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Autore: Draco_Slytherin    13/10/2012    4 recensioni
Eccoci qui!! ciao a tutti!!!
Bene, questa FF si trova scritta sul mio cellulare più o meno da gennaio...ed è stata la prima che io abbia scritto. Ho anche una testimone.
Comunque, come potete ben notare è, ovviamente, una Dramione.
Non si sa. Nessuno lo sa, a parte pochissime persone scelte.
Una di esse, la più importante, sta cercando di sopravvivere.
Sopravvivere. E' l'unica cosa che può fare, dopo quello che accadde durante la Seconda Guerra Magica, nella quale, perse tutto ciò che voleva.
Tutto ciò di cui bisognava.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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3.

 

[…] Cominciò di nascosto a seguire i suoi passi;
 ma quanto più lo segue e si accosta alla fiamma d’amore,
 tanto più brucia,
 come quando lo zolfo che copre l’estremità della torcia
attira a sé crepitando la fiamma.
Ovidio - Le metamorfosi

 
 
 
Sono seduta. Sono seduta su una poltrona, e sono sul treno. Sfreccia a velocità massima sui binari. Lo stridio delle rotaie a contatto con le ruote mi da’ alla testa.
La tranquillità, non è all’ordine del giorno.
Osservo il cielo. Sembra l’unica cosa rimasta intatta.
Fuori, ogni cosa è chiara. I pensieri si cristallizzano, smettono di esistere in questo caos.
Inspiegabilmente, siamo attratti dall’immenso mondo blu celato sopra di noi. E’ al di là delle nostre forze, per quanto siano continuamente sotto sforzo. Immagine di infinito, ignoto, ci rintaniamo in esso per ricevere tranquillità.
Le nuvole si rincorrono tra di loro e i raggi del sole scompaiono dietro di esse, illuminando quel candore. A momenti la notte avvolgerà ogni cosa nelle sue spire.
Sono ore che mi crogiolo nel mio stesso silenzio. Devo ammettere di non aver prestato molta attenzione a ciò che mi circonda.
Non sento niente. Né brusii, sussurri, risate. Inizio a credere sul serio che anche qui momenti di giocosità abbiano avuto fine.
Sento solo il costante e fastidioso grido strozzato dei binari.
Il grigio sporco del cielo, fa presagire una nottata fredda e gelida, caratterizzata da pioggia costante. Dei nuvoloni neri viaggiano in quell’immensità come la corrente percorre il suo corso.
Alcune immagini mi rimbalzano davanti, fioche luci che tentano di mostrarsi.
Degli occhi. Gli occhi di Harry che cercavano di dirmi qualcosa.
Persisto nella mia indifferenza.
Ho la sensazione che il mio cervello palpiti. Sembra non riesca a contenere tutto questo.
Se Ron non mi avesse lasciata… Perché cavolo mi ha lasciata?
Niente di tutto questo avrebbe avuto inizio se non lo avesse fatto. Il concetto è opprimente.
… La verità, è che non so dove andare a sbattere la testa.
E’ davvero possibile che mi abbia lasciata perché non mi ama più?
Ma allora, perché non me lo ha detto? Perché non mi ha dato un motivo su cui disperarmi?
Una risposta si insinua tra le crepe della mia anima: semplicemente, è troppo vigliacco.
Mi si rivolta lo stomaco.
Ripenso a tutte quelle litigate in mezzo alla strada, al modo in cui davamo spettacolo di noi senza tregua, assomigliando a dei bambini.
In fin dei conti, avrei potuto ascoltarlo…
Eppure lo odio.
Lo odio perché mi ha lasciata così, di punto in bianco.
Lo odio perché mi ha rifilato una scusa assurda e infantile, come se fossi chissà chi… O cosa.
Lo odio, perché non riesco ancora ad accettare che la cosa sia finita.
Ed ho paura.
Continuo irrimediabilmente ad avere paura.
Mi sento sola.
La mia vita ha raggiunto il caos.
Mi scoppia la testa. Ed ho voglia di piangere.
Mi metto le mani tra i capelli,  appoggio la fronte sulle ginocchia, e penso.
Ancora.
In fin dei conti, la mia mente non è del tutto infranta., nello stesso modo in cui non lo sono i vetri del treno. Come previsto, fuori si sta scatenando una pioggia furente.
Solo ora mi accorgo di quanto tempo deve essere passato.
Percepisco il picchiettio delle goccioline sul vetro, come se lo volessero trapassare, ma invano. Rabbrividisco. Mi ricredo nello stesso istante in cui una leggera frescura raggiunge la mia mano.
Non c’è più niente da fare, la gocciolina è entrata. Non si può tornare indietro. E non riesco a non paragonare questo fatto, alla situazione tra me e Ron.
Per quanto io mi sforzi di reprimerlo, un pezzo di lui, sarà sempre dentro di me, indipendentemente.
- …continuare così! -
Sono le prime parole che odo da ore.
E’ un’affermazione forte, talmente forte, da farmi sobbalzare.
Alzo la testa. A scrutarmi ci sono due paia d’occhi. Ron è assopito, stravaccato su una poltrona Una mano sulla pancia, e la bocca aperta.
Sono felice. Almeno non ha assistito alla mia deprimente scena. Sarebbe stato decisamente troppo da sopportare.
- Hermione, noi sappiamo che te la vuoi cavare da sola. - dichiara Ginny.
… Ho bisogno di un libro.
 Mi tende una mano. In questo momento l’amicizia, il mio stato di instabilità mentale - preferisco pensarla così - , mi dovrebbero portare a raggiungere la sua mano. Ma non lo faccio.
Resto immobile.
Rincorriamo ogni centimetro di pelle non toccato. Ci guardiamo negli occhi, serie, assolutamente stabili.
Quindi continua il suo discorso. - Ma noi ci siamo. Capiamo quello… -
- No, non è vero. Non potete saperlo. - Scatto in piedi, in preda all’euforia.
C’è sempre qualcuno che, contrariamente a quello che penso, sa per certo quello che sento, ma nessuno si è precluso di chiedermi se sento qualcosa.
Immagino che Ron si sia svegliato, a causa del tono veemente della mia voce.
Con la coda dell’occhio, raggiungo la sua figura.
Le sue palpebre non accennano a schiudersi. 
- Per quanto la cosa possa sembrarvi strana, Ron non è solo il centro dei miei problemi. - dico, abbassando la voce. Harry apre la bocca, ma tronco il suo discorso sul nascere.
Avrei voluto non parlare di questo. Non qui, non ora. Mai.
Sono sicura che dopo averlo fatto, la questione diventerà reale, persino per me.
Soprattutto per me.
Respiro, i miei polmoni non sono mai sazi.   
- Ancora devo capire. Sto cercando di trovare un… legame, che spieghi la questione. Per ora, è solo un buco nell’acqua. -
Aspetto. Aspetto nervosa la domanda che dovrebbe arrivare, e come previsto, essa mi raggiunge senza troppi preamboli.
- Cosa stai cercando di risolvere, Hermione? - Harry ha lo sguardo puntato su di me, e l’unica cosa che mi rimane da fare, è rispondere.
- Sto tentando di capire perché non provo più niente -
 
 
Le mie parole dovrebbero fare effetto.
Ma non noto niente di strano, se non la mano di Ginny che si ritrae.
A parte questo, sono immobili. La stessa immobilità con la quale Harry è rimasto durante l’uscita di Draco. 
Decido di sedermi. Percepisco il sangue fluire e cospargersi sulle mie guance.
Mi rintano nell’angolino, vicino alla finestra. L'unico posto sicuro, per ora. 
Ginny drizza la schiena, come se fosse stata punta da uno spillo. - In… In che senso non provi più niente? -
- Nel senso che non sento nulla. E’ come se non avessi più sentimenti, come se una parte di me, mi fosse stata strappata. -
- E da quando ti senti così? - chiede Harry, attento. Non sembra particolarmente sconvolto. E’ impassibile.
- Dalla fine della Guerra - affermo. - Inizialmente non ci facevo caso. Poteva essere lo stress, qualunque cosa. Ma poi… -
Non so se continuare, dal momento che non saprei cosa dire.
- Poi…? - mi esorta Ginny. Le mani che si strofinano tra di loro. Rispetto ad Harry, sembra molto preoccupata.
- Non c’è un poi. Ho la sensazione di dissolvermi. Niente mi appartiene più. - Concludo.
Passano pochi secondo, poi Harry si stiracchia. - Oh, be’, vado a farmi un giro. Non ce la faccio più a stare seduto. - Si alza e si avvicina alla porta scorrevole.
Si ferma lì davanti. - Tranquilla Hermione. Risolveremo tutto. - Dopodiché, sparisce.
Mi accoccolo ancora di più, sentendomi una bambina. 
Non riesco a capire Harry. Non riescoa  capire più la vita. 
Provo a chiudere gli occhi. 
Solo per un momento, nella culla del sonno, spero di non dover spiegare niente a nessuno.
Credo di essere sveglia, non ne sono pienamente certa.
Voglio rimanere qui dentro, dentro questa scatola buia e vuota, in modo che nulla possa intaccarmi.
Voglio rimanere nel silenzio del mio irreale, perché sembra l’unica cosa reale in questo mio mondo distrutto.
Sento un leggero premere sulle mie labbra. Non so cosa sia. Ma assomiglia tanto ad un bacio, dolce, velato. Breve. Qualcosa mi dice che non è vero.
Non può esserlo. Sono sicura di non aver mai ricevuto un bacio del genere.
- Hermione - , anche il mio nome, è appena sussurrato, come se fosse fatto di cristallo e deve essere maneggiato con cura. - Hermione - continuo a sentirlo, solo che ora è un bisbiglio.
Ho paura. Se ne sta andando, anche quella dolce sicurezza sta per svanire.
- Hermione - è appena udibile, come lo sono le parole successive. - Non lasciarmi -
- Hermione! - sussulto. Ho giusto il tempo di aprire gli occhi, prima di capire cosa sta succedendo, e se ancora faccio parte di questa realtà.
La voce che mi fa riemergere dal dormiveglia è abbastanza scocciata. E se prima mi sentivo tutta baci e carezze, ora mi sento spossata.
A fatica, metto a fuoco. - Diamine, Hermione, muoviti. - Ginny mi prende per un braccio, e mi tira su incespicando tra le sue stesse gambe.
Questo non è il risveglio che mi aspettavo. A dirla tutta, questo non è per niente un risveglio. Ma ormai, fa qualche differenza quello che penso?
- Ginny, per favore, calmati. Mi dici cosa ti prende? - Ancora con la voce impastata dal sonno, mi strofino gli occhi.
Continuiamo a camminare, avanzando nel corridoio deserto del treno. E’ alquanto inquietante vederlo così spoglio, privo da ogni forma di vita.
- Cosa mi prende, eh? Il problema è che siamo rimaste solo noi due, qui dentro. E Ron e Harry se la sono svignata. - 
- Sì, va bene. Ma ora, gentilmente, potresti mollare il mio braccio? -
I suoi occhi corrono alla stretta che esercita su di me. - Oh sì, scusami - mormora. Nonostante io non possa vederla bene in viso, giurerei di aver intravisto le sue guance andare in fiamme.
Fuori, il buio domina ogni cosa. Inspiegabilmente, mi sento ancora più sola. E svuotata.
- Ehi, ma i miei bagagli? - Solo ora noto la loro assenza. Nemmeno Ginny li ha.
- Ah, sì. Li hanno presi Harry e Ron. Dopotutto, non sono così inutili. - Mentre accenniamo tutte e due ad una risata, ci incamminiamo verso le uniche luci che scorgiamo, quelle di Hogwarts. 
Hanno un non so che di caldo, di casa, di familiare. 
 - Fa freddo - esordisce Ginny, stringendosi nel suo stesso abbraccio. Annuisco, prima di connettermi ed iniziare a collegare.
Fa freddo.
Freddo.
Brividi. La sensazione d’inquietudine.  
Non c’è.
 
 
Arriviamo appena in tempo per cena, perdendo il discorso annuale.
Evitiamo Gazza per un soffio, nascondendoci dietro una colonna.
Il suo fiuto da segugio è andato ad affievolirsi col passare degli anni.
La Sala Grande è pregna di agitazione. I più parlano tra di loro, raccontando aneddoti esaltanti riguardo l’estate.
Io non avrei niente da raccontare. Niente che porti il nome di "gioia". 
Ci dirigiamo sicure verso il tavolo dei Grifondoro, intercettando Harry e Ron, quest’ultimo occupato ad abbuffarsi, troppo preso per scorgere al di là del suo piatto.
Improvvisamente, tremo.
Percepisco leggeri brividi lungo la mia schiena.
Non posso crederci, anche qui!  
Pensavo di aver lasciato il mio stolker alla stazione.
Questa volta potrei vederlo, se sono furba e non mi faccio notare. Potrei risolvere questo dilemma, ed avere meno pesi ad aggravarmi suelle spalle. 
Ginny è già al suo posto, di fronte a Ron. Mentre io sono ferma.
Comincio a camminare, passo dopo passo, lentamente. 
Li sento. Ne sono sicura, non può essere autosuggestione.
Nonostante i brividi siano diminuiti, ho ancora addosso la sensazione del suo sguardo. Il gelo impregna la mia carne.
In qualche modo, capisco che è il momento. E lo faccio.
Mi giro.
Spalanco la bocca, gli occhi.
E' il primo viso che incontro. 
Il cuore perde un battito.
Mi sta fissando.
Freddo.
Draco Malfoy mi sta fissando negli occhi.  








Note: 
Io non so che dire. Vi chiedo perdono. Purtroppo, la scuola è il male, che mi porta via molto tempo. 
Più di tanto non riescoa scrivere. 
Sinceramente, non sono molto soddisfatta di questo capitolo. A parte essere corto, credo sia insoddisfacente. 
Mi piacerebbe ricevere dei vostri consigli, sapere cosa ne pensate. 
Aiutatemi a migliorare. 
Vi ringrazio ancora moltissimo per la vostra pazienza. 
Un kiss 
 

   
 
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