Capitolo
3
Mamma told me not to waste my life
She said spread your wings
my
little butterfly
Don’t let what they say
keep
you up at night
And they can’t detain you
Coz wings are made to fly
And we don’t let nobody
bring
us down
No matter what you say
it
won’t hurt me
Don’t matter if I fall
from
the sky
These wings are made to fly
{Wings
– Little Mix
}
//Honey
POV//
Non
sapevo cosa fare, ero annoiata.
Avevo
provato tutto per distrarmi, persino
ristabilire dell’ordine nella mia caotica camera, non che ci
fossi riuscita
però almeno ora si poteva vedere il pavimento.
Uscì
dalla mia camera per scendere in
cucina, dove ci trovai mamma tutta indaffarata fra padelle e utensili
di cui io
ignoravo sia nomi che funzioni.
Quando
ero annoiata di solito il mio livello di
controllo della fame scendeva in picchiata e inspiegabilmente mi
ritrovare a
trangugiare invenzioni al momento poco salutari come i
Nachos al
formaggio e salsa al cioccolato bianco oppure Nudols con salsa tartare
e
fiocchi d’avena al miele. Diciamo che
quando sono annoiata e ho a
disposizione un intera cucina divento il Gordon Ramsay dei senza tetto.
«Madre,
dammi del cibo!»
Sentenziai
battendo un pugno sull’isolotto al
centro della cucina, lei neppure si girò e
continuò a pelare delle patate.
«Mi
hai sentito? Donna che mi ha messo
al mondo nutrimi…»
Continuai,
lei si girò e mi lanciò un broccolo
bollito addosso, io lo presi in mano e quasi inorridii,
«Mangia,
contiene molte….»
«Mi
vuoi avvelenare ? Perché se fosse così mi
basterebbe mangiare quello che mangia Darren a colazione.»
Mi
madre fece un sorrisetto, mio
malgrado strascicai i piedi per tutta la cucina e
andai a buttare il
broccolo nella pattumiera,
«Ho
capito, in questa famiglia devo fare tutto da
sola, devo provvedere a me stessa –borbottai in malo modo
aprendo il
frigorifero e iniziando a meditarci davanti- ehmmmmmmmmmmm…
»
Passai
ben più di tre minuti in quello stato
catatonico prima che mia madre potesse intervenire.
«Se
ti aspetti che il cibo inizia a ballare ti
conviene chiudere, è solo tempo e energia sprecata
»
Non
c’era nulla che mi invogliava, così chiusi il
frigo e andai a prendere una vaschetta di gelato nel freezer, presi una
ciotola
di vetro e un cucchiaino.
«Honey?
Il gelato a quest’ora ? »
Domandò
lei lanciandomi uno sguardo di fuoco, io
alzai le spalle
«Sono
le cinque … che c’è ?»
«c’è
che mangeremo fra neppure due ore… Se non
mangi il polpettone sta sera ti metto nel forno!»
Mi
minaccio lei con lo sbuccia patate in mano,
non riuscivo a prenderla sul serio con quel cose in mano.
«Oky,
mangerò tutto ma ora vogli il poco salutare
gelato ! »
Le
risposi, trattenendomi a stento dallo
scoppiare a ridere.
«Honey?»
«Si
madre .»
«Non
è che per caso faresti una ciotolina anche
per me?»
Io
scoppiai a ridere, dopo tutte le
raccomandazioni mi veniva a chiedere il gelato ? La solita !
La
piccola reggina del gelato che c’era in
me si rifiutava assolutamente di condividere il
nettare rinfrescante
degl’ideii con estranei (?), sfortunatamente però
ebbe la meglio il mio
cervello altruista,
presi
il mestolo e mise tre palline di gelato
alla vaniglia nella ciotolina e vi infilzai dentro il cucchiaino, poi
lo misi
vicino a mamma e me ne andai via con la confezione e il mestolo .
«
1 kg di gelato e un mestolo ? challenge
accepted !»
Borbottai
a me stessa salendo le scale
per la mia camera, appena entrata priva di grazia mi catapultai sul
letto, dove
il mio gatto Kiwi era appisolato.
Quel
gatto, a detta mia, era uno che aveva capito
tutto dalla vita.
Più
simile ad polpettone con la pelliccia che ad
altro, era riuscito a trovare delle persone talmente ingenue da essere
rimaste
imbambolate dalla sua dolcezza infantile, prender piede
all’interno della
famiglia e far si che essi provvedessero costantemente al suo fa
bisogno.
Un
genio del crimine .
Da
che ne avessi memoria non lo avevo mai visto
fare attività da gatti, non camminava al
suo posto rotolava per le
stanze in cerca di cibo.
Presi
una mestolata di gelato e finché era
possibile cercai di farla entrare nella mia spelonca.
Proprio
in quell’istante il mio cordless scuillò,
scattai e lo presi dal comodino per portarmelo all’orecchio.
«Cunque
tu scia, umagno, aliegno o schimia
… -ingoiai un po’ di gelato per
poi ritornare a parlare- Stai
disturbando il mio noioso stuzzichino delle cinque, capito ? Addio
!»
Terminai
con in bocca il mestolo, sentii una
risata che avrei riconosciuto fra migliaia.
«Aspetta
Heart, per te posso anche fare
un’eccezione »
Dissi
sorridendo al vuoto,
«Ma
quanta gentilezza, stai trangugiando zuccheri
come una donna incinta o cosa?? »
Mi
domandò lei con tono evidentemente di scherno,
io sbuffai e chiusi la confezione e la riposi sul comodino accanto al
letto,
«Sisi,
che mi racconti ??»
Le domandai
io, chiudendo
il discorso , mi infastidiva parlare con lei di cibo, lei era
così magra che
non doveva neppure controllarsi nel mangiare, mentre io ero costretta a
mantenermi in forma correndo e facendo attività fisica per
evitare che
aumentassero i chili di troppo.
«Nulla
di che, ansi si c’è qualcosa che non ti ho
detto …»
Io
impallidii,
“come
poteva tenermi all’oscuro di qualcosa, ero
o non ero la sua migliore amici ?”
«Oggi,
sai quando nel negozio di CD ci siamo
separate ho incontrato un ragazzo meraviglioso, ci siamo scambiati i
numeri
e… MI HA GIÀ RICHIAMATA E MI
HA CHIESTO SE QUESTO SABTO SERA SONO
LIBERA, ANDREMO AL BOWLING !! »
Esclamò
lei, tutta su di giri, io ero irritata,
come aveva potuto non dirmi una cosa di quel
genere, io
dell’incontro con il bel biondo glie ne avevo parlato appena
ne avevo avuto
l’opportunità.
Lei
aveva avuto tutto il tempo che voleva per
dirmelo, e invece no ha preferito
farmi aspettare come
sono avesse molta importanza.
«AH,
perché non me lo hai detto oggi scusa ?»
Le
domandai con tono freddo, di sicuro si stava
torturando una ciocca di capelli ramati non sapendo che dire…
«UHM,
non so, credo che…»
Balbetto,
non la feci neppure finire che la
congedai,
«Che
ti costava dirmelo, mica sono un
estraneo. Devo andare scusa mio fratello mi sta
chiamando. CIAO! »
Mentii
spudoratamente e le attaccai in faccia,
era da un po’ di tempo che si comportava in modo
diverso, faceva la
fredda e la distaccata.
Non
mi confidava i segreti, preferiva tenere il
muso e era perennemente cofusa.
Possibile
che in due giorni fosse cambiata così ?
Nono…
Ero
io, sicuratamene, che esageravo come sempre,
dovevo richiamarla e chiederle scusa, poi
l’idea che tutte e due
avessimo trovato il principe azzurro mi piaceva da morire.
Come
si chiamava il mio, a proposito ?
Liam,
Neal ?? Il mio problema nel ricordare i
nomi era ormai risaputo e in questo caso non giocava a mio favore .
Le
avrei chiesto scusa il giorno dopo, solo
in quel momento però mi venne in mente che il giorno dopo
sarebbe iniziata la
scuola.
“OKY,
DIO CHE CAZZO MI METTO DOMANI ?!”
Aprii
le ante del mio armadio, era abbastanza
grande e stracolmo di abiti di ogni tipo, ma casualmente ogni volta che
lo
aprivo non riuscivo a trovare nulla che mi piacesse.
Nessuna
eccezione per quel giorno, come
mi solito il primo giorno di scuola non
mi piaceva agghindarmi come un albero di natale, o come fosse un giorno
importante.
Anche
se secondo la mia opinione agghindarsi era
indossare vestitini succinti con fiorellini qua e la, come se si
dovesse andare
a messa, nel pensare ciò ebbi un’illuminazione.
Aprii
un cassetto e vi tirai fuori una maglietta
bianca con una croce leopardata al centro, ci abbinai dei pantaloni
color beige
scuro, dalla scarpiera presi degli anfibi traslucidi rossi.
Misi
i vestiti sulla sedia davanti alla scrivania
e andai a prendere l’acetone e lo smalto,
scelsi un rosso forte simile a quello delle scarpe e
inizia a
mettermelo, con calma seduta sul letto, mi sentivo in colpa per come
avevo
parlato con Heart, mi ero comportata da stronza egocentrica del momento.
Perciò
dopo essermi passata sulle unghie lo
smalto, presi il cordless, facendo attenzione di non graffiarlo composi
il
numero della mia rossa, il telefono fece qualche squillo, prima che la
voce
trillante di Catherine mi rispose.
«Pronto?»
«Cat,
sono io Honey, che mi passi Bonnie?»
Domandai,
io e Cat eravamo in buoni rapporti,
anche se la vedevo di rado quelle poche volte ci fermavamo a parlare
per ore,
le solitamente mi parlava della sua perfetta relazione con il suo
compagno di
stanza Noha, un vero principe azzurro mente io le parlavo del belloccio
di
turno.
«è
su a fare i compiti credo, le dico di
rispondere sopra. Ciao.»
Disse
lei cordialmente, sicuramente la avevo
interrotta mentre stava preparando la sua scheda d’ammissione
al college, Heart
me ne aveva parlato mentre
ritornavamo a
casa.
Dovetti
aspettare qualche secondo, prima che la
calda e dolce voce di Bonnie mi rispondesse,
«Che
c’è ?»
Mi
domandò con tono lievemente incazzato, non
affatto da lei,
«Chiederti
scusa, mi perdoni ginger girl ?»
Feci
la vocina da Stich che amava tanto, sentii
un gran sospiro dall’altra parte, segno che stava meditando
sulla gravità della
mia pena.
«Ok,
ma …Devi aiutarmi a scegliere cosa mettermi
domani!»
Sentenziò
lei felice, io alzai gli occhi al celo,
era un’impresa snervante per me poiché i nostri
gusti in fatto di arte e
abbigliamento erano completamente diversi , facilmente paragonabili
all’acqua e
il fuoco.
«Devo
proprio?»
Domandai
io sbuffando, lei fece uno strano verso
poi la sentii buttarsi sul letto.
«Scusa
vuoi o no il mio perdono ufficiale? Guarda
che non mi basta la vocina da Stich»
Mi
ammonì lei,
dovetti per forza acconsentire, di mala voglia ma comunque
acconsentii.
Decidemmo
di vederci via Webcam, come facevamo i
sabati in cui non potevamo prepararci assieme per uscire, accesi il
portatile
ed entrai su Skype dove con un po’ di fatica, visto che la
mia connessione era
molto precaria, accesi una video chat con Heart.
Dopo
ben un ora di scarti e imprecazioni poiché
la mia connessione andava a scatti trovammo il vestito adatto, se da una parte io odiavo
indossare abiti
eleganti Bonnie adorava gli abiti a balze ricoperti di fiorellini.
Decise
di indossare un abitino di Hollister
bianco con fiorellini colorati al ginocchio,
con delle ballerine crema una cintura del medesimo colore
sotto il seno,
alle orecchie due orecchini con il simbolo di Chanel e un ciondolo con
un
fiocchetto nero.
«Ora
che abbiamo finito, parliamo di qualcosa di
più importante… scusa te lo potevo anche dire del
bel ragazzo solo che ero
ancora scioccata, calcola che lui è castankjovf»
E
il segnale per l’ennesima volta era andato a
puttane, diedi un botta al modem, l’immagine si
bloccò per poter poi diventare
criptata, imprecai sommessamente.
«opdfn
ha gli occhi cklkor mardgnkl.»
Quelle
furono le ultime parole che sentii prima
che ci fosse un black out del PC.
Presi
il palmare dalla tasca dei pantaloni e
scrissi un messaggio a Heart,
“Scusa,
ma il
modem è morto comunque bello castano occhi color mare,
dev’essere un gran
figaccione. Sentiamoci domani a scuola io ho già
l’orario e ho Biologia,
Inglese, Inglese, Fisica, Matematica e Storia. Te? XX.- Honey”
“Mate,
Geo,
Storia, Inglese e Storia, solo un’ora in comune che pizza.
Comunque guarda che
non è castano, poi domani ti dico. XX- Bonnie”
«CORRI
DEFICIENTE, HO FAME.»
Il
mio fratellino, iniziò a sbraitare contro la
mia porta chiusa.
Spensi
la luce e andai a mangiare, anche se non
avevo molta fame visto che avevo ancora sullo stomaco le palate di
gelato di
poco prima.