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Autore: _maria    07/10/2012    0 recensioni
Stava affogando, ma dentro quell'acqua limpida non era sola.. C'era qualcuno che la osserva e guardandosi bene attorno si accorse che si, qualcuno la stava fissando ed era lo spettro di ogni sua paura.
Genere: Fantasy, Horror, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Com'era prevedibile, Sharon non poté andare alla festa e come se non bastasse la madre si era intestardita, non c'era un solo istante in cui non voleva sapere che cosa stesse facendo, a volte sembrava che la pedinava, e un comportamento del genere a Sharon non andava nemmeno un po' giù... Come se non bastasse non aveva piu avuto occasione di parlare con Oliver, il ragazzo si era dileguato e per colpa di uno svenimento aveva dovuto dire addio a una delle piu bellissime giornate della sua vita, o almeno avrebbe potuto esserlo. La ragazza girava per casa come un anima in pena, seguita sempre dall'occhio vigile della madre, non era nemmeno andata al lavoro, ed erano tre giorni che entrambe non uscivano di casa, e a Sharon mancava tantissimo la libertà di prima! Non era possibile che per colpa di un dottore e delle sue notizie non potesse piu metter piede fuori, chi si credeva di essere? Decise di uscire, dalla finestra, il giovedì, dopo che si fu annoiata a sufficienza, passando dal retro, non è che ci fosse una seconda uscita, ma all'occorrenza la finestra che vi era poteva anche andare bene. Non aveva bisogno di altro, anche se una piccola scala poteva anche andare bene. Per uscire di casa aveva dovuto dire una piccola bugia alla madre e cioè che andava a dormire presto e poi camminando in punta di piedi era arrivata alla finestra. Possibile che debba essere così da oggi in poi? si chiese mentre camminava oer strada, le piaceva la strada di notte, soprattutto quando alzava lo sguardo al cielo. Chissà se le stelle un tempo erano un pianeta unico... Con un esplosione si erano separate e ora erano tutte divise, mentre la luna... Era la parte piu grande che era rimasta di quel pianeta, un impronta indelebile che ne segnava il passato glorioso. Sorrisi tra se tenendo lo sguardo alzato al cielo. "Vedo che sei di buon umore" una voce maschile. Una voce che non le si rivolgeva da molto tempo. Girò su se stessa per ritrovarsi davanti John, malgrado fosse il suo vicino di casa da cinque, era stato vano il tentativo della madre per far si che diventassero amici, si detestavano, e tutto per una chiacchierata che riguardava la madre di lui e le offese che invece lui aveva riportato verso Sharon. Non erano certo cose facili da dimenticare. Sharon incrociò le braccia al petto e lo fissò scontrosa "anche se fosse? Non ci vedo alcun problema al riguardo no?" e poi non credeva che potesse interessargli qualcosa, in fondo non avevano piu alcun dialogo e alcun interesse in comune. Lui sbuffò e si strinse nelle spalle, distogliendo lo sguardo dalla ragazza che aveva di fronte, forse non riusciva a capire ciò che era successo nella loro abitazione, domenica. "allora sei piu scema di quel che pensavo." "Ma sentitelo! Io sarei scema... Detto da te lo prendo per un complimento" ribatté Sharon, anche se il ragazzo parve non sentirlo e continuò come se niente fosse "domenica... Credevo che dovessi venire da noi, a quanto Oliver ci aveva detto. Ti ha invitato personalmente. Sapessi quanto ne era entusiasta. Poi scopre che tu non si sei... Nn sei nemmeno venuta a scusarti con lui, ma di certo... Per una come te nn ha importanza vero? A te non te ne frega niente degli altri, sei così egocentrica che non ti guardi nemmeno attorno." Sharon si sentii malissimo, non aveva mai pensato che Oliver avesse potuto sentirsi male per la sua assenza durante la festicciola, in fondo era pieno di gente, non avrebbe neppure notato la sua presenza, invece ci aveva sperato e lei gli aveva dato buca. Iniziò a piangere, in silenzio. John non doveva assistere a uno spettacolo del genere, non voleva che sapesse ciò che annidava nello stato d'animo della ragazza in quel momento, si sarebbe strozzata se lui si fosse accorto della cosa, in piu a suo favore c'era il fattore tempo... Era notte, e questo influiva sulla visibilità. Inoltre, per renderla ancor peggio di come si sentisse, John continuava a descriverla in un modo... Atroce. Lei non aveva mai pensato di esser egocentrica, in fondo da quando era arrivato lui gli era stato tolto tutto... I suoi amici non le parlavano nemmeno... E lei era egocentrica? Scosse la testa e scappò via... Erano vani i tentativi della madre. Non smetteva di odiarlo. L'odio era inutile in una situazione come quella, ogni persona che incontrava per strada nutriva una certa stima verso John, come se verso gli altri si comportasse in maniera speciale e verso di lei invece fosse odioso. Lei era come tutti gli altri, ma lui la trattava come una bambina che deve imparare dal migliore e il migliore avrebbe dovuto essere lui. Non sopporto un comportamento del genere... Non odio solo lui, da quando è arrivato anche molte altre persone sono cambiate e tutte mi trattano in maniera differente dal solito pensò la ragazza fermandosi di fronte l'erboristeria, era da tanto che non faceva una passeggiata come quella e le sembrava strano non essersene goduta una così. Forse dipendeva anche dal fatto che l'ultima volta era in compagnia di Trent, e ora... Ora era diverso. Di solito crescendo le cose si modificavano ma non cambiavano mai così radicalmente. Le persone cambiavano a seconda di chi avevano attorno e Trent, si erano trasformato, dal migliore amico che aveva in un perfetto estraneo, che ora il massimo che le chiedeva era se avesse fatto i compiti, a volte... Nemmeno quelli. Si limitava a un cenno del capo, come se non si fossero mai conosciuti. Eppure in passato erano stati così vicini. Forse siamo stati così vicini che adesso non abbiamo piu molto da dirci pensò mordendosi il labbro, eppure era cosa così strana! Era da tempo che non ci pensava che non aveva senso pensarci proprio adesso. Si riscosse dai propri pensieri quando sentii che era osservata... Si guardò intorno, ma non notò nulla di strano ne nient'altro... Solo... Un mal di testa tremendo. Si massaggiò le tempie, anche se fu inutile. C'è qualcuno qui le dissi il suo buon senso, solo che non sapeva dove. E non seppe nemmeno chi potesse mai essere. Sentii sugli occhi una pezza di stoffa e il buio piu totale calò su di lei. TRENT "Usciamo? Non ne avevo idea!" gli occhi di Trenti si spostarono su Jason, da alcuni anni lo considerava il suo migliore amico e solo perché aveva capito l'importanza dell'amicizia uomo-uomo, non perché con Sharon non si trovava piu bene! Anzi a volte si trovava fin troppo bene, solo... Lei era una ragazza e come John gli aveva fatto capire, alcune cose che avrebbero fatto, lei non le avrebbe mai accettate! Come parlare della piu bella della classe o fare stupidate come le facevano loro molto spesso. All'inizio quando John gli aveva chiesto di scegliere non credeva che fosse la cosa piu giusta da fare, ma ora comprendeva che aveva fatto bene. Sharon si sarebbe potuta fare nuove amicizie, era abbastanza simpatica da poterle fare. "Si John ci aspetta al bar all'angolo" rispose Jason sorridendo, a volte era proprio lui il solare Jason che combinava pasticci, da solo riusciva a scatenare una piccola rissa anche se finirà avevano sempre vinto, dalla loro avevano John e Oliver, entrambi avevano vinto un corso di combattimento o come si chiama pensò Trent. Trent sorrise e si affrettò ad uscire molto spesso veniva scambiato per femmina, malgrado non avesse alcun tratto femminile, ma solo per il suo difetto: il ritardo. A ogni uscita si presentava in ritardo, tanto che ogni volta che uscivano tutti insieme, dovevano dargli un orario differente, minimo quaranta minuti prima, anche se così, si presentava sempre di un ritardo minimo di dieci minuti. "Ah una cosa! Lo sai che mi sono preso una di quelle cotte leggere leggere?" chiese Jason divertito e Trent lo fissò, come poteva una cotta esser leggera? "è una fuori scuola, una che abbiamo visto un paio di volte appunto in quel bar... Quindi vedi di muoverti! Non voglio perdermela" Ah qui c'è il trucco! Ora se arriviamo tardi e non troviamo la sua innamorata o cotta leggera leggera, mi farà sentire in colpa e non va bene, si arrabbierebbe con me e non sarebbe una cosa facile nemmeno per John, in fondo dovrebbe scegliere tra me e lui. Scelta difficile, pero... Potrebbe anche restare impassibile e astenersi dal dare voto, a volte sembra proprio un essere anormale pensò Trent seguendo velocemente Jason, il quale aveva quasi iniziato a correre, manvano all'in circa due isolati, e di certo il meteo non era dei migliori... Non pioveva molto spesso da quelle parti, a tal punto che si pensava fosse una leggenda il cadere dell'acqua sotto forma di gocce. "Hai visto il meteo prima di uscire? Sembra che si stia... Scurendo tutto" disse Trent affiancandolo, certo che era strano vedere Jason cotto di qualcuno, a volte si pensava che i suoi gusti tutt'altro che maschili lo portassero verso un altra strada. "Non ho avuto molto tempo per queste cose sciocche a dire il vero, più che altro pensavo a lei... Così bella e sexy, sono sicuro che se l'avessi guardata anche tu, l'avresti amata come me ribatte l'amico pronto e quasi assumendo un aria sognante. Nessuno di loro aveva mai creduto a questo genere di cose, ne all'amore ne a qualsiasi altra forma di sentimento che potesse assomigliarvi. L'odio invece, esisteva benissimo, e in un semplice gesto poteva dirigere la vita di tutte le persone, anche una persona che fino a poco tempo prima si era manifestata calma e tranquilla, potrebbe serbare dentro di se un sentimento che era tutt'altro che tranquillo e non gli o le si addiceva affatto. Nella storia della cittadella c'era appunto una persona che era stato dominato dall'odio: il barbiere O'Louis, chiamato da tutti appunto il barbiere, anche visto il genere del lavoro che faceva, aveva molti segreti, ma ogni giorno alle sei del mattino lo si vedeva nella piazzetta, di solito occupata da anziani signori, e fischiettava chiamando a se il suo fedele amico, Fiska, un bellissimo cane di razza, che non si sa come viva a casa di esso. Dopo aver chiamato il cane iniziava la sua giornata lavorativa. Nessuno era a conoscenza dei vari litigi con la moglie o coi suoi due figli, nessuno sapeva anche che era da lungo tempo che aveva interrotto i suoi rapporti col padre o che non andasse a trovare la madre nel luogo di sepoltura. Era uno dei classici signori che si sarebbe benissimo trovato bene nell'ottocento, se glielo avessero chiesto si sarebbe potuto vestire con panciotto e calzamaglia, cosa che nessuno avrebbe mai indossato oggi giorno. Un giorno dopo un tremendo litigio con la moglie, era arrivato al lavoro in ritardo, non avendo chiamato Fiska, il cane si è presentato al negozio dell'uomo e ringhiando lo ha azzannato quasi, qui la storia si colora di mistero... Alla fine dentro quel negozio, erano in cinque, solo una persona si è salvata, una persona che non era del tutto entrata, con un piede ancora fuori, aveva chiuso la porta ed era scappata. Aveva visto cose terribile, l'unica cosa certa era che il cane dopo aver attaccato il suo presunto padrone aveva cambiato il suo obiettivo alpino cliente davanti, e come se avesse preso una malattia, il barbiere si era alzato e aveva attaccato un suo vecchio amico d'infanzia, squarciandogli la gola e aprendogli il torace in due, così lentamente che le urla si erano sentite in tutta la cittadella. Di una cosa era certa, dopo quel massacro era calata una calma innaturale in quel luogo, e tutte i residenti infatti manifestato un senso di agiezza esagerato per questa situazione, come se niente fosse mai successo. "Trent! Giuro che se non ti muovi ti trasformo in gelatina!" l'ordine così improvviso fece ritornare il desiderato coi piedi per terra, che subito si affrettò a muoversi, non voleva scatenare una qualche reazione sanguinaria da parte del suo amico, che si stava agitando. Con Sharon non è mai stato così, anche perché era sempre lei ad essere sempre in ritardo... Già, mi faceva aspettare tantissimo e solo perché si svegliava tardi... In questi ultimi tempi sembra anche migliorata a scuola pensò Trent ritornando all'amica, in questo periodo aveva questa fase, gli venivano in mente certi ricordi, alcuni molto tristi... Gli mancavano terribilmente i loro esperimenti in cucina. Nonostante ciò cercò di affrettare i propri tempi e poco dopo sbucarono davanti alla piazzola dove c'erano mille gruppi, tra vecchietti e giovani che cercavano un modo per rilassarsi. Trent non ci mise molto a individuare John e anche Oliver, erano seduti in un tavolo abbastanza lontano dagli altri, di sicuro lo avevano scostato loro per poter parlare di cose private, infatti sembrava che si stessero dicendo delle cose segrete, da come si guardavano attorno e da come sorridessero in maniera misteriosa. "Forse dovremmo tornare dopo, non vedi che stanno parlando?" ma non ci fu bisogn odi dire altro, perché John stesso li chiamò a raccolta, come il padrone chiama il proprio cucciolo che si allontana troppo. "Trent! Jason! Che aspettate? Venite qui!" Non poterono fare altro che dirigersi verso di loro, anche se Trent si sentiva a disagio, non voleva interrompere un dialogo tra i due, anche perché aveva intuito che anche se erano amici, il rapporto che John aveva col fratello era speciale, non era qualcosa che era nato dopo cinque anni di conoscenza, ma dalla nascita ed era una cosa difficile da avere. "Ce ne avete messo a venire! Avevo quasi pensato che vi avessero rapito!" ogni volta che facevano tardi diceva la stessa battuta, e sapeva perfino chi dei due facesse ritardo, ma si divertiva troppo a dare la colpa a entrambi. Jason fece una smorfia e si sedette accanto a Oliver, che li salutò con un cenno, quando arrivavano loro due sembrava che smettesse di parlare, Trent non ricordava nemmeno una volta che avesse parlato con loro con gentilezza o parlato normalmente, come se non li considerasse degni di conoscerlo "Molto spiritoso! Sai benissimo che faccio sempre tardi" ribatté Trent sedendosi accanto a John. John rise di gusto e chiamò il ragazzo che lavorava li, non era propriamente un cameriere, più che altro non amava essere definito così "Vorremmo quattro gelati, uno al pistacchio, uno alla nocciola, uno al cioccolato e uno al limone e fragola. Fa pure con calma" sembrava così abituato a dare ordine, che quello prima di andarsene lo guardò malissimo "beh ragazzi, mentre vi aspettavamo stavamo giusto appunto parlando.. Dei progressi di mio fratello!" esclamò John continuando a parlare orgoglio. Trent e Jason lo fissarono senza capire, mentre Oliver incrociava le braccia al petto e fissava un punto indefinito. "Perché? Che cosa ha fatto?" John rise di nuovo e accennò uno sguardo divertito verso il fratello "beh più che altro ha solo fatto si che Sharon avesse una cotta per lui"
   
 
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