Capitolo
4
So what, we get drunk
So what, we smoke weed
We’re just having fun
We don’t care who sees
So what, we go out
That’s how it’s supposed to be
Living young and wild and free
Uh, Uh uhm
So what, I keep ‘em rolled up
Saggin’ my pants,
not caring what I show
Keep it real with my n-ggas
Keep it player for the hoes
And look clean dont it?
Washed it the other day,
watch how you lean on it
Give me some 501s jeans on and
Roll joints bigger
than
King Kong’s fingers
And smoke them hoes
down ’till they stingers
You a class clown and
if I skip for the day
I’m with you bitch smokin’ grade A
{Young Wilde
Free – Snoop Dog}
//Bonnie
POV//
La
sveglia che era situate sul mio comodino trillo
precisamente alle 7,00
, mi destai dai
miei candidi sogni per buttami a capo fitto in un nuovo anno
scolastico, pieno
di stress e alter vagonate di stress.
I
miei capelli rosso bronzo erano sparpagliati sul cuscino,
come se non mi appartenessero per quanto lunghi, nell’aria
c’era un invitante
odore di toast e
bacon, feci
scivolare i miei piedi nudi giù dall’etto
.
Rabbrividii
non appena il freddo Londinese venne a contatto
con la mia pelle calda, ma mi feci forza infilai i piedi
all’interno delle mie
pantofole e andai ad aprire le ante della finestra, l’intera
stanza venne
inondata dai tiepidi raggi del sole, non ancora pienamente alto nel
cielo.
Mi
stiracchiai e feci un gran sbadiglio, andai in bagno
strascicano i piedi e
quando vi uscii
ero bella pimpante e profumata.
La
cosa che più amavo della mattina, oltre alla colazione era
la doccia calda, era in grado di farmi destare dal mio totale stato
catatonico,
presi i vestiti che avevo concordato con Raven, sud un omino infatti
era ben
steso un bel vestitino bianco a fiori che arrivava a poco
più in su del
ginocchio, scendeva largo sui fianchi ma mi fasciava leggermente sul
seno.
Per prima cosa mi misi
della biancheria color carne, poi i collant del medesimo colore delle
mie
gambe e il vestito
ai piedi delle
ballerine color crema che riportavano ai colori del vestito, dal porta
gioie
tirai fuori un ciondolo a forma di fiocchettino nero laccato, e degli
orecchini
d’oro con le due C di Chanel.
Mi
misi all’anulare un anello con una grande pietra viola che
faceva risaltare il mio smalto rosa antico, mi allacciai alla vita una
cintura
del medesimo colore delle scarpe e come tocco finale presi la mi pocket
a
fiorellini azzurro sbiadito.
Mi
mancava solo il trucco e i capelli, decisi di farmi i
boccoli col ferro e definirli appena appena con la spuma, ma non molta
perché
non volevo appesantirli, mi truccai lievemente misi
del correttore un po’ di fondotinta del blash
e delle mascara lelabbra le tinsi lievemente del rossetto di Chanel
color rosa
antico.
Scesi
le scale e mi diressi in sala da pranzo,
la tavola era imbandita di varie leccornie
tutti i posti a tavola erano apparecchiati e al centro della tavola
dominava
una grande composizione floreale composta da Iris e Rose perla, che
facevano
risaltare la carta da parati avorio con i rifini menti in legno alti un
metro.
Sul
piatto davanti al mio posto c’era una rosa che faceva da
porta carte a un biglietto, lo presi con l’elegante
calligrafia di mia madre
c’era scritto:
“Amore,
ho detto a Quanita di preparati la colazione prima
oggi, io e tuo padre torneremo
a
casa verso le 9:45 , nonna ha insistito molto a finché
restassimo, ti auguriamo buona fortuna amore .
E
anche buona colazione. **
Mamma
e Papà “
Notai
che la carta era gialla e che il biglietto non era
stato scritto a mano, ma bensì era un semplice fax, sbuffai
sommessamente
accartocciai il pezzo di carta e mi versai un bicchiere di succo
d’ananas in un
bicchiere di cristallo, presi una fetta biscottata e in fretta e furia
trangugiai tutto, prima uscire andai in cucina.
Dove
Quanita, la nostra donna delle pulizie, era tutta
affaccendata fra teglie di croissant appena sfornati e marmellate in
ebollizione, nel
mio mediocre spagnolo
la ringraziai della cortesia e le diedi un bacio sulla guancia prima di
defilare e correre a prendere l’autobus.
Arrivata
a scuola, rivi le facce di tutti i miei vecchi
compagni di classe, fra tutte quelle teste spiccava quella del mio
amico Harry,
il quale però stava animatamente parlando con i suoi amici
Louis, Zayn e Liam .
Quei
quattro assieme erano un uragano, inarrestabili e anche
irresistibili e ammeto con sincerità di aver avuto in
passato una gran cotta
per il Pakistano Zayn.
Zayn
era fra loro il più sexy, anche il più donnaiolo
aveva
una grande fame in tutta la scuola come casanova e dongiovanni , alto,
atletico,
moro, occhi ambrati, labbra seducenti e carnose, lineamenti forti e
mascolini,
sguardo tenebroso, uno che se ne sta per le sue ma che con le ragazze
diventa
affabile e cortese.
Non
scaricava le ragazze come sacchi in una discarica, le sue
relazioni non duravano più di due settimane e strano a dirsi
lui puntava le
ragazze che non portavano conne inguinali o che la davano al primo che
passava.
Tutto
il contrario di Harry, per certi versi, castano,
riccio indomabile, occhi verdi, labbra
carnose, alto, fisico nella media, latin lover, simpatico e spigliato
con le
ragazze, ma farfallone fino al midollo.
Aveva
la fama di uno che ne cambiava al giorno, la maggior
parte erano bionde oche che per truccarsi andavano in Umpa Landia .
Louis
era il più grande frequentava pe la seconda volta
l’ultimo anno ed era il migliore amico perfetto, sempre
disponibile, carino,
coccoloso, in grado di farti sentire speciale in sua compagnia eri
sicuro che
pima o poi ti potevi spanciare dalle risate.
Anche
fisicamente non era affatto male, eletto dalla ragazze
della scuola Mr. Culetto D’Oro pe tre anni consecutivi, occhi
azzurri cielo,
capelli castani perennemente scompigliati, non molto alto, ma ben
piazzato
fiscalmente e sorriso abbagliante era perfetto… Quasi quanto
la sua storica
ragazza Eleanor.
Liam,
in fine, era il ragazzo più dolce ed altruistico che
avessi mai conosciuto, sempre disposto a combattere per le cause degli
altri,
sorrideva sempre e anche se aveva dei complessi più che
bizzarri era in grado
di farti tornare bambino con i suoi discorsi, ma era anche
un’ottima spalla su
cui piangere , era responsabile e anche il più maturo del
gruppo.
Anche
lui non era affatto male, castano biondo, occhi
nocciola, un’irresistibile voglia sull’incavo del
collo, tratti decisi ma
eleganti, sorriso cordiale ma anche lui come Louis aveva una ragazza
quasi
perfetta di nome Sirya, ma fra i due c’era un continuo
tira e molla.
JACQUELYNROSS
HIGH SCHOOL, era
la migliore scuola pubblica di
tutta Kensinghton ,
avevamo oltre alle
attrezzature standard
avevamo un
planetario, classi per ogni tipo di corso dalle arti sceniche ai giochi
di
ruolo.
«Heart
!»
Ed
eccola,
mancava solo lei, se la mia vita fosse stata un film l’entrata in scena della mia
migliore amica sarebbe
stata caratterizzata da un bel rallenti, in cui tutti si giravano al
suo
passaggio tutti che le sbavavano addosso e le morivano dietro le che
camminava
in slow motion i capelli castano scuro che ondeggiavano ad ogni passo,
i maschi
che le fissavano il seno compresso nella maglietta e
l’effetto del pushup dei
pantaloni .
Indossava
una
maglietta bianca con una croce in mezzo leopardata, dei pantaloni beige
scuro,
degli anfibi rosso elettrico, un cappellino del medesimo colore con su
scritto
“I Love Weed” ma la parola weed era stata
sostituita una foglia di erba.
Potava
degli
orecchini d’oro a forma di zanna e un ciondolo che le
arrivava fin sotto il
seno che raffigurava una di quelle vecchie bici con una ruota grande e
l’altra
più piccola, all’indice
portava un anellino
con una piccola croce d’oro mentre all’anulare
dell’altra mano un anellino
d’argento con incastonato un piccolo diamante, gli occhi
erano coperti da dei
Ray-Ban vecchio stile con la montatura marroncina e fine, a tracolla
potava
una borsa con la
parte davanti che
ricordava il manto di una giraffa, le unghie rosse spiccavano quasi
quanto il
rossetto.
Camminava
decisa, alcune ragazze la salutavano e a loro faceva un beve cenno con
il
mento, mentre ai ragazzi che la salutavano faceva ampi sorrisi, le
piaceva
stare al centro dell’attenzione era nata per quello infatti
era quello che le
veniva meglio .
«Raven
!»
Le
risposi andandole in contro, era raggiante e anche io lo ero come
d’altronde goni volta che ci vedevamo,
quella
era il bello di essere migliori amiche, essere sempre felice di
vedersi l’un l’altro.
«Sono
quasi
invidiosa delle tue gambe ! Sei bellissima.»
Ammise
lei stringendomi in un caloroso abbraccio , lei invidiosa di
me? Se un mia cosa
era come due delle
sue, solo le si capisce.
Prima
di entrare parlammo del più e del meno, poi la campanella
suonò ed
entrammo tutti dentro, notai una strana testa bionda ma non ci feci
molto caso,
Raven mi stava raccontando uno dei suoi strampalati sogni che a detta
della sua
presunta nonna veggente erano veritieri.
Poi
quando lo sciame di ragazzini diminuì, rividi quella testa
bionda e
quando si girò ebbi una conferma a tutte le mie supposizioni
e così
accompagnata dalla castana mi avvicinai a lui e sia io che Raven
esordimmo .
«BIONDO?!»
«NIALL?!»
Poi
entrambe ci girammo a guardarci con fronte aggrottata e mascella
spalancata.
«LO
CONOSCI ??»
Ci
domandammo a mò di stereo,
«SI,
LUI è IL
RAGAZZO CHE TI DICEVO!»
«SI,
LUI è IL
RAGAZZO DEI CD!»
Spalancammo
gli occhi increduli per poi girarci verso il biondino,
dall’aria più smarrita.