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Autore: Vampiresroads    13/10/2012    1 recensioni
-Che tu lo voglia o no, qualsiasi cosa tu faccia per impedirlo, ci sono sempre giorni, mesi, anni negativi.
Per fortuna hanno deciso di darci anche dei momenti positivi, ed è quello il momento più giusto per vivere! Son quelli i momenti in cui puoi rischiare, perché sei felice, perché un errore non guasterebbe l’allegria, ma una mossa azzeccata la triplicherebbe.
E…indovina un po’? siamo esattamente in mezzo a questi momenti! È ora di lasciarti andare, l’hai fatto così tante volte!-
-Questa volta non sto parlando solo del gruppo, parlo in generale.
So che è buono rischiare, so che è buono provare ad affrontare cose nuove, è sempre positivo avere il coraggio di guardare in faccia qualsiasi cosa, ma un rapporto non è qualcosa che puoi “lasciare andare”.
Il rapporto è qualcosa che devi custodire, è qualcosa che non puoi mai mettere nel fuoco per vedere se brucia o no: perché se è davvero un rapporto a cui tieni non lo metteresti mai a rischio.-
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’aeroporto era affollatissimo, Vienna era piena di turisti che tornavano  o partivano per le loro vacanze.
Inglesi, Tedeschi, Danesi, gite italiane che,come al solito, si facevano notare, indiani, asiatici e anche qualche americano.
Alex era sicuro che quella città gli sarebbe mancata da morire, ma mai quanto gli mancava la sua casa, la sua famiglia.
Riuscì a scoprire grazie all’unico fan che l’aveva riconosciuto che il gruppo si trovava a Los Angeles, ormai non aveva più senso mantenere il segreto.
Prenotò il volo e partì la mattina dopo, l’aria era ghiacciata, ma la felicità gli scaldava il cuore ed il corpo.
Alla fine non era stata una brutta scelta quel viaggio, era stato sicuramente un modo per ritrovarsi, per rendersi conto di cosa aveva bisogno, per ricordarsi che c’è ancora qualcuno disposto a darti una mano senza chiedere nulla in cambio, anche quando chi lo faceva da sempre aveva smesso di farlo.
Le ore non passano mai: leggere, ascoltare musica, scrivere, Alex aveva ormai finito le idee.
Iniziò a pensare a cosa avrebbe detto agli amici:
‘scusate, avevo bisogno di uno stacco’ non sarebbe stato minimamente credibile, se aveva bisogno di uno stacco perché scappare senza dire nulla?
‘Avevo voglia di andare a Vienna, ma ero troppo incazzato per dirvelo’ che senso avrebbe avuto? Probabilmente non ci sarebbero stati altro che rimproveri, soprattutto da parte di Jack, e non avrebbe concluso niente.
‘Era un appuntamento di lavoro’ sembrava più un tradimento nei confronti dei ragazzi che altro, ‘preferisci un incontro al nostro tour?’
Forse avrebbe solo dovuto dire la verità. Probabilmente l’avrebbe fatto, ma lui non la sapeva la verità.

Meno un’ora all’arrivo. Alex non aveva nemmeno il telefono con sé, avrebbe dovuto comprarne uno,  chiamarli e riuscire a rintracciarli.
Aveva così paura di riaffrontarli, così paura di come sarebbe andata.
Un ‘Io sono più forte’ rimbombava nella sua testa, insieme a tantissimi ‘Trova un motivo per non piangere’, ‘I ragazzi saranno felici di vederti’, ‘Cerca di non deluderli’ o ‘Non perdere tempo, il tour sta per iniziare e vi serve la massima forza.’
Cercava di auto convincersi di qualcosa in cui credeva a malapena, ma era l’unico spirito in cui poteva confidarsi, l’unico pezzo che lo facesse stare meglio, che gli dasse quel tocco di speranza per farcela.

Una voce meccanica avvertiva che l’aereo era in atterraggio e un vuoto di stomaco orribile trafisse il ragazzo. Era felice e spaesato, fiducioso, ma anche terrorizzato.
Confusione.
Ritirò i bagagli e incontrò un negozio di elettronica nell’aeroporto, acquistò una SIM ed un cellulare, prese un panino caldo e le gustò mentre sistemava il cellulare e tentava di ricordarsi il numero di Jack.
Per fortuna, lo sapeva ancora a memoria.

Segreteria telefonica. È  uno scherzo? Alex iniziava a perdere la pazienza,dopo una settimana decide di tornare e tutto quello che riceve è una stupida vocina meccanica registrata che dice che l’utente contattato non è disponibile? La pazienza stava per essere svuotata insieme alla fiducia.
 ­Girò un po’ per il centro di Los Angeles, quando una stupida musichetta proveniente dalla sua valigia lo riportò nella realtà.
“Pronto?”
Una voce si sollevò dall’altra parte: “Pronto? Ho ricevuto una chiamata da questo numero poco fa, posso aiutarla?”
“E’ per caso il numero di Jack Barakat?”
“No, mi dispiace, nessun Barakat qui.”
Riattaccò il telefono senza battere ciglio, non aveva più nemmeno la forza per star male.
La fredda pioggia di quel pomeriggio a Los Angeles lo aveva reso davvero irriconoscibile, e non ci provava nemmeno più a farsi notare. Era davvero tutto reale?
‘Eppure… avrei giurato fosse la sua voce, fosse la voce di Jack…’
“Coglione! Ce l’hai fatta a tornare!”
La squillante voce giovanile dell’ amico lo sovrastò da dietro le spalle.
Incontrarlo lì, ora, solo… era l’ultima cosa che si aspettava.
“Dimmi che non sto sognando.” Alex strapazzò gli occhi e li sgranò, cercò di realizzare se quello che stava vedendo era davvero Jack. Come l’aveva trovato?
“C-come hai fatto?”
“Ho rintracciato la chiamata. Quel numero era mio. Ti volevo fare una sorpresa!” Sorrise e si incamminò verso est, costringendo Alex a seguirlo senza fare domande.
“Mi ero ripromesso che nemmeno se e quando sarei tornato ti avrei rivolto parola” sospirò Alex, “avevo giurato a me stesso che non saresti esistito per me, allora perché ti sto seguendo?”
Gaskarth aspettò la risposta del moro, ma si accorse che le domande le aveva solo pensate, e probabilmente era meglio così.
Il passo di Jack era lento e calmo, non camminava con la solita aria frizzante che lo aveva sempre caratterizzato
Non spiccicarono parola per tutto il viaggio di ritorno, finalmente arrivarono all’hotel dove il gruppo alloggiava, l’atmosfera sembrava finalmente rallegrarsi.
“Alex!” Urlò Rian, accompagnato da Zachary.
“Ommioddio allora ti ha trovato davvero! Non ci posso credere!” Sibilò il secondo, abbracciandolo come fossero due ragazzine.
“Scusate, siamo in ritardo per il tour. Vi ho fatto perdere tantissimo tempo!”
Jack continuava a non aprire bocca, che gli piacesse mantenere la suspanse? Che semplicemente non avesse avuto voglia di parlare? Chissà cosa c’era ora nella sua testa… Probabilmente non riusciva a pensare ad altro che a Stella, sì, probabile.
I ragazzi entrarono nella stanza più grande si misero in cerchio, intorno al tappeto.
Alex un po’ più avanti degli altri, Jack in disparte, Zachary e Rian seduti accanto a Jason e Kem, amici che li avevano accompagnati a Los Angeles.
“Allora, Alex, cos’hai combinato questa settimana?” Introdusse con disinvoltura Rian, come se fosse stato in vacanza.
“Ho girato per l’Europa.”
“L’Europa? Bella! Sarà la prima tappa del nostro tour.”
“Davvero!?”
“Sì, davvero! Iniziamo con la Danimarca, poi scendiamo in Germania, due tappe in Francia, Italia, passiamo in Spagna… Poi dovremmo arrivare in Russia, in Bulgaria, una data in Turchia e poi saltiamo direttamente in Asia.”
“Ma è cambiato tutto dal tour originale! Non dovevamo partire proprio dall’Asia?”
“Sì, è vero, ma avevamo due festival in europa quel periodo e per spostarla abbiamo dovuto rimandare tutto, non ti va?” Intervenne Zack, passandogli la lista delle date.
Alex lesse rapidamente ed alzò gli occhi: “Non c’è l’Austria.”
“No, l’Austria non era mai stata inclusa.” Rispondendo Rian si morse un labbro e diede una pacca sulla spalla di Alex, come se sapesse tutto ciò che aveva fatto e passato durante gli ultimi giorni.
Jack continuava a tacere.
“Sì… Hai ragione. Potremmo farci un salto prima della data in Francia? C’è abbastanza tempo per passare un paio di giorni a Vienna!”
“Sei stato a Vienna, non è vero?” Esordì finalmente Jack. Oh, evidentemente non aveva perso la voce del tutto.
“Sì, è bella.”
“Non lo metto in dubbio. Sei scappato per il litigio?” Continuò il moro.
“No, ti pare che me vado in Europa per un litigio con te?”
“Da come hai reagito, si direbbe proprio di sì.”
“Jack, per favore.”
“Alex, per favore.
…Ti chiedo scusa. Ricominciamo da capo, non ho voglia di discutere. Tantomeno con te.”
“Ma certo, mi sembra scontato!”
Sorrisero stringendosi la mano, che fossero riusciti a stare tranquilli, per una volta?
“Allora settimana prossima si parte! Sicuro che vuoi passare a Vienna, Alex?”
“Sicurissimo!” Sorrise lui, annuendo a Zack.
Jack prese il protagonista in disparte: “Ascoltami, non dobbiamo andare in Austria, non ti farebbe bene ripensare a questi momenti.”
“E’ indispensabile. Jack, tu non sai cosa ho passato.”
“Mi dispiace sia stato male.”
“Sono stato tutto l’opposto che male.”
“Le austriache scopano bene, eh?”
“Jack…” Rimproverò, con tono sconsolato. “Avevamo detto di ricominciare da capo.”
“Sì, ma dovrai ricominciare senza di me. Ti voglio bene, è per questo che lo sto facendo, lo sai. Non è più come una volta. Non ho né tempo, né voglia, né occasione. Ho altro da fare, è ora di finirla.”
“Capisco cosa vuoi dire. Immagino sia un addio.”
Vuoto totale. No, Alex, mantieni il distacco.
"Come farai con la band?”
“Andrete avanti senza di me.”
“Non ti riconosco, ci stai abbandonando.”
“Fa molto film del cazzo, per favore. Alex, non siamo ragazzini innamorati che si devono lasciare perché si sono stufati l’uno dell’altra. E tu stai parlando come una ragazzina complessata, sono mesi che lo fai.
Mi sono un po’ rotto il cazzo. Non ho più tempo, occuparmi di te non è più una mia occupazione.
Il gruppo si arrangerà, hanno già trovato un sostituto, parlane con loro.”
Dicendo questo, Jack uscì dalla stanza sbattendo al porta e provocando le lamentele delle stanze vicine.

Nessuno ebbe il coraggio di parlare quella notte, erano tutti sconvolti, confusi.
Alex non trovava più lacrime, sapeva da tempo che sarebbe andata a finire così.
Jack era troppo per lui, troppo per loro, e le cose belle non durano.
Non durano mai.

E così come l’ultima nuvola trascinava via quello scorcio di raggio di sole, così una figura mora abbandonava il suo mazzo  di certezze.
Si allontanava veloce, come una pecora che scappa dal suo gregge, come un pettirosso che fugge dal suo nido, come quell’ultimo briciolo di speranza che abbandonava l’anima di Alex.

  
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