Una donna adulta stava sbraitando dal dolore a casa sua. Ascoltava tranquilla la musica in salotto, attendendo l’arrivo della sorella minore o del proprio marito. Aveva l’aria spensierata e contemplava le fiamme vive del camino. Improvvisamente, le mani degli alberi schiaffeggiarono le finestre e lei provò una fitta amara all’addome. Si spanse un panico silenzioso nella casa fragorosamente deserta. Contorcendosi dal dolore, la donna si accasciava penosamente sul pavimento. Reggendosi l’ingombrante pancione, appurò che le si erano rotte le acque: il bambino doveva nascere.  

Con la musica ad alto volume nelle orecchie, una comitiva di ragazzi stava passandosi l’ennesima bottiglia di Tequila. Erano i tipici “figli di papà” del quartiere, ricchi e arroganti. Strepitavano e barcollavano come bambini che non hanno ancora imparato a camminare con le proprie forze. Continuava a diluviare quando, con fare rozzo, uno dei giovani notò che la ragazza sola sotto la pioggia frequentava il loro stesso liceo. Tutti sostenevano che la nuova studentessa era incredibilmente sensuale e provocante. Fu così che iniziarono a fare apprezzamenti sul suo conto davvero poco dignitosi. Si avvicinavano sempre più a lei, ridacchiando tra loro.