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Autore: momos___love    11/10/2012    1 recensioni
[SOSPESA]
Dal prologo:
«Io mi chiamo Honey, e tu ? »
La rossa, ingoiò della saliva poi rispose con voce flebile.
«…io mi chiamo Bonnie»
La mora sorrise poi strinse la mano della bambina che le si parava di fronte.
«Hai un bel nome! Io ho faccio la prima nella classe accanto alla tua»
Gli occhi verdi di Bonnie si ingrandirono e per la prima volta le comparse un sorriso sul viso.
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Un'amicizia durata un vita infranta per un ragazzo.
Non è la solita FF in cui due delle nostre carote si contendono una ragazza o una loro fan, non è la solita FF in cui loro sono famosi e si innamorano di ragazze normali, è semplicemente una Flebile Idea.
Astrid.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

 

 

 

 

 

 

 

So what, we get drunk
So what, we smoke weed
We’re just having fun
We don’t care who sees
So what, we go out
That’s how it’s supposed to be
Living young and wild and free
Uh, Uh uhm
So what, I keep ‘em rolled up
Saggin’ my pants,

not caring what I show
Keep it real with my n-ggas
Keep it player for the hoes
And look clean dont it?
Washed it the other day,

watch how you lean on it
Give me some 501s jeans on and
Roll joints bigger

 than King Kong’s fingers
And smoke them hoes

down ’till they stingers
You a class clown and

if I skip for the day
I’m with you bitch smokin’ grade A

 

{Young Wilde Free – Snoop Dog}

 

 

//Bonnie POV//

 

 

La sveglia che era situate sul mio comodino trillo precisamente alle  7,00 , mi destai dai miei candidi sogni per buttami a capo fitto in un nuovo anno scolastico, pieno di stress e alter vagonate di stress.

I miei capelli rosso bronzo erano sparpagliati sul cuscino, come se non mi appartenessero per quanto lunghi, nell’aria c’era un invitante odore  di toast e bacon,  feci scivolare i miei piedi nudi giù dall’etto .

Rabbrividii non appena il freddo Londinese venne a contatto con la mia pelle calda, ma mi feci forza infilai i piedi all’interno delle mie pantofole e andai ad aprire le ante della finestra, l’intera stanza venne inondata dai tiepidi raggi del sole, non ancora pienamente alto nel cielo.

Mi stiracchiai e feci un gran sbadiglio, andai in bagno strascicano i piedi  e quando vi uscii ero bella pimpante e profumata.

La cosa che più amavo della mattina, oltre alla colazione era la doccia calda, era in grado di farmi destare dal mio totale stato catatonico, presi i vestiti che avevo concordato con Raven, sud un omino infatti era ben steso un bel vestitino bianco a fiori che arrivava a poco più in su del ginocchio, scendeva largo sui fianchi ma mi fasciava leggermente sul seno.

Per  prima cosa mi misi della biancheria color carne, poi i collant del medesimo colore delle mie gambe  e il vestito ai piedi delle ballerine color crema che riportavano ai colori del vestito, dal porta gioie tirai fuori un ciondolo a forma di fiocchettino nero laccato, e degli orecchini d’oro con le due C di Chanel.

Mi misi all’anulare un anello con una grande pietra viola che faceva risaltare il mio smalto rosa antico, mi allacciai alla vita una cintura del medesimo colore delle scarpe e come tocco finale presi la mi pocket a fiorellini azzurro sbiadito.

Mi mancava solo il trucco e i capelli, decisi di farmi i boccoli col ferro e definirli appena appena con la spuma, ma non molta perché non volevo appesantirli, mi truccai lievemente misi  del correttore un po’ di fondotinta del blash e delle mascara lelabbra le tinsi lievemente del rossetto di Chanel color rosa antico.

Scesi le scale e mi diressi in sala da pranzo,  la tavola era imbandita di varie leccornie tutti i posti a tavola erano apparecchiati e al centro della tavola dominava una grande composizione floreale composta da Iris e Rose perla, che facevano risaltare la carta da parati avorio con i rifini menti in legno alti un metro.

Sul piatto davanti al mio posto c’era una rosa che faceva da porta carte a un biglietto, lo presi con l’elegante calligrafia di mia madre c’era scritto:

 

 

“Amore, ho detto a Quanita di preparati la colazione prima oggi, io e tuo padre torneremo

a casa verso le 9:45 , nonna ha insistito molto a finché restassimo, ti auguriamo buona fortuna amore .

E anche buona colazione. **

 

Mamma e Papà “

 

Notai che la carta era gialla e che il biglietto non era stato scritto a mano, ma bensì era un semplice fax, sbuffai sommessamente accartocciai il pezzo di carta e mi versai un bicchiere di succo d’ananas in un bicchiere di cristallo, presi una fetta biscottata e in fretta e furia trangugiai tutto, prima uscire andai in cucina.

Dove Quanita, la nostra donna delle pulizie, era tutta affaccendata fra teglie di croissant appena sfornati e marmellate in ebollizione,  nel mio mediocre spagnolo la ringraziai della cortesia e le diedi un bacio sulla guancia prima di defilare e correre a prendere l’autobus.

Arrivata a scuola, rivi le facce di tutti i miei vecchi compagni di classe, fra tutte quelle teste spiccava quella del mio amico Harry, il quale però stava animatamente parlando con i suoi amici Louis, Zayn e Liam .

Quei quattro assieme erano un uragano, inarrestabili e anche irresistibili e ammeto con sincerità di aver avuto in passato una gran cotta per il Pakistano Zayn.

Zayn era fra loro il più sexy, anche il più donnaiolo aveva una grande fame in tutta la scuola come casanova e dongiovanni , alto, atletico, moro, occhi ambrati, labbra seducenti e carnose, lineamenti forti e mascolini, sguardo tenebroso, uno che se ne sta per le sue ma che con le ragazze diventa affabile  e cortese.

Non scaricava le ragazze come sacchi in una discarica, le sue relazioni non duravano più di due settimane e strano a dirsi lui puntava le ragazze che non portavano conne inguinali o che la davano al primo che passava.

Tutto il contrario di Harry, per certi versi, castano,  riccio indomabile, occhi verdi, labbra carnose, alto, fisico nella media, latin lover, simpatico e spigliato con le ragazze, ma farfallone fino al midollo.

Aveva la fama di uno che ne cambiava al giorno, la maggior parte erano bionde oche che per truccarsi andavano in Umpa Landia .

Louis era il più grande frequentava pe la seconda volta l’ultimo anno ed era il migliore amico perfetto, sempre disponibile, carino, coccoloso, in grado di farti sentire speciale in sua compagnia eri sicuro che pima o poi ti potevi spanciare dalle risate.

Anche fisicamente non era affatto male, eletto dalla ragazze della scuola Mr. Culetto D’Oro pe tre anni consecutivi, occhi azzurri cielo, capelli castani perennemente scompigliati, non molto alto, ma ben piazzato fiscalmente e sorriso abbagliante era perfetto… Quasi quanto la sua storica ragazza Eleanor.

Liam, in fine, era il ragazzo più dolce ed altruistico che avessi mai conosciuto, sempre disposto a combattere per le cause degli altri, sorrideva sempre e anche se aveva dei complessi più che bizzarri era in grado di farti tornare bambino con i suoi discorsi, ma era anche un’ottima spalla su cui piangere , era responsabile e anche il più maturo del gruppo.

Anche lui non era affatto male, castano biondo, occhi nocciola, un’irresistibile voglia sull’incavo del collo, tratti decisi ma eleganti, sorriso cordiale ma anche lui come Louis aveva una ragazza quasi perfetta di nome Sirya, ma fra i due c’era un continuo tira e molla.

JACQUELYNROSS HIGH SCHOOL, era la migliore scuola pubblica di tutta  Kensinghton , avevamo oltre alle attrezzature  standard avevamo un planetario, classi per ogni tipo di corso dalle arti sceniche ai giochi di ruolo.

«Heart !»

Ed eccola, mancava solo lei, se la mia vita fosse stata un film l’entrata  in scena della mia migliore amica sarebbe stata caratterizzata da un bel rallenti, in cui tutti si giravano al suo passaggio tutti che le sbavavano addosso e le morivano dietro le che camminava in slow motion i capelli castano scuro che ondeggiavano ad ogni passo, i maschi che le fissavano il seno compresso nella maglietta e l’effetto del pushup dei pantaloni .

Indossava una maglietta bianca con una croce in mezzo leopardata, dei pantaloni beige scuro, degli anfibi rosso elettrico, un cappellino del medesimo colore con su scritto “I Love Weed” ma la parola weed era stata sostituita una foglia di erba.

Potava degli orecchini d’oro a forma di zanna e un ciondolo che le arrivava fin sotto il seno che raffigurava una di quelle vecchie bici con una ruota grande e l’altra più piccola, all’indice  portava un anellino con una piccola croce d’oro mentre all’anulare dell’altra mano un anellino d’argento con incastonato un piccolo diamante, gli occhi erano coperti da dei Ray-Ban vecchio stile con la montatura marroncina e fine, a tracolla potava una  borsa con la parte davanti che ricordava il manto di una giraffa, le unghie rosse spiccavano quasi quanto il rossetto.

Camminava decisa, alcune ragazze la salutavano e a loro faceva un beve cenno con il mento, mentre ai ragazzi che la salutavano faceva ampi sorrisi, le piaceva stare al centro dell’attenzione era nata per quello infatti era quello che le veniva meglio .

«Raven !»

Le risposi andandole in contro, era raggiante e anche io lo ero come d’altronde goni volta che ci vedevamo,

quella era il bello di essere migliori amiche, essere sempre felice di vedersi l’un l’altro.

«Sono quasi invidiosa delle tue gambe ! Sei bellissima.»

Ammise lei stringendomi in un caloroso abbraccio , lei invidiosa di me?  Se un mia cosa era come due delle sue, solo le si capisce.

Prima di entrare parlammo del più e del meno, poi la campanella suonò ed entrammo tutti dentro, notai una strana testa bionda ma non ci feci molto caso, Raven mi stava raccontando uno dei suoi strampalati sogni che a detta della sua presunta nonna veggente erano veritieri.

Poi quando lo sciame di ragazzini diminuì, rividi quella testa bionda e quando si girò ebbi una conferma a tutte le mie supposizioni e così accompagnata dalla castana mi avvicinai a lui e sia io che Raven esordimmo .

«BIONDO?!»

«NIALL?!»

Poi entrambe ci girammo a guardarci con fronte aggrottata e mascella spalancata.

«LO CONOSCI ??»

Ci domandammo a mò di stereo,

«SI, LUI è IL RAGAZZO CHE TI DICEVO!»

«SI, LUI è IL RAGAZZO DEI CD!»

Spalancammo gli occhi increduli per poi girarci verso il biondino, dall’aria più smarrita.

  
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