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Autore: Kiss me Styles    08/10/2012    3 recensioni
-Sentii mia madre chiamarci dall’ingresso, a quanto pare erano arrivati gli ospiti.
Cominciai a camminare, quando vidi un ragazzo davanti l’entrata. Davanti a me c’era il sorriso più bello che avessi mai visto.-
Dicono che nella vita ci si innamori una volta sola. Ma Jenny questo non lo sa.
Quando crederà di essersi finalmente innamorata del nuovo vicino di casa dei suoi genitori, ecco che ogni cosa verrà sconvolta. Ed il motivo è lui, Harry Styles. Che entra nella sua vita senza bussare e chiedere il permesso.
Riuscirà Jenny ad andare avanti dopo una tragedia accaduta quattro mesi dopo l'incontro del ragazzo e capire di chi era davvero innamorata?
-Due viaggi che cambieranno la vita della ragazza. Due viaggi che le faranno davvero capire chi sia in realtà Jennifer Stevens.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Amore

“Amore“, si chiama così.
Basta un istante, un secondo che ti distrai
e lui ti prende e ti avviluppa e tu non puoi più farne a meno.

Ci vuole così poco e lui ti manda a male.
Ci vuole così poco e non capisci più niente.

“H-harry” Cercai di balbettare il suo nome mentre lui mi baciava dolcemente il collo e le sue mani mi sfioravano.
Poi all’improvviso si staccò, e incrociò il suo sguardo con il mio.
“Ti voglio mia, Jenny.” Disse tutto d’un fiato dopo qualche secondo.
Gli avrei tanto voluto dire che anch’io lo volevo, che ero disposta a fare di tutto per lui, persino perdere la mia verginità. Ma non potevo. Non riuscivo a non pensare che quella per lui sarebbe stata una delle tante volte.
E in fondo mancavano pochi giorni alla sua partenza, e io non me la sentivo perché avevo l’impressione che non l’avrei mai più rivisto.
E infine, io non mi sentivo pronta.
“Harry, io.. mi dispiace.” Dissi alzandomi dal letto e scappando da quella stanza.
Non appena arrivai nel corridoio sentii dei passi e capii che il riccio mi stava seguendo.
E, come mi aspettavo, mi fermò aggrappandomi il braccio.
Mi girai verso di lui e sentii improvvisamente le sue braccia avvolgermi.
“Perché scappi?” Mi sussurrò all’orecchio facendomi venire dei brividi lungo la schiena.
“Sono fatta così, tendo a scappare dai problemi. Mi conosci ormai.” Sussurrai abbassando lo sguardo, per non incontrare i suoi occhi.
“Sono io il problema?” Disse facendomi alzare il viso verso di lui.
“Sai che non intendevo questo.”
“Si.. è che.. scusami. Credevo che tu..”
“Non mi sento pronta. Scusami.”
Ed ecco un altro colpo al cuore, mi strinse di nuovo a se e mi fece sciogliere completamente.
“Perché ti scusi? Ti capisco, e non c’è nessun problema.”
“Ti amo.” Sussurrai.
“Come?” Disse lui sorridendomi automaticamente. Sapevo che aveva sentito benissimo.
“Ho detto che ti amo.” Ripetei forse per convincere più me che lui del sentimento che provavo.
Harry mi accarezzò il viso e poi lo avvicinò al suo per darmi uno dei suoi baci.
“Dillo un’altra volta.” Mi sorrise.
“Harry! No..”
“dai! Ti prego!” Disse ridendo ed inginocchiandosi di fronte a me e afferrandomi le mani.
Istintivamente scoppiai a ridere e lo tirai su.
“Tirati su! Che se sale qualcuno chissà cosa pensa.. e no! Non te lo ripeto più. So benissimo che hai sentito bene.”
“Ti ho mai detto che sei bellissima?” Disse sorridendomi e mettendo in bella vista quelle fossette che tanto amavo.
“In realtà si, un quarto d’ora fa. Sei ripetitivo Styles. Non mi sorprendi più.” Risi.
“Io? Che non ti sorprendo? Guarda che tu non hai la minima idea di ciò che potrei fare!” Disse ridendo e cominciando a farmi il solletico.
Non riuscivo a non ridere e quando parlavo balbettavo.
Così, quando arrivai al limite chiamai qualcuno che mi sarebbe sicuramente venuto in aiuto.
“Zayn!!!!” Urlai tra le risate.
Dopo qualche secondo spuntò Zayn dalle scale e riuscii a vedere il suo sguardo divertito puntato su me ed Harry.
“Digli di smetterla!” Cercai di dirgli mentre il riccio non smetteva di farmi il solletico.
“Harry.. vuoi una mano?” Rise.
“Ma che.. guarda che ti ho chiamato per aiutare me e non lui!”
All’improvviso sentii quattro mani afferrarmi e dopo qualche secondo fui buttata sul divano, dove anche gli altri si unirono nella mia tortura.
“Basta!” Balbettai tra le risate.
“Dai ragazzi, basta. Non respira più” Disse Ember abbastanza preoccupata.
 
“Ragazzi, ricapitoliamo! Il potere civile ha come compito primario quello di mantenere l’ordine, favorire il progresso e comminare sanzioni e pene ai trasgressori delle leggi..”
Solitamente amavo la filosofia, la mia professoressa era una delle più brave che avessi conosciuto.
Una donna che sicuramente non arrivava alla quarantina, con corti capelli biondi e due grandi occhi azzurri e che ad ogni lezione riusciva a coinvolgerti e a farti piacere la materia che spiegava, ma stranamente quella mattina non ero dell’umore giusto per fare attenzione. Avevo la testa da tutt’altra parte.
Il fatto che quella mattina le classi di Londra non fossero andati da nessuna parte e fossero rimasti a scuola a causa del brutto tempo mi faceva venire voglia di non stare in quella stupida classe troppo piccola per venticinque ragazzi.
E infine, erano cominciati per me quei cinque giorni che ogni mese fanno sperare a noi ragazze di essere nate maschi o tornare all’età di nove o dieci anni, quando non avevamo ancora idea di cosa significasse essere una donna.
“Allora, vi do una bella notizia: ho finito di spiegare” disse ridendo.
Dei sospiri di sollievo si sollevarono per la classe, ma nemmeno pochi secondi dopo la professoressa aggiunse: “Vediamo che ore sono! Che bello, abbiamo finito mezz’ora prima. Perciò, interroghiamo.”
Sorrise malefica.
Tutti i miei compagni, nessuno escluso, cominciarono a lamentarsi e a buttarsi a capofitto sul libro per provare a memorizzare qualcosa.
“Non voglio essere cattiva. Non chiamo, chi vuole venire?” Disse guardandoci come una mamma guarda i suoi figli.
Alzai la mano, sapendo già che chiunque in quella classe avrebbe pensato che ero volontaria.
“Prof, posso andare in bagno?” Dissi sorridendole.
Ed ecco che si sentirono altri lamenti. Ma che si aspettavano da me? Ero stata interrogata la settimana scorsa, e avevo preso pure un buon voto.
“Certo Stevens. Tanto ti ho già sentita. Vai pure.” Disse continuando a fissare negli occhi i miei compagni.
Mi alzai velocemente da quella scomoda sedia e uscii quasi scappando da quella classe.
Camminai per i corridoi, dirigendomi al bagno. Sentivo benissimo i professori nelle classi parlare, e poi anche voci di ragazzi. Alcune, provenienti dalle classi, altre provenienti dal primo piano.
Le riconobbi subito, le voci dei ragazzi di Londra rimbombavano per tutta la scuola e ammetto che facevo anche un bel casino.
Superai le scale e girai a destra per entrare nel bagno femminile.
Ma cambiai velocemente e poi andai di fronte al lavandino sciacquandomi il viso cercando di sentirmi almeno un po’ meglio. I crampi alla pancia si facevano sempre più forti e ormai ero sicura che quel giorno non avrei potuto gareggiare.
“Stupido ciclo!” Urlai piegandomi su me stessa e avvolgendo le braccia al ventre.
“Ehi, è tutto apposto?” Sentii una voce maschile provenire dalla porta, così mi voltai e vidi Zayn appena fuori l’entrata.
“Secondo te?” Dissi abbastanza acida, a causa del nervosismo.
“Calmati però.. Vuoi che ti prendo qualcosa per farti stare meglio?” Disse entrando nel bagno ed avvicinandosi a me.
“In classe dovrei avere delle pillole.. Me le vai a prendere per favore?” Gli chiesi cercando di calmarmi.
“Certo. Vado e torno subito.” Disse accarezzandomi la schiena.
“Grazie Zayn.” Dissi abbozzando un sorriso.
Lo vidi sparire dietro la porta e così mi gettai a terra poggiando le spalle al muro.
“Che merda!” Urlai gettando la testa tra le gambe.
Non ho idea di quanti minuti fossero passati, forse nemmeno uno, forse 10.
Continuavo a tenere la testa tra le ginocchia quando sentii di nuovo il rumore della porta aprirsi.
“Credo sia stata una delle cose più imbarazzanti che io abbia mai fatto” Disse porgendomi uno scatolo con le pillole ed un bicchiere d’acqua.
Ingoiai la mia pillola ed in seguito subito l’acqua.
“Senti, ma hai mangiato qualcosa? Non vorrei vederti finire all’ospedale. Quelle cose sono abbastanza forti.” Sussurrò sedendosi accanto a me.
“Ho mangiato durante l’intervallo. Mezzo panino, stavo per vomitare, ma sapevo che se non l’avessi fatto non avrei potuto prenderla.” Dissi alzando lo scatolo.
“Brava bambina!” Mi sorrise. “Allora.. come va con Harry? Fa il bravo?”
“Si, è davvero dolcissimo.” Dissi sorridendo.
“è un ragazzo fortunato.” Non appena sentii quelle parole mi girai verso di lui, domandandomi cosa intendessi. E fraintendendo tutto, per mia fortuna.
“C-che c’è?” Chiese lui alzando un sopracciglio e muovendo velocemente la testa, in un modo un po’ buffo.
“Zayn, cosa intendi?” Gli chiesi spostando la mia mano dalla sua, che senza essermene accorta si era poggiata appunto sulla mia.
“Oddio.. No! Non è come sembra.. Hai capito male” Disse lui saltando in piedi.
“Zayn, tu sai che per me sei solo un amico, vero?” Gli chiesi abbastanza in imbarazzo.
“Ed anche tu, Jenny. Sei come una sorella per me. Ti voglio bene proprio come se lo fossi. E Voglio solo il meglio per te. Per questo ti chiedo di Harry. Perché in caso.. l’avrei fatto rigare dritto.. come avrebbe fatto un fratello maggiore.. credo.” Disse abbassando lo sguardo verso i suoi piedi.
“Oh.. grazie al cielo..” Dissi più a me stessa che al ragazzo di fronte a me.
Così alzai il viso verso di lui, e con mia sorpresa lo trovai abbastanza vicino al mio.
“Ti voglio bene Jenny. E questo non cambierà mai.” Disse stringendomi a lui.
Mi abbandonai al tocco che la mia fronte aveva con il suo petto, e mi lasciai sprofondare nel suo profumo.
Poi ripensai bene alle parole che mi aveva detto. “Non cambierà mai.”
I giorni stavano passando abbastanza velocemente, senza che me ne accorgessi, e in poco più di una settimana erano successe così tante cose..
E tutto stava per terminare. I giorni si potevano contare sulle dita di una mano, e quel pensiero mi buttò ancora più giù.
Cos’avrei fatto dopo che se ne sarebbero andati?
Che cosa ne sarebbe stato di me ed Harry?
Credo che quello fu l’unico momento in cui mi pentii leggermente di essermi fatta trascinare in quella storia.
“Ehi, ti va di andare dagli altri? È da un po’ che non mi vedono. E non vorrei che si preoccupassero.” Dissi alzandosi e porgendomi una mano.
“Forse è meglio di no.. Dovrei tornare in classe..” gli risposi afferrando la mano e lasciandomi aiutare ad alzarmi.
E in quel preciso istante, sentimmo la campanella suonare.
“Penso non ce ne sia più bisogno.” Disse il moro accennando ad una piccola risata.
“Dai forza, raggiungiamo gli altri.” Cercai di non dare caso al suo sorriso sbruffone.

“Jenny! Mi vuoi dare retta?!” Urlò il mio ragazzo, facendomi girare verso di lui e subire il suo sguardo arrabbiato.
“Che hai, Harry?” Gli chiesi sorpresa di vederlo in quello stato.
“Che ho? È da tre fottuti giorni che non mi dai più retta! Che cazzo ti prende?” Mi chiese alzando di nuovo la voce.
“Che non ti do retta? Harry, hai la febbre? Stai delirando!” Dissi rigirandomi e andando verso il mio armadietto per posare il libro di arte.
“Tu non.. non mi calcoli nemmeno.” Disse sfiorando il mio mento e facendomi rigirare.
“Harry, non ci saremo visti si e no per due orette. Non credo cada il mondo se non mi parli per centoventi minuti. Anche ieri siamo stati insieme, e l’altro ieri, come esattamente il giorno prima.” Dissi sorridendo e cominciando a camminare per andare verso l’aula magna.
“Questo non conta.” Sentii dire ad Harry.
“In che senso?” Gli chiesi rallentando leggermente per poterlo guardare negli occhi e capire cosa gli prendesse.
“Ogni volta che cerco di parlarti di un certo argomento tu parli di qualcos’altro. E mi eviti. Non hai idea di quanto sia straziante!” Disse torturandosi le mani.
Quasi mi fece ridere quel suo gesto incerto. Si vedeva che non era sicuro di quello che stava dicendo.
Oh, il piccolo Styles timido. Mi piaceva quella parte di lui, un po’ come mi piaceva la sua parte strafottente.
“Sai perché il professore ci sta richiamando tutti in aula magna?” Gli chiesi guardando verso la porta che era quasi nascosta da una trentina di ragazzi che cercavano di superarsi tra di loro per poter entrare e prendere i posti migliori.
“Vedi?! Lo stai facendo di nuovo!” Disse alquanto infastidito.
Cazzo, lo stavo facendo arrabbiare.
“E comunque ci ha chiamati per parlarci di quella cosa che tu cerchi continuamente di evitare!” Concluse la sua frase.
“Cioè?” Chiesi io facendo finta di non aver capito; di nuovo.
“La partenza Jennifer! La partenza!” Disse lasciandomi la mano, presa da poco, e allontanandosi per andare verso i suoi compagni.
Grandioso! L’avevo fatto arrabbiare! Stupida Jennifer!
“Jenny, è tutto a posto?” Mi chiese Ember non appena mi sedetti accanto a lei.
“Più o meno..” Gli risposi restando un po’ vaga.
“Ragazzi! Se cortesemente facciate un po’ di silenzio, mi fareste un grandissimo favore!” Disse il professor Wilson cercando di sovrastare le voci che c’erano in quell’aula invano.
“Porca puttana ragazzi! Fate un po’ di silenzio!” Urlò spazientito il professor Smith.
Dio quanto stimavo quell’insegnante! Nel giro di due secondi tutti i ragazzi presenti in quell’aula smisero di parlare e guardarono incuriositi i due professori.
“Grazie.” Disse il prof. Wilson riferendosi al suo collega.
Il prof Smith gli rivolse un sorriso e poi cominciò a parlare e in quel momento ero sicura che avrebbe parlato per un bel po’:
“Allora ragazzi. Sapete benissimo, e devo dire meglio di me, che queste due settimane meravigliose sono letteralmente volete, e siamo arrivati insieme al momento clou di tutto il lavoro di questi due anni.
Avete visitato città sconosciute a voi, ed anche appreso di più sulla vostra; avete imparato delle nuove usanze, modi di vestirsi, di mangiare, ma soprattutto avete conosciuto gente nuova e fatto nuove amicizie.
Alcune di queste amicizie si sono persino trasformate in amore, e questo è qualcosa che mi rende felicissimo.
Ho visto ragazzi maturare, o diventare più infantili; altri li ho visti riuscire a prendere le scelte giuste, mentre altri ancora li ho visti sbagliare, una, due o tre volte. Ma poi li ho visti riprendere la giusta via e questo non fa che rendermi orgoglioso di voi.
Ho visto ragazzi cambiare. Ragazzi che si trovavano in un momento difficile e grazie agli amici capire chi fossero davvero e riscoprirsi.
Sembra strano da dire ma vi ho visti crescere ragazzi. E sono davvero felice di dire adesso che questo gemellaggio ha avuto i risultati sperati.
Siete tutti migliorati nelle materie scolastiche, molti di voi che prima di solito camminavano soli o comunque con pochissimi amici, adesso li vedo passeggiare per i corridoi insieme a tante altre persone.
E adesso scommetto che starete pensando: ma che cazzo vuole questo? Ci vuole fare deprimere per caso?
E io vi rispondo di no. Voglio semplicemente farvi rendere conto di che cosa siete riusciti a fare da soli.
Senza l’aiuto di nessuno.
E, ripeto, sono davvero orgoglioso di voi.” Smise di parlare cacciando una lacrima dalla guancia.
Wow.
Subito dopo ricominciò a parlare il prof Wilson ed io mi accoccolai per bene nella mia poltrona:
“Oggi è sabato. E sapete bene che questo significa che domani è domenica. E no! Non vuol dire solo che non ci sarà scuola. Ma vorrà dire che questa nostra avventura finirà.
Adesso io vi dico. No, vi sbagliate. Questa avventura non finirà così. Perché come ha detto il professor Smith, tra di voi si sono creati dei meravigliosi legami, e non siete certamente così stupidi da farveli scappare.” Lanciai spontaneamente un’occhiata verso Harry, che nel frattempo si era girato verso di me, abbozzando un sorriso.
“Il prossimo anno avrete gli esami. E dopo sarete liberi di scegliere il vostro futuro. E chissà se il destino vi aiuterà a rincontrarvi? Perché no? Magari capiterete in quell’Università dove troverete quella ragazza o ragazzo per cui avevate un’imbarazzante cotta segreta e che finalmente troverete il coraggio per dichiararvi.
Ragazzi, la vita è qualcosa di meraviglioso e imprevedibile al tempo stesso. Non saprete mai cosa vi aspetterà e riuscirete solo a scoprirlo se affronterete tutto a testa alta.
Credo che però io mi stia dilagando troppo. In ogni caso. Quello che volevo farvi capire era che.. le vostre amicizie non finiranno certo qua. Continuerete a sentirvi! Sennò, per cosa l’hanno inventato internet? Al giorno d’oggi è diventato così facile restare in contatto.
E poi, magari ci saranno alcuni di voi che magari non si sentiranno più. Ma un giorno, vi rincontrerete al supermercato, mentre badato ad uno dei vostri figli, e lì, senza aspettarvelo, vi troverete davanti quella persona tanto speciale per voi.” Disse marcando le ultime parole con enfasi.
Si fermò per qualche secondo e poi ritornò a parlare:
“L’ora della partenza ormai è alle porte. Domani mattina prenderemo l’aereo abbastanza presto, perciò per sta sera non avremo la possibilità di uscire per dare un’ultima occhiata a questa meravigliosa città.
Voglio solo dire, a nome di tutti i miei alunni, che è stata una delle esperienze più belle che abbiamo mai fatto, ed è stata ancora più bella grazie alla vostra presenza.
Perciò, non ci resta che ringraziarvi, e dirvi che qualsiasi cosa accada, rimarrete nei nostri cuori.” Disse abbracciando il professor Smith che era accanto a lui.
Quei due avevano davvero legato, e in effetti chi non l’avrebbe fatto dato che dovevano collaborare per tenere sott’occhio quella massa di scalmanati che eravamo?
“In effetti hanno ragione” Sentii sussurrare ad Ember.
Così mi girai verso di lei, aspettando che continuasse ciò che aveva appena detto.
“Questi giorni sono letteralmente volati. E non posso credere che sia..”
“Non dirlo!” La fermai io.
Volevo sentire di tutto. Ma non che era finita. Non potevo accettare il fatto che quello sarebbe stato l’ultimo giorno che avrei passato con Niall, Louis, Liam, Zayn e con.. Harry. Come poteva essere tutto già finito?
“Ecco cosa intendeva Harry.. Jenny, devi affrontare la realtà. Non puoi chiuderti in te stessa. Sapevi che sarebbe arrivato questo giorno.” Disse anche lei abbastanza triste.
“Io non mi sto chiudendo. Sto solo cercando di non pensarci. Voglio vivere ogni singolo istante che ci rimane da trascorrere con loro senza pensare che sarà per l’ultima volta.” Dissi alzandomi da quella sedia e scappando letteralmente sotto gli occhi di tutti.
“Jenny! Jenny!” Urlò Ember seguendomi per i corridoi.
“So cosa stai provando! Lo so benissimo! Credi che io non provi notte e giorno a non pensare a tutto quello che abbiamo passato e che sta finendo?! Non essere egoista! Perché così stai solo ferendo tutti! Cosa hai intenzione di fare?! Spiegamelo! Perché io non lo capisco. Hai intenzione di passare tutto il giorno a non pensare a nulla e poi domani mattina baci e abbracci a tutti e a mai più rivederci? Ricorda che questo è sbagliato. Devi affrontarle le cose! Non girarci attorno!” Disse liberando una serie di lacrime che le scivolarono su quelle gote color porcellana.
“Tu vorresti solo che nessuno ne parli! Perché fa dannatamente male. Credi che stiamo per perdere i nostri migliori amici. E anch’io come te non riesco a credere che sia finita! E così sembra solo che tu stia lasciando andare tutto, evitando questo dannato problema. Fai finta che vada tutto bene, ma in realtà stai solo morendo dentro, e stai portando con te, nel tuo buco buio tutti noi.” Disse avvicinandosi subito a me.
Non potei fare a meno di abbracciarla forte e lasciare via libera alle lacrime.
Il respiro diventò incostante e presto si trasformò in singhiozzo e non riuscii più a fermare quelli che erano i sintomi del pianto.
“Credo che tu.. debba parlare con Harry ora.” Disse Ember allontanandosi pian piano da me e dandomi delle piccole pacche sulle spalle per incoraggiarmi.
Poi la vidi andare via e una voce profonda prese spazio tra i rumori che arrivavano dall’aula magna.
“Va tutto bene?” Sentii delle grandi mani accarezzarmi dolcemente così mi girai incontrando quei grandi occhi tanto verdi quanto preoccupati.
“Come potrebbe andare tutto bene?” Gli chiesi lanciandomi tra le sue braccia e assaporando quel suo buon profumo.
Avevo solo voglia di rimanere in quella posizione per sempre, e dimenticare tutto e tutti.
In quei pochi secondi di silenzio tutte quelle emozioni più belle che a parole non riuscivo ad esprimere.
“Mi mancherai così tanto.” Sentii i suoi sussurri arrivare dritto dritto senza ostacoli verso il mio cuore.
Anche lui mi sarebbe mancato, questo era certo. Niente sarebbe stato più lo stesso senza di lui.
“Harry..” Dissi allontanandomi leggermente dal suo petto solo per poterlo vedere negli occhi.
“Ti amo.” Dissi infine avvicinandomi al suo viso e regalargli un bacio a fior di labbra.
Schiusi in pochi secondi la bocca e le nostre lingue cominciarono una lunga danza, con tanto amore quanta tristezza, come se sapessero che quello era uno dei nostri ultimi baci.

*Spazio autrice*
Eccomi qua di ritorno da un periodo do merda! *Spera che nessuno mi lanci pomodori*
Sul serio, mi scusa per non aver aggiornato per un bel po' di tempo.
Ma sapete com'è la scuola! E ho la netta impressione che quest'anno il terzo sarà pesantissimo.
Evvai! (Finta esultanza)
Ma comunque :( Questo è l'ultimo capitolo, il prossimo sarà il prologo!
Ma tranquille, come ho già scritto su Twitter, ho cominciato il continuo di questa FF, e sinceramente non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate! Perciò..
Tanto per cambiare spero di finire al più presto il prologo, dato che so già che scrivere.
Mentre il nuovo capitolo della nuova storia lo metterò quando vorrete voi:) 
In ogni caso! Grazie mille a tutti coloro che hanno seguito 
Talk love and they say it sounds crazy, leggere le vostre recensioni mi fa sempre bene, così almeno vedo che a qualcuno piace ciò che scrivo.
Coomunquee, sono felice di informarvi che alla fine di questo Spazio autrice pubblicherò una sorpresa per voi..
E no, non indovinerete mai di cosa parla! 
Perfetto, ho parlato per troppo tempo! anzi per troppo spazio o.o
Vabò! Quello che è!
La smetti di contraddirmi!
Smettila tu!
(Aiutoo! La pazzia si sta impossessando di me!) Meglio chiudere e andare a finire il prologo
E uno, e due, E un due tre e quattro!
Ecco la vostra sorpresa!!

Un bacione, Kiss me Styles
Ma questo già lo sapete!
Lo sapete vero?

  
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