Regola
numero due: Fatti notare!
Albus
entrò nella Sala Comune dei
Serpeverde sfogliando svogliatamente la sua copia della Gazzetta del
Profeta.
Era sceso a fare colazione, convinto che sarebbe stato raggiunto presto
dai
suoi compagni di stanza, cosa che non avvenne. Dopo una buona mezzora
di attesa
si era deciso a tornare indietro per vedere se almeno erano ancora in
vita o se
doveva procedere con un intervento di primo soccorso, sperando di non
dover ricorrere
alla respirazione bocca a bocca, come quella volta in cui Leonard era
stato
costretto a rianimare Scorpius dopo che era quasi annegato nella vasca
da
ubriaco.
Una
volta vicino alla porta del
dormitorio, gli fu subito chiaro lo stato di salute dei suoi amici.
Considerate
le urla erano sicuramente vivi e vegeti, forse un po’
stressati, ma perlomeno
non sarebbe dovuto andare a nessun funerale. Spinse la porta
distrattamente,
mentre leggeva ancora i titoli degli articoli del giornale, non
trovando nulla
di interessante.
Quando
finalmente prese coraggio e
alzò lo sguardo, rimase qualche secondo interdetto a fissare
la scena
apocalittica che si stava svolgendo all’interno della stanza.
Innanzitutto il
pavimento di pietra non era più visibile, dato che era stato
sommerso da ogni
singolo capo di abbigliamento presente nella stanza; i tre bauli erano
spalancati ed erano stati rivoltati senza nessuna cura, Scorpius
indossava solo
i pantaloni grigi della divisa e sembrava sul punto di mettersi a
piangere,
mentre Leonard gli mostrava una giacca di pelle nera ricoperta di
borchie,
forse sperando che il biondo avrebbe accettato di metterla.
In
quel momento Malfoy, spinto
dall’esasperazione, gli strappò la giacca dalle
mani, la appallottolò e la
lanciò all’indietro urlando istericamente:
“Io questa non la metto!”
Albus
vide le borchie puntare dritte
alla sua faccia e si abbassò appena in tempo per schivarla,
si chiuse la porta
alle spalle e raggiunse il suo letto con cautela, per non inciampare
negli
innumerevoli ostacoli.
“Scorpius
devi essere più
collaborativo.” gli stava facendo notare Leo con disappunto.
Il
ragazzo serrò le labbra con
forza, imponendosi di non mandarlo a quel paese, sapendo quanto fosse
particolarmente sensibile Leo non appena si arrivava agli insulti. E
lui non si
poteva permettere di perdere una risorsa tanto preziosa.
Perciò si limitò a
guardarlo male, incrociando le braccia al petto, mentre lui gli si
avvicinava e
sospirava tristemente, guardandolo deluso.
“Cosa
ti ho spiegato poco fa?”
domandò con un tono che di solito si utilizza con i bambini
di due anni.
Scorpius
fece scattare gli occhi
alla sua destra alla ricerca disperata di Albus, cercando di ottenere
anche un
minimo aiuto. Al, dal canto suo, rimase a guardalo impassibile e ben
intenzionato a non intervenire.
“Scorp!”
cercò di richiamare
l’attenzione Leo, facendo schioccare le dita davanti la sua
faccia. “Cosa ti ho
spiegato? Qual è la seconda regola?”
Il
biondo borbottò qualcosa di
indefinito, mentre cerava di riscaldarsi un po’ frizionandosi
le braccia nude.
“Parla
scandendo bene le parole.”
“Devo
farmi notare…” ripeté alla
fine mogio mogio.
Leo
batté le mani soddisfatto.
“Bene!
E quale miglior modo per farlo,
se non quello di mettere in risalto i tuoi punti di forza?”
esclamò di nuovo
tutto entusiasta.
Al
inarcò un sopracciglio, ma non
disse nulla. Faceva fatica a trovare i punti di forza di Scorpius
quando ce
l’aveva davanti completamente svestito e con le costole ben
in vista.
Zabini,
nel frattempo, aveva fatto
qualche passo in avanti e si era messo a trafficare con i poveri
capelli di
Malfoy, che erano degli spaghetti biondissimi assolutamente senza
forma. A
quanto sembrava, il suo amico aveva tutta l’intenzione di
pettinargli il ciuffo
davanti in modo da dargli un aspetto ribelle, ma non aveva fatto i
conti con i
capelli ancora meno collaborativi del proprietario.
Mosso
dalla pietà, il giovane Potter
si alzò in piedi e schiaffeggiò la mano di Leo,
facendo sì che la frangia di
Scorpius ricadesse immediatamente sulla fronte.
“Smettila!”
lo ammonì. “I suoi
capelli non sfideranno mai la forza di gravità come fanno i
tuoi!” protestò
cercando di difenderlo, mentre raccoglieva dal pavimento una camicia e
la lanciava
addosso al biondo. “Mettiti questa.”
ordinò, ignorando lo sguardo deluso di
Leonard e mettendosi a frugare nel suo baule con aria concentrata. Dopo
qualche
secondo tirò fuori un gilet grigio scuro abbastanza elegante
e glielo passò non
appena lui ebbe finito di abbottonarsi. “Mettiti questo e
lascialo aperto, poi
la cravatta allentala un po’ così sembri un
po’ più rilassato.” finì,
allontanandosi poi per osservare il suo lavoro, accarezzandosi il mento.
Certo,
non si poteva dire che era un
gran figo, dato che continuava ad avere quello sguardo spaurito e le
solite
occhiaie di quel colore inquietante, ma perlomeno non si vedevano
più le ossa
della cassa toracica e quello era già un gran bel passo
avanti. Quindi annuì
compiaciuto e diede una pacca sulla schiena a Zabini dicendo:
“È tutto tuo!”
Il
ragazzo si riprese velocemente
dalla bruciante delusione per essere stato messo da parte prima e
sorrise
radioso, battendo le mani come un bambino. Cosa che
preoccupò non poco il
nostro malcapitato protagonista.
“Allora,”
esordì, mentre rimetteva
tutti i vestiti all’interno dei bauli con dei rapidi colpi di
bacchetta. “Fammi
vedere come cammini!”
Scorpius
si strinse nelle spalle e
rispose con poco entusiasmo: “Sai già come
cammino.”
Si
sentiva come uno di quegli
stupidi animali negli zoo Babbani che aveva visitato insieme alla
famiglia di
Albus: in gabbia e sotto costante osservazione. E come tutti noi
sappiamo ormai
fin troppo bene, il poveretto non amava avere gli occhi puntati
addosso, anche
quando non era nudo.
Leo
sbuffò e gli fece un gesto
eloquente, prima di puntargli direttamente la bacchetta contro
minacciosamente.
Malfoy
fu costretto ad assecondarlo
e, circondatosi il petto con le braccia, camminò fino
all’entrata del bagno.
Sicuramente non poteva aspettarsi che con dei semplici cinque passi
avrebbe
provocato tutto ciò, infatti, quando si voltò e
vide Leo seduto per terra con
le mani tra i capelli che scuoteva la testa e Albus intento a sbattere
il
cranio contro una colonna del suo letto a baldacchino, rimase
sinceramente
sgomento. I nostri due eroi, d’altronde, non avevano potuto
fare altrimenti
dopo aver visto il loro amico magrolino camminare a gambe strette, con
le
braccia che sembravano volerlo coprire e far sparire in un secondo e
gli occhi
puntati sui suoi piedi, così da nascondere completamente il
viso dietro i
ciuffi biondi.
“Cos’era
quello?” riuscì a chiedere
Al, intento a massaggiarsi la fronte proprio dove gli stava sbucando un
bernoccolo. “Cosa pensi di ottenere? Rose non ti
guarderà mai!” sbottò senza un
minimo di delicatezza.
Leo
si alzò in piedi e mise le mani
sulle spalle del ragazzo guardandolo dritto negli occhi che si stavano
riempiendo di lacrime in maniera davvero molto molto
virile.
“Dovrai
soltanto fare pratica.”
Ad
essere sinceri, Scorpius non
pensava che la pratica sarebbe mai servita a qualcosa con lui, ma
preferì
tenersi per sé la sua negatività e
cercò di farsi insegnare il più possibile.
***
Dopo
una buona mezzora passata a
fare avanti e
indietro nella camera che
condivideva con i due peggiori amici/aiutanti/consulenti che si
potessero
trovare al mondo, Scorpius si maledì per aver accettato di
fare parte di quella
follia, perché, se per lui non era facile fare un paio di
passi senza sembrare
ridicolo, immaginate voi la fatica che in quel momento stava facendo
per non
rischiare la vita mentre correva come un forsennato verso la Sala
Grande,
nutrendo la disperata speranza di trovare qualcosa da mangiare prima di
due
terribili ore a Pozioni.
Di
solito lui adorava quella
materia, era ciò in cui più brillava, forse
l’unica cosa. Però non poteva
proprio godersi quei momenti davanti al suo amato calderone fumante se
a pochi
metri c’era la sua stramaledetta ossessione. Per quale motivo
Serpeverde doveva
dividere tutte le lezioni di Pozioni con i Corvonero? Perché?
Entrò
velocemente e andò a sbattere
contro il tavolo della sua Casa, visto che naturalmente
non era riuscito a fermarsi in tempo. Massaggiandosi un ginocchio, si
ficcò in
bocca una fetta di pane ricoperto di marmellata e si preparò
per ricominciare
la sua divertentissima maratona.
Rischiò
più volte di strozzarsi per
colpa dei bocconi mandati giù senza ritegno mentre si
affrettava a raggiungere
i sotterranei. Prima di arrivare all’ultima scalinata che lo
avrebbe portato
direttamente all’aula, si appoggiò a una parete
cercando di recuperare il
fiato. Chiuse gli occhi e ripensò all’ultima ora
della sua vita. Non riusciva
proprio a smettere di sentire la voce di Leo nella sua testa che diceva
cose
assurde tipo: “Ora più sexy Scorp”,
“Metti una mano in tasca e fai uno sguardo
da tenebroso”, “Scuoti la testa per spostare il
ciuffo di lato e fai un
occhiolino”. Inutile dire i risultati dei suoi tentativi.
Gemette ricordando
come era inciampato trascinandosi dietro il povero Albus.
Una
volta tornato regolare – si fa
per dire – il battito del suo cuore, si staccò
dalla parete e si appiattì un
po’ i capelli sulla fronte. Si mise una mano in tasca e fece
per partire,
quando si fermò di colpo e iniziò a sudare
freddo, aveva davvero troppa paura
di fare una figuraccia.
Forza
Scorp,
peggio di così non può andare.
Questo
era stato l’ultimo
incoraggiamento che aveva ricevuto.
“Grazie
Al…” borbottò, prima di
ficcarsi l’altra mano nella tasca dei pantaloni e buttarsi in
quello che si
sarebbe rivelato uno dei peggiori giorni della sua vita.
Rose
teneva stretto tra le braccia
il suo tomo di Pozioni, mantenendolo così in alto da
coprirsi quasi metà
faccia. Aveva uno sguardo allarmato e sembrava sul punto di urlare e
correre
via.
“Non
è possibile che una semplice
lezione ti faccia quest’effetto.”
Dave,
un ragazzo Corvonero del suo
anno, nonché suo unico amico non appartenente alla sua
famiglia, le si era
avvicinato, osservando preoccupato la copertina del libro che la
ragazza stava
mangiucchiando nervosamente.
Rose
non gli rispose e continuò a
masticare la carta come se fosse una cosa estremamente normale; e forse
per i
suoi standard lo era davvero. Lui non riuscì a resistere e
glielo strappò dalle
mani per cercare di ripararlo con la magia. Dave era il tipico
Corvonero,
ossessionato dallo studio, preciso, organizzato e, se c’era
una cosa che
odiava, erano le persone che maltrattavano i libri. Lui e Rose erano
gli
opposti e forse era per quel motivo che avevano legato tanto, si
completavano,
compensando ognuno le mancanze dell’altro.
La
ragazza sbuffò contrariata e, in
mancanza della carta, iniziò a mangiarsi le unghie della
mano. Non ci poteva
fare niente, odiava quella lezione. Era davvero un incapace quando si
trattava
di intrugli disgustosi e puzzolenti, calderoni e mestoli. Fosse stato
per lei,
quella materia non l’avrebbe mai seguita, ma era troppo
importante per
rinunciarci.
Persa
com’era nei suoi pensieri, non
si accorse del nuovo arrivato finché non ricevette una
gomitata ben assestata e
dolorosissima appena sotto il seno da quello che, decise in
quell’istante, non
rientrava più nella sua cerchia di amici. Si
voltò per fulminarlo con lo
sguardo, ma l’attenzione del ragazzo non era rivolta a lei.
“Guarda!”
esclamò Dave. “Guarda
Malfoy!”
Rose
si voltò esasperata,
massaggiandosi le costole, e spalancò la bocca dallo
stupore. Scorpius era
appena comparso in cima alle scale e sembrava assolutamente
un’altra persona.
Al posto del solito cardigan della scuola, che portava sempre tutto
abbottonato
in maniera quasi soffocante, aveva un gilet che gli dava
un’aria elegante, ma
trasandata al tempo stesso grazie al nodo della cravatta abbastanza
lento.
Qualcuno
fischiò in segno di
approvazione e anche per sfotterlo un po’, dato che,
conoscendo il tipo, era
davvero una cosa inusuale. Rose, invece, non riusciva a togliergli gli
occhi di
dosso. Sia chiaro, non gli stava morendo dietro e non avrebbe di certo
cambiato
la sua opinione sul ragazzo dopo averlo visto per cinque secondi
leggermente
più sicuro di se stesso. Era semplicemente piacevolmente
colpita dal radicale
cambiato e iniziò a chiedersi se dietro non ci fosse
l’intervento di suo cugino
e quell’altro pazzo.
Scorpius
prese un respiro profondo e
iniziò a scendere le scale, controllando di riuscire a
mettere i piedi uno di
fronte all’altro senza ruzzolare di sotto.
Non
guardarti i piedi Scorp.
Sollevò
la testa di scatto,
ricordando che in quel modo sarebbe apparso come un insicuro.
Cerca
di non
fare quella faccetta da cucciolo bastonato e sorridi.
Piegò
le labbra da una parte, in un
sorrisetto che aveva visto fare mille volte ai suoi amici e a suo
padre,
sperando di non essere ridicolo.
Ancora
pochi
scalini, forza!
Mancavano
soltanto cinque scalini e
non era successo nulla di grave. Sentendosi più fiducioso,
tolse una mano dalla
tasca e se la passò tra i capelli, rinunciando
all’idea iniziale di scuotere il
capo “con fare sexy”, dato che gli provocava non
pochi giramenti di testa.
E
adesso
guardala dritto negli occhi.
E
lo fece. E fu l’errore pià grande
della sua vita. Per una frazione di secondo il tempo sembrò
fermarsi, quando
rimase incantato a guardare gli occhi azzurri della ragazza. Fu in quel
momento
che, non essendosi accorto che gli scalini erano ormai finiti e avendo
comunque
mosso le gambe come se ce ne fosse un ultimo, si ritrovò a
fissare il
pavimento, dato che era appena caduto con la grazia di un elefante
sbattendo
violentemente la faccia per terra.
Gemette
per il dolore provocato dal
colpo e tentò di rialzarsi facendo leva sulle braccia, ma la
forza lo aveva
abbandonato e ricadde come un peso morto; cosa che fu accompagnata
dalle risate
degli studenti che, una volta finita l’ilarità del
momento, lo abbandonarono lì
per entrare in aula.
Il
povero ragazzo riuscì a mettersi
seduto e ci mise qualche secondo per mettere a fuoco. Rose lo guardava
mortificata e, non appena si accorse che il suo amico stava ridendo
senza
contegno, colpì Dave sulla nuca, prima di rivolgergli un
ultimo sorrisetto di
scuse e andarsene anche lei.
“Tutto
bene amico?”
Leonard
gli stava porgendo la mano
per aiutarlo ad alzarsi e lui non esitò a prenderla.
“Ho
fatto la figura dell’idiota,
vero?” domandò sconsolato.
Albus
sospirò, senza rispondere, e
lo spinse dentro la stanza, dove il professore era ormai pronto per la
lezione.
***
Dopo
un’ora buona in cui Malfoy non
aveva mai sollevato la testa dal suo calderone, il giovane Potter,
stanco della
situazione, sbatté il mestolo sul tavolo, ricevendo
immediatamente
un’occhiataccia da Leonard.
“Che
c’è?” sillabò inacidito
attento
a non farsi sentire da Scorpius.
“Lascialo
in pace!” sussurrò Leo.
Scorpius,
ignaro dello scambio di
battute che stava avvenendo alle sue spalle, infilò
letteralmente la testa nel
calderone per sentire l’odore della pozione e controllare che
stesse venendo
bene. Il primo pensiero di Albus, fu quello di spingergliela dentro il
liquido
e affogarlo, così da mettere definitivamente fine alle sue
sofferenze, ma lo
sguardo minaccioso di Zabini lo distolse dall’intento.
Ormai
esasperato, si voltò a
guardare il tavolo subito dietro di loro, dove stavano lavorando Rose,
Dave e
una ragazza che non aveva mai notato prima, cosa che non gli dispiacque
affatto
dato che la vista dei brufoli che aveva sul naso era davvero
rivoltante. Si
soffermò poi sul lavoro della cugina; la pozione, che a quel
punto avrebbe
dovuto essere blu scuro, era di un bel lilla accesso, seriamente
preoccupante.
Rose
intercettò l’occhiata allarmata
del cugino e scattò immediatamente.
“Non
sfottere Severus!!” sibilò,
mentre con una mano cercava di porre rimedio alla situazione e con
l’altra
tentava disperatamente di appiattirsi i capelli, che ormai erano
diventati un
groviglio crespo indistinto a causa dei fumi.
Lui,
leggermente infastidito
dall’appellativo che aveva utilizzato la ragazza,
tornò a concentrarsi sul suo
lavoro. Riuscì a rimanere focalizzato sulla sua pozione per
ben due minuti,
dopodiché decise che avrebbe dovuto fare qualcosa per il suo
migliore amico.
“Scorp!”
chiamò.
Il
biondo lo ignorò palesemente.
Al
sbuffò e gli rifilò un pugno
sulla spalla, ottenendo finalmente l’attenzione del ragazzo.
“Hai
intenzione di non parlare più
con nessuno?” domandò in un sussurro data la
vicinanza del professore.
“Era
proprio ciò che volevo fare,
si.” rispose lui, tornando a lavorare.
“Senti…”
continuò Albus. “Tanto
peggio di così non può
andare…”
“L’ultima
volta che me lo hai detto
sono finito col culo per terra.” lo interruppe immediatamente.
“Hai
ragione,” concesse lui. “E
questo perché ti abbiamo fatto fare qualcosa che non
è adatto a te. Ciò che ti
voglio proporre ora non ti metterà a disagio,
giuro.”
Scorpius
gli rivolse un’occhiata
scettica, ma gli fece segno con la mano di continuare a parlare.
“Guarda
Rose,” disse e il biondo la
sbirciò, cercando di non farsi vedere. “La sua
pozione è un disastro. Perché non
la aiuti?”
Il
biondo borbottò qualcosa di
indistinto.
“Ha
ragione amico,” lo appoggiò Leo.
“Resterà impressionata dal tuo talento e dalla tua
bontà!”
Come
sempre, a Malfoy quel tono
sembrava davvero troppo entusiasta, ma, invece di rispondere, si
voltò di nuovo
a guardare il lavoro della rossa.
“Se
continua così il calderone le
esploderà in faccia…”
constatò pensieroso. “E va bene!” decise
alla fine.
Dopo
aver controllato che il
professore fosse abbastanza lontano, si avvicinò timoroso al
tavolo dei tre
Corvonero.
“Rose…”
disse leggermente in
imbarazzo.
La
ragazza drizzò la schiena e lo
guardò sospettosa prima di dire: “Cosa
vuoi?”
“Veramente
io…”
“Perché
parli con me?” domandò di
nuovo con tono brusco e diffidente, mentre Dave accanto a lei scuoteva
la testa
divertito.
Scorpius
ci rimase un po’ male per il
modo in cui lo stava trattando, non che non ci fosse abituato, ma prima
gli era
sembrato che lei lo avesse guardato in modo diverso, o almeno pensava
di non
aver visto scherno nei suoi occhi quando era caduto. Mandò
via dalla testa quei
pensieri fastidiosi, d’altronde le cose non potevano cambiare
in un solo
giorno, e tentò nuovamente un approccio.
“Pensavo
soltanto che magari ti
potesse servire un aiuto.” le spiegò timidamente,
indicando la sua pozione.
Si
pentì delle parole usate
esattamente nel momento in cui terminò di pronunciarle. Se
c’era una cosa che
Rose Weasley odiava, era avere bisogno dell’aiuto di
qualcuno. Era sempre stata
una persona indipendente e autonoma e detestava mostrarsi debole di
fronte a
qualcuno, così come apparire poco talentuosa.
Lo
sguardo di fuoco della ragazza
non tardò ad arrivare, così come le sue parole:
“Ti credi di essere migliore di
me, Malfoy?”
Il
ragazzo rimase in silenzio per
paura di dire nuovamente la cosa sbagliata e, almeno per una volta,
ricevette
un po’ d’aiuto da parte del grande Salazar
Serpeverde. In quel momento, sulla
pozione della ragazza, si creò una bolla rosa brillante che
scoppiò, schizzando
i vestiti ad entrambi.
Rose
arrossì vistosamente e i suoi
capelli si gonfiarono, se possibile, ancora di più, ma
cercò di mantenere un’aria
dignitosa con la sua solita espressione altezzosa.
“Non
intendevo quello, lo sai.” riuscì
a dire alla fine il ragazzo. “Prova ad aggiungere due
cucchiaini di sciroppo di
elleboro, poi fai due giri in senso antiorario e uno in senso
orario.”
Non
attese una risposta - anche per
paura di essere mandato a quel paese - e tornò al suo posto,
quando alle
orecchie gli arrivò la voce della ragazza che sussurrava un
“grazie” che,
sapeva bene, le era costato moltissimo pronunciare.
Il
biondo sorrise compiaciuto e si
voltò felice verso Albus.
“Le
hai detto di abbassare il fuoco
al minimo, vero?” gli domandò l’amico.
Scorpius
sgranò gli occhi e fece giusto
in tempo a girarsi per vedere la pozione scoppiare e ricoprirla dalla
testa ai
piedi. La ragazza urlò per il dolore dovuto alle bruciature
che il calore del
liquido della pozione le stava provocando e scappò via
dall’aula, non prima di
lanciare una fattura al ragazzo e gridargli: “Sei un
idiota!”
Malfoy
si accasciò a terra e affondò
il viso tra le ginocchia, voleva solo dimenticare quella giornata
orribile.
“Beh…”
disse Leo. “A farti notare ci
sei riuscito.”
Angoletto
autrice:
Salve!!
:)
Si
lo so, lo so…le due settimane di attesa scadevano
ieri, ma ho avuto dei problemi con internet e sono riuscita a postare
solo
ora!!
Bene,
le avventure del nostro povero Scorpius
continuano e non vanno mai come spera! Ma alla fine ha ragione Leo,
sicuramente
è
riuscito nell’intento di
farsi notare dalla ragazza!! È
solo un dettaglio il
fatto che lei ora lo odi u.u
Bene,
spero davvero che vi sia piaciuto anche questo!!
Ringrazio
moltissimo tutte le persone che
seguono/ricordano/preferiscono la mia storia e anche chi legge
soltanto! Un
bacio speciale va alle ragazze meravigliose che hanno recensito finora
e quindi:
GiulyHermi96, Rose98, RubiaA, missmalfoy97, bastii e Francesca_c!