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Autore: momos___love    09/10/2012    2 recensioni
[SOSPESA]
Dal prologo:
«Io mi chiamo Honey, e tu ? »
La rossa, ingoiò della saliva poi rispose con voce flebile.
«…io mi chiamo Bonnie»
La mora sorrise poi strinse la mano della bambina che le si parava di fronte.
«Hai un bel nome! Io ho faccio la prima nella classe accanto alla tua»
Gli occhi verdi di Bonnie si ingrandirono e per la prima volta le comparse un sorriso sul viso.
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Un'amicizia durata un vita infranta per un ragazzo.
Non è la solita FF in cui due delle nostre carote si contendono una ragazza o una loro fan, non è la solita FF in cui loro sono famosi e si innamorano di ragazze normali, è semplicemente una Flebile Idea.
Astrid.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

 

 

 


Mamma told me not to waste my life
She said spread your wings

 my little butterfly
Don’t let what they say

 keep you up at night
And they can’t detain you
Coz wings are made to fly
And we don’t let nobody

 bring us down
No matter what you say

 it won’t hurt me
Don’t matter if I fall

 from the sky
These wings are made to fly

 

{Wings – Little Mix }

 

 

 

//Honey POV//

 

 

Non sapevo cosa fare, ero annoiata.

Avevo provato tutto per distrarmi, persino ristabilire dell’ordine nella mia caotica camera, non che ci fossi riuscita però almeno ora si poteva vedere il pavimento.

Uscì dalla mia camera  per scendere in cucina, dove ci trovai mamma tutta indaffarata fra padelle e utensili di cui io ignoravo sia nomi che funzioni.

Quando ero annoiata di solito il mio livello di controllo della fame scendeva in picchiata e inspiegabilmente mi ritrovare a trangugiare invenzioni al momento poco salutari come i Nachos  al formaggio e salsa al cioccolato bianco oppure Nudols con salsa tartare e fiocchi d’avena al miele.  Diciamo che quando sono annoiata e ho a disposizione un intera cucina divento il Gordon Ramsay dei senza tetto.

«Madre, dammi del cibo!»

Sentenziai battendo un pugno sull’isolotto al centro della cucina, lei neppure si girò e continuò a pelare delle patate.

«Mi hai sentito?  Donna che mi ha messo al mondo nutrimi…»

Continuai, lei si girò e mi lanciò un broccolo bollito addosso, io lo presi in mano e quasi inorridii,

«Mangia, contiene molte….»

«Mi vuoi avvelenare ? Perché se fosse così mi basterebbe mangiare quello che mangia Darren a colazione.»

Mi madre fece un sorrisetto,  mio malgrado strascicai  i piedi per tutta la cucina e andai a buttare il broccolo nella pattumiera,

«Ho capito, in questa famiglia devo fare tutto da sola, devo provvedere a me stessa –borbottai in malo modo aprendo  il frigorifero e iniziando a meditarci davanti- ehmmmmmmmmmmm… »

Passai ben più di tre minuti in quello stato catatonico prima che mia madre potesse intervenire.

«Se ti aspetti che il cibo inizia a ballare ti conviene chiudere, è solo tempo e energia sprecata »

Non c’era nulla che mi invogliava, così chiusi il frigo e andai a prendere una vaschetta di gelato nel freezer, presi una ciotola di vetro e un cucchiaino.

 «Honey? Il gelato a quest’ora ? »

Domandò lei lanciandomi uno sguardo di fuoco, io alzai le spalle

«Sono le cinque … che c’è ?»

«c’è che mangeremo fra neppure due ore… Se non mangi il polpettone sta sera ti metto nel forno!»

Mi minaccio lei con lo sbuccia patate in mano, non riuscivo a prenderla sul serio con quel cose in mano.

«Oky, mangerò tutto ma ora vogli il poco salutare gelato ! »

Le risposi, trattenendomi a stento dallo scoppiare a ridere.

«Honey?»

«Si madre .»

«Non è che per caso faresti una ciotolina anche per me?»

Io scoppiai a ridere, dopo tutte le raccomandazioni mi veniva a chiedere il gelato ? La solita !

La piccola reggina del gelato che c’era in me  si rifiutava assolutamente di condividere il nettare rinfrescante degl’ideii con estranei (?), sfortunatamente però ebbe la meglio il mio cervello altruista,

presi il mestolo e mise tre palline di gelato alla vaniglia nella ciotolina e vi infilzai dentro il cucchiaino, poi lo misi vicino a mamma e me ne andai via con la confezione e il mestolo .

« 1 kg di gelato e un mestolo ? challenge accepted !»

Borbottai a me stessa  salendo le scale per la mia camera, appena entrata priva di grazia mi catapultai sul letto, dove il mio gatto Kiwi era appisolato.

Quel gatto, a detta mia, era uno che aveva capito tutto dalla vita.

Più simile ad polpettone con la pelliccia che ad altro, era riuscito a trovare delle persone talmente ingenue da essere rimaste imbambolate dalla sua dolcezza infantile, prender piede all’interno della famiglia e far si che essi provvedessero costantemente al suo fa bisogno.

 Un genio del crimine .

Da che ne avessi memoria non lo avevo mai visto fare attività da gatti,  non camminava al suo posto rotolava per le stanze in cerca di cibo.

Presi una mestolata di gelato e finché era possibile cercai di farla entrare nella mia spelonca.

Proprio in quell’istante il mio cordless scuillò, scattai e lo presi dal comodino per portarmelo all’orecchio.

«Cunque tu scia, umagno, aliegno o schimia …  -ingoiai un po’ di gelato per poi ritornare a parlare- Stai disturbando il mio noioso stuzzichino delle cinque, capito ? Addio !»

Terminai con in bocca il mestolo, sentii una risata che avrei riconosciuto fra migliaia.

«Aspetta Heart, per te posso anche fare un’eccezione  »

Dissi sorridendo al vuoto,

«Ma quanta gentilezza, stai trangugiando zuccheri come una donna incinta o cosa?? »

Mi domandò lei con tono evidentemente di scherno, io sbuffai e chiusi la confezione e la riposi sul comodino accanto al letto,

«Sisi, che  mi racconti ??»

Le  domandai io,  chiudendo il discorso , mi infastidiva parlare con lei di cibo, lei era così magra che non doveva neppure controllarsi nel mangiare, mentre io ero costretta a mantenermi in forma correndo e facendo attività fisica per evitare che aumentassero i chili di troppo.

«Nulla di che, ansi si c’è qualcosa che non ti ho detto …»

Io impallidii,

“come poteva tenermi all’oscuro di qualcosa, ero o non ero la sua migliore amici ?”

«Oggi, sai quando nel negozio di CD ci siamo separate ho incontrato un ragazzo meraviglioso, ci siamo scambiati i numeri e…  MI HA GIÀ RICHIAMATA E MI HA CHIESTO SE QUESTO SABTO SERA SONO LIBERA, ANDREMO AL BOWLING !! »

Esclamò lei, tutta su di giri, io ero irritata, come aveva potuto non dirmi una cosa di quel genere,  io dell’incontro con il bel biondo glie ne avevo parlato appena ne avevo avuto l’opportunità.

Lei aveva avuto tutto il tempo che voleva per dirmelo,  e invece no ha  preferito farmi aspettare come sono avesse molta importanza.

«AH, perché non me lo hai detto oggi scusa ?»

Le domandai con tono freddo, di sicuro si stava torturando una ciocca di capelli ramati non sapendo che dire…

«UHM, non so, credo che…»

Balbetto, non la feci neppure finire che la congedai,

«Che ti costava dirmelo, mica sono un estraneo.  Devo andare scusa mio fratello mi sta chiamando. CIAO! »

Mentii spudoratamente e le attaccai in faccia, era da un po’ di tempo che si comportava in modo diverso,  faceva la fredda e la distaccata.

Non mi confidava i segreti, preferiva tenere il muso e era perennemente cofusa.

Possibile che in due giorni fosse cambiata così ? Nono…

Ero io, sicuratamene, che esageravo come sempre, dovevo richiamarla e chiederle scusa,  poi l’idea che tutte e due avessimo trovato il principe azzurro mi piaceva da morire.

Come si chiamava il mio, a proposito ?

Liam, Neal ?? Il mio problema nel ricordare i nomi era ormai risaputo e in questo caso non giocava a mio favore .

 Le avrei chiesto scusa il giorno dopo, solo in quel momento però mi venne in mente che il giorno dopo sarebbe iniziata la scuola.

“OKY, DIO CHE CAZZO MI METTO DOMANI ?!”

Aprii le ante del mio armadio, era abbastanza grande e stracolmo di abiti di ogni tipo, ma casualmente ogni volta che lo aprivo non riuscivo a trovare nulla che mi piacesse.

Nessuna eccezione per quel giorno,  come mi solito il primo giorno di scuola non mi piaceva agghindarmi come un albero di natale, o come fosse un giorno importante.

Anche se secondo la mia opinione agghindarsi era indossare vestitini succinti con fiorellini qua e la, come se si dovesse andare a messa, nel pensare ciò ebbi un’illuminazione.

Aprii un cassetto e vi tirai fuori una maglietta bianca con una croce leopardata al centro, ci abbinai dei pantaloni color beige scuro, dalla scarpiera presi degli anfibi traslucidi rossi.

Misi i vestiti sulla sedia davanti alla scrivania e andai a prendere l’acetone e lo smalto,  scelsi un rosso forte simile a quello delle scarpe e inizia a mettermelo, con calma seduta sul letto, mi sentivo in colpa per come avevo parlato con Heart, mi ero comportata da stronza egocentrica del momento.

Perciò dopo essermi passata sulle unghie lo smalto, presi il cordless, facendo attenzione di non graffiarlo composi il numero della mia rossa, il telefono fece qualche squillo, prima che la voce trillante di Catherine mi rispose.

«Pronto?»

«Cat, sono io Honey, che mi passi Bonnie?»

Domandai, io e Cat eravamo in buoni rapporti, anche se la vedevo di rado quelle poche volte ci fermavamo a parlare per ore, le solitamente mi parlava della sua perfetta relazione con il suo compagno di stanza Noha, un vero principe azzurro mente io le parlavo del belloccio di turno.

«è su a fare i compiti credo, le dico di rispondere sopra. Ciao.»

Disse lei cordialmente, sicuramente la avevo interrotta mentre stava preparando la sua scheda d’ammissione al college, Heart me ne aveva parlato  mentre ritornavamo a casa.

Dovetti aspettare qualche secondo, prima che la calda e dolce voce di Bonnie mi rispondesse,

«Che c’è ?»

Mi domandò con tono lievemente incazzato, non affatto da lei,

«Chiederti scusa, mi perdoni ginger girl ?»

Feci la vocina da Stich che amava tanto, sentii un gran sospiro dall’altra parte, segno che stava meditando sulla gravità della mia pena.

«Ok, ma …Devi aiutarmi a scegliere cosa mettermi domani!»

Sentenziò lei felice, io alzai gli occhi al celo, era un’impresa snervante per me poiché i nostri gusti in fatto di arte e abbigliamento erano completamente diversi , facilmente paragonabili all’acqua e il fuoco.

«Devo proprio?»

Domandai io sbuffando, lei fece uno strano verso poi la sentii buttarsi sul letto.

«Scusa vuoi o no il mio perdono ufficiale? Guarda che non mi basta la vocina da Stich»

Mi ammonì lei,  dovetti per forza acconsentire, di mala voglia ma comunque acconsentii.

Decidemmo di vederci via Webcam, come facevamo i sabati in cui non potevamo prepararci assieme per uscire, accesi il portatile ed entrai su Skype dove con un po’ di fatica, visto che la mia connessione era molto precaria, accesi una video chat con Heart.

Dopo ben un ora di scarti e imprecazioni poiché la mia connessione andava a scatti trovammo il vestito adatto,  se da una parte io odiavo indossare abiti eleganti Bonnie adorava gli abiti a balze ricoperti di fiorellini.

Decise di indossare un abitino di Hollister bianco con fiorellini colorati al ginocchio,  con delle ballerine crema una cintura del medesimo colore sotto il seno, alle orecchie due orecchini con il simbolo di Chanel e un ciondolo con un fiocchetto nero.

«Ora che abbiamo finito, parliamo di qualcosa di più importante… scusa te lo potevo anche dire del bel ragazzo solo che ero ancora scioccata, calcola che lui è castankjovf»

E il segnale per l’ennesima volta era andato a puttane, diedi un botta al modem, l’immagine si bloccò per poter poi diventare criptata, imprecai sommessamente.

«opdfn ha gli occhi cklkor mardgnkl.»

Quelle furono le ultime parole che sentii prima che ci fosse un black out del PC.

Presi il palmare dalla tasca dei pantaloni e scrissi un messaggio a Heart,

 

“Scusa, ma il modem è morto comunque bello castano occhi color mare, dev’essere un gran figaccione. Sentiamoci domani a scuola io ho già l’orario e ho Biologia, Inglese, Inglese, Fisica, Matematica e Storia. Te? XX.- Honey”

 

“Mate, Geo, Storia, Inglese e Storia, solo un’ora in comune che pizza. Comunque guarda che non è castano, poi domani ti dico. XX- Bonnie”

 

«CORRI DEFICIENTE, HO FAME.»

Il mio fratellino, iniziò a sbraitare contro la mia porta chiusa.

Spensi la luce e andai a mangiare, anche se non avevo molta fame visto che avevo ancora sullo stomaco le palate di gelato di poco prima.

  
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