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Autore: lottieverdeen    10/10/2012    1 recensioni
Inutile Cato, oramai è tutto inutile, le tue suppliche sono parole buttate al vento, non vedi, che io, Clove, la ragazza più coraggiosa e più
crudele che sia mai esistita sto morendo? Non vedi che ormai è finita? Guardami ora Cato, perchè mi guarderai per l'ultima volta.
Guardami ora e non dimenticarmi mai, non quando tornerai al distretto, non quando riabbraccerai la tua famiglia.
Guardami ora. Non sembro innocente e senza peccati? Non sembro una ragazzina che non ha mai ucciso?
Guardami un'ultima volta e dimentica tutti i miei difetti, un'ultima volta, perchè presto sarò sotto terra. Dimenticata da tutti.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clove
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Clove si era rifugiata nella palestra.
La rabbia che l'aveva appena pervasa era sparita.
Si era sentita inutile. Senza coltello non poteva far nulla.
Aveva ancora molto da imparare, ma d'altronde era qua per questo.
Presto si sarebbe vendicata, presto avrebbe dimostrato a quei due che lei non era solo una piccola bambina. Ma ogni vendetta doveva essere ben studiata.
Pensava alle parole di Cato. “Una pietra che ti sfonda la nuca e sei morta!”
Perchè quella frase le incuteva così tanto terrore?
Cerco di scacciare via i brutti pensieri.
Si asciugò velocemente quelle poche lacrime che aveva versato.
Cosa avrebbe pensato una persona se fosse entrata e avesse visto Clove rannicchiata in un angolo della palestra con le guance rigate di lacrime?
Lei non voleva apparire debole.

 

Clove si stava allenando nel lancio dei coltelli.
Dalla palestra risuonarono grida di decisione.
Cato affondava la sua spada in un manichino, facendolo letteralmente a pezzi.
Per oggi basta” Urlò Jack, un allenatore. “Clove, Cato, restate qua.”
Clove alzò la testa quando gli allenatori la chiamarono.
Anche Cato si avvicinò a Jack.
La canottiera sudata lasciava intravedere il suo fisico perfetto, un fisico che avrebbe fatto sciogliere tutte le altre ragazze, ma Clove restò fredda.
Cato notò lo sguardo di Clove e contrasse il suo sorriso in una smorfia compiaciuta.
Clove fece spallucce e guardò l'allenatore.
Clove, ti vedo perennemente al lancio dei coltelli. E' da due mesi che sei qua e sembra che tu ti voglio accampare lì.” Cato sorrise compiaciuto alla critica. “ E tu Cato, non fai altro che straziare i manichini.” Questa volta era Clove a sorridere fredda.
So che avete potenziale, e perciò vi allenerete con me.” Jack sorrise.
Cato sgranò gli occhi e Clove aprì la bocca dallo stupore.
Chiudi la bocca, non si addice a una signorina.” Disse Cato.
Clove afferrò Cato, come suo padre afferrava sempre lei e gli puntò il coltello alla gola.
Un altro commento, e tu finisci nel mio stufato.”
Cato rise liberandosi dalla presa della ragazza.
Domani sera alle 9.” Disse l'allenatore e se ne andò, lasciando Clove sola con Cato.
Bene bene. Allora ci divertiremo un po' assieme.” Cato ghingnò.
Clove si girò e uscì dalla sala.
Ribolliva di rabbia.

Clove si svegliò dai suoi incubi. Aveva sognato un uccello che le perforava il collo con il suo becco ad uncino.
Lei era morta tra gorgoglii sputando sangue.
Si mise una tuta e decise di uscire.
Il balcone dell'accademia era normalmente accessibile solo per gli allenatori, ma Clove aveva bisogno di aria.
Una figura incappucciata era appoggiata alla ringhiera e fissava il vuoto della notte.
"Cato?" Chiese Clove a bassa voce.
La figura si girò, e con la testa le fece cenno di avvicinarsi.
"Non riuscivi a dormire?" Chiese Cato.
"No." Rispose Clove.
"Vuoi parlarne?" Clove aprì la bocca stupita dall'improvvisa gentilezza del biondino.
"Ogni notte muoio in un modo diverso." Clove fissava la luna.
Cato annuì e la guardò. Per un attimo gli occhi della ragazza si persero in quelli blu del ragazzo.
"Clove? Qualche volta vorresti tornare in dietro?."
"Se fosse possibile credo di sì. Ma l'occasione non si porrà."
"Può darsi..." 
La luna brillava alta nel cielo. Clove avrebbe voluto stare qui per sempre.
"Vorrei solo che gli incubi smettessero." 
Cato cinse la vita della ragazza con un braccio avvicinandola a sè.
Clove cercò di liberarsi dalla presa. Non le piaceva stare troppo vicina alle persone.
"Lasciami Cato." disse la ragazza.
"Sei proprio un bambina." La dolcezza che Clove aveva pensato di sentire nella voce di Cato era sparita.
Ora ghignava e la guardava divertita.
Clove lo osservò arrabbiato.
Si diresse verso la sua camera, ma non potè non notare una stella cadente nel cielo.
"E' tua, io non ne ho bisogno." Disse Cato da lontano.
Clove fissava il punto in cui era sparita la stella cadente.
Sorrise. "Vorrei la pace" sussurrò. Inconsapevole che presto quel sogno si sarebbe realizzato.



  
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