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Autore: Medea00    12/10/2012    19 recensioni
Ecco la mia Klaine week, in stile Blame it on Blaine!
Ebbene sì: sono tutti spin off della mia prima fanfiction, e questa cosa mi ha emozionata molto. Ha superato le 150 preferite e dopo tanto tempo ancora c'è gente che la legge, la recensisce e che mi ringrazia per quella storia. Beh io ringrazio voi. E ho voluto ringraziarvi così. Spero che vi piaccia :)
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Pensate che Kurt abbia ragione, sono troppo al centro della scena?”
I ragazzi si guardarono di rimando, stringendosi nelle spalle.
“Sei il solista, Blaine.”
“E sei egocentrico.”
“Sei il nostro ragazzo copertina!”
“Con i tuoi occhioni da cucciolone riusciresti a venderci perfino quello che indossiamo.”
“Attirare l’attenzione è il tuo mestiere!”

--Blame it on Blaine, capitolo 16.



 


Avete presente un servizio fotografico?
Uno di quelli in cui ci sono un sacco di luci, e di modelli bellissimi che vanno in giro mezzi nudi, con truccatrici che ti sistemano i capelli e direttori artistici che fanno uscire il lato migliore di te?
Ecco. Prendete tutte queste cose, mettetele al contrario, e avrete esattamente l’immagine di Priscilla Bay che cercava di scattare delle foto a me e Kurt.
Ma meglio partire dall’inizio.
L’inizio, a dire il vero, era stato quasi divertente; Kurt era tornato al McKinley, ma veniva spesso alla Dalton per farmi compagnia: i suoi orari erano molto faticosi dei miei, e così dopo le lezioni o il Glee Club si fermava per chiacchiarere, o per un caffè. Di solito facevamo una passeggiata lungo il cortile della Dalton, magari, prendendoci per mano, qualche battuta, qualche carezza; e Priscilla sbucava puntualmente da dietro quella grata che ci divideva dalla sua scuola, cominciandoa a fare foto con la sua Nikon. A lungo andare io cominciai a stufarmi tanto quanto Kurt cominciò a prenderci gusto; non lo avrebbe mai ammesso, non ad alta voce per lo meno: l’idea di essere il soggetto di qualche fotografa amatoriale lo faceva sentire come un piccolo modello. Per non parlare del fatto che, finalmente libero dalla divisa, poteva sfoggiare il suo look al mondo intero. Io, nella mia misera divisa, mi sentivo un po’ ridicolo a camminare accanto a lui e a tutto il suo splendore, perchè fidatevi, era tanto: non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Sembrava che lo facesse apposta a mettere quei pantaloni aderenti, o quelle camicie scure, o quelle cinture che gli risaltavano la vita e- insomma, avete capito.
Certo, non mi aspettavo che lo avesse capito Priscilla: ogni benedetta volta la vedevo scattare qualche foto per poi fare “ciao ciao” con la manina; noi la salutavamo, non c’era niente di male, in fondo. Magari stava facendo delle foto alla scuola, non a noi: magari aveva provato una sorta di affetto verso la Dalton, cosa scontata se non del tutto inevitabile. Ad ogni modo, ero sinceramente sollevato che avesse smesso di chiamarmi Mr Grey e mandarmi sms da maniaco seriale.
Era ormai Primavera inoltrata e da un po’ di tempo, ormai, ci capitava di attraversare il cortile della Dalton salutati da qualche ragazza della Crawford che cacciava fuori gridolini strani o risatine inquietanti. Succedeva anche quando qualcuno degli Warbler ci presentava la sua ragazza – ovviamente della Crawford, non c’era tanta scelta, nei dintorni - e lei sapeva già i nostri nomi e stringeva la mano come se stesse parlando con dei vip.
Era tutto molto strano. “Ma no”, continuava a ripetere Kurt, “E’ normale, tu sei il leader degli Warblers.”
Certo, ma chissà come mai avevo la netta sensazione che quell’euforia non riguardasse solo me, Blaine.
Piuttosto...
Klaine.
Quella parola spuntò dal mio Facebook in una giornata tiepida e noiosa; non aveva un significato da me conosciuto. Assomigliava a una marca di balsami, o a una di quelle pubblicità per cosmetici prodotti in cina; l’avevo letta in un post che un membro delle GG aveva lasciato sulla sua bacheca, un post che, francamente, mi lasciò un po’ allibito. E no, non soltanto per via di quella parola strana.
 
Shanny KLAINE Sunny scrive:
OMG HO APPENA VISTO I KLAINE FUORI DALLA SCUOLA SONO BELLISSIMI OKAY SONO FANTASTICI SONO AWWOSISSIMI E POI A UN CERTO PUNTO SI SONO PRESI PER MANO E IL VERSO CHE è SCAPPATO DALLA MIA GOLA NON ERA UMANO OKAY? OKAY. STO PER SVENIRE. E POI KURT è COSì FIKOOOOO VORREI SPALMARE LA MIA FACCIA SULLA SUA BLAINE FATTELO ANCHE PER TUTTE NOI OH MIO DIO.
 

“Kurt?”
Il mio ragazzo, seduto sul letto di camera mia, cacciò fuori la testa dalla sua rivista di Vogue e mi lanciò uno sguardo enigmatico; certo, doveva aver intuito l’atmosfera della conversazione dal mio tono di voce cauto e, sì, un pochino spaventato.
“...Blaine?” Fece eco lui come per sdrammatizzare, come se stesse cominciando già la sua opera di rilassamento perchè i miei occhi erano fissi sullo schermo, e il mio corpo era come pietrificato.
Visto che non riuscivo a parlare per spiegargli formalmente la situazione, fu costretto ad alzarsi in piedi, dirigendosi verso la scrivania. Lo sentii palesemente trattenere il respiro mentre leggeva quello stato... che poi, era uno stato? Si poteva definire così? A me sembrava molto un ammasso di OKAY e termini che assolutamente non capivo. Tipo awwosisssimo; ma era pronunciabile? Oppure, quel Klaine.
E poi un lampo attraversò la mia mente come se si fosse accesa una lampadina molto pericolosa.
“Klaine. Kurt e Blaine.” Kurt mormorò quelle parole come se fossero di vetro.
“Oh Dio. Abbiamo delle fan.”
 
 
C’era solo un nome ricollegabile a tutto quell’ammasso di scleri, ragazzine con troppi ormoni e post illeggibili: Priscilla. Ovviamente, pensò una parte di me, perchè adesso tutti i suoi stranissimi comportamenti finalmente avevano un senso; a dirla tutta, da una come lei dovevo un po’ immaginarmelo. Di certo, però, non mi sarei mai immaginato che tenesse un blog da capitana delle GG – no, non Gossip Girl, Gattine Graffianti – in cui parlava un po’ di tutti gli Warblers e, in particolare, di me e Kurt. Dei nostri modi di camminare; di come prendevamo il caffè. Del colore dei nostri occhi e di quanto fossimo “awwosi” insieme. C’era scritto proprio così, awwosi.
Erano bruciati tutti i dizionari, visto che erano costrette a inventarsi aggettivi orrendi?
Ero allibito. Allibito e, sinceramente, confuso: era già difficile gestire il mio rapporto con Kurt limitandoci ad amici e parenti, non riuscivo proprio a contemplare l’idea di doverlo esternare a tutto il resto del mondo. Anche se, ovviamente, la Crawford aveva una politica contro le intolleranze pesante quanto la Dalton e i casi di omofobia erano assolutamente inesistenti; a pensarci bene, le ragazze godevano di una sensibilità molto più sviluppata rispetto ai ragazzi. Ma per quanto quella riflessione potesse risultare commuovente, la mia idea non cambiava: io e Kurt non eravamo degli idols. Non lo eravamo, vero?
“Non so che dirti Blaine.” Kurt si strinse nelle spalle una volta che Priscilla ci aveva bombardato con la sua valanga di discorsi su quanto l’amore fosse bello, su quanto fossimo belli, sull’esempio che diamo a tutti gli altri studenti e sul perchè il suo blog dovesse cambiare grafica. L’ultimo punto, in realtà, era stato più una sua divagazione in presa all’isteria, ma nè io nè Kurt eravamo riusciti a seguire il filo e quindi l’avevamo lasciata straparlare. Mi feci un po’ più vicino al mio ragazzo, seduti com’eravamo su quei divanetti della Dalton, mentre lui abbassò lo sguardo e disse: “Io non mi sento proprio di fare il Neil Patrick Harris della situazione.”
Stavo quasi per concordare e aggiungere qualcosa di molto profondo, ma poi mi voltai: “Aspetta, quindi io sarei Davit Burtka?”
No Blaine, non ti esaltare. State insieme da nemmeno un anno. Però sarebbe perfetto. Oh Dio, siamo noi!
“Terra chiama Anderson?” Cinguettò Priscilla passandomi una sua mano glitterata davanti al viso e facendomi completamente sobbalzare: “Sì, beh, comunque, devi chiudere quel blog. E smetterla di stalkerarci, magari.”
“Ma no! Vi prego, non potete farmi questo, e io poi come vivo?!”
“Ehm, come tutte le persone normali, pensando alla tua vita?” Propose Kurt. Priscilla lo guardò torvo come se avesse appena offeso il suo cricetino.
“Ma è questo il punto. Non ho bisogno di vita, quando posso benissimo sognare sulla vostra.”
 “... Quel blog va chiuso domani.”
“Ma...!”
“Niente ma”, continuò Kurt, e per ribadire il concetto incrociò le braccia guardandola negli occhi per dieci lunghissimi secondi; Priscilla, alla fine, sospirò affranta e fece finta di asciugarsi una lacrima. Esagerata.
“Le ragazze ci resteranno malissimo”, piagnucolò. Io e Kurt ci guardammo con una smorfia, perchè insomma, in teoria dovevamo essere noi quelli amareggiati, non lei. Però, in fondo in fondo, l’idea di avere un seguito di persone che sostenesse la nostra relazione era quasi... gratificante. Ci fece sentire un po’ meno soli e rendeva il mondo un posto più bello, rinchiuso in quella specie di bolla composta da Dalton e Crawford.
Ed è stato proprio per questo che, quando Priscilla quasi in lacrime ci aveva supplicato un’ultimissima foto per salutare le fans a dovere, quasi senza pensarci avevamo risposto di sì.
Non biasimateci; non sapevamo proprio a cosa stessimo andando incontro.
 
 
“Allora.”
Priscilla stringeva in una mano una cartellina contenente innumerevoli fogli e appunti, mentre con l’altra continuava a scattare foto a me e a Kurt in tutti i modi possibili. Da un lato, poi da un altro, con effetto seppia, e dopo nemmeno mezz’ora il mio ragazzo aveva cominciato a vagare per tutta la sala comune affacciandosi alle finestre o fingendo pose da autori di libri, quelle in cui si tiene una mano sotto al mento e si sorride soddisfatti.
“Aspetta”, esclamò ad un tratto, “Facciamone una senza la giacca!”
Bene. Priscilla aveva scatenato il lato diva di Kurt. E, subito dopo, il mio.
Perchè in realtà era piuttosto divertente farsi fare delle foto; potevo capire perchè agli attori o ai cantanti famosi piacesse così tanto fare un servizio fotografico, era entusiasmante e allo stesso tempo divertente: io e Kurt continuavamo a ridere, avevamo scoperto di che stoffa fossero fatta i nostri lati esibizionisti se fusi in uno solo, e beh, eravamo un tantino megalomani. E poi, semplicemente, ci eravamo avvicinati giusto un po’ di più. Come un tassello che si aggiungeva al bellissimo puzzle del nostro rapporto.
Non furono delle foto perfette, perchè nè la fotografa nè i modelli erano dei veri e propri esperti, ma era qualcosa che ci sarebbe restato per tutta la vita, come un piccolo momento di autostima dopo tanti venuti male.
E poi, ovviamente, ci fu la parte venuta male.
“Benissimo”, dichiarò Priscilla dopo aver esaurito la batteria della macchina fotografica e le nostre menti, “Adesso mettetevi comodi che c’è l’intervista.”
“Intervista?”
“Ma certo! Sennò che razza di servizio è? Ho raccolto su twitter una serie di domande che le fans avrebbero voluto farvi. Voi rispondete come vi pare, poi ci penso io a caricare tutto sul sito prima di chiuderlo definitivamente!”
“Aspetta un momento”, Kurt la fissò confuso, “Ci sono davvero delle persone che... beh, che vogliono sapere qualcosa su di noi?”
“Oh Kurt, non immagini. Cominciamo?”
E per un attimo mi sentii sereno; ma che dico, mi sentii esterrefatto. Non c’era niente di male, no? Sarebbe stato un modo come un altro per farci conoscere, e per dire al mondo che eravamo felici. Mi ero già preparato mentalmente nel rispondere alle domande in modo semplice e conciso, con dei discorsi non troppo lunghi ma con un tocco di serietà.
Perchè, insomma, ero Blaine Anderson, e il mio ragazzo era Kurt Hummel, e sicuramente le domande sarebbero state importanti e commuoventi, no?
 
“Domanda numero uno. Shanny KLAINE Sunny scrive: Blaine, quanto sei alto?”
Okay, no. Giusto per citarla.
“...Mi appello alla facoltà di non rispondere.”
“Oh andiamo Blaine!” Ridacchiò Kurt, “E’ alto un metro e settantadue.”
“No. Un metro e settantatre.”
“Blaine, misurarsi con le scarpe non conta.”
Lanciai un’occhiata torva al mio ragazzo, che in tutta risposta sembrava indeciso sul prendermi in giro a vita o semplicemente baciarmi nel bel mezzo della conversazione. Ad ogni modo, Priscilla interruppe ogni nostro pensiero dicendo: “Ellis Friskellis scrive: qual è il vostro piatto preferito?”
“Oh”, mormorai: non me l’aspettavo proprio quella domanda. “Credo... la pasta... oppure il pesce... uhm non so bene. Kurt, qual è il tuo?”
“Pizza.”
La mascella di Priscilla scese di tre piani. “P-pizza?!” Balbettò. “Sul serio, cioè, una semplice e banalissima pizza?”
“Sì. Pizza. Oh, e anche il Cheesecake. Commetto dei veri e propri reati per il Cheesecake.”
Il mio sorriso si ampliò solo un poco di più, perchè vedere la reazione sconvolta di qualcuno a cui avevano appena distrutto uno stereotipo era sempre divertente; Priscilla si immaginava qualche piatto raffinato o francese, ma a dire il vero tra me e Kurt quello di buona forchetta ero io.
“Curiosità-ullallà vuole sapere se Blaine brucia i biscotti.”
“Sì che li brucia!”
“No, non è affatto vero!” Protestai. “O meglio, se non ci fossero gli Warbler a rompere le scatole riuscirei anche a cucinarli bene!”
“Certo, come no...” Cantilenò l’intervistatrice, “Dunque... Se aveste la possibilità di mettervi con una celebrità, chi scegliereste?”
E la rapidità con cui Kurt rispose: “Taylor Lautner” mi fece trasalire.
“...Sul serio?”
Ma lui, con le guance sempre più rosse, freddò subito la conversazione esclamando: “Altra domanda?”
“Okay... Come vi chiamate quando siete soli?”
“I-in che senso?”
“Non usiamo tanti nomignoli”, risposi al posto di un Kurt che stava rischiando il soffocamento per imbarazzo estremo. “Per il momento siamo solo Blaine e Kurt.”
A parte nei momenti in cui Kurt mi chiamava “cutie”, ma quella era una cosa che non avrei mai condiviso con nessun altro.
“Uh oh Blaine, preparati, adesso è il tuo turno.”
“C-come?”
“Fangirl-CSI scrive: Blaine, ammettilo, alla Dalton c'è un Club Segreto di D&D.”
“No! Non abbiamo club segreti qui. Di nessun tipo. Nessunissimo tipo.”
Come diavolo aveva fatto a sapere del fight club?
“Altra domanda. Uh, questa ha molti retweet. – ridacchiò Priscilla – Blaine, ho sempre trovato molto inquietante il fatto che tu ti sia accorto di Kurt, dopo la morte di un uccello... Che significati nascosti ci sono dietro?”
Restai in un silenzio, quasi in apnea, per cinque interminabili secondi.
“N-non è che... non è andata così... Kurt m-mi piaceva... ma poi Pavarotti... insomma...”
Povero, povero Pavarotti. Cosa gli avevo fatto.
“Ah, questa è bella.”
“Priscilla, puoi evitare di commentare ogni domanda che fai?”
“No. DISONORE SULLA TUA MUCCA scrive: vorrei davvero davvero sapere da cosa è dovuta la scelta di cantare quella strana canzone a Jeremiah, sul serio era assurda per essere una specie di dichiarazione... Di chi è stata l'idea? Tua o di qualche esaltato fringuello? Povero Kurt...”
“Hai ragione, POVERO ME!”
“Okay vi prego BASTA con questa storia, ero piccolo e scemo va bene?”
“Blaine, è successo due mesi f-“
“Cambiamo domanda.”
Kurt fece uno di quei sorrisi che volevano dire: “Oh Blaine, non sai quanto ti adoro.” Ma io me l’ero perso, preso com’ero a  sotterrarmi nella mia vergogna.
“Ah, aspetta, c’è HATERZ#1 che scrive: Blaine, obbiettivamente parlando, come fai a stare con uno come Kurt?”
“Ehi!”
“Ha.” Borbottai. “Così impari a trattar male il tuo ragazzo.”
E se non fosse stato per un bacio sulla guancia, ma molto vicino alla bocca, probabilmente avrei tenuto il broncio per il resto della giornata.
“Kurt, adesso arrivano le domande per te!”
“Non possiamo proprio evitare?”
“Assolutamente no”, ribattei, perchè era il momento della mia rivincita e non vedevo l’ora di vedere le facce interdette del mio adorabile ragazzo.
Donna molto saggia scrive: io chiederei a Kurt perchè non butta nel cesso il gel di Blaine.”
“Ci ho provato, ma continuano ad aumentare!”
“...Ma perchè tutte le domande ricadono sempre su di me?”
E poi perchè tutti ce l’avevano con il mio gel? Ero offeso; per ripicca da quel giorno in poi me ne sarei messo di più, così imparavano.
“Warbler-addicted scrive: a Kurt chiederei se a Blaine piaccia fare qualcos'altro sopra mobili/divani/tavoli oltre che saltarci sopra per cantare!”
“M-Ma CHE COSA?!”
Non ero così fissato con i soprammobili insomma! Va bene, ogni tanto ci saltavo sopra, e mi piaceva l’odore del legno, ma sono tutti atteggiamenti perfettamente comprensibili, vero? Si chiamava coreografia! Interpretazione! Esternare i propri sentimenti! Ma soprattutto, quale strana allusione ambigua si nascondeva dietro quella domanda?
“Beh...” Kurt ci mise un po’ a trovare una risposta, e per un momento pensai che avesse veramente intenzione di rispondere in modo serio: magari, raccontando di quella volta in cui avevamo pomiciato per tre ore sul divanetto della sala comune e ci eravamo accorti del tempo passato solo quando i custodi ci avevano chiusi dentro. Le mie orecchie stavano già andando in fiamme quando lo sentii dire: “Gli piacciono anche le scale.”
Priscilla lo guardò come se avesse appena ricevuto un pugno in faccia.
“E va bene... passiamo oltre. Sono quasi finite... questa l’ho già fatta, in quest’altra non mi avete risposto decentemente... ah, c’è una tizia che vuole essere adottata da voi.”
“P-Prego?”
“E poi Facebook stalker scrive”, continuò lei, ignorando i nostri visi sbiancati, “Kurt, cosa hai pensato quando Blaine ha passato da te una notte (anche se completamente ubriaco)? Dubito tu abbia dormito tranquillo!”
“Come ha fatto a saperlo?” Esclamò Kurt; anche se quel nick, in effetti, la diceva lunga. “Comunque non ho dormito affatto. Blaine russa.”
“Non è vero!”
Scoppiò in una piccola risata, dopo la quale esitò per qualche istante, voltandosi di nuovo verso Priscilla e mormorando: “A dire il vero, ero troppo emozionato. Avevo il cuore che mi batteva a mille.”
Oh.
“Ahhhhhhhhhhh perchè si è scaricata la macchina fotografica!” Priscilla battè i piedi a terra come una bambina. Io e Kurt ci fermammo nello stesso momento, il mio viso era già a pochi centimetri dal suo, e le sue mani stavano già stringendo le mie in una timida stretta.
“Eccolo! E’ quello! Cavolo, volevo immortalarlo almeno una volta, che peccato!”
“... Ma di cosa stai parlando?” Domandai, mentre con la coda dell’occhio intravidi Kurt arrossire visibilmente, sfoggiando un sorriso che gli illuminò gli occhi limpidi.
“Credo di aver capito.”
“Era il Kurt-sorriso quello! Dovevo fotografarlo!”
“Il... oh no, anche tu? Passi troppo tempo con gli Warblers, dico sul serio.”
Mi passai una mano sul viso in modo quasi esasperato, mentre Priscilla continuava a piagnucolare sulla sua sfortuna. Kurt non smetteva nemmeno per un secondo di fissarmi. Sembrava quasi... incantato.
“... Che c’è?”
“Niente”, rispose lui, “E’ solo che hanno ragione, esiste davvero il Kurt-sorriso.”
E il mio cuore perse qualche battito per la strada, perchè era incredibilmente bello mentre diceva quelle cose a bassa voce, e io non vedevo l’ora di posare le labbra sulle sue e contemplarle per un’eternità.
Mentre mi avvicinavo, facendo sfiorare i nostri nasi e accarezzandogli una guancia con la punta delle dita, feci di nuovo quel sorriso, e sussurrai: “Lo so. Non so bene che sorriso sia, ma so che esiste. Riesco a riconoscerlo da come mi sento quando lo faccio.”
 
Dopo qualche secondo sentii Priscilla sospirare, ma non ci prestai troppa attenzione; in realtà, l’ultima cosa che captai fu il suo tono amareggiato mentre diceva: “Che palle. Non ho fotografato nemmeno il Kliss.”
 
 
 
 
 
 
 
 
**
Angolo di Fra
 
Mi sarebbe piaciuto tantissimo usare tutte le domande che mi avete inviato, ma la OS veniva già troppo lunga così, e un’intervista di duemila parole sarebbe stato davvero troppo prolissa. Comunque vi voglio ringraziare di cuore per le domande, sono stupende, mi avete ispirata tantissimo come avete potuto leggere, e spero che nessuno si sia offeso perchè mi sono presa la liberta di ribattezzare i vostri nick di twitter e Facebook xD sapete che mi piace scherzare, ma la verità è che siete tutti gentilissimi e mi sostenete più di quanto potessi mai desiderare. Quindi grazie.

   
 
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