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Mentre
il buio impregnava le mura del castello, Hermione
scendeva silenziosamente i gradini della scala a chiocciola, con il vestito
stretto in grembo e un cofanetto in avorio chiuso da un prezioso sigillo d’oro.
A quell’ora, per fortuna, nessuno girava per il castello.
Arrivò al terzo piano senza incontrare anima viva, passando davanti alla porta
di Draco Malfoy.
La fissò
un attimo, poi scrollò la testa ed entrò in camera.
Chiudendosi
la porta alle spalle, ci si appoggiò contro, sospirando di sollievo e
guardandosi intorno.
Diede uno
sguardo all’orologio, notando che non era passato tempo. Erano appena le 20.00.
Il tempo che aveva trascorso nel passato era come se non fosse mai esistito.
Appoggiò
delicatamente l’abito sul letto così come il cofanetto.
Si passò
una mano tra i capelli, ammirando il vestito che pigramente se ne stava disteso
davanti a lei.
“ Questo
vestito è...semplicemente stupendo” mormorò tra sé e sé.
Facendo
una lieve pressione sul letto, si sedette, sfiorando la stoffa del vestito e
ammirandone le fattezze: non aveva mai visto niente di cosi
bello in vita sua.
Accanto
all’abito, stava il cofanetto d’avorio. Lo fissò per qualche istante, poi
allungò una mano e lo sfiorò con le dita, prendendolo tra le mani.
Era piuttosto pesante, prima non lo aveva notato. Era perfetto in ogni
rifinitura, avorio ed oro combinati insieme davano
quel tocco di assoluta eleganza.
Sollevò
la chiusura in oro, facendo scattare un piccolo meccanismo. Lentamente
lo aprì, mentre una luce inondò la stanza per poi sparire immediatamente.
Istintivamente si guardò intorno, poi fissò ancora una
volta il cofanetto; o meglio, il suo contenuto.
Sulla
seta color panna era adagiata una preziosissima collana di perle, due orecchini
e un bracciale della stessa fattura.
Hermione
si portò una mano alla bocca, stupita dai quei doni così inaspettati. Erano
perle nere, in perfetta armonia con i colori dell’abito che avrebbe indossato.
Chiuse lo
scrigno, distendendosi sul letto, pensierosa. Il suo sguardo cadde su uno
specchio accanto al comodino. A gattoni arrivò fino al
comodino e, esitante, prese lo specchio tra le mani e si guardò.
Era così
diversa...eppure così lei. Si ammirò da ogni lato, notando quanto le piccole
imperfezioni fossero sparite: qualche brufoletto, qualche piccola cicatrice, qualsiasi imperfezione avesse
avuto prima ora era scomparsa. Aveva davvero una pelle perfetta.
Le
labbra, che in genere per nervosismo o per altro, tendeva a mordicchiarsi e
screpolarsi, ora erano piene e rosse, ma un rosso naturale, non come se avesse avuto
un rossetto o non so ché. Gli occhi erano più
luminosi, le ciglia più lunghe e nere.
Si lasciò
cadere all’indietro, mentre qualche ciocca di capelli le sfiorava il viso:
adesso aveva anche dei bellissimi boccoli naturali, non doveva più passare ore
ed ore davanti ad uno specchio cercando di renderli
decenti con qualche pozione.
Chiuse
gli occhi, rilassandosi, mentre le venne in mente l’ultima scena vissuta nel
passato, mentre delle parole le risuonarono tra i ricordi, quasi prima non ci
avesse dato così tanto peso.
Hermione, sta attenta: se il tuo amico sapeva come aprire quel
passaggio dev’essere a conoscenza di molte più cose di quanto credi sulla magia oscura...
Si alzò e si mise a sedere.
“ Giusto! Come faceva Draco a sapere di
quel passaggio? Quando gliel’ho chiesto mi ha risposto in modo così
scorbutico...avevo toccato un tasto dolente” disse,
battendo un pugno sul letto in segno di vittoria.
Pensò subito che avrebbe appurato questa cosa al più presto,
mentre sentì bussare alla porta.
Scese dal letto per andare ad aprire, trovandosi dei sorridenti Harry e Ron davanti alla porta.
“ Ragazzi! Entrate” disse, spostandosi dalla porta per farli
passare.
Dietro di loro vide Draco parlare con Blaise e sorridere, un sorriso così bello che pensò di
perdersi. Per fortuna che il ragazzo in questione non si era
accorto di essere fissato...
“ Hermione?” fece Harry,
alzando un sopracciglio.
La
ragazza tornò subito in sé stessa, chiudendo
velocemente la porta alle spalle dei due.
Harry
e Ron si guardarono a vicenda, prima di osservare Hermione e borbottare qualcosa tra loro.
“ Che c’è?” chiese, stizzita.
“ No,
niente...” disse Harry,
mentre Ron lo seguiva silenzioso, fissando a sua
volta l’amica.
Hermione
mise le mani sui fianchi, indispettita, mentre i due continuavano a squadrarla.
“ Mi dite
cos c’è che non va?” sbottò poi, mentre Ron prendeva posto sul letto, accanto al vestito.
“ Sei
diversa...che hai fatto al viso? Ed
hai capelli...” osservò Harry,
facendo un giro intorno all’amica per guardarla meglio.
“
Io...niente Harry. I capelli sono solo più boccolosi, il viso più pulito. Mi sto solo curando di più,
che c’è di male?” rispose Hermione, non potendo dire la verità. Infondo avrebbe dovuto
parlargli di troppe cose che aveva taciuto fino a quel momento.
Ron
annuì.
“ Ha
ragione Harry” disse, poi squadrò
a sua volta Hermione, prima di parlare. “ Sei diversa
nel complesso...stai crescendo, piccola Hermione. Ora si che sei una vera
donna!” disse, alzandosi e fingendo le lacrime agli occhi come una mamma che fa
i complimenti ad una figlia diventata signorina.
“ Ma smettetela!” rise Hermione,
lanciandogli un cuscino. Ma poi s’incupì, collegando
il cuscino a Draco. Che
idiota! Tutto gli ricordava quel pezzo di stronzo!!
“ Comunque eravamo venuti per il festino di stasera: sai che Ron ha trovato un’accompagnatrice?” fece Harry, guardando verso l’amico.
“ Se per questo anche tu, Harry!”
fece di rimando Ron.
Erano due
ragazze di Corvonero, due amiche che avevano conosciuto quando erano usciti per andare in città.
“ Ma bene ragazzi, sono fiera di voi!” disse Hermione, strizzando un occhio.
“ Ma vedo
che hai deciso di venire anche tu a quanto sembra...” osservò Harry, sfiorando l’abito
adagiato sul letto.
Hermione
annuì.
“ E vieni con qualcuno?” chiese poi Ron,
con un tono di voce diverso dal solito.
Chissà
perché il quel momento le venne di nuovo in mente Draco, ma scosse la testa per cacciarlo via dalla sua
mente.
“ No, con
nessuno” rispose Hermione, quasi non facendo caso a Ron.
“ Sentite,
dovrei farmi una doccia ed iniziare a prepararmi...ci vediamo alla festa?” fece
poi Hermione, volendo restare un po’ da sola con i
suoi pensieri.
Harry
e Ron si guardarono.
“ Già
inizi a prepararti? Beh, voi ragazze...” fece Ron, alzando gli occhi al cielo.
Hermione
fece una linguaccia a Ron.
“ E non passiamo a chiamarti? Per cena, almeno” domandò Harry.
Hermione
fissò un attimo il moro, come capendo solo in quel momento. Quella storia
l’aveva così scombussolata che si era dimenticata anche della cena!
“ Oh si,
per cena. Si si, certo”
aggiunse poi, frettolosamente.
“ Si,
avviatevi giù. Vi raggiungo” disse solo, lasciando che
uscissero dalla sua camera.
Poi, di nuovo sola, si buttò sul letto sospirando, mentre mille
pensieri le fluttuavano per la testa.
“ Draco...ma che palle! Che razza di cotta mi sono presa?” chiese quasi a se stessa, sbuffando.
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Quando scese nella Sala Grande del castello, si andò
a sedere al fianco di Harry e Ron,
passando prima per la metà di tavolo in cui erano seduti i Serpeverde.
Non si voltò a guardare Draco, ma
percepì chiaramente due occhi trapassarla come lame d’argento.
Harry e Ron le chiesero
più volte il perché del suo strano silenzio o semplicemente il perché della sua
assenza nelle loro conversazioni.
Ma il problema era che Hermione
non riusciva a non pensarci: non riusciva a smettere di pensare la stronzata che aveva fatto quel pomeriggio in camera di Draco. Si era lasciata prendere, fin troppo, ed ora aveva
solo voglia di dimenticare tutto.
E qui arrivava il difficile.
Dimenticare Draco e invaghirsi di Draco, per lei, erano proporzionali. Tanto era difficile
per Hermione Granger
pensare solo di poter provare dei sentimenti per l’algido erede dei Malfoy, Principe Slytherin,
bastardo e stronzo d’un
purosangue...beh, dimenticarlo era forse ancora
più difficile.
Si alzò da tavola, salutando gli amici.
“ Ti passiamo a chiamare tra un po’?” chiese Ron,
alzandosi in piedi come per seguirla.
“ No, ci
vediamo direttamente alla festa” rispose solo, abbozzando un sorriso, mentre Ron si risiedeva lentamente.
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Quando
anche Draco finì di cenare, si alzò congedandosi da Blaise e Nott, dandosi
appuntamento per le 22.30 nella sala adibita al festino.
Salì le
scale che portavano al terzo piano, mentre con le mani in tasca camminava
tranquillamente. Ma in realtà, l’animo dello Slytherin era confuso e tormentato come mai era stato prima
d’ora.
Un unico
nome galleggiava tra i suoi pensieri, infilandosi prepotentemente in posti a
cui a molti aveva negato l’accesso.
Hermione
Granger.
Che
diavolo gli era preso? No, non si stava maledicendo per aver tentato di
baciarla...ma per essersi ritratto. Ma infondo sapeva perché: lei era...era...era Hermione Granger, diamine! Era perfetta, pura, semplice,
intelligente. Non era una come tante,
e non gli andava di trattarla come tale. Lei meritava di più di uno stronzo bastardo come lui. Lei non meritava neanche un
bacio dalle sue labbra peccaminose...era come se così la infangasse.
Si passò
nervosamente una mano tra i serici capelli, mentre a metà corridoio prese a
dirigersi verso la sua porta.
Doveva
dimenticarla, doveva pensare ad altro, doveva
riuscirci...
Mettendo
la mano sul pomello della sua porta, guardò la porta
affianco, dove la scritta Hermione Granger brillava in oro giallo.
Forse
stette a fissarla per troppo, troppo tempo, perché i
corridoi furono invasi da ragazzi provenienti dalla Sala Grande.
Così,
scrollando il capo, entrò in camera per una doccia rigenerante.
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Ore 22.40, camera numero 918, stanza di Hermione Granger.
La stanza era così buia che sembrava non ci fosse
nessuno. I raggi lunari illuminavano il letto in orizzontale,
dove una figura raggomitolata con le gambe al petto, stava pensierosa.
Avvolta in un lungo abito senza maniche, le spalle e le braccia
restavano scoperte sotto la lieve brezza settembrina, mentre il corpetto
dell’abito le copriva il busto, per poi finire in una meravigliosa gonna
gonfia, tipica degli abiti ottocenteschi.
Molti boccoli castani erano raccolti debolmente in una crocchia
elegante, mentre altre ciocche ricadevano sulla nuda e morbida pelle.
Pensava, pensava in continuazione. Pensava se uscire da quella
porta, se andare a quella festa, se vederlo era la
cosa giusta da fare. Che poi l’avrebbe visto il giorno dopo,
sicuramente, a lezione. Ma se poteva evitare
almeno per quella sera, l’avrebbe fatto.
Scosse la testa, come per scacciare via quei pensieri. Ma cosa le stava prendendo? Lei, una coraggiosa Griffyndor, che aveva paura? Assolutamente no. Non avrebbe avuto questa soddisfazione, quel maledetto Slytherin.
Così, risoluta, si alzò dal letto, si sistemò per l’ultima volta
davanti allo specchio e lasciò la stanza.
Camminando, aprì un ventaglio in piume di pavone,
obbligatorio per le dame che avrebbero preso parte al party. Sventolandosi per il
troppo caldo, salì al quarto piano: anche se la temperatura esterna non è che fosse così alta.
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La stanza allestita per la festa era davvero stupenda. Molte
persone presenti pensarono davvero che i Corvonero,
questa volta, avevano superato se stessi.
Colonne in marmo nero erano disposte
lungo il perimetro rettangolare, sormontate da archi ogivali ricoperti da edera
fiorita.
Il pavimento prima scuro, adesso era diventato di marmo bianco, in
contrasto con il nero delle colonne, ma in sintonia con gli intarsi delle
stesse e con gli arazzi ottocenteschi e i quadri disposti ordinatamente sui
muri in marmo, appunto, bianco.
Un tavolo lunghissimo era posto orizzontalmente
infondo all’immensa sala, con candelabri e pietanze di tutti i tipi.
Musica come il lento valzer aleggiava già
nell’atmosfera, mentre dame in abiti bellissimi con i loro ventagli, con
pettinature alte e piene di fermagli, con strascichi e gioielli, riempivano
la sala.
In quel momento fecero ingresso anche Ron
e Harry – insieme alle loro dame – avvolti in splendidi smoking neri dal
taglio ottocentesco, simili ad altri presenti in sala.
Anche Draco Malfoy,
avvolto in un completo nero – seppur di gran lunga più
bello degli altri – stava appoggiato vicino una colonna, mentre con un
bicchiere di Whisky Incendiario parlava con Blaise e Nott, entrambi provvisti
anche di cilindro.
Quando dopo qualche istante la porta si aprì, nessuno sembrò farci caso: chi impegnato a parlare e guardare qualche bel
ragazzo o ragazza, chi a ballare il
valzer a centro sala, chi solamente a guardare altrove.
Hermione entrò nella sala, inizialmente, quasi
passando inosservata.
Poi fu come un riflesso a catena – o forse il suo splendore
abbagliò tutta la sala – e tutti i presenti si voltarono per vedere chi era
arrivato alla festa così tardi.
Il rossore delle guance di Hermione era
a dire poco indescrivibile quando si sentì quasi 100
paia di occhi puntati su di lei.
Un mormorio si diffuse per la sala, dopo il repentino silenzio
precedente, mentre qualcuno tornava a guardare altrove visibilmente sconvolto e
qualche complimento invece, detto a voce alta, risuonava evidente alle orecchie
delle Griffindor.
Harry e Ron la
raggiunsero, alquanto sconvolti.
Mentre il rosso ingoiava rumorosamente, la mascella
di Harry sembrava stesse sfiorando il pavimento.
“ Hermione...” disse
solo, dando una gomitata all’amico che sembrava aver perso il lume della
ragione.
“ Ehm...sono troppo appariscente? Eppure mi sembra un abito
abbastanza semplice nella sua vistosità” chiese Hermione,
guardandosi intorno per vedere altri vestiti, di gran lunga
più scollati e più audaci del suo. E allora perché
aveva tutti gli occhi della fauna maschile puntati su di se? E perché anche al ragazze la guardavano a bocca aperta?
“ No no” si affrettò a dire Harry “ ...solo sei davvero bellissima stasera” aggiunse
poi, mentre Ron annuiva senza parole.
Hermione arrossì per la seconda
volta, mentre prendendo un lembo del vestito con la mano destra, sorreggeva
il ventaglio con la sinistra, scomparendo tra la folla.
Ma qualcuno in particolare l’aveva vista benissimo. E non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
“ Dra...” chiamò
l’amico per l’ennesima volta, ma nessuna risposta arrivò.
“ Draco...Draco Lucius Malfoy?!” sbottò Nott, mentre Blaise lo guardava senza capire.
“ Dra!” fece il moro, prendendolo per le
spalle e attirando la sua attenzione.
“ Eh?” fece il biondo, come ridestato da un sogno.
“ Che diavolo ti era preso? Guardavi un
punto da mezz’ora, sembravi in trance...” asserì Blaise, guardando stranito
l’amico, che si passò una mano tra i capelli.
“ No niente, mi ero distratto” disse solo tornando a guardare
davanti a sé. Merlino se si era distratto...possibile
che potesse essere così bella?
“ Parlando di altro...avete visto
“ E come non potevo notarla? Ma hai visto quant’è bella?
Merlino, è la più bella ragazza della sala...” fece Blaise, come se la cosa fosse
più che ovvia.
“ Hai proprio ragione Blaise” asserì Nott, annuendo. “
“ A me non importa. Per me resta una bella ragazza, punto. La mia
famiglia non è come la tua Theodore. Non c’è quest’avversione per i
mezzosangue...tanto meno per i Griffyndor” spiegò
Blaise, mandando giù un ultimo sorso di Whisky.
“ E tu Dra? Che ne pensi?” chiese Theodore,
vedendo l’amico perso nei suoi pensieri.
“ Esattamente come la pensate voi. Se volete
scusarmi...” disse vago, dileguandosi tra i due
e sparendo tra la folla.
“ D’accordo con noi? Ma se ognuno di noi
due ha detto la cosa opposta?” fece poi un Nott
alquanto perplesso.
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Hermione stava chiacchierando con le due ragazze di corvonero che avevano conosciuto Harry
e Ron, mentre sorseggiava del vino bianco elfico.
Da lontano sentì un sguardo che di più di
tutti le era incollato sulla schiena seminuda. La fece quasi rabbrividire, ma
pensò che tutta quella situazione era solo
suggestione: infondo, praticamente tutti la stavano mangiando con gli occhi!
Ma invece uno sguardo più penetrante degli altri c’era.
Uno sguardo di ghiaccio, uno sguardo d’argento, uno sguardo
consapevole eppure colpevole. Consapevole di quanto fosse
bella avvolta in quell’abito nero, dove al centro
della gonna, del merletto bianco decorava il tutto triangolarmente. Delle
rifiniture d’orate, poi, donavano alla gonna ampia uno splendore mai visto prima.
Il corpetto, invece, l’abbracciava dall’esile vita fino all’incavo dei seni,
dove parte della scollatura era ben visibile. Dietro, un intreccio di nastri
neri e dorati le chiudeva il corpetto, impreziosito da bellissime perle nere,
così come quelle che aveva al collo e uguali a quelle
che formavano gli orecchini e il bracciale alla mano sinistra.
Consapevole eppure colpevole.
Colpevole di quello che avrebbe fatto, di quello che sentiva per
lei, di quello che si era ripromesso di non provare.
Sorrideva lei e per Merlino, quant’era bella. Bella, certo. Ed
era davvero riduttivo. Era li, mentre dolci boccoli le incorniciavano il viso,
mentre le labbra rosse si aprivano ancora una volta, parlando con altre due
ragazze, mentre una luce diversa brillava nei suoi occhi, quasi magica.
Quegli occhi dorati che lo stesso pomeriggio l’avevano fatto
capitolare, quella sera sembravano addirittura più belli.
Mosse un piede in avanti, cercando di inoltrarsi tra la folla per
raggiungerla, quando finalmente si era allontanata dalle due ragazze di Corvonero.
Ora stava li, da sola, seduta su una poltrona infondo
alla sala, accanto ad una portafinestra che dava su un balcone, mentre si
torturava le mani.
Sembrava in ansia per qualcosa, guardava fuori
dalla finestra il cielo stellato, come se così potesse calmarsi.
Draco passò accanto al buffet, voltando l’angolo
della sala, dove era adibita questa piccola sala – ancora vuota – composta da un divano e due poltrone, poi più in la ancora un divano
e due poltrone, e così via, per quattro o cinque raggruppamenti.
Li la musica del dolce valzer si sentiva di meno, li dove la
bella Griffyndor stava silenziosa e pensierosa.
Nel momento in cui Draco svoltò l’angolo
e si trovò in quella parte della sala, Marcus Belbi gli passò affianco,
dirigendosi con due calici di vino bianco elfico
verso Hermione.
Draco si fermò all’istante, facendo qualche passo
indietro e trovandosi nuovamente al di qua dell’angolo,
fuori dalla vista di Hermione.
Ma attraverso il riflesso della portafinestra poteva vedere tutto:
Marcus che si sedeva accanto ad
Hermione che, come svegliata d’improvviso, rivolgeva
la sua attenzione al nuovo arrivato e non più al cielo stellato della notte li
fuori.
La vide sorridere imbarazzata, mentre Marcus
tentava di avvicinarsi di più e di poggiarle una mano sulla sua.
Draco stava per fare un passo e fregarsene di
tutto, stava per andare li e spaccare il muso a quel Belbi, quando Hermione ritrasse
la mano, scuotendo la testa.
Belbi gli passò davanti, alquanto triste, mentre Draco fissava Hermione tornare
alla sua posa originaria, guardando al di là della portafinestra.
Si passò una mano tra i capelli, tornando a guardare davanti a sé,
nervosamente.
Sospirò più volte, prima di entrare in quella saletta e camminare
silenziosamente verso di lei.
šsšt›s›
Hermione, persa ancora nei suoi pensieri, non si
accorse di chi era appena entrato nella sala.
L’aveva visto prima, eccome se l’aveva
visto. Chissà se lui
l’aveva vista...
Sentiva uno strano bisogno di lui e si diede della stupida per
questo. Si diede della stupida per il fatto di stare ancora pensando a Draco Malfoy.
“ Che belle le stelle stasera...” disse una voce profonda, ormai familiare, facendo ridestare Hermione dai suoi pensieri.
“ Ciao Draco” disse lei con un sorriso,
celando tutte le emozioni che provava in quel momento. Fu un ciao così naturale che si meravigliò lei stessa della voce con la quale lo aveva
pronunciato. Si era ripromessa, infatti, che nulla avrebbe più compromesso il
loro rapporto: già era difficile pensare di essere amica
di Draco Malfoy, poi
arrivare a desiderare di baciarlo, abbracciarlo, sentirlo...era troppo per lei.
E poi lui le aveva fatto capire che la voleva solo
come amica. E un’amica sarebbe stata.
“ Ciao Mezzosangue” disse lui, quasi scherzosamente. Aveva avuto
un attimo di sbandamento perdendosi nei suoi occhi, ma quando lei lo aveva
salutato in modo così...amichevole, ecco, si era sentito strano. Non che non
gli facesse piacere vederla così sollevata, così
sorridente...ma Hermione non provava niente? Insomma,
quel pomeriggio c’era stato un ‘quasi bacio’ e lei gli era sembrata alquanto dispiaciuta che non
fossero andati oltre. E invece adesso sembrava così
tranquilla, come se non le importasse di nulla. Doveva capirlo primo, povero
illuso. Per lui Hermione era troppo e non poteva
permettersi altri errori con lei. Voleva essere solo un amica?
Ebbene, l’avrebbe accontentata.
“ Cosa ci fai qui? Perché
non sei nel vivo della festa?” chiese Hermione
alzandosi in piedi, seguita da Draco.
“ Potrei chiederti la stessa cosa. Siamo amici adesso...” disse il biondo, calcando
sulla parola amici “...e vedendoti
qui, tutta sola, sono venuto a vedere cosa avevi”.
Che bugiardo! si disse Draco. Si, era venuto per vedere cosa aveva, perché si era
isolata...ma per stare con lei. Gli piaceva passare tempo con lei.
Hermione annuì.
“ Si ecco, avevo degli strani pensieri
per la testa, ma ora è tutto a posto” chiarì con un sorriso, prendendo un lembo
dell’abito e iniziando a camminare verso la portafinestra. Poggiò entrambe le
mani sul vetro guardando fuori.
Draco abbozzò un sorriso guardandola da dietro:
quel corpo così esile ma allo stesso tempo formoso, sembrava così delicato
eppure così forte, avvolto in quel bellissimo abito nero in contrasto con la
sua pelle appena dorata. Quei boccoli poi, sembravano riccioli di cioccolato.
Fece qualche passo, arrivando al suo fianco.
“ Usciamo?” chiese, guardando fuori.
Hermione si voltò, mentre un brivido
le percorse tutta la schiena. Diamine!
si disse mentalmente.
“ Oh, si certo. Usciamo”
Draco aprì la portafinestra, mentre una brezza
fresca iniziò a scivolargli sulla pelle. Una volta fuori, la brezza si fece più
forte, ma comunque sopportabile anche per Hermione con le spalle, il decoltè e gran parte della
schiena scoperti.
“ E’ così bello da quassù. Ad Hogwarts non ci sono terrazze così belle per poter ammirare
le stelle...ed alla fine sarebbero i posti perfetti per guardare il cielo,
senza le luci delle città babbane, intendo” mormorò Hermione, portandosi le braccia incrociate sotto il seno.
“ No, ti sbagli. Ad Hogwarts
c’è un bellissima terrazza, ma è alquanto nascosta. Appena
torniamo, ti porterò a vederla” spiegò Draco, mentre,
notando Hermione scossa da qualche brivido di freddo,
si tolse la giacca e gliela poggiò sulle spalle.
Hermione, leggermente rossa in viso, gli mormorò un
“grazie”, sorridendogli.
“ Vorrei parlare di oggi pomeriggio, Hermione” fu come un lampo a ciel
sereno. Mai
“ Parlare? E di cosa esattamente?” chiese
poi, fingendosi ingenua.
“ Di me, di te...di quello che sta succedendo tra noi. O meglio,
di quello che non è successo” chiarì Draco, puntando il suo sguardo in quello di Hermione che non riuscì a reggere il confronto, e si volse
a guardare davanti a lei.
“ Appunto, di quello che non è successo. E’ stato un errore, no?
L’hai detto tu stesso. Un semplice errore che non verrà
mai più ripetuto” disse Hermione, come se le parole
gli scivolassero di bocca senza controllo. Ma nelle sue parole c’era più
malinconia e tristezza di quanto lui pensasse, di
quanto lui era riuscito a cogliere. Draco, infatti,
sentendo Un semplice errore che non verrà mai più ripetuto provò una morsa allo stomaco,
quasi quelle parole fossero più taglienti della lama più affilata. Ma c’era solo rassegnazione nelle parole di Hermione, una rassegnazione ben celata.
Draco restò in silenzio, continuando a guadare le
stelle, quando dopo un po’ non decisero di rientrare.
La festa durò per ancora tutta l’ora successiva,
poi qualcuno più stanco già iniziava ad andarsene. Draco
e Hermione riuscivano ad intrecciare i loro sguardi
poche volte durante il resto della serata, lei occupata con Harry,
Ron e altre persone, lui occupato con altri Slytherin come Zabini e Nott. Non avevano ancora
“reso pubblica” la loro amicizia, e per ora, preferivano
avere un po’ di privacy.
Anche perché i sentimenti erano nuovi e troppo contrastanti per essere esposti alla mercè di tutti.
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Salve a tutti! Ecco la fine del nono capitolo. C’è chi mi sta già
uccidendo non è così? Ma purtroppo ho deciso di non accelerare i tempi: il quasi-bacio aveva scottato entrambi e i sentimenti nati
erano troppo forti per potergli dare subito un nome.
Ma il capitolo dove avverrà il loro avvicinamento non
è lontano, l’ho anche già scritto!
Ma passiamo ai ringraziamenti:
VIO_SMILE: Ciao! Prima di tutto non sei stata per
niente cattiva, scherzi? Anzi, sono andata a rivedere i capitoli e mi
sono accorta degli errori, spero di non averne fatti in questo. Passando alla
storia, qualcosa di speciale arriverà ma come detto non voglio accelerare i
tempi!
lunachan62: Sono contenta che la mia storia ti stia piacendo!
Sperando che questo capitolo - dove molti credevano sarebbe successo
qualcosa – ti sia piaciuto lo stesso!^^
fanny: Grazie per i complimenti! Piaciuta la faccia di Draco?^__^
camyxpink: Beh, senza dubbio l’abito era bellissimo, spero di aver
reso bene l’idea! Le cose da scoprire sono ancora molte cmq,
e la storia tra i due protagonisti si sta evolvendo pian piano...
tery91: Grazie anche a te per i complimenti! Spero di non averti
fatto aspettare tanto!-_^
Lady Cassandra: non sopporti Ginny?
Beh, direi che invece a me non dispiace, basta che non
combini casini e si metta in mezzo alla nostra coppia!*___* E cmq spero tu abbia trovato bello anche questo cap! Alla prossima!
Cobwy23: Ciao! Come vedi Hermione è un po’ restia nei suoi confronti...ha travisato le sue intenzione e di rimando Draco
ora sta travisando le sue: ma tutto si sistemerà al + presto! Mi fa piacere che
tu trovi belle le mie idee, anche a me la storia incuriosisce dato che molti
punti ancora io stessa devo chiarirli!^^
stellina-malfoy: Ciao! Tutta d’un fiato? Beh,
sarà stata una faticaccia! XD Sono contenta che ti piaccia, e grazie per i
complimenti!^^
white_tifa: Ciao carissima! Davvero ti è piaciuto così
tanto questo cap?? Ma grazie!!!*__________*
Spero di non averti deluso con questo!! Bacioni!
crici_82: alone di mistero alla Rowling??
Ma tu solo mettendomi nella stessa sua frase mi fai
commuovere!!*____* Cmq, a parte questo, sono davvero
contenta ti piaccia la mia storia! Che ne dici di questo capitolo??^^
Un saluto a tutte e un grossissimo bacio!
Alla proxima,
Erin.