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Autore: occhidigatto    09/10/2012    1 recensioni
a forza di leggere ff su Jacob e Renesmee mi è salita la voglia di provare a scrivere anche la mia storia.. non riesco ad anticipare nulla perchè ci sono ancora "lavori in corso.." intanto questo è il primo capitolo sulla vita di questi due ragazzi.
“ e tu hai mai avuto l’imprinting Jacob?” gli avevo chiesto sfacciatamente, a quella domanda Jack si girò rapidamente verso di me, trafiggendo i miei occhi con uno sguardo così intenso da farmi rimanere senza fiato per qualche secondo.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga
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BUON GIORNO A TUTTI!! allora questo è il secondo capitolo, spero che abbia molto più successo rispetto al precedente! ma non abbiate timore di recensire, ditemi assolutamente quello che pensate sia in positivo che in negativo sono pronta e anzi, voglio accettare tutto. ringrazio comunque le persone che hanno recensito e che seguono la storia. buona lettura alla prossima.

SCUSATE MA.. FACCIO PARTE O NO DELLA FAMIGLIA?


Era tardi! Era tardissimo! Carlisle non avrebbe mai perdonato tanto ritardo! Però che rabbia, possibile che per una volta che mi permettevo di far tardi la sera nessuno veniva a svegliarmi? Fortuna che in casa eravamo in otto, esclusa me.
Sbuffai mentre irritata, pensavo dove potevo aver cacciato la maglietta avana che volevo indossare, sapevo fin troppo bene il motivo dell’assenza dei mie famigliari, non era di certo un caso ritrovarmi sola in casa, senza il buongiorno squillante dei miei genitori che mi davano quotidianamente.
Una delle loro prove, ecco cos'era, e la cosa mi innervosiva ancor di più. “ uno dei compiti di un buon genitore è saper responsabilizzare i figli” mi aveva parlato mio padre, con la sua solita pacatezza, qualche giorno prima, come se sapesse già in anticipo in che modo sarebbero andate le cose. Anche se impossibile, visto che zia Alice, sorella di papà e veggente di casa, non riesce a vedere la mia persona nel futuro.
Non abbiamo mai compreso il motivo ma io e i licantropi per lei siamo tabù.
Caspiterina, va bene responsabilizzare, però potrebbero almeno ponderare le situazioni ed essere un po’ più di “manica larga” a mio avviso; lo sanno benissimo che nonno Carlisle, uomo tralaltro più paziente di questo mondo, probabilmente ancora più di papà, adora la puntualità e l’unica cosa che lo irrita realmente sono i ritardi. E io lo ero!
Cercai di velocizzarmi ancora di più pensando a questo e guardando l’orologio che segnava le otto!!
Mentre tenevo la scarpa da ginnastica in mano cercando di infilarla nel piede e aprendo la porta, inciampai nello zerbino di casa e feci un bel capitombolo a terra “ MMMMM! Mannaggia a me e al mio mezzo sangue!” urlai furibonda pestando i pugni a terra, purtroppo anche impegnandomi con tutte le mie forze, pur avendo sensi abbastanza sviluppati ed essere una buona corritrice specie  in velocità, non avrei mai avuto le loro capacità. Confronto a dei veri e propri vampiri, io sono molto più umana nei movimenti e negli atteggiamenti, ecco perché inciampo spesso, in questo sembri assomigliare a mia madre in forma umana, ed è contesto di derisione da parte di tutta la famiglia e oltre.
Ho dei limiti sensoriali inferiori ai miei genitori, l’olfatto e la vista sono molto più deboli, e quando caccio faccio il doppio della fatica nella ricerca del nutrimento, quindi spesso mi annoio e finisco per mangiare cibo umano in compagnia di Jake.
Solo di una capacità vado orgogliosa, perché è l’unica caratteristica che mi contraddistingue dagli innumerovoli poteri della mia famiglia: la capacità di comunicare attraverso il tocco.
Entrai a casa dei nonni che ergeva a fianco alla nostra, profumo di croissante appena sfornati facevano venire l’acquolina in bocca,trovai nonna Esme che si divertiva sul bancone a impastare e a infornare dolciumi in quantità industriale “ ciao nonna, aspettiamo un reggimento per pranzo?” domandai, visto che ero l’unica a fare colazione, alzò lo sguardo osservandomi con quegli occhi zuccherini capaci di far sciogliere anche il marmo “ no tesoro, ma in ansia per l’attesa del tuo arrivo mi sono fatta prendere la mano” distolse lo sguardo continuando la sua attività “ meglio che ti sbrighi, penso che sia già abbastanza innervosito, ti porterò la colazione nello studio” aggiunse premurosa ma con espressione discordante, sicuramente anche lei non aveva apprezzato il mio ritardo. “ volo” e neanche il tempo di dirlo che mi fiondai nello studio
Entrai quatta, quatta, quasi nella speranza di non farmi vedere ne sentire.. Soffocai una risata mentale al pensiero, come se non avesse già captato la mia presenza fin dal giardino. “ Nessie” tuonò una voce calma ma seria, allargai il mio raggio d’azione focalizzando la scrivania, un libro di anatomia aperto alla pagina in cui avevamo terminato il giorno precedente, e infine il nonno, in piedi vicino alla sedia che mi guardava accigliato “ ciao nonno” salutai con sguardo basso colpevole e consapevole dell’errore commesso “ scusa per il ritardo, non l ho fatto apposta” “ voglio ben sperare cara” quando Carlisle era arrabbiato o innervosito non dava segni evidenti, non urlava, non sbraitava, non diventava bordeaux, anche perché non ne sarebbe stato in grado, rimaneva rilassato, tranquillo, nella posizione stata verticale a fissarti con occhi seri e volto inespressivo. Quasi come mio padre, solo che lui corrugava anche la fronte.
Ed era proprio questo modo di fare che faceva sentire ancora di più il macigno dello sbaglio “ lo sai che tengo particolarmente alla puntualità, è segno di maturità e responsabilità e tu hai l’età..” e si corresse perché proprio l’età non l’avevo “ o meglio l’età intellettiva di capire e di imparare questa regola di vita importante, non solo per me, e per i tuoi genitori, ma anche per te stessa, perché dimostrando che sei in grado di gestire le tue azioni otterrai la fiducia dei tuoi genitori.Questo, significa essere una persona responsabile” si schiarì la voce “ detto questo figliola, possiamo iniziare la lezione” e fu così che mi beccai una bella paternale oltre alle sei pesanti ore di lezione, finendo alle due visto la mia ora mancata. Mentre nonno parlava, spiegava e leggeva, ogni tanto la mia mente evadeva e sognava di essere in una scuola, con altri ragazzi, diversi da me sicuramente, umani assolutamente, ma persone nuove con caratteri differenti.
Mi sarebbe piaciuto ridere e scherzare su futilità con le amiche, divertirmi a fare “l’oca” ovviamente non in modo serio, con i ragazzi, tanto per vedere le reazioni, scambiare compiti sotto banco prima dell’inizio delle lezioni con i compagni.. Insomma sognavo di fare quelle cose normali che fanno tutti i ragazzi miei coetanei.. Invece non potevo, perché ero differente, perché non avrei potuto dare spiegazioni sui miei genitori, perchè abitavo in un luogo in cui la mia famiglia poteva destare sospetti visto che erano eterni giovani, conosciuti dagli abitanti.
Ma siccome mamma gradiva rimanere vicino a Charlie, avevamo deciso di rimanere a Forks nascosti però dal resto del mondo, inventando la scusa del trasferimento a NY. Nonno Carlisle infatti, medico per passione, andava proprio li a lavorare nel Central Hospital di NY.
Per cui, la mia cerchia di conoscenze era alquanto ristretta, gli unici amici erano i ragazzi della riserva, gli amici di Jacob, ma a volte immaginavo se mai litigassi furiosamente con Jake per motivi così seri da farci allontanare per sempre, quali amici mi rimarrebbero? Nessuno, era l’unica risposta che riuscivo a darmi. Poi questi pensieri finivano sempre in una grossa risata, pensando che all’impossibilità che possa accadere una cosa simile.
Sospirai a quei pensieri e il nonno se ne accorse “ tutto bene piccola? Sei stanca?” non feci in tempo a rispondere che la nonna irruppe nella stanza con un vassoio pieno di brioches e  un tazzone di caffè fumante. Proprio quello che ci voleva “ ti do io la carica tesoro”
“ grazie Esme” dissi lieta della visione
“ ok allora pausa” proruppe nonno chiudendo quel mattone di libro “ rinfocillati che tra mezzora passiamo a matematica” e la smorfia mi scappò involontaria sotto le risate dei due vampiri
“ dove sono tutti nonna?” chiesi con la bocca piena, una strana sensazione mi percosse, dovuta a una fugace espressione traditrice di tensione di Esme
“ cosa c’è?” mi allarmi subito
“ nulla tesoro, sono solo andati a caccia” rispose con disinvoltura e un solare sorriso si dipinse sul volto. 
Quella sensazione di agitazione non voleva passare “ nonna mi stai dicendo la verità?” e a quel punto intervenne Carlisle che mise una mano rassicuratrice sulla mia spalla “ Nessie, perché ti dovremmo mentire, non fantasticare con la mente. Hanno solo deciso di andare a caccia tutti insieme, che male c’è?” il suo tono sereno mi convinse per metà, decisi di lasciare cadere l’argomento, tanto ci sarebbe stato Jacob che, incurante di tenermi all’oscuro con la fobia dell’iperprotezione dei mieimi genitori, avrebbe detto la verità. Ma non sfuggì ai miei occhi lo sguardo d’intesa dei nonni
Le ore passarono e finalmente arrivarono le due e con esse la fine delle lezioni, corsi nel soggiorno dove mamma e papà mi aspettavano da più di mezzora, solo che il nonno aveva voluto a tutti i costi ultimare il percorso deciso
Mi fiondai nelle braccia di Edward “ ciao principessa” salutò calorosamente “ è da un giorno intero che non ci vediamo e mie sei mancata”
“ ciao papi” risposi affettuosa felice di vederlo e contemporaneamente accennai a mamma di unirsi “ hai fatto tardi ieri sera con Jake” pronuncia mia madre con dissenso “ dovrò rimproverare anche lui appena lo vedo”
Strizzai gli occhi e toccai con la lingua il labbro superiore gesto di quando combino qualche marachella “ prometto che la prossima volta starò più attenta ma non sgridare Jake ti prego, voleva solo farmi passare una bella giornata” lo difesi
“ vedremo” ma sul suo volto iniziava a comparire un velo di ironia.
Ancora tra le braccia di mio padre, non riuscii a trattenermi dal toccare il volto per fargli vedere le mie preoccupazioni. Mentre visualizzava le immagini appariva completamente travolto dalle mie sensazioni, più intense di quelle che potevo esprimere a voce e mi stringeva con il braccio sempre più a se. Tolsi la mano in una carezza e fissai il suo volto per riuscire a scorgere un barlume di preoccupazione, ma Edward sapeva recitare bene “ siamo andati a caccia Nessie, niente di più” disse sorpreso dai miei pensieri.
Lo guardai incredula “ devi credermi” continuò fissandomi per convincermi con il suo sguardo ipnotico “non attacca papà” risposi mentalmente “ se non me lo dici tu lo saprò comunque”
“jacob non può dirti nulla perché non c’è niente da dire tesoro”
“ ma di cosa state parlando?” intervenne mamma
“ Nessie è preoccupata che le teniamo nascosto qualche segreto” , mamma corrucciò la fronte “ oh Ness cosa vai a pensare”
“oramai non sei più una bambina Nessie, se ci fosse qualche cosa che ci turba lo sapresti” rispose schietta zia Alice “
lei è sempre una bambina Alice” corresse papà disapprovando il suo intervento
 “ visto zia? Iperprotezione aleggia imperterrita” dissi
“ io te lo direi” continuò Alice mentre Jasper il suo fidanzato si avvicinava per tranquilizzarmi, il suo potere era quello di modificare gli stati d’animo. Sbuffai per quella sensazione fastidiosa.
“ perché invece di pensare alle sciocchezze non vieni a combattere un po’ con me nipotina” tuonò zio Emmet in una profonda risata, il lottatore di casa che io amavo chiamare orso Yoghi
“ Emm, possibile che non hai ancora capito che Nessie è una ragazza e come tale deve comportarsi?” protestò zia Rosalie, per noi Rose, sua eterna fidanzata
“ non centra deve diventare la vampirazza più forte della sua specie” rimbeccò divertito “ ah già sei l’unica della specie!”
“ divertente zietto ma scontato!” lo presi e lo trascinai in giardino “ ti faccio vedere io”
“ non fatevi male” volle assicurarsi papà
“non preoccuparti” risposimo in coro
La lotta estenuante con Emmet mi spossò così tanto che sentii l’esigenza di andare a casa a farmi la doccia prima di cena, mentre aspettavo che l’acqua si intiepidisse pensai se Jake avevesse finito di lavorare nell’officina, ditta che aveva costituito da qualche anno con Embry e Jarred. Il lavoro gli portava via gran parte della giornata e quindi riuscivamo a vederci solo di sera, tranne la domenica.
Mentre pensavo a ciò il telefonino squillò “ hei Jake!”
“ ciao piccola, che fai?”
“ mi stavo per fare la doccia, tu?”
“ stavo per venire da te.. Mi vuoi?”
Risi “ certo scemo che ti voglio, sbrigati”
“ uh! quanta voglia di vedermi questa sera!” ribadì divertito
“arrivo”
Ancora con il sorriso tra le labbra chiamai Esme per informare che Jake si sarebbe fermato a cena e mi tuffai sotto la doccia
“buonasera a tutti!” entrò Jake nella stanza con il suo solito sorrisone allegro
“ Jake” salutò Edward con un cenno della mano
“ ciao Jacob” mostrò più enfasi mia madre
“ hei bella, sei sempre in splendida forma, sembri non invecchiare mai” rise sguaiatamente portandosi dietro i nostri schiamazzi tranne quello di zia Rose che anzi, lanciava occhiate astiose verso Jacob.
“ quando sento l’odore di sto randagio mi viene il voltastomaco” ma, appena Jake udì la sua voce tagliente il volto si illuminò, come ad un bambino quando gli danno un gioco nuovo “ oh ma c’è anche la regina delle sanguisughe secche!” rimbeccò dietro il ringhio alterato della zia
“ dolcezza, che di dolce in te non c’è nulla a parte il nome..”
“Rose” la trattenne zio Emmet mentre si scagliava su Jake pronto a spostarsi dall’altra parte del divano
“ se non vuoi sentire il mio odore basta dirlo, con un cazzotto sul naso risolviamo il problema” e si mise a ridere mentre io sgranavo gli occhi nel timore della reazione di Rosalie
“ come osi randagio! Dovresti stare chiuso in un canile non qui tra noi!” gli urlò contro ancora trattenuta
“ Rose, basta ora calmati” la scosse Emmet, ma lei era ancora iperirruenta girandosi malamente verso di lui e ringhiando “ piantala di tenermi tu, lo voglio massacrare quel cagnaccio”
“ tu però dovresti essere in una bara.. tranquilla tutte le caratteristiche le hai!” continuava a stuzzicarla in modo divertito
“ ora basta!” intervenne papà frapponendosi tra loro prima che potesse accadere l’imprevedibile
“ diglielo al tuo amico” rispose zia a denti stretti
“ hai iniziato tu sanguisuga”
“ se non la piantate subito me ne vado io!” intervenni oramai stufa da quella situazione, ogni volta che si vedevano, sistematicamente dovevano litigare e scannarsi, non riuscivano a rimanere indifferenti. Mi guardarano uno con aia ancora eccitata perché fondamentalmente desiderava lo scontro e l’altra furibonda ma tacquero “ ok, ora prendete un gran sospiro tutti e due e piantatela” dissi secca
Con modo altezzoso voltò la testa senza degnare di uno sguardo alcuno “ non posso, mi manca l’aria, meglio che me ne vado”
“ ecco brava, così c’è più spazio” tutti guardammo Jake in segno di rimprovero “che c’è, non è forse vero?”
La cena proseguì tranquilla, Rose ed Emmet erano usciti e io e Jacob mangiammo in abbondanza i manicaretti che aveva preparato Esme, dopo  Jake mi propose di andare a fare un giro “ devo chiedere ai miei” e gli comunicai la ramanzine di Carlisle per il mio ritardo
“ prometto solennemente che non ti farò fare tardi” disse mettendosi eretto con la schiena una mano sul cuore e l’altra sollevata in segno di solennità, risi per il suo comportamento alquanto buffo e corsi dritta dai miei per chiedere il permesso con il mio lupo al seguito, anche se potevo domandarglielo comodamente seduta visto che mi avrebbero sentito, ma la presenza in queste opere di convincimento ha sempre un effetto migliore “ ok, ma non fate tardi, ci tengo che al mattino tu sia bella sveglia per studiare”
“tranquilla mamma, questa volta a mezzanotte sarò a casa”
“ e stiamo attenti.. Intesi?” disse papà guardando entrambi, ma sembrava una raccomandazione rivolta più a Jacob che a me , il quale faceva l’indifferente
“dove andiamo di bello Jake?” chiesi incuriosita,
“ ti va di andare al cinema?” propose, ma la mia smorfia fece capire il contrario
“vuoi andare a casa di Sam? Fanno il torneo i scala quaranta”
Ci pensai, perché prima di immettermi in mezzo alle altre persone, avevo il desiderio di parlare con Jake faccia a faccia “ ok, però non facciamo la statale” risposi mentre mi guardava perplesso “ vuoi passare attraverso il bosco?” mi anticipò mentre lo sguardo osservava la distesa di alberi scuri
“ esatto” analizzando la sua espressione incalzai “ c’è qualche problema?”
“ No.. No..” rispose titubante “ solo che di sera il bosco è.. Sempre pericoloso” e mi guardò
Scappò un risolino “ ma Jake, mi hai sempre detto che sei il lupo più forte di tutti i tempi, di che ti preoccupi? A meno che non ci sia qualche cosa di preoccupante”
“ Nessie ti ho detto che non c’è nulla” rispose con un tono decisamente innervosito.
Brutto segno
“ allora andiamo” e iniziammo a correre attraverso la foresta, mi accorsi solo qualche secondo dopo, voltandomi per vedere d’overa, che si era trasformato in lupo, lo guardai di sbieco e lui grugnì.
Dopo un tratto, accertata di essere ben distante dai miei mi fermai e Jake con me “trasformati Jake per favore” brontolò un po’ perché non capiva il mio arresto e poi, mi fece segno di voltarmi.
“ allora cosa c’è? Perché ti sei fermata?” chiese spazientito
Gli andai incontro e lo abbracciai, tattica sempre appropriata per conquistare qualcuno, mi accarezzò la testa, appoggiata al suo torace muscoloso “ cosa mi devi dire piccola?” il suo tono molto più dolce e accondiscendente
“Jake” lo guardai in volto immergendo i miei occhi occiocolato nei suoi neri, sembrava sciogliersi come i biscotti nel latte “ tu mi dici sempre la verità, vero?” 
“certo” ma nella sua voce sentivo l’insicurezza di chi mente “ allora perché non mi hai ancora detto cosa è successo oggi nella foresta?” intimai con tono accusatorio. Rimase sorpreso e non seppe darmi una risposta istantanea quindi continuai “ allora è successo qualche cosa!” quasta volta però, l’ansia mi pervade.
Jacob mi strinse le braccia con sguardo serio e preoccupato “ renesmee calmati, non è successo proprio niente, solo un giro di perlustrazione” Pestai i piedi per il nervoso che ancora non sputasse il rospo “ perlustrazione che ha incluso tutta la famiglia Cullen?”
Sbuffò “ lo vedi come ti stai comportando?” mi rimproverò con tale durezza che rimasi di sasso e subito sentii il nervoso salire al cervello
“ come mi sto comportando?!?” finsi di non capire evidentemente irritata
“ come una bambina” proruppe lui
“ una bambina.. Sono l’unica scema a essere all’oscuro di tutto, per quale motivo non si sa, e il mio comportamento sarebbe infantile” urlai
Anche il suo tono si alzò di grado mentre gesticolava “ certo! Guardati, per niente ti agiti, secondo te come si può affrontare un discorso?”
“ scusa se mi preoccupo per un eventuale situazione che si può creare, come se di vicende strambe non ce ne siano capitate!” e mentre parlavo le lacrime iniziarono a scorrere, in quel momento odiai la mia emotività.
Mi voltai e feci per tornare indietro ma Jake mi afferrò il polso “ Nessie.. Non devi prendertela così..”
lo interruppi “ no Jacob, pensavo fossi mio amico e invece” mi voltai a guardarlo con le lacrime che colavano a fiotti, il suo volto sembrava straziato da questa visione, detestava vedermi soffrire
“ invece lo sono” disse “ e proprio perché sono ciò che tu vuoi, che tento sempre e incondizionatamente di proteggerti” mentre parlava mi attirò a se in un abbraccio caldo e protettivo,  il viso sprofondò tra i capelli e l’incavo del mio collo, riscaldato dalle dolci parole che uscivano dalla sua bocca “ non bisticciamo più Nessie, non lo sopporto” disse ancora più sommessamente.
Non resistetti e lo strinsi forte anch’io senza essere in grado di rinunciare a quella morsa così energica e protettiva, il mio rifugio segreto.
“allora mi vuoi spiegare per favore Jake?” la  voce risultava ovattata dato che il viso era ancora appiccicato alla sua maglietta che asciugavano le mie lacrime
Un sospiro carico di ansia lo pervase ma iniziò a narrare “ ieri sera, quando ti ho accompagnato a casa, ho sentito uno strano odore”
“ come? Che odore? E come mai io non l ho sentito?” caspita i miei sensi stavano regredendo?
“ non lo so, questo è una delle cose strane” spiegò pensieroso “e l’odore non assomigliava a quello di un vampiro vero e proprio”
“ e allora a cosa?” chiesi mentre il mio cuore palpitava frenetico “ è quello che stiamo cercando di capire, forse era più simile al tuo” disse guardandomi “ anche Edward e tutti i tuoi famigliari se ne sono resi conto, e abbiamo preso coscienza pure che, l’odore era molto più intenso nei pressi di casa tua fino ai margini della foresta. Quindi, chiunque sia, non aveva intenzione di entrare a Forks, e neppure di venire a La Push.
“ cosa stai cercando di dire?” domandai senza fiato
Mi scrutò perplesso “ Nessie non spaventarti in questa maniera” cercò di tranquillizzarmi
“ certo, certo, va avanti” usai un intercalare che utilizzava sempre lui, per sdrammatizzare
“ quello che presumiamo, che sia qualcuno che voglia avvicinarsi alla tua famiglia”
“ ma dopo ieri l’avete ancora sentito l’odore?”
“ No, sia io, che il branco insieme ai tuoi l’abbiamo cercato ancora tutto oggi ma senza trovarne tracce e di certo il fatto che la vampirazza veggente non riesca a vederlo non ci aiuta di certo”
“ Alice non riesce a vederlo?”
“negativo. Per questo pensiamo che sia un mezzo vampiro come te, anche se improbabile visto che solo tu e quel l’altro..” faceva sempre fatica a ricordarsi il nome di Nhauel, l’amico della mia specie che ai tempi, quando i Volturi volevano la mia vita, aveva testimoniato a mio favore, dimostrando che non siamo vampiri bambini incontrollabili. Ogni tanto veniva a trovarci con sua zia, un ragazzo simpatico ed educato di ormai centocinquantanni che a Jake però stava letteralmente antipatico.
“ma non è detto che sia un nemico” lo rassicurai ma era rivolto più a me stessa che a lui
“ certo che no tesoro, chi l ha mai detto?”
“e allora perché mi avete tenuto nascosto questa faccenda?”
“ senti, io volevo avvertirti subito ieri, so che sei forte, ma i tuoi genitori, sai come sono” si scusò
“iperprotettivi” sbuffai
“esatto”
“quindi siete andati subito alla ricerca di questo essere?”
“ immediatamente, appena il tempo che ti addormentassi i tuoi ci hanno raggiunto nella foresta”
“ imbroglioni” lagnai “ tranne i nonni”
“ oh no anche loro” confermò Jake “solo che per l’ora delle lezioni si sono fatti trovare a casa. Sai come sono perfettini Dottor Canino e moglie” risi della battuta “ si lo so, però mi sento esclusa”
Mi prese in un abbraccio consolatorio “ dai prometto che da parte mia non accadrà più” sorridendo “andiamo a fare questo torneo di carte?” “ andiamo” risposi ricambiando il sorriso ma senza dimenticare il misterioso personaggio che poteva invadere la nostra tranquillità familiare
  
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