Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: hugmeidols    07/10/2012    2 recensioni
"Cosa stai facendo?!" la voce si avvicinava sempre di più "Niente, mi sto divertendo con la mia ragazza" rispose "Non penso che a lei piaccia la cosa e, se devo dirla tutta non credo nemmeno che lei sia la tua ragazza" Beth smise di urlare e riprese a piangere, non aveva mai pianto tanto in vita sua "Cosa vuoi?" disse con far serio il ragazzo "Lasciala andare, o mi costringi a farti male" il ragazzo rise "Non credo proprio voglio divertirmi" così dicendo si girò verso Beth e fece per riprendere ciò che aveva cominciato quando gli arrivò un pugno in pieno volto che lo fece cadere a terra "Che cazzo fai?!" disse il ragazzo rialzandosi da terra "Ti avevo detto che ti avrei fatto male, adesso vattene" Beth rimase immobile, sembrava che le sue preghiere si fossero avverate e scivolò sul muro fino ad arrivare a sedersi a terra asciugandosi le lacrime "Io non me ne vado, levati dai coglioni" fece per tirargli un pugno ma il ragazzo lo scansò per pochissimo, per poi tirargli un altro pugno sullo stomaco e una gomitata sul naso facendolo finire a terra fra i cassonetti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: PWP
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 





Un forte profumo di limone riempì i polmoni di Beth facendola svegliare.Si era addormentata con la giacca addosso, giacca che, non era nemmeno sua a dir la verità.
Aprì gli occhi lentamente e si passò una mano fra i capelli grattandosi lentamente tempia per poi mettersi a sedere sul letto cercando di aprire del tutto gli occhi, cosa che non le era mai riuscita molto bene.
Sbadigliò e si buttò a peso morto all'indietro per poi dare un occhiata alla sveglia sul comodino accanto al letto.
Segnava le "02:48 pm", segno che, aveva dormito più del dovuto e che adesso era in pieno ritardo.
Si alzò di scatto e inciampando in alcuni scatoloni sparsi per casa, scatoloni che doveva riempire entro le tre del pomeriggio poiché il camion dei trasclochi sarebbe arrivato da lì a poco, si fiondò in bagno e cercò di darsi una sistemata.
Si fece una doccia lampo e si rimise i vestiti con i quali era andata a dormire poiché tutti i suoi vestiti erano stati messi nelle valigie che doveva portarsi quindi, per non rimanere in mutande avrebbe dovuto rimettersi tutto ciò che si era trovata addosso compresa la giacca di "mr.pucci pucci".
Cominciò a scaraventare tutto negli scatoloni senza pensarci due volte, ruppe anche tantissime cose, ma se ne fregava giustificandosi con frasi tipo "tanto poi lo ricompro" o "nemmeno mi piaceva" quando anche le sapeva che non era così.
Alle tre spaccate l'uomo dei traslochi suonò al citofono di Beth che, mentre cercava di chiudere l'ultimo scatolone urlò "Un attimo!!" per poi fiondarsi ad aprire.
"Buon giorno" disse accogliendolo dentro quella che definiva "casa" ma che in realtà era un monolocale piccolissimo nel quale era stata costretta a vivere per un anno interno mentre cercava di racimolare abbastanza soldi per cambiare casa e quartiere perché quello in cui viveva, non era proprio adatto ad una diociottenne straniera, sola e anche abbastanza bella.
Per fortuna, se così si può dire, non le era mai capitata una cosa come quella della sera precedente eppure, era già stata fuori casa, da sola, fino a tardi perciò non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere, ma era successo.
Comunque Beth si era imposta di non ricordare nulla di ciò che fosse successo la sera prima, a parte il ragazzo che l'aveva aiutata e al quale avrebbe dovuto restituire la giacca, prima o poi.
Mentre Beth era immersa nei suoi pensieri, l'uomo aveva già svuotato casa, effettivamente non è che avesse poi così tanta roba dentro casa.
Aveva giusto un salottino con due divani e una parete attrezzata, la cucina con il tavolo e le sedie e il frigo e la camera da letto con l'armadio, i due comodini e il letto matrimoniale, ma lei aveva già in mente di comprare altra roba, aveva soldi a sufficienza.
Beth lavorava in un negozio di dischi, l'aveva ereditato dal padre, il più grande e rifornito negozio di dischi di tutta Londra eppure, quando suo padre se n'era andato aveva ereditato solo una lunghissima lista di debiti che era stata costretta a pagare con i risparmi del negozio e i soldi ricevuti dopo aver venduto la precedente casa in cui viveva con suo padre, compresi tutti i mobili tranne quelli che aveva tenuto per se.
Perciò era stata costretta ad andare a vivere in un posto squallido, in un monolocale che cadeva a pezzi ed era stata costretta a chiudere moltissime cose, tra le quali altri mobili che aveva nella casa precedente, in una garage un po' più lontano da dove abitava lei perciò prima di arrivare al nuovo appartamento sarebbe dovuta passare anche da lì.
Però una cosa positiva c'era: avrebbe potuto rimettere dentro casa tutti i suoi dischi che aveva lasciato al negozio a causa del poco spazio, quella diciamo, era la cosa che la rendeva più felice.
Ovviamente essendo cresciuta con un musicista e avendo passato tutta la vita dentro un negozio di dischi, il bagaglio culturale musicale di Beth era abbastanza ampio e lei, di questo, se ne vantava e non poco.
Suo padre comunque, essendo un musicista anche abbastanza bravo, aveva influito e non poco sulle conoscenze musicali di Beth insegnandole anche, tra un concerto e l'altro a suonare la chitarra, chitarra che ovviamente Beth teneva al negozio in una teca poiché dopo la morte di suo padre quella era rimasta l'unica cosa che la legava a lui.
Di sua madre invece non ricordava quasi nulla, a dir la verità se non avesse avuto l'album di foto non saprebbe nemmeno com'era fatta.
Beth aveva vissuto col padre sin dall'età di sei anni poiché la madre se n'era andata quando lei era ancora troppo piccola per poter ricordare, l'unica cosa che ricorda era che la sera prima si era addormentata fra le sue braccia e che invece la sera seguente aveva dormito a casa di sua cugina, quello che successe dalla sera prima fino alla sera seguente era stato rimosso dalla sua mente come se lei non volesse più ricordare.
Comunque quando Beth aveva compiuto i diciotto anni, qualche mese prima di rimanere da sola definitivamente, suo padre le aveva regalato un ciondolo a forma di chitarra con incise tre iniziali "A,M,B" ovvero: Anne, Marcus e Beth, il quale era l'unica cosa che le faceva pensare di avere ancora una famiglia e che non era mai sola davvero.
Beth diede un'ultima occhiata al "suo" monolocale, chiuse per l'ultima volta la porta e restituì le chiavi al padrone di casa per poi salire sul camion con l'uomo e dirigersi al garage dove aveva il resto della sua roba.
Pochi metri più in là c'era un edificio mal ridotto e pieno di murales.
Nel vederlo, Beth sorrise e si fiondò giù e andò ad aprire la saracinesca per poi accendere la luce e cominciare a tirare fuori tutta la roba che le apparteneva.
Aspettarono l'arrivo di un altro camion dei traslochi e quindi di altri operai e, dopo aver sistemato tutto nell'altro mezzo, partirono e si diressero verso il nuovo edificio di Beth.
Ci volle mezz'ora prima di arrivare a casa di Beth, e finalmente quell'edificio poteva davvero essere chiamato "casa", comunque adesso non era più costretta ad alzarsi alle sette per prendere la metropolitana perché si era trasferita in un posto al centro di Londra e quindi più comodo sia per il lavoro che per gli spostamenti.
Il luogo in cui Beth era andata a vivere era un quartiere abbastanza accogliente, pieno di case tutte uguali, di giardini e di alberi in fiore, uno di quei tipici quartieri dei telefilm dove vivono le famiglie felici.
Era un quartiere carino, si chiamava "Holmes Chapel" e già il nome ti dice "ei bella sei venuta nel posto più calmo di Londra" e lo sembrava anche!
Beth aiutò nuovamente gli operai a scendere le sue cose dai camion per poi pagarli e vederli andare via lasciandola da sola dopo che l'ebbero aiutata a sistemare tutto dentro.
Dopo aver lasciato gli scatoloni sul vialetto si chiuse la porta alle spalle e cominciò a mettere tutto negli appositi posti.
Cominciò dalla cucina, poi in salone mise i divani, la parete attrezzata, la tv e il tappeto, sistemò le cose nel bagno (lavatrice e oggetti personali) sistemò lo studio mettendoci la scrivania, la libreria, che avrebbe riempito col tempo, una poltrona e una lampada a stelo, poi passò al piano di sopra e mise a posto i vestiti, i libri nelle librerie, cambiò le lenzuola e sistemò per bene tutti i peluches e i souvenir che nella vecchia casa non aveva potuto sistemare per problemi di spazio, sistemò poi l'accappatoio e alcuni shampi nel bagno più grande e la camera degli ospiti, che non avrebbe avuto, la fece diventare la sua stanza della musica dove sistemò tutti i dischi, gli sterei, il jue-box, una poltrona a forma di guantone da baseball e infine ci avrebbe messo la chitarra che aveva al negozio.
Dopo tre estenuanti ore di lavoro, compreso lo spolverare e pulire tutto si fecero le cinque e Beth decise di farsi una bella doccia per poi chiudersi nella sua stanza della musica per non uscirne mai più.
Passò altre due ore nel bagno e fattesi le sette scese in cucina per vedere di preparare qualcosa di commestibile con le poche cose che l'erano rimaste.
"Allora, due pomodori, del tonno e una cipolla...mi sa che ordino una pizza" prese il cellulare e chiamò una pizzeria a caso, ordinò e poi salì ad asciugarsi.
Decise di mettersi un pantalone della tuta e una canottiera giusto per stare comoda, si asciugò i capelli e appena finì suonarono alla porta "Dev'essere il pizzaiolo" pensò fra se e se e, prendendo i soldi più la mancia scese le scale di corsa "Eccomi" si aggiustò i capelli guardandosi allo specchio che aveva appeso precedentemente per poi aprire la porta.
"Che veloci.." Beth non finì la frase, rimase qualche secondo immobile sulla soglia "Tu?" continuò stupita "Beth? Cosa ci fai qui?" una figura maschile e familiare le si presentava davanti con in mano un piatto con sopra della torta probabilmente per lei.



 



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: hugmeidols