. Perché pensavo a te giorno e notte!-
E poi tacque.
Era sparita la
musica, erano sparite le luci, le candele, le stelle cadenti.
Restarono fermi
su quello scalone, lui là in piedi. E lei giù all'inferno.
Tom non disse una
sola parola, gli occhi sbarrati e con la paura in corpo.
Già. La
paura.
Non l'aveva mai ammesso ma se quel suo sogno si fosse mai realizzato,
avrebbe anche dovuto un giorno distruggerlo.
E ora il sogno si era
realizzato.
Quella notte fra loro due non fu più detto altro.
Perché Tom
andò via e Cloe si portò le mani alla gola, senza più riuscire ad alzare il
viso.
Aveva acceso una fiamma.
Ora spettava a lui mantenerla in vita.
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