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Autore: Nidham    11/10/2012    3 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suo calore mi accarezzò le spalle, circondandomi senza sfiorarmi, proteggendomi meglio della più robusta armatura.

Non avevo bisogno di voltarmi a guardarlo, per sapere che era al mio fianco, come sempre, per sempre... Con assurda meraviglia, al di là dei miei infantili, egoistici timori, mi resi conto che non sarei mai stata davvero sola, neanche alla fine, neanche di fronte a quel drago puzzolente a cui avrei sacrificato il poco che mi rimaneva da donare a quanti avessero creduto in me.

Sorrisi, segretamente.

Non avevo mai pensato potessero esistere varie forme di quel sentimento insensato ed inspiegabile chiamato amore. Eppure, nel breve tempo in cui la vita mi aveva strappato molto e regalato tutto, avevo potuto conoscerne due delle più pure e assolute.

Ad una avevo concesso il mio cuore, l'altra avrebbe posseduto la mia anima in eterno.

“Grazie” sussurrai quasi a me stessa, mentre il suo fiato leggero mi carezzava i capelli, senza che le sue labbra osassero lambirmi.

“Non ringraziarmi” il suo tono era duro, ma non feroce. “Non sono fiero di aver aiutato quel folle a ucciderti.”

Mi voltai di scatto, trovandomi a meno di un sospiro da lui, la mia bocca quasi sulla sua, gli occhi incatenati ai suoi.

Non ci sarebbero stati addii, tra di noi, perché non avrei dovuto mai lasciarlo andare, né egli me l'avrebbe permesso. Così non temevo la sua vicinanza, né fuggivo dalle sue parole.

“Hai solo rispettato la mia scelta. Non mi hai condannata a morte.”

Scosse la testa con veemenza, ma senza distogliere lo sguardo, quasi gli risultasse impossibile dividerlo dal mio.

“Potevo tacere e domani avrei percepito ancora il tuo profumo, avrei sfiorato il tuo calore, mi sarei perso nei tuoi occhi...” alzò la mano a cercarmi la guancia, tanto rapido e delicato da farmi pensare di averlo sognato. “Avrei potuto scegliere che tu vivessi e quel bastardo morisse, ma, se l'avessi fatto, cosa avrei salvato di te? Domani il tuo profumo sarebbe stato freddo, il tuo calore dimenticato, il tuo sguardo appassito... così ho fatto quello che volevi e passerò il resto della vita a chiedermi cosa tu abbia trovato in lui di tanto magnifico da permettere che il mondo rinunciasse a una creatura incredibile come te.”

Deglutii a fatica, ma senza indietreggiare.

“Il mondo potrà benissimo fare a meno di me” cercai di ironizzare, ma la sua risposta, semplice e tagliente, fu più dura da accettare di qualsiasi altra verità cui mi fossi piegata.

“Ed io?”

Il sospiro uscì tremulo dal mio petto, ma non doloroso. Tra noi c'era inquietudine, dispiacere, ma il calore di quello strano sentimento che ci aveva unito fin dal primo attimo stemperava ogni angoscia in una più profonda malinconia.

“Tu non mi abbandonerai...” una supplica che era anche un'affermazione.

“Mai” la sua voce non esitò neppure per un attimo nel pronunciare quella promessa. “Però sarai tu a farlo.”

“Io morirò, Zevran, non ti abbandonerò... non te.”

Vidi che non mi credeva, ma tacque, perché, comunque, quell'illusione era tutto ciò cui potesse aggrapparsi. Forse, un giorno, avrebbe riconosciuto che non gli avevo mentito, quando il rimpianto avesse lasciato il posto al ricordo. Ma in quel momento potevo solo stringergli la mano e sorridergli per ricordargli che ero ancora viva.

“Fidati di me” sussurrai soltanto. “Come io mi sono fidata di te.”

Non disse niente, ma strinse più forte la mia mano, mentre i rumori della battaglia ci riportavano alla verità.

“Beh, abbiamo una lucertola troppo cresciuta da abbattere, giusto?” il sarcasmo, nella sua voce, aveva perso la sua brillantezza, ma era molto più di quanto potessi chiedere, così annuii e gli voltai le spalle, certa che avrei udito sempre i suoi passi accanto a me.

Mi fermai solo per un attimo “Non ha intenzione di farsi vedere, vero?” lo dissi senza guardarlo, certa che sapesse a chi mi riferivo.

“Non lo so. Neanche a lei piace l'idea di avermi aiutato a salvare il bietolone a scapito della tua vita.”

Annuii, riprendendo il cammino, ma Zevran mi fermò, trattenendomi per il fodero di una delle mie spade, tanto che quasi persi l'equilibrio.

“Come fai a sapere che è tornata? Credevo che il mio occhio di falco fosse stato l'unico a scorgerla tra i soldati...”

“Infatti. Ma pensi non riconosca un suo incantesimo di confusione, quando ne vedo uno?” quasi risi, davanti alla sua espressione sbigottita, e gli schioccai un istintivo bacio sulla guancia, tirandogli un orecchio, proprio come aveva sempre odiato che facessi. “Avete agito al momento giusto...”

  
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