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Autore: Kysa    25/04/2007    5 recensioni
Terza parte della saga, signori e signore. La battaglia fra Harry Potter e i Mangiamorte subisce nuove mutazioni con l'entrata in scena di personaggi ambigui che minacciano la nuova vita del bambino sopravvissuto, mentre il giovane Tom Riddle, ormai al suo ultimo anno a Hogwarts, rischia di rovinare la sua esistenza per colpa del suo passato. Ancora Harry Potter e i suoi compagni nell'ennesima guerra, in uno sfondo di amori e tragici avvenimenti. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era il 14 febbraio.
L'unico, il mitico ed inimitabile San Valentino.
Erano passate più di due settimane da quando Lumia se n'era andata, riportando un po' di pace nella vita di certi ottusi che si ostinavano a vivere come ciechi e le ricerche volte a smascherare i subdoli piani degli Illumanti, purtroppo per gli Auror, aveva portato a pochissimi risultati.
A partire dal tampinamento della McAdams.
Sfrucugliare nella sua posta e pedinarla non era servito a nulla.
Sembrava che i suoi propositi li avesse dimenticati, ma se con la scozzese i ragazzi avevano fatto un buco nell'acqua (anche se Cloe e Trix si guardavano bene dal perderla di vista un attimo!) non si poteva dire lo stesso con la ricerca dei rombi bianchi sparsi per tutta Hogwarts.
A due settimane dalle ricerche, gli Auror ne avevano trovati una ventina.
E negli angoli più impensati, pronti ad attivarsi e a colpire a morte chiunque si fosse trovato sulla loro strada.
Inoltre, non bastando i guai che già avevano con Grimaldentis, all'inizio di febbraio sulla campagna londinese si erano succedute due gravi catastrofi. Tre aerei di linea nel bel mezzo dei loro voli erano precipitati come siluri a soli cinque minuti l'uno dall'altro e a una distanza, come era poi stato appurato dalle loro carcasse, di appena trentadue metri l'una dall'altra. I morti avevano superato i cinquecento.
Dalle scatole nere non si era venuti a nulla e dalle torri di controllo meno che mai.
Questo aveva spinto Harry Potter e gli altri a credere a due soli tipi di attacco.
Illuminati o Mangiamorte.
E questo faceva temere al bambino sopravvissuto che Tom Riddle e Augustus Grimaldentis si fossero messi in testa di giocare al tiro al bersaglio come riscaldamento. E se era così, allora chiunque poteva essere in pericolo.
Di problemi, fino a S. Valentino se ne erano presentati anche altri, ma in forma più leggera.
L'Ordine della Fenice una settimana prima si era ritrovato assediato da fantocci e il caos generato a Grimmauld Place per poco non aveva richiamato i poliziotti. Fortunatamente c'erano stati pochi feriti: Lux e Oswyn Pettis, un collega della squadra di Kingsley, si erano passati la notte al San Mungo, feriti e ustionati, mentre Remus e Sirius per poco non si erano rotti il collo, spinti giù dalla terrazza della palazzina dei Black dai finti Mangiamorte.
Naturalmente i fantocci avevano anche richiamato il Marchio Nero, tanto che prima che arrivasse la polizia, Tonks era sicura di aver visto in mezzo alla strada invasa di cadaveri fumanti la figura sinuosa di Vanessa Lestrange, venuta a vedere coi suoi occhi cosa stava accadendo, seguita da quella più inquietante di Fenrir Greyback.
Ma poi i due galoppini di Voldemort erano spariti e gli Auror avevano dovuto rimettere tutto in ordine.
Dai cadaveri accumulati dei fantocci di Grimaldentis erano venuti fuori altri trenta rombi bianchi.
Ora tutti quelli trovati erano chiusi in uno scrigno a Hogwarts, nell'ufficio di Silente, ma gl'imprevisti non erano finiti lì.
Girava una strana epidemia di qualcosa che non era propriamente influenza e questo fastidioso malessere sembrava essersi propagato a diversi esponenti del mondo magico, fra cui Orloff in persona, Duncan che vi era stato a contatto ma che sembrava prossimo ad uscirne e anche al marito babbano di Andromeda Black, il signor Tonks. Questi erano casi leggeri ma ad alcuni la malattia aveva sortito effetti più gravi, come Sofia Mckay, costretta a letto da circa quindici giorni, squassata da una tosse terribile. Ma non era l'unica.
Jane Hargrave, la mamma di Hermione, l'aveva contratta una settimana prima e si era fatta ricoverare in un ospedale, senza sentire le storie dei medimaghi di Lord Hargrave e sembrava stare meglio.
Ma…c'era anche Damon.
Da quattro giorni stava a letto, senza riuscire a muovere un muscolo, tossendo tanto da farsi male al petto, febbre a quaranta, piegato da una spossatezza e da una difficoltà respiratoria mai provata prima.
Madama Chips aveva espresso i suoi dubbi a Silente, riguardo a quella malattia che non sembrava di origine magica e quindi il giovane Serpeverde era stato sottoposto a cure più elementari, pastiglie, antibiotici e brodo di pollo.
Ma per ora i risultati erano ancora scarsi.
Quel giorno però, S. Valentino, tutto sembrava essersi fermato.
Degona compiva undici anni ed entrava ufficialmente nei canoni di età di Hogwarts, ma non solo. Quella sera stessa nel campo di quidditch il Comitato Studentesco aveva organizzato una festa, a tema naturalmente, dove però tutti i presenti avrebbero dovuto presentarsi col volto semicoperto.
Di chi fosse stata l'idea, non se ne aveva un lieve sospetto ma Tom, come molti altri, avrebbe preferito passarsi il sabato sera al Circolo dei Duellanti, sul palco, a farsi massacrare le ossa da tre nemici di fila. E all'Inferno!
Per non parlare poi della grana che lo colpì alle sette di mattina, quel venerdì stesso.
La sera precedente aveva passato ore e ore a concentrarsi nei suoi esercizi di Focalizzazione per la forma Animagus ed era andato a dormire tardi, verso le quattro di mattina.
Quindi aveva solo tre ore all'attivo quando Sedwigh Stanford fece irruzione nella sua camera, palesemente nei guai, vista l'espressione sul suo viso che sapeva tanto di "uomo in trappola".
Il biondo aveva addosso la divisa della squadra di quidditch, infatti alle undici ci sarebbe stata la partita tanto temuta e acclamata contro Serpeverde e lui circa mezz'ora prima aveva ricevuto una notizia allucinante.
Joey, il suo cacciatore, si era preso l'influenza che girava e lui e Lisa Gilmore erano rimasti da soli in attacco.
E adesso era con la merda fino al collo, per usare un eufemismo.
Altri ragazzi si erano offerti all'ultimo minuto e come capitano doveva fare una scelta ma lui sapeva bene che nessuno di quelli sovreccitati che gli avevano fatto domanda avrebbero potuto dare una mano a Grifondoro.
E lui doveva vincere quella fottuta partita. Doveva vincerla ad ogni costo e far sparire il ghigno dalla faccia di Alderton e Clyde Hillis. A ogni costo. La sua ultima speranza stava lì, in quella stanza.
- Tom!- urlò quasi, raggiungendo il letto e saltandovici sopra - Tom! Dai sveglia! Tom svegliati, ho bisogno di te!-
Riddle fece una smorfia leggera, aprendo a fatica le palpebre pesanti.
Mise a fuoco Sedwigh e poi guardò l'orologio da polso.
Le sette e cinque.
- Ma che vuoi?- mugugnò distrutto - Vattene via, ieri ho fatto tardi!-
- No, no, Tom non dormire!- gli disse Stanford super agitato - Sul serio, sono nei guai! Joey s'è preso l'influenza.-
- C'è chi ha tutte le fortune.- sibilò il moro, stremato dalle poche ore di riposo.
- No, tu non capisci! Non c'è nessuno che può sostituirlo!-
- Fai giocare Martin al suo posto e metti quel tizio di sesta…come si chiama…Mendlow…quello con la cresta bionda.-
- No, non si può fare!- negò Sedwigh frettoloso, tirandolo seduto e contemporaneamente agitando la bacchetta perché nel bagno si aprisse il bocchettone dell'acqua fredda nella doccia - Avanti, in piedi. Mi servi tu.-
- Io cosa?- Tom si passò le dita su un occhio, stropicciandoselo - A che ti servo?-
- Giochi con me e Lisa.-
Stavolta gli occhi di Riddle si spalancarono entrambi.
E fissavano un punto imprecisato sul piumone.
- No.- disse lapidario - Neanche morto.-
- Tom non ho altra scelta!-
- Si che ce l'hai!- berciò il Capo Scuola, saltando giù dal letto - E' pieno di ragazzi che puoi usare come cacciatori! C'è l'amico di Bruce, Richard. Quello di quinta!-
- E' in infermeria. Ha un eretima e non riusce a stare in piedi, sabato scorso ha osato troppo.- soffiò Stanford eloquente.
Tom trattenne a stento un gemito di dolore e solidarietà - Ah…allora prendi Alynda! Quella bionda, coi capelli corti e il neo sullo zigomo.-
- In punizione. L'hanno beccata nei bagni a notte fonda col suo ragazzo.-
- E che cazzo, cos'è questa scuola, un bordello?- sbottò Tom, levandosi la maglietta dalle maniche lunghe e chiudendosi in bagno. Ma Sedwigh non era uno che demordeva facilmente e infatti si attaccò allo stipite, facendo finta di strisciarci contro, battendo i pugni nella pallida imitazione di una vedova inconsolabile.
Il tutto senza mai smettere di sgolarsi e fingere di piagnucolare.
Cosa che durante la mezz'ora di doccia, Tom capì che non avrebbe potuto reggere.
Tornato fuori con un asciugamano sulla testa lo puntò inferocito.
- Non gioco da agosto! Lo sai?-
- Abbiamo tempo fino alle undici. Lisa ti farà fare qualche tiro!- s'illuminò subito il biondo, conscio che ce l'aveva quasi fatta - E poi ci sono solo due tattiche nuove, gli schemi già li conosci.-
- No, tu non hai capito!- ringhiò il moro fra i denti - Non so più neanche se sono capace ok?-
Sedwigh allora incrociò le braccia.
- Ad agosto con chi hai volato?-
- Che vuol dire?-
- Con chi ti sei allenato l'ultima volta?- gli chiarì il biondo.
- Elettra…ma questo non vuol dire che…-
Stanford non si sprecò a sentire altro. Con un sorriso gelido quanto un iceberg gli mollò la divisa oro e rossa sul letto, con sacralità gli depositò un bacio in fronte e felice come un fringuello si congedò dicendogli che lo aspettavano al campo fa tre quarti d'ora.
E che scritta luminosa troneggiava sulla testa di Tom, lampeggiando al neon?
FESSO.
Eh si. Era un vero fesso.
Inoltre era S. Valentino e lui detestava le feste!
Ci sarebbe voluta pazienza per ventiquattro ore. Un vagone di pazienza.
E guardando verso i suoi scaffali ricolmi di pozioni, ne vide una che in fondo in fondo faceva al caso suo.
Rise, guardando l'ampollina contenente un denso liquido dorato, regalatagli da Draco all'inizio dell'anno.
Ma si, serviva anche una buona dose di fortuna quel giorno.

Giù a Serpeverde intanto, Draco Malfoy ascoltava con un orecchio solo i rimbrotti della Chips che per una volta era stata spodestata.
I gracchi di quella strega boriosa riempivano tutta la camera di Damon Howthorne e la cosa, a un malato, non poteva fare tanto bene. Ma c'era un motivo per cui la guaritrice di Hogwarts borbottava incessantemente come una teiera in quel momento. E la ragione era il dottor Caleb Gilmore, padre di Lisa Gilmore di Grifondoro, un Magonò. E anche un pediatra. Certo, non era propriamente adatto a un uomo quasi fatto come Damon ma ora il corpulento medico sui quarantacinque anni, carnagione olivastra, barba incolta e occhi azzurri, stava visitando il Legimors con sguardo non priprio allegro.
Draco era a fianco del letto, la Chips sull'altra sponda.
Beatrix, William, Neely e Cloe seduti in fondo alla stanza, tutti abbarbicati su una cassiera.
I quattro sembravano abbastanza ansiosi e quasi imprecarono dietro a Tom quando si presentò alla porta, in tenuta abbastanza sportiva per uno come lui.
- Ciao.- apostrofò a bassa voce il cugino - Come sta?-
Draco piegò le labbra appena appena, osservando il viso pallido e scavato del Legimors - La tosse gli toglie le forze. Ho pensato che non valeva la pena aspettare ancora, così ho chiesto a Tristan d'informarsi se c'era qualcuno abbastanza vicino a Hogwarts con conoscenze mediche babbane che potesse venire a visitarlo. È venuto fuori il dottor Gilmore.-
- Io non sono d'accordo.- sbuffò la Chips seccata - Ma faccia come vuole signor Malfoy.-
- Questa influenza è un bel problema. Ho sentito che se l'è presa anche uno a Grifondoro.- continuò Riddle - Ma è davvero una banale influenza? Sembra di stare in un lazzeretto.-
In quel momento il medico rialzò la testa, levandosi lo stetoscopio dalle orecchie.
Era bastato posarlo sulla schiena di Howthorne per scoprire ogni cosa.
Quella tosse poi…era facile da riconoscere.
- Principio di polmonite.- disse, dando due carezza alla testa di Damon.
- Polmonite?- allibirono Cloe, Tom e Trix in coro.
- Come ho fatto a prenderla?- sospirò Howthorne depresso.
- Magari le tue difese immunitarie si sono abbassate in questo periodo e il freddo ha fatto il resto.- replicò il dottor Gilmore, sorridendogli calorosamente - Sei sotto pressione per qualcosa?-
- No.- Damon alzò appena le spalle - Dormo anche meglio adesso.-
- Ah si.- disse il medico, vedendo il Sognid'Oro che ruotava sul comodino - Bhè, in fondo la polmonite è appena accennata, l'abbiamo presa in tempo. Stavi già prendendo gli antibiotici, giusto? Bene, allora con una buona cura di quelli, più del cortisone, andrà tutto a meraviglia. Ti riprenderai in una settimana, anche se poi ti sentirai comunque molto debole. A meno che con la magia non si possa fare qualcosa.-
- Non si preoccupi.- berciò la Chips - Gli dia il suo corticoso qualcosa, poi lo rimetterò io in forze in un baleno.-
- Deve stare a letto, vero dottore?- interloquì Neely.
- Si, per una settimana. E se non riesce a mangiare mettiamo su una flebo, non c'è problema. Però deve stare in assoluto riposo signor Malfoy.- aggiunse, rivolto a Draco - Vede, è già il secondo caso che vedo. All'ospedale dove lavoro e dove abbiamo contatti col Ministero della Magia abbiamo già accolto otto maghi con questi sintomi.-
- Lei ha visitato Jane Hargrave allora.- disse il biondo Auror.
- Si, esatto.- annuì il dottor Gilmore - Non tema. Milady ha una tempra molto forte. E' in cura da noi già da un po' e se la caverà molto presto. Ma questo giovanotto deve essere seguito notte e giorno. Niente sforzi e niente studio ma è il caso che ti avverta che le tue visioni si ridurranno a un ammasso informe di flash senza senso.-
- Immagini che perdita.- ironizzò Damon acidamente.
- Gli terremo compagnia noi.- scandì Beatrix.
- Voi però siete a rischio di contagio.- ricordò la Chips seria - La signorina Vaughn e il signor Mitchell no.- si corresse, verso Trix e William - Ma lei signorina King e anche lei signorina Montgomery fareste bene a non entrare in continuazione. Non si sa mai. Non vorremo contagiare tutta la scuola spero! In fondo la malattia non si è presentata sempre in forma di polmonite e poi a un malato serve pace e tranquillità.-
- Si e una televisione con la parabola.- brontolò il Legimors.
- Ha ragione lei.- annuì anche Draco, pensoso - E' meglio andarci cauti per il momento ragazzi.-
- Che palle.- si lagnarono le due ragazze e anche Tom.
- Tranquilli. Con un paio di pozioni lo rimettiamo in sesto.- sorrise appena Malfoy - Ma stasera non dovrai muoverti. Niente festa.-
Howthorne ghignò serafico - Sai che dolore. Senza offesa Neely.-
- La tua polmonite è stata provvidenziale.- gli sorrise la Corvonero, complice.
Tom invece avrebbe voluto sbattere la testa al muro. Ma perché non se la ciucciava anche lui una bella influenza?
Altro che Felix Felicis!
Non era servita a un tubo berla fino a quel momento.
Usciti da Serpeverde, un covo di gente armata di picchetti e fasci di slogan abbastanza minacciosi, Cloe, Tom, Draco e Neely si ritrovarono nei corridoi.
- Belli agguerriti.- bofonchiò Malfoy, accendendosi una sigaretta - Giocano contro di voi sfigati?-
- Lascia perdere.- frecciò la King - Dovresti saperlo bene tu...-
- Che siete degli sfigati?-
- No, che di solito voi serpi perdete sempre.-
- Ahah, che ridere.- ghignò il biondo sarcastico - Ne riparliamo a mezzogiorno.-
- Quanto ci fai andare?- lo bloccò.
- Oh no!- si lagnò Riddle - Claire per favore! Draco anche tu, per cortesia. Se poi viene a saperlo vorrà farlo anche Edward! E poi non se ne uscirà più.-
- Tieni.- l'Auror senza fare una piega le lasciò la bellezza di quaranta galeoni in mano - Troppi?-
- Hn, non sai che razza di somme ho in mano io di solito!- replicò la King per darsi un tono.
- Allora siamo a posto.- li salutò Malfoy, tranquillo e beato come al solito - Fatevi dei turni con Damon e se succede qualcosa avvisatemi. Ho capito, ho capito!- sbottò poi, guardando in aria - Arrivo, non c'è bisogno di diventare volgari! Ciao mocciosi!- e filò via, lasciando i tre un pelino preoccupati.
- Ancora.- sussurrò la Grifondoro - A volte se ne esce davvero con cose da paura.-
- E non è il solo.- sindacò Riddle - Anche Harry è così da un pezzo. Ma che succede?-
- E' l'età che avanza.- soffiò Neely - Scusate ragazzi, torno a Corvonero. Ci vediamo alla vostra partita. Ah…- si volse, prima di sparire anche lei - Oggi pomeriggio e per tutta la sera ci sto io con Damon. Voi divertitevi pure!-
C'era poco da divertirsi.
Tornati verso Grifondoro, stranamente senza che fosse mai inciampato una volta, Tom si ritrovò a dover dire alla sua ragazza che quella mattina giocava con la squadra.
Quando Cloe lo seppe, smettendo di contare per qualche secondo i suoi soldi, rimase a bocca aperta.
- Vuoi farti ammazzare?- gli chiese, con tono pacato - Eh? Vuoi schiantarti dalla scopa e finire contro le tribune?-
- Non succederà nulla di tutto questo.-
- Quando hai giocato l'anno scorso per sostituire uno del settimo ti sei rotto il polso.-
- Con Sed, è diverso. Quei due di Tassorosso ci avevano spinti a giù. E poi ho mandato giù del Felix Felicis.-
- Oddio.- la biondina scosse la testa, poggiandola sulla sua spalla - Tom…quanta ne hai bevuta?-
- Dieci gocce. Quella di Draco dura ventiquattro ore. Infatti non sono ancora inciampato oggi, visto?- fece con aria fintamente innocente - Andrà tutto bene.-
- Questo si chiama truccare la partita comunque.- gli ricordò saccente.
- L'ho presa per non ammazzarmi, non per vincere. E da quando sbandieri al vento la sacralità delle partite senza intrallazzi sotto banco?-
- Figurati, sai che me ne frega.- tubò lei in risposta - I soldi di Malfoy sono miei.-
- Ci avrei giurato.-
La King sorrise, sollevandosi e buttandogli le braccia al collo - Davvero. Cerca di non farti male come l'anno scorso.-
- Draco non sbaglia mai con le pozioni.- le sussurrò, baciandola lievemente agli angoli della bocca - E se tanto mi dà tanto, magari stasera riesco anche a segare quell'orrida festa!-
- Non ci pensare nemmeno!- l'ammonì, serrandogli la nuca con aria perfida.
- Dai Claire. Odio le feste.-
- Si ma stavolta sei con me.- rispose con dolcezza falsa come i soldi falsi - Ti ficchi una maschera, beviamo un po', balliamo…e poi andiamo a salutare Howthorne. Che te ne pare?-
- Una palla.-
Claire allora lo zittì rubandogli un altro bacio, che si fece sempre più intenso.
Dovettero staccarsi sbuffando però quando Sedwigh li pescò davanti alla porta. Era già armato di scopa e senza tante storie mollò una Tornado BlackWind 5 a Tom, più la sua sacca con la divisa da quidditch.
- Muoversi!- ordinò - Non abbiamo neanche tre ore. Lisa e Guy ci aspettano al campo!-
Riddle sospirò, già pentito ma si mise la sacca a tracolla e salutò Cloe.
- Buona fortuna.- gli sorrise, baciandolo ancora - E se non vincete ti pianto.- aggiunse, con amore infinito.
- Hn, grazie mille per l'incoraggiamento.- e se ne andò colmo di spirito da martire.
In fondo era solo una partita no? Che male poteva fargli giocarsi di nuovo una partita?

Harry, Ron, Draco, Elettra e pure Edward alle undici erano sugli spalti dei professori.
Da non credersi, avevano la bocca a palla a causa di Tom che in quel momento veleggiava con una grazia a lui poco conosciuta nei movimenti liberi sulla sua scopa. E andava anche parecchio forte.
Lui e Lisa Gilmore avevano appena infilato un altro canestro e ora Grifondoro vinceva per 60 a 40.
Un bello spettacolo, niente da dire.
La giornata era anche abbastanza luminosa, con poche nuvole e nonostante tirasse freddo, tutta Grifondoro si sgolava con un tifo da stadio, rispondendo ai cori di Serpeverde da cui come minimo qualcuno lanciava maledizioni.
- Il signor Riddle non è male come cacciatore.- stava dicendo la Mcgranitt, seduta sotto di loro con Silente.
- No, è vero.- sorrise il preside - Credo che gli allenamenti con Elettra siano stati utili, dico bene cara?-
La bionda ridacchiò, soddisfatta.
- In effetti è molto bravo. Solo che ha poca costanza.- spiegò - E poi non guarda spesso dove dirige la scopa.-
- Ora però la dirige per bene.- soffiò Draco, un pelino seccato - Quel rompiscatole ci si mette sempre quando non deve.- e proprio in quel momento Sedwigh infilò il colpo da 70.
Con Grifondoro in vantaggio, si poteva quasi vedere la King sulle tribune che si sfregava le grinfie.
A parte lo spettacolo abbastanza indecoroso, gli Auror non erano venuti solo per vedere Tom.
Anzi. Erano venuti a controllare Tom.
I troppi rombi liberi avevano messo in allarme Harry, che ormai dormiva poco e male al pensiero che un fantoccio potesse spuntare fuori a caso e uccidergli Tom senza il minimo preavviso. Per questo ora vagava con gli occhi sul campo da quidditch, ansioso come non mai.
Comunque doveva ammettere che il mostriciattolo quel giorno sembrava diverso dal solito.
Due o tre bolidi avrebbero potuto prenderlo in pieno, visto che si guardava pochissimo attorno, sfidando il suicidio ma…quei bolidi alla fine l'avevano sempre scansato di almeno un metro.
Se non era fortuna quella…
- Herm quando torna?- chiese Ron improvvisamente, svegliandolo da quei cupi pensieri.
- Stasera credo, a meno che non passi da suo nonno.- disse Draco, che seguiva avidamente il gioco - Più tardi vado all'ospedale anche io, per controllare la situazione e parlare di nuovo col dottor Gilmore.-
- Jane si sente meglio?- chiese Elettra.
- A quanto la mezzosangue ha scritto nel suo ultimo messaggio direi di si.- annuì il biondo, imprecando a un canestro parato da Grifondoro - Sta guarendo rapidamente. Gli antibiotici hanno fatto effetto.-
- Quindi è polmonite.- mugugnò Edward - Che sfiga.-
- Lascia perdere.- annuì Malfoy - Pare che le visioni diano a Jane un sacco di problemi.-
- E' colpa dalla malattia. I Veggenti non vedono più bene quando sono malati.- sospirò Dalton.
- Già. Oh, grazie al cazzo!- esultò Draco, al punto di Alderton - Ci andava tanto?-
"Siete delle seghe."
- Vaffanculo Potter!-
- Ma che ti prende? Non ha aperto bocca!- lo difese Ron, mentre Harry se la rideva.
- Sta zitto lenticchia, non rompere.-
- Che fanno i Cercatori, si può sapere?- mugugnò dal fondo della tribuna Tristan - Si svegliano o no?-
- Già, dove stanno?- chiese anche Lumacorno.
- Là sopra.- indicò la Mcgranitt - Sulla tribuna di Corvonero.-
La partita agguerrissima finì dieci minuti più tardi. Grifondoro aveva preso il boccino ma il Cercatore si era schiantato contro quello di Serpeverde per prenderlo e le vipere, si sa, si lagnarono a oltranza per la partita truccata.
Almeno secondo loro.
Quando persero, Draco vide Cloe sghignazzargli in faccia da lontano.
- Maledetta tutta Grifondoro.- imprecò fra i denti - Io vado a cercare la mezzosangue, ci si vede stanotte.-
- Brucia eh?- frecciò Potter alle sue spalle.
- L'unica cosa che brucerà, sarai tu se non taci Sfregiato.-
- Salutaci Jane!-
In campo invece si esultava, Tom specialmente che non si era rotto l'osso del collo.
E quella sera avrebbe potuto festeggiare almeno per la vittoria, anziché per quella tortura di festa.
Durante la partita però era accaduta una cosa strana.
I gufi della posta avevano svolazzato sul campo, cosa strana ma non inconsueta e lui aveva avuto la netta sensazione che qualcosa gli fosse sfrecciato lungo la spalla, cadendo poi fra l'erba alta.
Avrebbe potuto essere un ricordino di quei malefici pennuti e ringraziò la Felix che non gli fosse piovuta addosso.
Una vera fortuna!

Più tardi, verso le cinque di pomeriggio, Cloe fece irruzione a Serpeverde fregandosene dei fischi che si prese dietro da Alderton e i suoi amici, incazzati per la vittoria dei loro mortali nemici.
Aveva un problema e doveva parlarne con qualcuno che capisse "quelle cose" di basilare importanza. Aprì la porta della camera di Damon e ancora sulla soglia esplose - Perché Tom non vuole fare sesso come me???-
Neely stava seduta sul letto di Howthorne, Trix su una poltrona con una cuffia nelle orecchie mentre Asher svaccato di fronte al caminetto e non sollevò neanche lo sguardo dal giornale.
Il Legimors poi leggeva una rivista di musica.
- Tu guarda…- bofonchiò - Gli ACDC sono in tour. Fanno tappa a Londra. Trix ci andiamo?-
- Non è possibile!- continuò la King senza sentire ragioni - Siamo insieme da un mese e mezzo e lui non ha provato neanche a toccarmi più del solito! Dio! Ho voglia di ucciderlo!-
- Ahhh…- borbottò la Diurna, intanto - Questa canzone fa schifo. Ma dove l'hai preso questo cd Damon? Sembra un coro di voci bianche da chiesa! Ma chi sono questi perdenti?-
-…non sarà che sono io che non gli faccio venire voglia?- se ne uscì Claira sconvolta - Oh no! E adesso che faccio? In tre ore di festa a Grifondoro non ha cercato d'imboscarsi una sola volta! Ma è normale?-
- No, davvero. Fanno davvero pena.- sindacò la Diurna, rigirandosi il cd pirata fra le mani - E' un misto di Slayers e Pistols, un'accozzaglia orribile. Fa venire voglia di darsi all'alcool. Asher dove hai messo gli Him?-
E il mannaro non sentì una virgola.
- Lo sapevate che il Capo degli Interni sulla Cooperazione Magica coi Babbani ha un'amante?- se ne uscì, sfogliando il giornale - Come fa certa gente a farsela vorrei sapere. Questo tizio nella foto si pulisce i denti col dito.-
- Ohoh…ma io non mollo!- continuò la King esaltatissima, facendo la spola dal letto alla parete - Stasera lo inchiodo e ne parliamo seriamente. Oppure gli viene un attacco e mi sviene…ma se fossi davvero io? Cioè…ha diciottanni quest'anno, un minimo d'istinto dovrebbe averlo…-
Neely seguiva quei discorsi un pelino preoccupata.
Forse a quella gente serviva una po' di terapia di gruppo. Ognuno parlava per i fatti suoi e non uno che rispondesse all'altro.
- Odio S. Valentino.- berciò la Diurna fra i denti, attaccandosi alla meranda con la cannuccia - E' pieno di dementi tutti felici e contenti. E poi tutto quel cioccolato…quell'odore ti si attacca alle narici e non se ne va più.-
- Fanno tappa anche a Dublino.- ridacchiò Damon improvvisamente - Che stato! Kyle è diventato uno skinhead.-
- Con Tom non serve sbattere le ciglia né i vestiti sexy né altro…che cazzo ma è umano? Possibile che non può essere un deficiente allupato come tutti gli uomini normali? No! Tutte a me capitano, porca di quella miseria!-
- Ah, merda. Il biglietto costa un pacco di soldi.- si lagnò Howthorne, imbronciato - Ed è fra tre settimane. Mi sa che non mi daranno il permesso di andarci se non mi riprendo. Fottuta polmonite.-
- …e a che cazzo serve la maschera stasera?- perseverò la Vaughn - Che stress! Così rischi di farti il primo che passa se esageri col bere! Asher vieni o no?-
- L'amante del Ministro faceva la spogliarellista…ma dai!- tubò il principe.
- Ho deciso!- concluse Cloe, piantandosi davanti al letto - Stasera gliene parlo! E poche balle! Dovrà dirmi se c'è qualcosa che non va, non ho intenzione di continuare a passare per un'assatanata! Ho dei bisogni io! Ecco, farò così!- e senza più dire altro prese la porta e se ne andò.
Solo allora Damon, Asher e Trix sollevarono il viso dai loro affari.
- E' entrato qualcuno?- chiese Howthorne.
- Non so. Ho sentito un ronzio vago.- replicò la Diurna - Asher chi c'era?-
Il mannaro alzò le spalle, sempre nascosto dal giornale.
- E' successo qualcosa?- chiese allora il Legimors alla sua ragazza.
E Neely scosse il capo, con un sospiro.
- Assolutamente nulla.-
- Mah….allora Trix, ci andiamo al concerto o no?-
- Che concerto?- bofonchiò quella, rovistando nei cd a terra - Dove stanno gli Him?-
- Che blateri?-
- Ma mi ascolti quando parlo?- sbuffò la Diurna - Dio, mi sembra di parlare col muro! Asher! Me lo lanci quel cd o no?-
- Cos'è un cd?- fu la spettacolare risposta del mannaro.
E Neely, sorridendo, abbassò il viso e tornò a leggere.

Ore dieci di sera.
E il tracollo psicologico di Tom Riddle era arrivato al punto tale che prima di uscire si era fatto un bicchierino di whisky incendiario con Draco, partito un'ora prima per andare a trovare Jane all'ospedale.
A un bicchierino era seguito un bicchierone, accompagnato da una sigaretta.
E poi l'apoteosi.
Aveva alzato i boxer rossi che quell'idiota di Damon gli aveva detto di mettere, come porta fortuna. Così oltre a farsi l'ennesimo bicchiere, aveva anche bruciato quelle mutande nel camino con aria da spiritato.
S. Valentino era ufficialmente la festa più idiota del pianeta. Anzi, della galassia.
Finì di vestirsi con un diavolo per capello, mentre ogni tanto buttava un'occhiata fuori dalla finestra. Fin da lì, dalla torre di Grifondoro, si vedeva che il campo da quidditch era stato magistralmente illuminato per l'occasione.
Sbuffando, infilò una maglia nera, pantaloni di pelle, stivali al ginocchio, quanti alle mani e cappotto nero lungo, con un largo cappuccio. Bene. Tutto in lui rispecchiava il suo umore.
E vaffanculo!
- Sei pronto?-
Si volse, vedendo Cloe alla porta.
Lo guardava ammirata, anche se trovava discutibile la scelta di tutto quel nero.
Lei anche era bellissima, un giaccone cremisi lungo fino ai piedi di velluto, mini, tacchi alti e sciarpone color rubino.
- Tieni.- e gli lanciò una mascherina a mezzafaccia di tessuto argenteo - Degona l'ha finita un'ora fa. Cuce molto bene. Farebbe la felicità di ogni governante.-
- Merito delle snervante ossessioni di Elisabeth temo.- sospirò, fissandosi la maschera in faccia.
- Di ottimo umore eh?-
- Non si vede?- ghignò appena.
- Andiamo.- sorrise, tirandoselo dietro - E non fare storie!-
Arrivare al campo da quiddtch fu più complicato del previsto. Per strada era pieno di coppie e gruppetti che impedivano il passaggio, per non parlare poi delle distinzioni di casa.
I branchi si muovevano a chiazze di colore, oppure si isolavano del tutto.
Fuori dai padiglioni del campo, l'ingresso era controllato da Gazza e da alcuni Auror.
Dentro, più di duecento fra divani e poltrone, più naturalmente i tavoli col rinfresco.
Tutto questo miscelato con cinquecento studenti dal volto coperto.
- Oh, eccovi.- disse Trix non appena li vide, tutta svolazzante in un abitino rosa, di seta cotta, osservando stranita la tenuta di Tom - Ma che t'è successo?-
- Niente.- ringhiò fra i denti - Dove sta il buffet? Finirà per venirmi il diabete se non bevo qualcosa di forte.-
- Mi sa che ne ho bisogno anche io.- mugugnò Asher, disgustato quanto lui.
- Ottimo. Noi andiamo a cercare il carburante.- disse il grifone.
- Se scappi sai che fine faresti.- lo minacciò Cloe - Ti ritroverei dovunque.-
- Lo so, lo so…-
- Abbiamo trovato un modo per farli andare d'accordo.- ghignò la Diurna - L'alcool.-
- Hn, mi sa che s'è già bevuto qualcosa per avere il coraggio di venire qui.- replicò la King, saccente - E i guai non arrivano mai soli. Arrivano Fern, il suo codazzo e la McAdams.-
Infatti, un gruppetto di sette cretine di Serpeverde si piantò di fronte alle due.
- Salve ragazze.- le apostrofò la Chilton, accanto alla Gordon - Con quelle maschere quasi non vi riconoscevo.-
- Potrei dire lo stesso di te.- replicò Cloe a tono, senza perdere un sorriso gelido e scintillante - Ti sta così bene che ti consiglio di non togliertela più.-
- Prima di parlare tu non pensi mai duchessa?- s'intromise Asteria, agghindata con uno striminzito giacchettino di velluto, come se non ci fosse stata ancora delle neve rappresa qua e là.
- E tu?- le disse allora la bionda - Tu quando parli dovresti stare attenta che in giro non ci siano orecchie indiscrete.-
La Vaughn avrebbe volentieri morso la sua compagna, se lo spettacolo di vedere la scozzese sbiancare non fosse stato un vero orgasmo.
- Che vuoi insinuare?- le sibilò bellicosa.
Ma quell'animosità non scosse la King neanche per sbaglio.
- Chi ha orecchi per intendere lo faccia.- insinuò la Grifodoro.
- Abbiamo qualcosa in ballo?- ironizzò la Gordon interessata - Un'altra scommessa?-
- Perché? Se non sbaglio Asteria non se l'è ancora portato a letto Tom.- aggiunse Cordelia Chilton, sarcastica, facendo vibrare di rabbia la McAdams - Sei stata brava King. Un serpente non avrebbe saputo fare di meglio.-
- Io con quella scommessa non centro nulla.- sindacò la biondina.
- E comunque non avresti vinto neanche tu.- disse Asteria di colpo, con un ghigno cattivo - In fondo nemmeno tu sei ancora andata a letto con lui.-
Quella frase ebbe il potere di far perdere a Claire la sua leggera patina d'indifferenza.
- Ah si? E da che lo capisci?- ironizzò, sentendo il cuore battere troppo forte.
- Hn.- fece l'altra altezzosa - Certe cose si notano. Forse non sei il suo tipo.-
- Se non altro non mi ha insultata perché l'ho baciato.-
Stavolta la McAdams perse il lume della ragione. Aveva già la mano sotto la giacca, stretta attorno alla bacchetta che Tristan passò lì accanto, per entrare dentro al campo da quidditch e la neo-rissa morì sul nascere.
- Occhio a quello che fai.- disse finalmente Beatrix, con assoluta flemma, verso la scozzese.
- Non ti ci mettere anche tu, fammi questo favore!- ringhiò Asteria, livida di rabbia - Comunque noi King faremo i conti uno di questi giorni!- e senza aggiungere altro dette loro le spalle come una principessa oltraggiata ed entrò di volata nel campo da quidditch, passando i padiglioni e seguita da tutte le altre. Restò per ultima Fern Gordon. Che rise in modo strano a Cloe e Trix e dopo un sarcastico inchino, prese il volo come la sua velenosa compagnia.
Sole, la Diurna si prese la briga di alzare gli occhi al cielo scuro, sciogliendo i capelli dalla lunga coda alta in cui li aveva rinchiusi.
- Megafessa…vacci più piano con quella.-
- Come diavolo ha fatto a capire che io e Tom non l'abbiamo ancora fatto?-
Eccola lì. Di arrivare alle mani con la scozzese non gliene fregava niente.
Il problema stava nel suo orgoglio femminile. Non sia mai che una King non riesce a portarsi a letto il fidanzato.
- Devo ficcargli qualche sostanza stupefacente in corpo e scatenare i bassi istinti a Tom!- ponderò Claire alla fine - Si, è l'idea più adatta! Lo faccio ubriacare e poi me lo…oh, eccoti!- tubò poi, diabolicamente angelica verso Riddle, appena tornato con una bottiglia in mano - Cos'hai preso?-
- Bonarda.- mugugnò, mentre il mannaro passava alle ragazze i calici - A che brindiamo?-
- Alla pace nel mondo.- frecciò Beatrix.
- Alla sicura morte per mano mia di Asteria McAdams.- fece la King.
Asher roteò gli occhi, versando il vino a tutti - Pensate a tenere gli occhi aperti.-
- Perché?- gli chiese Tom, il calice già alle labbra.
- C'è un'aria strana stasera.- disse il lupo, fissando nulla di preciso - E la luna è arancione, richiama sangue.-
- Se non altro non è piena. Ma ha ragione lui.- annuì la Vaughn, guardandosi attorno seria - C'è qualcosa che non mi quadra. Un odore che non mi piace…sembra di trepidazione.-
- Saranno gli ormoni.- sibilò Riddle sagace - O Martin che s'è appena portato Rebecca Tremaine dietro al padiglione nord. E' sempre il solito porco quello.-
- Io vado a farmi due passi.- disse Asher all'improvviso - Vado a destra.-
- Io a sinistra.- replicò la Vaughn - Megafessa tienilo d'occhio.-
E in un lampo erano spariti tutti e due.
- Che cacchio è successo?- bofonchiò Riddle, annoiato.
- Quella succhiasangue ha preso molto sul serio la sua missione di guardia del corpo.- belò la biondina, prendendolo sotto braccio - Dai, sorridi un po'. In fondo la serata potrebbe finire bene no? La Felix per ora ha funzionato.-
- Già, sta anche evitando che mi sbronzi.- disse infastidito - E' il settimo fottuto bicchiere e la testa non mi gira neanche. Merda.-
Poi, senza che nessuno avesse potuto prevederlo, neanche Damon che era a letto a dormire, accadde l'inevitabile.
Verso le undici a mezza Cloe vide uscire dalla folla un tizio vestito interamente di nero, con una mschera a forma di teschio sul viso. E imprecò.
- Tu guarda quel bastardo di Alderton! Vestirsi da Mangiamorte, che schifo!-
Anche Tom si girò, vedendo il Mangiamorte camminare dritto verso di loro ma…riaccadde, come alcuni mesi prima.
Lui lo percepì ancora prima che il fantoccio sollevasse la bacchetta.
Il cuore gli si fermò, ma agì più in fretta che poteva.
- TOM RIDDLE!- urlò il Mangiamorte con la sua voce stridula.
Fu un lampo.
Tom estrasse la bacchetta e spinse via Cloe con tutta la forza che aveva.
Vedendola cadere, in quell'istante, sollevò la punta della sua unica speranza verso il cielo - TUTTI A TERRA! PERICULUM!-
Da lontano, dalla cima della Torre Oscura, Harry Potter sollevò lo sguardo sulla vampata rossa e distruttrice di un Misterium Ignis scagliato dal fantoccio, sollevarsi pesante e densa sopra il campo da quidditch.
In quella nube di morte e fuoco, avvertì il cuore andare in briciole.
E poi…una fiammata strana. Rossa e dorata, danzante in mille scintille di luce.
E il verso di una fenice.
Si, una fenice aveva appena cantato.
Ma quando raggiunse il campo, vide un enorme cratere nero e fumante.
E di Tom Riddle non v'era più traccia.
Se non cenere e una mascherina argentea, bruciata, arsa.
E null'altro.

 

 

 

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