Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: Withoutdreams    14/10/2012    2 recensioni
Mentre scappava pensò ai giorni che aveva trascorso solo chiuso nella sua grande e vuota stanza. Non aveva nessuno con cui parlare, se non il vecchio grammofono dalla puntina danzante che gli faceva lunghi ed esaltanti discorsi jazz. L’unico suo amico era il jazz, ma il maestro non glielo avrebbe mai insegnato, per lui solo musica classica.
I suoi grandi occhi verdi s’illuminarono di gioia e sorridente corse incontro al padre. Quando poi gli fu più vicino notò che aveva le labbra sporche di rossetto e che sulla mano destra vi erano scritte delle cifre. La gioia che fino a pochi istanti prima l’aveva pervasa si trasformò in disgusto e odio. Non sarebbe mai cambiato, sarebbe rimasto sempre un traditore.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DUE BAMBINI, UN’ANIMA

 
Tutte quelle persone, tutto quel rumore e suo padre che ci provava con ogni donna dal vestito attillato la innervosivano. Non era proprio dell’umore adatto per cercarsi un partner. Sospirò. Cercò di sorridere e si disse che non si sarebbe fatta vincere dalla sua asocialità. No, lei sarebbe diventata la più grande maestra della falce, come sua madre, e avrebbe creato una Death Scythe più forte di suo padre. Fece per avvicinarsi a una ragazza alta e mora, con gli occhi azzurri e il sorriso gentile, ma fu preceduta dal ragazzo muscolo dai capelli blu che all’entrata si era presentato come “colui che trascenderà gli dei”.
- Maledizione – borbottò tra i denti stretti.
Non ci riusciva. Non riusciva a trovare un compagno, a realizzare il suo sogno. Iniziò a camminare in mezzo al mare di gente, in direzione dell’uscita, sconfitta. Si vergognava per essere così debole, si odiava, ma proprio non se la sentiva più di rimanere lì, sola e sperduta in un ambiente a lei così estraneo.
- Che festa pallosa. Non trovi? – le disse una voce strascicata.
Si voltò spaventata in direzione della voce. Appoggiato a una colonna di marmo c’era un ragazzo in uno smoking nero sopra alla camicia rossa che teneva le mani in tasca. Non ne distingueva i tratti del viso. Pensò di tirare avanti e di evitare quel tizio, ma lui uscì dall’ombra in cui era nascosto e le si avvicinò. Aveva il volto un po’ tondo, incorniciato da una scompigliata chioma argentea e illuminato da un paio di occhi rosso sangue. Aveva le labbra sottili piegate in un sorriso sghembo e strafottente.
- Tu? – sussurrò Maka non appena ricordò dove aveva già visto quel ragazzo. Il bambino del parco.
- Chi non muore, si rivede – buttò giù lui mentre la affiancava.
Era poco più basso di lei e l’aria triste che aveva il giorno del loro primo incontro era stata rimpiazzata da un’evidente arroganza. L’attenzione di Maka fu catturata dal cartellino attaccato all’altezza del cuore del ragazzo.
- Sei un’arma – sussurrò Maka più a se stessa che al ragazzo.
- E tu una maestra – ribatté lui annoiato.
Una vaga speranza fece capolino nel cuore affranto di Maka. Da bambini si erano promessi di aiutarsi a vicenda per ribellarsi alle proprie famiglie, essendo lei una maestra e lui un’arma gliel’avrebbero fatta.
- Ti andrebbe di diventare il mio partner? – gli chiese arrossendo.
- Io? – chiese poco sicuro di aver capito bene il ragazzo.
- Se non ricordo male entrambi volevamo ribellarci alle nostre famiglie, pensavo che potremmo farlo insieme – si affrettò a specificare.
- Ma io mi sto già ribellando – la informò improvvisamente serio Soul. – Essere qui, anziché in un conservatorio è già la mia ribellione – continuò quasi fiero.
Anche la sua ultima possibilità di raggiungere il suo obiettivo era sfumata. Strinse i polsi e i denti, abbassò lo sguardo e fece per andarsene. Non si sarebbe dovuta illudere così facilmente. Erano passati dieci anni dal loro primo incontro, erano cambiati, lui era cambiato.
- Vieni con me – le disse mentre si incamminava dalla parte opposta l’albino.
Maka si fermò sul posto, indecisa. Si voltò e gli vide solo la schiena leggermente curva che si dirigeva dondolante in una zona buia della scuola. Quel ragazzo era davvero strano. Gli corse dietro fino a raggiungerlo.
- Ma come cammini? – gli chiese divertita dalla sua buffa camminata.
- In modo fico – le rispose stizzito.
La condusse in una grande stanza dalle pareti nere e i drappeggi rossi. La poca luce derivante da alcuni vecchi candelabri si rifletteva sulla lucida superficie color pece di un enorme pianoforte che dormiva al centro della stanza.
- Siediti – le ordinò indicando con un cenno della testa una sedia imbottita.
Maka sentì il sangue arrivarle alle orecchie per la rabbia che provava nel sentirsi ordinare qualcosa, per di più da un estraneo. Quando, però, lo vide sedersi sullo sgabello di fronte al pianoforte, decise di sedersi. Ricordava perfettamente che da bambino il ragazzo le disse di odiare il pianoforte.
- Tu non odiavi il pianoforte? – gli chiese confusa.
- Non più. Non ci si può odiare per molto – le rispose serafico con un sorriso sghembo.
Le sue lunghe dita affusolate e abbronzate iniziarono a sfiorare i tasti d’avorio dello strumento. Mano a mano che la melodia cresceva il corpo di Soul ondeggiava avanti e indietro, a destra e a sinistra, seguendo ogni singola nota.
Era un brano complesso, per quanto la riguardava. Non ne capiva molto di musica, ma tra una nota e l’altra le pareva di riconoscere un sentimento di smarrimento, una profonda malinconia, poi la musica divenne più allegra, spensierata. Verso la fine la musica divenne più rapida e confusa, come se scapasse da qualcosa accrescendo la sua forza.
Finita la melodia gli si avvicinò emozionata e con le lacrime agli occhi.
- Questo sono io – le disse affannato guardandola negli occhi.
- Piacere di conoscerti. Io sono Maka Albarn, maestra d’armi – si presento Maka tendendogli la mano.
Lui la afferrò saldamente e con un ghigno le disse: - Il piacere è tutto mio. Io sono Soul Eater, la tua arma - .
Erano due bambini e un’anima sola. Un’anima sola e triste che però non si sarebbe lasciata sopraffare da niente e da nessuno, che avrebbe lottato fino alla morte.
 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: Withoutdreams