Circa un mese dopo le cose andavano di bene in meglio: Erik ed Hayten erano fidanzati, così come Gabriel e Nathan, ormai da tre mesi. Un giorno decidemmo di andare tutti ad una festa fuori città, dove si suonava musica afro e gli alcolici scorrevano a fiumi. Ricordo ancora che ci misi un'ora a vestirmi per bene, mentre Hayten e Nicole mi urlavano di sbrigarmi dal salotto, già pronte.
La festa a cui partecipavamo non richiedeva un abbigliamento ricercato ma a noi piaceva fare la nostra figura, sopratutto a Diego, che era sempre in giacca e cravatta.
Quando arrivammo, il locale era colmo di gente che ballava, beveva e fumava. Le luci erano accecanti, la musica era assordante ed esattamente non sapevo nemmeno che ci facevo in quel posto, perché non era per me, non mi sentivo me stessa, li dentro. Cosi, accompagnata da Nicole, andai al bar della sala a bere un po.
Stavamo lì, sedute, quando un tipo alto e biondo si avvicinò a Nicole e cominciò prima a squadrarla, successivamente cercò di attaccare bottone, invano.

Sarebbe finita li, se non fosse stato che Diego si intromise e rivolgendosi al ragazzo, che aveva una costituzione piuttosto alta e robusta, gli disse:
"Senti, la ragazza non è interessata, lei è con me, lasciala in pace."
"Sarà lei a decidere, allora. Non ha bisogno di nessuno che la difenda." Gli rispose, quello.
"Lascialo perdere, dai Diego, non importa, ce ne andiamo..." Disse Nicole strattonandolo per la sua preziosa giacca.
"No, Nicole, mi dispiace, ma lui ti ha disturbato e non voglio che ci rovini la serata."
"Bene, perché non andiamo fuori a chiarire la questione, allora? O hai forse paura di me?"
Nemmeno il tempo di uscire dal locale che Diego gli sferrò un pugno in piena faccia.
"Io non ho paura di nessuno, lurido bastardo."
Nello sbigottimento generale, il ragazzo si rialzò e come se nulla fosse cominciò a picchiare Diego con una violenza mai vista prima.

In preda al panico, chiamai aiuto, così arrivarono i buttafuori che, per lavarsene le mani e star fuori dalla vicenda, con molta fatica portarono Diego e il suo aggressore all'uscita trascinandoli per i capelli, mentre ancora si dimenavano.

Uscimmo allora tutti a vedere e mentre abbracciavo Nicole che piangeva disperata sulla mia spalla, il ragazzo continuava a calciare e malmenare Diego, disteso a terra, oramai in una pozza di sangue, senza la forza di reagire.

Gli ruppe uno zigomo, due costole e il setto nasale.
Era tarda notte, e dopo quella violenta rissa, in un quartiere malfamato e poco illuminato di Milano, chiamammo un'ambulanza, che venisse a "raccogliere" Diego, che nemmeno si muoveva.
Era talmente messo male che rimase in rianimazione almeno una settimana.

In quella settimana, non vi fu giorno in cui Nicole mancò. Stava sempre seduta accanto a lui, giorno e notte, tenendogli la mano e sussurrandogli:
"Non preoccuparti, da oggi ci penso io a te."