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Autore: Always89    13/10/2012    4 recensioni
Dal primo capitolo:
Ed è qui che comincia la nostra storia, con l’erede di questa antica, nobile e rinomata casata purosangue: Scorpius Hyperion Malfoy. Probabilmente i genitori di questo povero ragazzo credevano che, dandogli un nome del genere, il loro caro figliolo avrebbe ottenuto un’immagine solenne. In realtà non faceva altro che rendere il tutto ancora più ridicolo.
Ebbene si, perché il nostro Scorpius era tutto fuorché un perfetto Malfoy.
...
“Senti” continuò Leo “io ti posso aiutare, le donne non sono così complicate come sembrano. Fidati di me, sarà un gioco da ragazzi! Dovrai solo seguire dieci semplici regole…”
***
1) Conosci la tua preda
2) Fatti notare!
3) Falle conoscere una parte poetica di te
4) Sii ironico e senza vergogna
5) La prima serata deve essere indimenticabile!!!
6) Mai chiamare per primi dopo la prima sera
7) Elimina il tuo avversario
8) Fatti desiderare
9) Torna sempre al massimo
10) Non ti concedere al 100%
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Regola numero due: Fatti notare!

 

 

 

 

Albus entrò nella Sala Comune dei Serpeverde sfogliando svogliatamente la sua copia della Gazzetta del Profeta. Era sceso a fare colazione, convinto che sarebbe stato raggiunto presto dai suoi compagni di stanza, cosa che non avvenne. Dopo una buona mezzora di attesa si era deciso a tornare indietro per vedere se almeno erano ancora in vita o se doveva procedere con un intervento di primo soccorso, sperando di non dover ricorrere alla respirazione bocca a bocca, come quella volta in cui Leonard era stato costretto a rianimare Scorpius dopo che era quasi annegato nella vasca da ubriaco.

Una volta vicino alla porta del dormitorio, gli fu subito chiaro lo stato di salute dei suoi amici. Considerate le urla erano sicuramente vivi e vegeti, forse un po’ stressati, ma perlomeno non sarebbe dovuto andare a nessun funerale. Spinse la porta distrattamente, mentre leggeva ancora i titoli degli articoli del giornale, non trovando nulla di interessante.

Quando finalmente prese coraggio e alzò lo sguardo, rimase qualche secondo interdetto a fissare la scena apocalittica che si stava svolgendo all’interno della stanza. Innanzitutto il pavimento di pietra non era più visibile, dato che era stato sommerso da ogni singolo capo di abbigliamento presente nella stanza; i tre bauli erano spalancati ed erano stati rivoltati senza nessuna cura, Scorpius indossava solo i pantaloni grigi della divisa e sembrava sul punto di mettersi a piangere, mentre Leonard gli mostrava una giacca di pelle nera ricoperta di borchie, forse sperando che il biondo avrebbe accettato di metterla.

In quel momento Malfoy, spinto dall’esasperazione, gli strappò la giacca dalle mani, la appallottolò e la lanciò all’indietro urlando istericamente: “Io questa non la metto!”

Albus vide le borchie puntare dritte alla sua faccia e si abbassò appena in tempo per schivarla, si chiuse la porta alle spalle e raggiunse il suo letto con cautela, per non inciampare negli innumerevoli ostacoli.

“Scorpius devi essere più collaborativo.” gli stava facendo notare Leo con disappunto.

Il ragazzo serrò le labbra con forza, imponendosi di non mandarlo a quel paese, sapendo quanto fosse particolarmente sensibile Leo non appena si arrivava agli insulti. E lui non si poteva permettere di perdere una risorsa tanto preziosa. Perciò si limitò a guardarlo male, incrociando le braccia al petto, mentre lui gli si avvicinava e sospirava tristemente, guardandolo deluso.

“Cosa ti ho spiegato poco fa?” domandò con un tono che di solito si utilizza con i bambini di due anni.

Scorpius fece scattare gli occhi alla sua destra alla ricerca disperata di Albus, cercando di ottenere anche un minimo aiuto. Al, dal canto suo, rimase a guardalo impassibile e ben intenzionato a non intervenire.

“Scorp!” cercò di richiamare l’attenzione Leo, facendo schioccare le dita davanti la sua faccia. “Cosa ti ho spiegato? Qual è la seconda regola?”

Il biondo borbottò qualcosa di indefinito, mentre cerava di riscaldarsi un po’ frizionandosi le braccia nude.

“Parla scandendo bene le parole.”

Devo farmi notare…” ripeté alla fine mogio mogio.

Leo batté le mani soddisfatto.

“Bene! E quale miglior modo per farlo, se non quello di mettere in risalto i tuoi punti di forza?” esclamò di nuovo tutto entusiasta.

Al inarcò un sopracciglio, ma non disse nulla. Faceva fatica a trovare i punti di forza di Scorpius quando ce l’aveva davanti completamente svestito e con le costole ben in vista.

Zabini, nel frattempo, aveva fatto qualche passo in avanti e si era messo a trafficare con i poveri capelli di Malfoy, che erano degli spaghetti biondissimi assolutamente senza forma. A quanto sembrava, il suo amico aveva tutta l’intenzione di pettinargli il ciuffo davanti in modo da dargli un aspetto ribelle, ma non aveva fatto i conti con i capelli ancora meno collaborativi del proprietario.

Mosso dalla pietà, il giovane Potter si alzò in piedi e schiaffeggiò la mano di Leo, facendo sì che la frangia di Scorpius ricadesse immediatamente sulla fronte.

“Smettila!” lo ammonì. “I suoi capelli non sfideranno mai la forza di gravità come fanno i tuoi!” protestò cercando di difenderlo, mentre raccoglieva dal pavimento una camicia e la lanciava addosso al biondo. “Mettiti questa.” ordinò, ignorando lo sguardo deluso di Leonard e mettendosi a frugare nel suo baule con aria concentrata. Dopo qualche secondo tirò fuori un gilet grigio scuro abbastanza elegante e glielo passò non appena lui ebbe finito di abbottonarsi. “Mettiti questo e lascialo aperto, poi la cravatta allentala un po’ così sembri un po’ più rilassato.” finì, allontanandosi poi per osservare il suo lavoro, accarezzandosi il mento.

Certo, non si poteva dire che era un gran figo, dato che continuava ad avere quello sguardo spaurito e le solite occhiaie di quel colore inquietante, ma perlomeno non si vedevano più le ossa della cassa toracica e quello era già un gran bel passo avanti. Quindi annuì compiaciuto e diede una pacca sulla schiena a Zabini dicendo: “È tutto tuo!”

Il ragazzo si riprese velocemente dalla bruciante delusione per essere stato messo da parte prima e sorrise radioso, battendo le mani come un bambino. Cosa che preoccupò non poco il nostro malcapitato protagonista.

“Allora,” esordì, mentre rimetteva tutti i vestiti all’interno dei bauli con dei rapidi colpi di bacchetta. “Fammi vedere come cammini!”

Scorpius si strinse nelle spalle e rispose con poco entusiasmo: “Sai già come cammino.”

Si sentiva come uno di quegli stupidi animali negli zoo Babbani che aveva visitato insieme alla famiglia di Albus: in gabbia e sotto costante osservazione. E come tutti noi sappiamo ormai fin troppo bene, il poveretto non amava avere gli occhi puntati addosso, anche quando non era nudo.

Leo sbuffò e gli fece un gesto eloquente, prima di puntargli direttamente la bacchetta contro minacciosamente.

Malfoy fu costretto ad assecondarlo e, circondatosi il petto con le braccia, camminò fino all’entrata del bagno. Sicuramente non poteva aspettarsi che con dei semplici cinque passi avrebbe provocato tutto ciò, infatti, quando si voltò e vide Leo seduto per terra con le mani tra i capelli che scuoteva la testa e Albus intento a sbattere il cranio contro una colonna del suo letto a baldacchino, rimase sinceramente sgomento. I nostri due eroi, d’altronde, non avevano potuto fare altrimenti dopo aver visto il loro amico magrolino camminare a gambe strette, con le braccia che sembravano volerlo coprire e far sparire in un secondo e gli occhi puntati sui suoi piedi, così da nascondere completamente il viso dietro i ciuffi biondi.

“Cos’era quello?” riuscì a chiedere Al, intento a massaggiarsi la fronte proprio dove gli stava sbucando un bernoccolo. “Cosa pensi di ottenere? Rose non ti guarderà mai!” sbottò senza un minimo di delicatezza.

Leo si alzò in piedi e mise le mani sulle spalle del ragazzo guardandolo dritto negli occhi che si stavano riempiendo di lacrime in maniera davvero molto molto virile.

“Dovrai soltanto fare pratica.”

Ad essere sinceri, Scorpius non pensava che la pratica sarebbe mai servita a qualcosa con lui, ma preferì tenersi per sé la sua negatività e cercò di farsi insegnare il più possibile.

 

***

 

Dopo una buona mezzora passata a fare avanti  e indietro nella camera che condivideva con i due peggiori amici/aiutanti/consulenti che si potessero trovare al mondo, Scorpius si maledì per aver accettato di fare parte di quella follia, perché, se per lui non era facile fare un paio di passi senza sembrare ridicolo, immaginate voi la fatica che in quel momento stava facendo per non rischiare la vita mentre correva come un forsennato verso la Sala Grande, nutrendo la disperata speranza di trovare qualcosa da mangiare prima di due terribili ore a Pozioni.

Di solito lui adorava quella materia, era ciò in cui più brillava, forse l’unica cosa. Però non poteva proprio godersi quei momenti davanti al suo amato calderone fumante se a pochi metri c’era la sua stramaledetta ossessione. Per quale motivo Serpeverde doveva dividere tutte le lezioni di Pozioni con i Corvonero? Perché?

Entrò velocemente e andò a sbattere contro il tavolo della sua Casa, visto che naturalmente non era riuscito a fermarsi in tempo. Massaggiandosi un ginocchio, si ficcò in bocca una fetta di pane ricoperto di marmellata e si preparò per ricominciare la sua divertentissima maratona.

Rischiò più volte di strozzarsi per colpa dei bocconi mandati giù senza ritegno mentre si affrettava a raggiungere i sotterranei. Prima di arrivare all’ultima scalinata che lo avrebbe portato direttamente all’aula, si appoggiò a una parete cercando di recuperare il fiato. Chiuse gli occhi e ripensò all’ultima ora della sua vita. Non riusciva proprio a smettere di sentire la voce di Leo nella sua testa che diceva cose assurde tipo: “Ora più sexy Scorp”, “Metti una mano in tasca e fai uno sguardo da tenebroso”, “Scuoti la testa per spostare il ciuffo di lato e fai un occhiolino”. Inutile dire i risultati dei suoi tentativi. Gemette ricordando come era inciampato trascinandosi dietro il povero Albus.

Una volta tornato regolare – si fa per dire – il battito del suo cuore, si staccò dalla parete e si appiattì un po’ i capelli sulla fronte. Si mise una mano in tasca e fece per partire, quando si fermò di colpo e iniziò a sudare freddo, aveva davvero troppa paura di fare una figuraccia.

Forza Scorp, peggio di così non può andare.

Questo era stato l’ultimo incoraggiamento che aveva ricevuto.

“Grazie Al…” borbottò, prima di ficcarsi l’altra mano nella tasca dei pantaloni e buttarsi in quello che si sarebbe rivelato uno dei peggiori giorni della sua vita.

 

Rose teneva stretto tra le braccia il suo tomo di Pozioni, mantenendolo così in alto da coprirsi quasi metà faccia. Aveva uno sguardo allarmato e sembrava sul punto di urlare e correre via.

“Non è possibile che una semplice lezione ti faccia quest’effetto.”

Dave, un ragazzo Corvonero del suo anno, nonché suo unico amico non appartenente alla sua famiglia, le si era avvicinato, osservando preoccupato la copertina del libro che la ragazza stava mangiucchiando nervosamente.

Rose non gli rispose e continuò a masticare la carta come se fosse una cosa estremamente normale; e forse per i suoi standard lo era davvero. Lui non riuscì a resistere e glielo strappò dalle mani per cercare di ripararlo con la magia. Dave era il tipico Corvonero, ossessionato dallo studio, preciso, organizzato e, se c’era una cosa che odiava, erano le persone che maltrattavano i libri. Lui e Rose erano gli opposti e forse era per quel motivo che avevano legato tanto, si completavano, compensando ognuno le mancanze dell’altro.

La ragazza sbuffò contrariata e, in mancanza della carta, iniziò a mangiarsi le unghie della mano. Non ci poteva fare niente, odiava quella lezione. Era davvero un incapace quando si trattava di intrugli disgustosi e puzzolenti, calderoni e mestoli. Fosse stato per lei, quella materia non l’avrebbe mai seguita, ma era troppo importante per rinunciarci.

Persa com’era nei suoi pensieri, non si accorse del nuovo arrivato finché non ricevette una gomitata ben assestata e dolorosissima appena sotto il seno da quello che, decise in quell’istante, non rientrava più nella sua cerchia di amici. Si voltò per fulminarlo con lo sguardo, ma l’attenzione del ragazzo non era rivolta a lei.

“Guarda!” esclamò Dave. “Guarda Malfoy!”

Rose si voltò esasperata, massaggiandosi le costole, e spalancò la bocca dallo stupore. Scorpius era appena comparso in cima alle scale e sembrava assolutamente un’altra persona. Al posto del solito cardigan della scuola, che portava sempre tutto abbottonato in maniera quasi soffocante, aveva un gilet che gli dava un’aria elegante, ma trasandata al tempo stesso grazie al nodo della cravatta abbastanza lento.

Qualcuno fischiò in segno di approvazione e anche per sfotterlo un po’, dato che, conoscendo il tipo, era davvero una cosa inusuale. Rose, invece, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Sia chiaro, non gli stava morendo dietro e non avrebbe di certo cambiato la sua opinione sul ragazzo dopo averlo visto per cinque secondi leggermente più sicuro di se stesso. Era semplicemente piacevolmente colpita dal radicale cambiato e iniziò a chiedersi se dietro non ci fosse l’intervento di suo cugino e quell’altro pazzo.

Scorpius prese un respiro profondo e iniziò a scendere le scale, controllando di riuscire a mettere i piedi uno di fronte all’altro senza ruzzolare di sotto.

Non guardarti i piedi Scorp.

Sollevò la testa di scatto, ricordando che in quel modo sarebbe apparso come un insicuro.

Cerca di non fare quella faccetta da cucciolo bastonato e sorridi.

Piegò le labbra da una parte, in un sorrisetto che aveva visto fare mille volte ai suoi amici e a suo padre, sperando di non essere ridicolo.

Ancora pochi scalini, forza!

Mancavano soltanto cinque scalini e non era successo nulla di grave. Sentendosi più fiducioso, tolse una mano dalla tasca e se la passò tra i capelli, rinunciando all’idea iniziale di scuotere il capo “con fare sexy”, dato che gli provocava non pochi giramenti di testa.

E adesso guardala dritto negli occhi.

E lo fece. E fu l’errore pià grande della sua vita. Per una frazione di secondo il tempo sembrò fermarsi, quando rimase incantato a guardare gli occhi azzurri della ragazza. Fu in quel momento che, non essendosi accorto che gli scalini erano ormai finiti e avendo comunque mosso le gambe come se ce ne fosse un ultimo, si ritrovò a fissare il pavimento, dato che era appena caduto con la grazia di un elefante sbattendo violentemente la faccia per terra.

Gemette per il dolore provocato dal colpo e tentò di rialzarsi facendo leva sulle braccia, ma la forza lo aveva abbandonato e ricadde come un peso morto; cosa che fu accompagnata dalle risate degli studenti che, una volta finita l’ilarità del momento, lo abbandonarono lì per entrare in aula.

Il povero ragazzo riuscì a mettersi seduto e ci mise qualche secondo per mettere a fuoco. Rose lo guardava mortificata e, non appena si accorse che il suo amico stava ridendo senza contegno, colpì Dave sulla nuca, prima di rivolgergli un ultimo sorrisetto di scuse e andarsene anche lei.

“Tutto bene amico?”

Leonard gli stava porgendo la mano per aiutarlo ad alzarsi e lui non esitò a prenderla.

“Ho fatto la figura dell’idiota, vero?” domandò sconsolato.

Albus sospirò, senza rispondere, e lo spinse dentro la stanza, dove il professore era ormai pronto per la lezione.

 

***

 

Dopo un’ora buona in cui Malfoy non aveva mai sollevato la testa dal suo calderone, il giovane Potter, stanco della situazione, sbatté il mestolo sul tavolo, ricevendo immediatamente un’occhiataccia da Leonard.

“Che c’è?” sillabò inacidito attento a non farsi sentire da Scorpius.

“Lascialo in pace!” sussurrò Leo.

Scorpius, ignaro dello scambio di battute che stava avvenendo alle sue spalle, infilò letteralmente la testa nel calderone per sentire l’odore della pozione e controllare che stesse venendo bene. Il primo pensiero di Albus, fu quello di spingergliela dentro il liquido e affogarlo, così da mettere definitivamente fine alle sue sofferenze, ma lo sguardo minaccioso di Zabini lo distolse dall’intento.

Ormai esasperato, si voltò a guardare il tavolo subito dietro di loro, dove stavano lavorando Rose, Dave e una ragazza che non aveva mai notato prima, cosa che non gli dispiacque affatto dato che la vista dei brufoli che aveva sul naso era davvero rivoltante. Si soffermò poi sul lavoro della cugina; la pozione, che a quel punto avrebbe dovuto essere blu scuro, era di un bel lilla accesso, seriamente preoccupante.

Rose intercettò l’occhiata allarmata del cugino e scattò immediatamente.

“Non sfottere Severus!!” sibilò, mentre con una mano cercava di porre rimedio alla situazione e con l’altra tentava disperatamente di appiattirsi i capelli, che ormai erano diventati un groviglio crespo indistinto a causa dei fumi.

Lui, leggermente infastidito dall’appellativo che aveva utilizzato la ragazza, tornò a concentrarsi sul suo lavoro. Riuscì a rimanere focalizzato sulla sua pozione per ben due minuti, dopodiché decise che avrebbe dovuto fare qualcosa per il suo migliore amico.

“Scorp!” chiamò.

Il biondo lo ignorò palesemente.

Al sbuffò e gli rifilò un pugno sulla spalla, ottenendo finalmente l’attenzione del ragazzo.

“Hai intenzione di non parlare più con nessuno?” domandò in un sussurro data la vicinanza del professore.

“Era proprio ciò che volevo fare, si.” rispose lui, tornando a lavorare.

“Senti…” continuò Albus. “Tanto peggio di così non può andare…”

“L’ultima volta che me lo hai detto sono finito col culo per terra.” lo interruppe immediatamente.

“Hai ragione,” concesse lui. “E questo perché ti abbiamo fatto fare qualcosa che non è adatto a te. Ciò che ti voglio proporre ora non ti metterà a disagio, giuro.”

Scorpius gli rivolse un’occhiata scettica, ma gli fece segno con la mano di continuare a parlare.

“Guarda Rose,” disse e il biondo la sbirciò, cercando di non farsi vedere. “La sua pozione è un disastro. Perché non la aiuti?”

Il biondo borbottò qualcosa di indistinto.

“Ha ragione amico,” lo appoggiò Leo. “Resterà impressionata dal tuo talento e dalla tua bontà!”

Come sempre, a Malfoy quel tono sembrava davvero troppo entusiasta, ma, invece di rispondere, si voltò di nuovo a guardare il lavoro della rossa.

“Se continua così il calderone le esploderà in faccia…” constatò pensieroso. “E va bene!” decise alla fine.

Dopo aver controllato che il professore fosse abbastanza lontano, si avvicinò timoroso al tavolo dei tre Corvonero.

“Rose…” disse leggermente in imbarazzo.

La ragazza drizzò la schiena e lo guardò sospettosa prima di dire: “Cosa vuoi?”

“Veramente io…”

“Perché parli con me?” domandò di nuovo con tono brusco e diffidente, mentre Dave accanto a lei scuoteva la testa divertito.

Scorpius ci rimase un po’ male per il modo in cui lo stava trattando, non che non ci fosse abituato, ma prima gli era sembrato che lei lo avesse guardato in modo diverso, o almeno pensava di non aver visto scherno nei suoi occhi quando era caduto. Mandò via dalla testa quei pensieri fastidiosi, d’altronde le cose non potevano cambiare in un solo giorno, e tentò nuovamente un approccio.

“Pensavo soltanto che magari ti potesse servire un aiuto.” le spiegò timidamente, indicando la sua pozione.

Si pentì delle parole usate esattamente nel momento in cui terminò di pronunciarle. Se c’era una cosa che Rose Weasley odiava, era avere bisogno dell’aiuto di qualcuno. Era sempre stata una persona indipendente e autonoma e detestava mostrarsi debole di fronte a qualcuno, così come apparire poco talentuosa.

Lo sguardo di fuoco della ragazza non tardò ad arrivare, così come le sue parole: “Ti credi di essere migliore di me, Malfoy?”

Il ragazzo rimase in silenzio per paura di dire nuovamente la cosa sbagliata e, almeno per una volta, ricevette un po’ d’aiuto da parte del grande Salazar Serpeverde. In quel momento, sulla pozione della ragazza, si creò una bolla rosa brillante che scoppiò, schizzando i vestiti ad entrambi.

Rose arrossì vistosamente e i suoi capelli si gonfiarono, se possibile, ancora di più, ma cercò di mantenere un’aria dignitosa con la sua solita espressione altezzosa.

“Non intendevo quello, lo sai.” riuscì a dire alla fine il ragazzo. “Prova ad aggiungere due cucchiaini di sciroppo di elleboro, poi fai due giri in senso antiorario e uno in senso orario.”

Non attese una risposta - anche per paura di essere mandato a quel paese - e tornò al suo posto, quando alle orecchie gli arrivò la voce della ragazza che sussurrava un “grazie” che, sapeva bene, le era costato moltissimo pronunciare.

Il biondo sorrise compiaciuto e si voltò felice verso Albus.

“Le hai detto di abbassare il fuoco al minimo, vero?” gli domandò l’amico.

Scorpius sgranò gli occhi e fece giusto in tempo a girarsi per vedere la pozione scoppiare e ricoprirla dalla testa ai piedi. La ragazza urlò per il dolore dovuto alle bruciature che il calore del liquido della pozione le stava provocando e scappò via dall’aula, non prima di lanciare una fattura al ragazzo e gridargli: “Sei un idiota!”

Malfoy si accasciò a terra e affondò il viso tra le ginocchia, voleva solo dimenticare quella giornata orribile.

“Beh…” disse Leo. “A farti notare ci sei riuscito.”

 

 

Angoletto autrice:

 

Salve!! :)

Si lo so, lo so…le due settimane di attesa scadevano ieri, ma ho avuto dei problemi con internet e sono riuscita a postare solo ora!!

Bene, le avventure del nostro povero Scorpius continuano e non vanno mai come spera! Ma alla fine ha ragione Leo, sicuramente è riuscito nell’intento di farsi notare dalla ragazza!! È solo un dettaglio il fatto che lei ora lo odi u.u

Bene, spero davvero che vi sia piaciuto anche questo!!

Ringrazio moltissimo tutte le persone che seguono/ricordano/preferiscono la mia storia e anche chi legge soltanto! Un bacio speciale va alle ragazze meravigliose che hanno recensito finora e quindi: GiulyHermi96, Rose98, RubiaA, missmalfoy97, bastii e Francesca_c!

  
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