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Autore: Alaska_Creed    10/10/2012    0 recensioni
La famiglia Greengraas vanta di essere da secoli una famiglia composta da soli purosangue, a causa della combinazioni di matrimoni tra figli e altre famiglie, che come loro vantano, vantano di avere questo titolo. Quest'anno toccherà alla secondogenita Astoria,il cui matrimonio è stato combinato con Draco Malfoy, l'unico figlio della prestigiosa famiglia.
In questo libro si parlerà della vita prima e dopo il matrimonio, dai tempi di Hogwarts alla nascita del primo figlio della coppia, dei pensieri e delle paure di Astoria sull'altare.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt, Draco/Astoria, Draco/Harry, Ron/Draco
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Più contesti
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Tutta la mia storia, un’avventura piena di intrecci, di emozioni, e di pensieri, iniziò da una banale lettera. Si, proprio una lettera, una lettera speciale, che arrivò una domenica mattina di luglio,ad i grandi magazzini di Londra, dove mi trovavo quel giorno. Ricordo quell’avventura come se fosse ieri, la conservo ogni giorno dentro il mio cuore, nella speranza che qualcuno si interessi, ed io possa raccontarla per filo e per segno. Era il giorno del mio compleanno, avevo appena compiuto undici anni. I miei genitori, per festeggiare, portarono me e mia sorella Daphne, in giro per i grandi magazzini di Londra, dove si trovava il negozio di giocattoli. Ero entusiasta all’idea di trascorrere una giornata con mia sorella, e soprattutto con i miei genitori: erano sempre impegnati al Ministero della Magia, e non avevano tempo da passare con me e Daphne. Mentre i miei genitori si dirigevano al banco informazioni, ebbi la brillante idea di “esplorare” il magazzino da sola, per farmi un’idea del regalo da scegliere. Dopo aver imboccato corridoi a caso, mi accorsi, con orrore, si non sapere dove mi trovavo. Ero terrorizzata. Nella mia testa, cominciarono a formularsi domande: Cosa avrei fatto? Che fine avrei fatto? Mi avrebbero trovata? Ansante, e terrorizzata, mi sedetti ad i piedi di un grandissimo orso di peluche, e cominciai a piangere, le mani davanti agli occhi, e le ginocchia sul petto, fin quando… Sentii un sonoro “pop”. Spaventata, mi alzai in piedi, girando lentamente su me stessa, per vedere quale fosse la fonte del rumore. A destra, non c’era traccia di nessuno, mentre a sinistra… un grande uomo, con una lunga e fluente barba bianca, un cappello a punta, ed una veste argentea, lunga fino alle caviglie.*

-C-Chi sei?- *dissi terrorizzata, arretrando di qualche passo. L’uomo con la barba, mi sorrise, e avanzò lentamente verso di me. Il suo sguardo era sereno, e emanava allegria.*
- Mi stupisce, signorina Greengraas, che i suoi genitori non le abbiano mai parlato di me. Sei Astoria, giusto?-* A quelle parole mi immobilizzai, non riuscendo neanche a muovere un muscolo. Come faceva quell’uomo a sapere il mio nome e cognome? Come faceva a sapere dove mi trovavo. Impotente di muovermi, mi rassegnai, e cominciai a parlargli*
-Si, sono Astoria. Astoria Greeengraas. E.. lei chi è? - *Il signore, con lo strano cappello a punta, si sedette, e mi fece cenno di raggiungerlo. Rassegnata, mi sedetti anche io*
-Io sono Albus Silente, il preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Oggi, è il suo undicesimo compleanno, e mi sono preso la briga, di consegnarle personalmente questa -*Il professor Silente, mi porse una lettera.La presi, e la esaminai attentamente.La busta era di pergamena, era sigillata con la cera. In rilievo, c’era lo stemma di Hogwarts, uno stendardo che raffigurava le quattro casate: Tassorosso, Grifondoro, Corvonero e Serpeverde. L’ultima di queste, aveva come simbolo un grosso seprente argenteo, su uno sfondo verde. Era quella, sicuramente, la casata di mia sorella Daphne. Quest’anno, lei avrebbe affrontato il suo terzo anno, mentre io il primo.  Aprii la lettera, e cominciai a leggerla, parola per parola. Allegato alla lettera di ammissione, c’erano una lista di libri ed il biglietto per King’s Cross. Infatti, il treno sarebbe partito il 1° settembre dal binario 9 e ¾ … O almeno così diceva la lettera. Mia sorella me ne aveva parlato: aveva parlato di un muro magico, il quale si attraversava. Potevano attraversarlo solo i maghi*

-Questa scuola, è per i bambini speciali come te -*aggiunse il professore, rispondendo al mio sguardo dubbioso. Io un tempo,  non pensavo che fossi speciale. Pensavo che tutti gli abitanti della terra fossero maghi, che frequentassero le scuole magiche di tutto il mondo. Per questo mi davo poca importanza. Ma poi ho scoperto, che ci sono i babbani, cioè esseri non magici, ed i mezzosangue. Papà mi aveva spiegato che i mezzosangue fossero la feccia della terra, che non dovevano avere il privilegio di frequentare scuole maestose come la nostra. Diceva che era meglio ad i tempi di Salazar Serpeverde, il quale aveva discriminazione sui mezzosangue ed i traditori del loro sangue: avrebbe ammesso solo i purosangue. Purtroppo sono passati circa cinquecento anni.*

- In quale casata mi trovo?- *dissi incuriosita. L’uomo cominciò a ridere sonoramente, e poi rispose alla mia domanda*

-Signorina Greengraas, sua sorella le avrà spiegato che la casata viene scelta dal cappello parlante. Ti assegnerà alla casata giusta.-* Disse il professore alzandosi in piedi*

-Sono lieto di aver fatto la sua conoscenza Signorina Greengraas. Conto sulla sua presenza-* disse come ultima parola, per poi scomparire con un altro sonoro “Pop” .  Rimasi li, in piedi, con la lettera pergamenata in mano. Poi, mi accorsi di priorità ben maggiori: dovevo trovare i miei genitori. Mi incamminai alla cieca, svoltando un po’ a destra e un po’ a sinistra, fin quando…*

-Tonta, ti abbiamo cercato dappertutto. Dove eri finita?-* Disse mia sorella, con la sua solita delicatezza*

-Hey.. aspetta un attimo … *disse osservando la lettera che avevo tra le mani.*

-MAMMA!-*strillai io. Pochi istanti dopo, eccoli li, insieme, con la solita aria preoccupata. Mia madre mi avrebbe sicuramente sgridato, ma poi si immobilizzò, mentre le porsi la lettera*

-Piccolina mia, ci eravamo tanto preoccupati! La lettera ti sarebbe dovuta arrivare un mese fa, ma invece, eccola li, il giorno del tuo compleanno! .*Mia madre mi diede un abbraccio mozzafiato, come al solito, prendendo ed esaminando anche lei la lettera*

-Andiamo a casa-*disse mio padre, prendendomi per mano* Voglio assolutamente sentire la storia della tua lettera-*continuò, mentre uscivamo insieme a Daphne e mamma, lasciandoci indietro il grande magazzino*
  
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