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Autore: Juliefer    12/10/2012    52 recensioni
Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente, l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po’ di se, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene, ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi prima o poi.
-Juliefer.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei dedicare questo capitolo ad una persona.
Una semplice ragazza che, come me, come tutte noi, si è innamorata di cinque cantanti.
Una semplice ragazza con un cuore d'oro.
Una semplice ragazza che crede nei suoi sogni e non li abbandonerà mai.
Una semplice ragazza che, con affetto e pazienza, mi ha seguito in questi mesi, ha recensito ogni mio singolo capitolo e mi ha aiutato quando la voglia veniva meno.
Una semplice ragazza che mi ha insegnato tanto e che continua ad insegnarmi tanto, pur abitando dalla parte opposta d'Italia.
Un semplice 'grazie' non potrà mai riempire del tutto la mia riconoscenza. 
Happy birthday _crazyinlove! Buon diciottesimo compleanno 



 

 

Let's pretend it's love ∞




 

CHAPTER Eight





 

Rosalie

 



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Sul bus non facevamo altro che cantare.
Intonavamo cori da ultras per far passare il tempo e, forse, anche per allentare la tensione che si accumulava con l’avvicinarsi alla meta.
Io e Susanne avevamo occupato gli ultimi posti sul fondo.
Guardavo fuori dal finestrino e pensavo a Tommy. Mi mancava da morire. Lui e quel sorrisetto da orsacchiotto.
Ovviamente, la mia compagna di avventure se ne accorse.
-Forza, Rose. Sputa il rospo!
-Eh?
Aprii la bocca e tirai fuori la lingua.
-Fvedi qualfche rosfpo?
Sorrise per un secondo, poi tornò seria.
-È tutta la mattinata che tieni il broncio. Non ho chiesto nulla, pensando che fosse una cosa passeggera. Ma, a quanto vedo, la cosa è seria.
-Non ho niente. Sono solo un po’… ehm, stanca! E tesa…
Odiavo mentire alla mia migliore amica ma preferivo non parlare di quell’argomento.
-Si certo. E io sono Angelina Jolie.
-Piacere, Brad Pitt.
-Smettila! Lo sai che a me non puoi nascondere nulla, Rose…
Oh, si che lo so. Lo so, benissimo.
-È una cosa complicata. Cioè, insomma…
Cominciai a cedere. In fondo, tutti hanno bisogno di qualcuno con cui sfogarsi.
 
Il tempo può risolvere molti problemi. Ma quelli che il tempo non può risolvere, li dobbiamo risolvere da soli.
Una lacrima mi rigò il volto e Susanne mi abbracciò.
-Scusa, Rose. Se non ne vuoi parlare non…
-Sono stata adottata.
-Eh?! Cosa?
Sciolsi l’abbraccio e la guardai negli occhi.
-Sono stata adottata. Mary non è la mia vera madre, Jared non è il mio vero padre e Tommy non è mio fratello di sangue.
Sgranò gli occhi. Rimase ammutolita per qualche secondo. Lanciò un’occhiata fugace al mio tatuaggio sul polso.
-Non ci posso credere… Quanto mi dispiace! Io non pens…
Riflettè un istante e mi prese la mano.
La strinse forte e se la portò al petto.
-Stai tranquilla, tesoro. Vedrai che si sistemerà tutto. Io ci sarò sempre per te. Ricordalo.
Cercai di abbassare lo sguardo ma con l’indice mi costrinse a puntare i miei occhi nei suoi.
-Qualunque problema, io sarò qui, accanto a te. Ti proteggerò.- Una pausa. - Lo giuro.
Per la seconda volta in quella stessa giornata riuscì a strapparmi un sorriso.
 
 

Le tre ore di viaggio passarono velocemente tra chiacchiere, cori e prese in giro.
Nel bus si respirava un’atmosfera carica di tensione.
Entrammo nella grande metropoli e un silenzio calò sulle ragazze.
Osservammo estasiate le strade di Londra, senza fiatare, ma appena l’autista bloccò il mezzo la confusione prese il sopravvento.
Io e Susanne decidemmo di uscire per ultime, evitando così il caos.
Scese, ci dirigemmo verso la direzione generale e confermai la presenza della squadra, consegnando tutti i documenti necessari.
Progettando serate e uscite per la città, vagabondammo tra i contorti corridoi dell’edificio che era stato assegnato alle squadre.
Avremmo dovuto ritrovarci nel proprio spogliatoio.
-Susanne, credo di aver perso l’orientamento…
-Questa struttura è un labirinto!
-Il minotauro potrebbe essere in agguato e non abbiamo nemmeno il filo di lana!
Scoppiammo a ridere.
Mi sentivo meglio. Il mio cuore era più leggero.
Cercavo di non pensare a nulla ad eccezione dell’imminente torneo.
Susanne mi zittì.
-Shh, Rose. Le senti queste voci?
-No, ti prego! Siamo arrivate già allo stadio delle voci? Abbiamo fatto passi da gigante… Ci mancano solo gli asini che volano e le montagne che ci fanno ‘Ciao!’…
-Rosalie!
-Ops, scusa.- mormorai, mimando, con le dita, la chiusura di una cerniera lampo sulle labbra.
-Provengono da quella porta. Ce l’abbiamo fatta! Trovato lo spogliatoio.- alzò le mani in segno di vittoria.
-Wow! Siamo imbattibili. Saluta il minotauro e il filo di lana!
-Poi quella che sta male sono io, eh?!
Ci avvicinammo alla soglia e bussammo timidamente.
Silenzio.
Susanne mise la mano sulla maniglia ed aprì la porta.
-Ehm, credo proprio che non sia questo il nostro spogliatoio, Susanne.
Fu l’unica cosa che riuscii a mormorare mentre lo sguardo di cinque dei greci ci scrutava da capo a piedi.
 
 
-Bè, che avete da guardare?- disse la mia amica prima che potessi tapparle la bocca.
Fulminai con lo sguardo Susanne che ammutolì.
-Uhm, scusate.. ehm, stavamo girando per la struttura e.. insomma, abbiamo sbagliato spogliatoio.- balbettai cercando di sciogliere il groppo in gola e facendo, istintivamente, un passo indietro.
Ebbi modo di studiarli per bene.
A pochi passi da me c’era un ragazzo con i capelli castani e due occhi blu come l’oceano. Una ciocca di capelli gli ricadeva sul volto, donandogli un carattere misterioso, tutto da scoprire. Il sorriso che comparve sulle sue labbra era dolce e ingenuo come quello di un bambino.
Subito dopo, c’era un ragazzo alto, moro, con due occhi color caramello che giocava nervosamente con alcune medagliette appese al collo. I suoi capelli erano raccolti in una cresta. A prima vista, era affascinante. Del tipo ‘Cosa fai ancora lì? Ti aspetto tra le mie braccia’.
Il ragazzo accanto era invece biondo cenere con due occhi azzurri trasparenti. Ispirava fiducia e tenerezza. Istintivamente, mi sarei avvicinata per scompigliargli i capelli.
A seguito, un ragazzo castano chiaro con due occhi color cioccolato ci scrutava attentamente con un dolce sorriso dipinto sulle labbra.
Assomigliava incredibilmente a Tommy. Avrei voluto abbracciarlo e stringerlo nelle mie braccia, nonostante fosse il doppio di me.
Infine a chiudere la fila, osservai sbalordita un cespuglio di ricci da cui sbucavano due magnetici occhioni verdi.
Il suo sguardo incrociò il mio e sentii un calore improvviso impossessarsi del mio corpo.
Appena riuscii a distogliere l’attenzione dai suoi occhi, notai che indossava solamente un asciugamano in vita. Il suo corpo era dannatamente perfetto.
Arrossii violentemente e abbassai velocemente lo sguardo.
Dopo qualche secondo di silenzio, i ragazzi iniziarono a parlare tutti insieme.
Avevano una voce bellissima, quasi divina, ma non riuscii a capire nemmeno una sillaba.
Un’espressione confusa si dipinse sul mio volto e il ricciolino la notò.
-Ok ragazzi. Le stiamo spaventando…
I suoi occhi catturarono nuovamente i miei. Era impossibile non perdersi lì dentro.
Susanne si riprese e prima che potessi protestare mi afferrò il polso.
-Dobbiamo proprio andare. Si staranno chiedendo dove siamo finite. Scusate ancora per l’intrusione.
Lanciò un’ultima occhiata al fisico da brividi del riccio e mi trascinò fuori di peso, chiudendosi la porta alle spalle.
Camminavo e continuavo a vedere i suoi occhi. Erano uguali ai miei.











 

Harry

 

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Chiusero la porta di fretta.
Niall scoppiò a ridere seguito a ruota da Zayn.
Liam si allontanò e rispose al telefono.
Molto probabilmente era Danielle. Dopo due anni di fidanzamento, avevano deciso di allentare i rapporti.
Il loro amore si era trasformato in un’amicizia. Una grande amicizia.
Louis, invece, era rimasto paralizzato.
-Lou, tutto bene?- chiesi con una nota di preoccupazione.
Si risvegliò dalla trance.
-Ehm si, si…
-La biondina l’ha rapito.- mormorò con tono divertito Zayn.
-Ah, smettila Malik!- contestò Louis, arrossendo visibilmente.
-Si, si. Ammettilo, Tomlinsonuccio! Quegli occhioni da cerbiatto hanno fatto colpo!- continuò a canzonarlo, tra una risata e l’altra.
Non so spiegare per quale motivo ma una leggera rabbia mi salì alla testa.
Quella ragazza…
Il suo viso delicato…
I suoi capelli leggermente disordinati…
Il suo profumo dolce e aspro allo stesso tempo…
Chiusi gli occhi.
Il suo sguardo mi aveva incatenato. Ogni singola molecola del mio corpo era attratta da quella ragazza, come se ci conoscessimo da sempre.
Dovevo ritrovarla e parlarle.
















 

                                                               
 

Trullall.... SHIT, THEY'RE COMING (?)
Dio, è proprio vero che certe cose non cambiano.
Guardateli. Ammirateli. Studiateli. Adorateli. Amateli.
Loro sono i miei idoli. 
E questo non cambierà mai.

Hey, ragazze. Ce l'abbiamo fatta. Ci siamo riuscite.
Li porteremo qui. Costi quel che costi.
La sapete una cosa? Sono orgogliosa.
Per una volta, sono orgogliosa del mio paese. Orgogliosa di loro. Orgogliosa di voi.
Persino, orgogliosa di me.
Si, perchè anche io sono entrata in limit per far salire quella tendenza tra le mondiali.
Anche io non ho chiuso occhio escogitando qualche modo per attirare la loro attenzione.
Anche io mi sono strappata i capelli aspettando notizie da Marco.
Anche io ho pianto e sorriso per loro.
Noi meritiamo tutto questo.
Ancora una volta grazie per avermi fatto sentire all'interno di una vera e propria famiglia.
Love ya,

//g.

   
 
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