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Autore: SoCloseYetSofar    08/10/2012    7 recensioni
FANFICTION SOSPESA: SCUSATE RAGAZZE, E' UN PERIODO UN PO' DIFFICILE PER LA MIA FAMIGLIA E NON HO MOLTO TEMPO PER ALTRO (CONSIDERANDO ANCHE LA SCUOLA), APPENA POSSO CONTINUO. çç
Dal primo capitolo: "Più o meno a metà serata, intorno alle dieci e mezza intravidi un ragazzo che non avevo mai visto gironzolare nel pianerottolo frenetico. Sembrava stesse cercando qualcosa di essenziale e decisi di avvicinarmi a lui. Indossava una calza maglia verde e una casacca dello stesso colore con un cappello con una piuma rossa. Anche in mezzo a tutte quelle maschere era fuori posto. Veniva da ridere solo a guardarlo.
“Cerchi qualcosa?” sorrisi io cercando di essere sarcastica.
”No, no. Qui non c’è.”
Furono le uniche parole che disse borbottando tra sé e sé. Alzò lo sguardo su di me, giusto il tempo necessario per notare il riflesso cristallino dei suoi occhi, poi se ne andò."
E' la mia seconda FF e ho pensato di scrivere qualcosa di diverso, spero vi piaccia C:
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lei gli raccontava le favole, lui le insegnò a volare.

 

 

CHAPTER FOUR.

La mattina dopo quando mi svegliai sentii ancora l'odore di menta di Louis nelle narici, sospirai e uscii di casa. 
Quando vidi Liam lui sembrava strano ma non ci feci troppo caso. Non parlò quasi mai. 
Arrivai nella classe di biologia e mi diressi verso il mio banco. 
"Scusa, è occupato." Disse Taylor con freddezza mentre mi stavo sedendo.
Sbuffai e mi sedetti in un banco vuoto in prima fila vicino a Scaccola, la secchiona della classe famosa per la sua passione di infilarsi le dita nel naso, l'ultimo rimasto insomma.
Per quanto sarebbe andata avanti Taylor questo broncio?
Entrò Liam di fretta e si andò a sedere di fianco alla mia migliore amica. Ex migliore amica.
Ci rimasi davvero male, era come una pugnalata dritta sulle costole.
Le mandai un bigliettino sotto gli occhi accusatori di scaccola: "Sei una stronza" scrissi. 
Lei scarabocchiò qualcosa sul foglietto e lo passò a Charlotte, l'antisgamo della classe, che me lo lanciò mentre la professoressa stava guardando.
"Cos'abbiamo quì, signorina Darling?" chiese la vecchia megera. 
"Niente prof." sussurrai mentre mi strappava il bigliettino dalle mani.
"Con chi è che stavi parlando, Darling? Con la Morrison? Bene, potete andare entrambe in presidenza." Esclamò lei indicando Charlotte.
"No, parlavo da sola." Borbottai e uscii dalla porta diretta dal preside. 
Mentre facevo la fila si sedette Liam affianco a me.
"Cosa vuoi?" sbottai. 
"Ho detto che ti ho mandato io il bigliettino." Rispose lui.
"Bene, così hai parato il culo alla tua nuova ragazza, no?" 
"Wendy, cavolo. Qual è il tuo problema? Non vuoi stare con me ma non vuoi nemmeno che io stia con le altre ragazze?" 
Nei suoi occhi c'era tanta sofferenza e non potei fare a meno di sentirmi responsabile.
"Darling, Payne, è il vostro turno." Disse la segretaria masticando una cingomma.
Il preside ci fece la romanzina sul fatto che non dovevamo mandare i bigliettini durante la lezione e le cose di sempre insomma, poi ci mandò alla prossima lezione, palestra.
Io, Taylor e le altre ci allenammo da cheerleader mentre i ragazzi giocavano a calcio.
A ricreazione vidi Liam e Taylor pomiciare allegramente, mi venne il voltastomaco. Erano disgustosi, così, in pubblico. 
Andiamo, potevano almeno appartarsi.
Le ore dopo passarono cupe, stetti in tutte le lezioni vicino a qualcuno di insopportabile e con qualche strano vizio, o fissa. 
Poi, quando era ora di tornare a casa piantai in asso il mio migliore amico. Il mio ex migliore amico. Liam.
Non è un problema, pensai. Sei la capitano delle cheerleaders, tutti vorrebbero essere tuoi amici. 
Verso le tre mi misi a studiare fino a che ad un certo punto sentii bussare alla finestra. Mi affacciai e vidi il volto migliore che potessi immaginare. Louis.
Lo feci entrare e lo abbracciai fortissimo, lui ricambiò la stretta.
"Cosa ci fai quì a quest'ora?" chiesi.
"Volevo passare un po' di tempo con te." sorrise lui.
"Allora ti porto a vedere Londra, ti va?" 
"Tutto quello che vuoi, Wendy Darling."  Rispose spavaldo lui portandosi le mani sui fianchi e facendo una piroetta.
"Forse prima è meglio se ti cambi." Andai in camera di mio padre e presi un paio di jeans (gli unici che possedeva) e una polo e aspettai che Louis si vestisse.
"Allora, come sto?"  domandò lui.
Da Dio! 
"Bhe, dai, non male!" 
Uscimmo e lo portai in giro per Londra tutto il pomeriggio. Non feci altro che raccontare favole, alcune ne inventai anche quando ebbi finito il mio repertorio.
Iniziammo facendo il giro con il bus rosso fermandoci dinnanzi al London Eye.
"C... cos'è questa?" biascicò lui.
"E' una ruota panoramica." Dissi con il tono più ovvio del mondo.
Spalancò la bocca e sembrava il bambino più felice del mondo.
Comprai due biglietti e Louis era tutto un 'grazie' ed 'è stupendo' e 'non avevo mai fatto cose del genere'.
Ci sedemmo davanti e appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
"E' fantastico." Ripetè lui per l'ennesima volta. 
In quel momento mi sentivo la persona migliore del mondo, l'avevo reso felice.
"Vorrei vivere così per sempre." Sospirai io.
"Così come?" 
"Così" Sussurrai guardando Londra.
Quando ci rialzammo era oramai tardi e decisi che era meglio prendere la metro. Era la prima volta per Louis e volò sopra la sbarra senza inserirci il biglietto. Scoppiai in una fragorosa risata e lui fece uno sguardo interrogativo.
"Il biglietto, serve per farti aprire la sbarra." Guardò il foglietto e sollevò le spalle. 
Please, mind the gap between the plain and the platform.
In cinque minuti fummo a casa.
"Ti apro la finestra, aspettami quì." 
Aprii la porta e mi ritrovai la figura alta di mia madre davanti a me.
"Wendy, dove sei stata tutto questo tempo?" chiese infuriata.
"In giro" risposi io sbuffando.
"Non puoi scomparire così, mi stavo preoccupando." 
"Ma che palle." Mi diede uno schiaffo sonoro e con la voce più fredda che aveva disse: "Cresci, Wendy." 
Mi vennero i lacrimoni e corsi di sopra. 
Louis mi aspettava seduto nel letto e non appena mi vide mi corse incontro abbracciandomi.
"Wendy, non piangere, cos'è successo?" Mi chiese lui con degli occhioni che tradivano anche troppe emozioni. Era triste e per poco non si metteva a lacrimare anche lui.
"Mia madre, la odio." Gli occhi del ragazzo si illuminarono.
"Dimenticali Wendy, dimenticali tutti, vieni con me dove non dovrai mai, mai più pensare alle cose dei grandi...*" disse lui tutto d'un fiato.
Sorrisi ma poi pensai bene alla frase che aveva pronunciato.
"Mai è un tempo seriamente lungo.
*" 
Risposi io preoccupata.
"Dai, Wendy, lo so che sei curiosa di vedere L'isola che non c'è..." Fece il labbrino e ingrandì gli occhi.
Mi misi a ridere e pensai che doveva essere proprio bello, vivere con il ragazzo di cui mi ero innamorata.


 

SPAZIO AUTRICE
Vi ho fatto aspettare tanto, troppo direi, no?
Però ecco quì il capitolo, spero vi piaccia.
Volevo chiedervi due cosine: la prima era come vedete il personaggio di Louis, dovrebbe essere più simile a "Peter Pan" o più a "Louis Tomlinson"?
La seconda me la sono dimenticata. LOL
* <- Frasi copiate dal film di Peter Pan c:

Tanto amore, Meeeeegghi c: 

  
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