Fumetti/Cartoni americani > Homestuck
Segui la storia  |       
Autore: destinyWeb    07/10/2012    1 recensioni
[Homestuck][Homestuck]Prima delle tre storie sugli Antenati dei dodici troll, riguardante Kankri Vantas, un giovane Mutantblood intento a cambiare le sorti del suo futuro e di un mondo marcio...
Genere: Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ancestors
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non andò come Porrim aveva temuto.
I troll muoiono tutti i giorni, sia per colpa di qualche Lusus un po' fuori dalle righe che per un capriccio di qualcuno da qualche parte in alto nella piramide dell'Hemospectrum, e per questo le altre Jadeblood non si fecero troppi problemi quando, qualche ora dopo, la loro compagna era ancora fuori.
 
Nè si fecero troppe domande quando alle ore si alternarono i giorni, poi le settimane e i mesi, fino a raggiungere le due Scansioni Solari.
Kankri cresceva tranquillo e spensierato, ma non era mai uscito una sola volta dalla Cella della madre adottiva.
Lei gli diceva sempre cose tipo "succedono cose troppo brutte per piccoli come te, là fuori", prima di indossare il velo ed uscire per cercare qualcosa da mangiare.
 
Era appoggiato ad una finestra, e guardava i piccoli Lowblood che spesso si aggiravano in quel luogo così lontano dal centro abitato. Sbuffava, chiedendosi come mai quei nanerottoli potessero girare in pace mentre lui era segregato lì dentro.
Specialmente durante il suo Wriggling Day.
 
Alzò la testa, muovendo quasi impercettibilmente le orecchiette a punta - è una sua dote. Una "magia", come diceva lui - quando udì la porta della Cella aprirsi. Porrim era tornata!
Corse a salutarla con un forte abbraccio, prima di tornare alla sua postazione. Desiderava andare laggiù a giocare come non mai. Anche solo per prendere una boccata d'aria, respirare il profumo della terra lì intorno e rotolarsi un po' nell'erba.
La Jadeblood lo guardò per un po', prima di cominciare a mettere in ordine un po' delle scorte.
"E' andata tutto bene, in città?"
"Il solito." rispose con un mezzo sorriso. Si avvicinò a lui, donandogli uno dei suoi abbracci, tanto gentili da parere eterei, guardando nella sua stessa direzione.
"La prossima volta vorrei tanto venire."
Rimasero entrambi in silenzio per un po'. Qualche secondo, nulla di più. 
Che bastò comunque a far balenare alla Midblood un'idea folle quasi quanto quella di rapire Kankri.
 
Beh, il suo ultimo piano, da lei considerato quasi suicida, non aveva avuto risvolti strani, no? ...Eccetto badare a quell'adorabile peste, ovviamente.
Porrim teneva stretta la manina di Kankri che, completamente avvolto da un mantello grigiastro che gli permetteva a malapena di scrutare i dintorni con sguardo sognante, non si faceva perdere un minimo dettaglio di quel grande centro.
C'erano tantissimi troll. Fin troppi forse, per quando gli riguardava. Di ogni età e dimensione, con corna sempre diverse e vestiti di tanti colori differenti.
La madre lo teneva stretto, come se temesse che qualcuno, non vedendolo, finisse per calpestarlo.
Era nervosa, si poteva vedere benissimo. Se qualcuno l'avesse urtato, probabilmente la loro copertura sarebbe finita, rendendo buttate al vento le due Scansioni passate a nascondersi.
 
Non aveva mai parlato a Kankri dell'Hemospectrum, nè che la sua era una situazione dannatamente pericolosa. 
Non sapeva bene perchè aveva deciso di tenergli nascosto una cosa così importante. Forse perchè temeva che, così facendo, Kankri avesse pensato che lo teneva con sè solo per pietà.
 
"Allora, ti piace?"
"Sì!" 
Kankri aveva una vocetta euforica, quasi fuori dal suo personaggio, che solitamente faceva del suo meglio per mostrarsi serio e maturo, nonostante l'età.
 
Sembrava tutto andare benissimo.
Era felice, e piano piano anche Porrim sembrava essersi calmata, quando udirono delle risate.
A pochi metri da loro si erano riuniti un bel gruppetto di troll. Alcuni ridevano, altri invece fissavano terrorizzati la scena davanti ai loro occhi.
"...Kankri..." la Jadeblood si allontanò di qualche passo, come se avesse già capito cosa gli aspettava lì davanti, ma evidentemente il Mutante sembrava incuriosito. Si svincolò dalla stretta di Porrim, facendosi spazio nel gruppetto davanti a loro nonostante i richiami della Midblood, fino ad arrivare in prima fila.
 
Uno schizzo di sangue giallognolo gli arrivò dritto in faccia.
 
Davanti a lui si era presentata una scena che probabilmente non avrebbe scordato facilmente.
Forse uno dei modi più brutali per fargli capire che il mondo che da tempo ammirava dalla finestra non era tutto rose e fiori.
 
C'erano due Highblood adulti, vestiti di nero e blu, che si divertivano a colpire e a scalciare un gruppetto di piccoli Lowblood in giallo e marrone, che a turno urlavano, piangevano, imploravano pietà.
Uno di loro insultò pesantemente uno degli aggressori, che per tutta risposta gli afferrò la testa, gettandola a terra.
Un urlo esaltato e terrorizzato salì dal pubblico.
Gli Highblood ridevano malvagiamente, mentre, di nuovo, afferravano il poveretto, ormai praticamente sul filo della morte, continuando a fargli colpire la terra con il cranio, davanti agli occhi di quelli che potevano essere i suoi amici o semplici sconosciuti che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ad ogni colpo il pubblico esultava e urlava. C'era chi chiedeva il bis, chi incoraggiava ad essere ancora più violenti e chi invece consigliava di prendere un altro Lowblood.
 
"Perchè nessuno gli chiede di fermarsi?" chiese Kankri con un filo di voce, già spezzata dai singhiozzi "Per favore. Non respira più. Basta!"
 
Ma chi poteva sentire la vocetta di un troll come lui? 
 
"Basta! Bastaaa!!"
 
Stava già per scivolargli una lacrima - una lacrima rossa accesa, che probabilmente lo avrebbe portato a far compagnia alle vittime di quel massacro insensato - quando sentì qualcuno afferrarlo per un braccio e spingerlo indietro.
In un modo o nell'altro, Porrim era riuscita a farsi strada fino a lui.
Lo strinse al petto, prendendolo in braccio, e cominciò a correre nella direzione opposta.
 
Per tutto il tragitto di ritorno, lei non faceva che darsi della stupida per non averlo fermato, per avergli permesso di vedere quell'orribile scena, per averlo fatto uscire dalla Cella senza avergli parlato di cose del genere, mentre il piccolo continuava a piangere e ad urlare, affondando il viso ormai completamente rosso per le lacrime nel seno della madre.
 
Il mondo che aveva sempre sognato non esisteva.
Quel posto non era un bel sogno dove tutti possono vivere felici.
 
Quel posto era un vero e proprio girone infernale, dal quale non sarebbe mai uscito.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Homestuck / Vai alla pagina dell'autore: destinyWeb