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Autore: Fenrir_23    09/10/2012    6 recensioni
Questa storia è il seguito di "Un'altra possibilità", la mia prima Long su Itachi e Sasuke.
“Ti mancano i tuoi compagni di team?” Chiese, a bruciapelo.
Sasuke lo guardò stranito, chiedendosi quale strano processo mentale l’avesse portato a pensare a loro, ma poi si affrettò a negare.
“No, assolutamente no.” Disse, seccamente.
"Itachi sollevò il suo capello di paglia per monitorare meglio la situazione, osservando per un attimo Sasuke che camminava apparentemente tranquillo al suo fianco. Si trovavano in una zona particolarmente pericolosa: il Paese del Suono. Stavano esplorando quel posto desolato in cerca del rifugio principale di Orochimaru."
La prima parte della fiction è piuttosto avventurosa, la seconda invece più dedicata all'introspezione dei personaggi.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Dopo la serie
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Sasuke lanciò un ultimo sguardo al lungo tunnel oscuro che rappresentava l'entrata del rifugio di Orochimaru, prima che questo si richiudesse.
Dopo aver trovato quello che cercavano - in seguito ad ore di estenuanti ricerche - Itachi e Sasuke avevano ispezionato tutto il restante rifugio, accertandosi che non vi fosse più nulla e, tralasciando i cadaveri ormai in decomposizione avanzata di qualche prigioniero che probabilmente era morto prima ancora di avere la possibilità di fuggire, non avevano trovato nient'altro.
Presero entrambi una boccata d'aria appena usciti per liberarsi dal puzzo di morte che ancora li tormentava, e Sasuke dovette trattenere un conato di vomito ripensando ai corpi delle persone che avevano trovato. L'odore di un corpo decomposto era qualcosa di così orribile da fargli venire i brividi.
Itachi gli posò una mano sulla spalla, rassicurante.
"Ti senti bene, Sasuke?"
Lui annuì con un cenno del capo, insicuro.
"Ho solo bisogno di farmi una doccia."
Itachi sospirò lievemente, sistemandosi lo zaino che portava in spalla e riponendo la torcia che avevano utilizzato per illuminare i corridoi del rifugio di Orochimaru.
"Otouto, penso che per i prossimi giorni dovrai accontentarti di fare il bagno in un fiume, dubito che da queste parti ci siano servizi igienici." Gli fece notare il maggiore, pacato, mentre riprendeva il cammino. La loro prossima tappa erano le terre abbandonate che confinavano ad est di Oto con il Paese del Fulmine. Secondo la mappa segreta che avevano trovato, quella che riportava anche i rifugi più nascosti, uno dei nascondigli di Orochimaru si trovava proprio lì. Poi avevano concordato di tornare a Konoha per avvisare l'Hokage di quello che avevano trovato e mandare delle squadre di ANBU a liberare gli eventuali prigionieri ancora detenuti nei rifugi più nascosti. Sasuke avrebbe voluto occuparsene personalmente, ma si rendeva conto che in quel modo avrebbero guadagnato tempo assicurando la salvezza di molte più vite.
"Dovremmo trovare un posto per accamparci otouto, ormai è già buio."
 
 
 
 
 
"Sasuke, che cosa stai facendo?"
Itachi osservò Sasuke allibito mentre, senza la minima traccia d’imbarazzo, si spogliava di tutti i vestiti per gettarsi nel fiume a quell'ora della notte. Suo fratello sapeva essere tremendamente pudico o anche troppo disinvolto, a seconda della situazione, nel mostrarsi nudo, e L'Uchiha più grande non era mai riuscito a inquadrare bene quel comportamento. Sapeva solo che buttarsi nell'acqua di un fiume subito dopo mangiato era una pessima idea.
"Otouto, non osare entrare." Lo rimproverò, mentre lui si spogliava degli ultimi vestiti. Quelle parole però furono completamente ignorate, e prima che Itachi potesse muovere un passo per bloccare suo fratello e impedirgli di entrare in acqua, lui si era già immerso completamente.  Itachi non si preoccupò troppo perché in quel tratto la corrente era davvero debole, ma riuscì a tranquillizzarsi completamente solo quando Sasuke riemerse facendogli constatare che l'acqua gli arrivava solo al petto.
"Ti preoccupi troppo, niisan."Borbottò lui, mentre suo fratello si sedeva sull'argine e si toglieva le calzature per immergere i piedi in acqua.
"Dovresti entrare anche tu, non capisco come fai a non avere voglia di un bagno dopo essere stato ore in quel posto schifoso."
Itachi lo guardò di sfuggita, mentre immergeva una mano in acqua per raccoglierne una quantità sufficiente a sciacquarsi il viso.
"Lo farei volentieri Sasuke, ma è meglio se rimando a domani mattina, quando il sole sarà alto in cielo e scalderà la terra; prendere freddo non farebbe bene al mio corpo e visto che siamo in viaggio preferirei evitare il rischio."
Sasuke abbassò lo sguardo, dispiaciuto. Faceva ancora fatica a vedere Itachi in quel modo. Da piccolo era stato sempre abituato a vederlo come il fratello forte e invincibile sotto tutti i punti di vista, e ora gli faceva davvero uno strano effetto vederlo così debole fisicamente, anche se sapeva benissimo che quello era il prezzo che aveva deciso di pagare Itachi per rimanergli affianco.
"Va bene così otouto; la vita mi ha concesso di continuare a vivere accanto a te, non importa se non ho più la salute di un tempo. Inoltre sono abituato a prestare attenzione al mio corpo ormai da diversi anni."
Quelle erano le parole che ripeteva sempre suo fratello, eppure Sasuke ogni volta non poteva fare a meno di sentirsi infinitamente triste, anche se poi Itachi gli sorrideva in un modo che gli faceva capire quanto lui fosse soddifstatto di come vivevano adesso.
"Scusa, niiisan ..." Mormorò, mentre si immergeva nuovamente sott'acqua per dimenticarsi dell'odore di morte che gli aveva lasciato addosso quella giornata. Restò a mollo ancora per diversi minuti, e quando si decise ad uscire si avvolse nel grande asciugamano che Itachi gli aveva lasciato sull'argine, insieme agli unici vestiti puliti che erano rimasti. Si guardò in giro per vedere dove fosse suo fratello, e lo trovò poco distante, intento a lavare gli abiti per il giorno successivo.
Senza dire niente frugò nel suo zaino, preparandosi a montare la tenda per la notte; dovevano accamparsi per riposare dopo quella giornata faticosa. Il tempo sembrava stabile, e quindi non avrebbero avuto bisogno di cercarsi un posto al chiuso, anche perché l'unica altra soluzione che si prospettava era trovare una grotta.
Sasuke attese Itachi nella tenda, osservandolo mentre apriva un libro con tutta l'intenzione di mettersi a leggerlo piuttosto che dormire.
"Niisan, non dormi? Domani dovremo camminare molto." Gli fece notare.
Lui gli sorrise appena, spettinandogli i capelli.
"Non preoccuparti Sasuke, non starò sveglio per molto. Tu riposati."
Il minore dei due Uchiha obbedì ad Itachi, sistemandosi sul futon. Era bello averlo accanto.
 
 
 
 
 
Il giorno seguente Itachi e Sasuke si erano messi in cammino presto, di buon passo, e verso la sera avevano superato il confine delle terre del Paese del Suono, avventurandosi in quelle sperdute che confinavano ad est con il Paese del fulmine.
Itachi conosceva bene quel posto, ci era stato diverse volte per sistemare affari loschi con l’Akatsuki di cui ora preferiva non ricordarsi, e sapeva che a differenza di Oto, rimasta deserta, lì non potevano permettersi di abbassare la guardia: era un vero e proprio covo di criminali, dove si rifugiavano tutti i Nukenin delle terre ninja.
Il sole aveva fatto posto alla luna ormai da un’ora abbondante – e Itachi cominciava a sentirsi affaticato – quindi pensò che fosse giunto il momento di trovare un posto dove dormire.
“A dieci minuti di cammino da qui c’è un villaggio, cercheremo una locanda da quelle parti per sta sera.” Disse a Sasuke.
Il minore si limitò ad annuire, scrutando Itachi con attenzione: da quando avevano varcato quei confini lui sembrava parecchio teso.
“Sei già stato qui, niisan?”
Chiese, in modo spontaneo. Notò lo sguardo di Itachi che si faceva più cupo, e da quello dedusse che quel posto per suo fratello doveva essere carico di ricordi dolorosi.
“Si.”
Itachi rispose telegraficamente, poco desideroso di continuare quella conversazione. Era stato almeno tre o quattro volte in quelle terre, durante la sua vita, per ritirare denaro o estrapolare informazioni segrete per conto di Akatsuki, ed aveva sempre odiato l’atmosfera di quella città. Perché lì, in mezzo alle tantissime vittime che non avevano saputo trovare una via giusta, c’erano anche le persone malvagie, quelle che sfruttavano gli altri solo per arricchirsi. Gente che commerciava col sesso, con la droga, con le vite delle persone. E lui aveva dovuto sopravvivere in quell’ambiente ed adattarsi, in tutti gli anni passati ad Akatskuki, con il pensiero fisso che alla fine fra loro e lui – che aveva sterminato tutta la sua famiglia, non importa per quale motivo – non c’era poi molta differenza.
Col passare degli anni poi si era adattato a quel tipo di vita, aveva imparato a vivere nel marcio e si era reso conto di farne parte.
Lasciando da parte certi pensieri, continuò a camminare ancora, arrivando al villaggio di cui aveva parlato: era tetro e minaccioso.
“Otouto, stai attento a chi ti sfiora e nascondi il viso.”
Indossavano entrambi delle maglie a collo alto e portavano un cappello di paglia che Itachi si era premonito di comprare proprio per situazioni come quelle.
Improvvisamente iniziò a piovere, cosa che contribuì a rendere l’atmosfera di quel posto ancora più cupa.
Si fermarono davanti ad una locanda scalcinata, i volti appena illuminati dalla luce fioca delle lanterne; dall’interno proveniva un gran baccano.
“Niisan … sei sicuro che questo sia un posto … adatto?”
Domandò Sasuke, scettico.
Itachi sospirò appena. “Gli altri sono molto peggio, otouto.”
Quando varcarono la soglia, la confusione s’interruppe per un attimo, e tutti puntarono i loro sguardi sui nuovi arrivati; Itachi e Sasuke si limitarono ad ignorarli, prendendo posto ad un tavolo, e gli altri ninja ripresero a parlare fra di loro rumorosamente.
“Sasuke, ignorali.” Intimò Itachi, notando che suo fratello li stava osservando con uno sguardo fin troppo cupo.
“Cosa volete?” Chiese malamente la proprietaria del locale, che si era avvicinata a loro per servirli. Itachi prestò particolare attenzione a non farsi vedere in volto – non era una cosa inconsueta da quelle parti, comunque – nascondendosi sotto il cappello –perché conosceva quella donna –e ordinò due piatti di Ramen.
Proprio quando si stava tranquillizzando successe quello che non avrebbe voluto; un uomo ubriaco urtò la sedia di Sasuke, incolpandolo.
“Hey idiota, stai attento.”
Itachi sperò per un attimo che Sasuke lasciasse perdere e basta, ma non rimase per nulla sorpreso quando lui rispose alla provocazione con uno sguardo gelido e tagliente, togliendosi il cappello ed attivando lo sharingan.
“Imbecille, sei stato tu ad urtarmi!”
“Un Uchiha!” Mormorò l’uomo, esterrefatto. A quelle parole tutti gli altri si voltarono verso Sasuke, che sembrava parecchio irritato.
Itachi li passò in rassegna uno a uno velocemente; sapeva che in quella locanda si rifugiavano i criminali più deboli, non certo i potenti che invece preferivano optare per altri posti. In ogni caso preferiva evitare risse di qualsiasi tipo, ma perse la speranza quando il tizio ubriaco afferrò Sasuke per il colletto e lo fece cadere a terra con una spinta decisa.
Per un attimo Itachi osò sperare che le cose si sarebbero concluse lì, ma non si stupì quando suo fratello si rialzò agilmente, ricambiando quel gesto con una mossa veloce; un pugno in pieno viso che fece crollare a terra l'uomo. Tra l'altro Sasuke aveva agito con totale indifferenza, con uno sguardo che, Itachi era ne era sicuro, quei criminali avrebbero sicuramente preso come una provocazione. L'Uchiha più grande sospirò, portandosi una mano al cappello di paglia che usava per nascondersi il viso; non voleva svelare la sua identità in un posto simile, ma rischiare di scatenare una rissa era una mossa ancor più sconsigliata. La verità sul suo conto era stata ormai diffusa, anche se dubitava che una notizia del genere fosse arrivata in ogni  angolo delle terre ninja, e probabilmente qualcuno nemmeno vi aveva creduto, però indipendentemente da quello era sicuro che nessuno dei presenti avrebbe osato sfidarlo.
"Ma quello è Uchiha Itachi!" Esclamò un uomo, quando lui si sfilò il cappello.
"Te l'avevo detto idiota. E l'altro è suo fratello Sasuke Uchiha, quello che ha sconfitto Orochimaru!"
Nel locale piombò il silenzio tutto ad un tratto, e l'uomo ubriaco tornò a sedersi diligentemente, senza avere il coraggio di infastidire ancora Sasuke.
Itachi non poté fare a meno di ascoltare i vari bisbigli.
"Hai sentito la verità sul suo conto?" Sentì sussurrare da un ragazzo seduto al tavolo dietro di loro.
"Ah ma io non ci credo." Rispose un'altra voce. "Dicevano fosse spietato, non può essere vero quello che si dice; uno capace di uccidere i suoi stessi parenti è considerato male persino fra noi."
Itachi si costrinse a non ascoltare, più ferito da quelle parole di quanto avrebbe voluto ammettere, anche se ormai era abituato da tempo ad essere considerato in quel modo. tornò a concentrarsi su Sasuke, che si era nuovamente  seduto al suo posto, visibilmente irritato, almeno ai suoi occhi.
Gli raccomandò con lo sguardo di essere meno impulsivo, mettendosi poi di nuovo il cappello.
Proprio in quel momento la proprietaria del locale servì loro i Ramen che avevano ordinato, appoggiandosi al tavolo.
"E così sei di nuovo da queste parti, Uchiha Itachi." Disse, con un tono misto fra la sorpresa e l'interesse.
"Senza il tuo compagno Kisame, so che è stato ucciso, ma con tuo fratello .. per quali affari? Si dice che entrambi abbiate abbandonato la vita del Nukenin dopo ... la scoperta della verità a tuo riguardo; è quindi vero quello che si dice?"
"Certo che è vero!" Scattò Sasuke, scandalizzato dal fatto che qualcuno reputasse suo fratello un criminale, ancora.
"Sasuke."
Itachi gli lanciò uno sguardo di ammonimento, raccomandandogli implicitamente di lasciar perdere. Il fratello esitò per un attimo, ma poi decise di assecondarlo, fidandosi, ma senza riuscire a mascherare del nervosismo palpabile.
Itachi non era un criminale, nessuno ne doveva dubitare.
"Allora?" Lì incalzò la donna.
"Non sono affari che ti riguardano." Tagliò corto Itachi, deciso ad ignorarla.
Alla fine del pasto pagarono la cena e la camera e salirono al piano di sopra, dove si trovava la loro stanza. Fuori pioveva a dirotto, e anche se quel posto non aveva un aspetto propriamente accogliente, almeno potevano dire di avere un tetto sulla testa. Quando entrarono in camera Sasuke passò in rassegna ogni angolo, appurando che era tutto sporco e pieno di polvere e ragnatele, ma in fondo certamente non si era aspettato di finire in una sweet di lusso, e poi aveva visto di molto peggio.
Osservò Itachi, che aveva posato il suo zaino da viaggio su di un piccolo tavolino in legno, e nel ripensare ai sussurri di prima alcune parole gli sfuggirono di bocca senza che nemmeno se ne accorgesse.
"Niisan ... quelli che non credono alla veirtà su di te sono sole degli imbecilli ignoranti!" Senza nemmeno accorgersene Sasuke alzò il tono di voce.
"Tu non sei spietato, non sei un criminale, e non meriti di essere considerato al pari di un delinquente!"
Itachi si voltò verso il fratello, sinceramente colpito dalla foga con cui stava parlando, come se non  potesse assolutamente tollerare che qualcuno pensasse quelle cose. Dopo anni di odio in cui si era sempre intimamente vergognato - nonostante avesse deciso di sopportare - di farsi vedere come un criminale, ora sentire Sasuke che lo difendeva in quel modo era qualcosa in grado di far commuovere anche il suo cuore che da tempo si era chiuso a cose del genere. Ma con Sasuke era sempre così, lui era l'unica persona in grado di far riemergere i sentimenti che aveva represso per anni. Era la sua ancora di salvezza.
Sentì l'impulso di abbracciarlo, ma si limitò ad appoggiare una mano sulla sua testa e a spettinarlo amorevolmente, con un sorriso dolce sulle labbra che non riuscì a togliersi, lo stesso che aveva molti anni prima, quando, nel bosco, diceva al fratello che gli avrebbe insegnato una nuova tecnica la prossima volta.
"Grazie otouto." Mormorò, poi aggiunse: "Domani ci conviene partire molto presto, visto che di sicuro la notizia che siamo da questa parti si diffonderà in fretta. Tu riposa, io ora vado a farmi una doccia."
Prima che Sasuke potesse aggiungere qualcosa Itachi si era già voltato, continuando a ringraziarlo intimamente.
 
 
 
 
 
Salve gente ^_^ come potete vedere questo è un capitolo abbastanza transitorio, quindi ne ho approfittato per inserire degli spunti che mi hanno aiutata ad affrontare alcune tematiche riguardanti soprattutto Itachi XD
Che dire … il prossimo sarà il capitolo 4, penso che questo sequel si concluderà verso i 7-8 capitoli.
Volevo avvisarvi poi che non sono sicura, a partire dalla settimana prossima, di riuscire ad aggiornare entrambe le long in corso ogni martedì e ogni sabato, perché questo lunedì ho iniziato la mia nuova scuola, che mi terrà davvero tanto impegnata(sono contentissima *_*). Però cercherò di fare del mio meglio per non farvi aspettare troppo!
Ci sentiamo!
 
   
 
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