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Autore: KriStewlove    14/10/2012    4 recensioni
Ogni ragazzina sogna il vero amore, il primo amore, io No.
Come nelle favore il papà per ogni bambina è il proprio eroe, colui che la salva da tutto e tutti, che vizia e coccola la sua principessa... . Io non ho un padre, ho un mostro.

Spero che queste poche righe, vi abbiano incuriositi. Il resto è tutto da scoprire!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Love is a duel - prologo

Prologo.


Ogni ragazzina sogna il vero amore, il primo amore, io NO.
Ho paura dell'amore, ho paura del sentimento che può legare due persone, perché mai nella mia vita ho avuto amore da qualcuno. Certo, avevo mia sorella Rose e Alex che sono stati le uniche persone che mi abbiano dimostrato un po’ d'affetto nella mia vita, ma nulla di più, anzi la mia vita è iniziata nel peggiore dei modi. Come nelle favore il papà per ogni bambina è il proprio eroe, colui che la salva da tutto e tutti, che vizia e coccola la sua principessa, perché si, le bambine per i loro papà sono sempre delle principesse. Io non ho un padre, ho un mostro, non ricordo nemmeno l'ultima volta che abbia pensato a quell'uomo, l'uomo che ci ha cresciuto -per modo di dire- come mio padre.
Lui ha cresciuto me e mia sorella nel terrore, ci incolpa da sempre della morte di nostra madre, non ha mai voluto bene a nessuna delle due.
Siamo sempre state maltrattate da lui, se facevamo i capricci -cosa normale per due bambine piccole-, lui ci picchiava, e non come un genitore che da una sculacciata al figlio, perché fa il monello, no, lui ci picchiava per farci male e ci lasciava i lividi su tutto il corpo. Quando andavamo a scuola, si giustificava con le maestre dicendo che eravamo cadute dalle scale giocando, ma dopo un po’ nemmeno le maestre , non gli credevano più.
Appena dicevano qualcosa, beh era servito loro lo stesso trattamento che lui riservava a noi.
Con il tempo è diventato un alcolizzato oltre che violento. Più crescevamo più la sua violenza nei nostri confronti aumentava, non potevamo farci nulla eravamo solo due bambine e davanti a lui eravamo impotenti, non riuscivamo a fare nulla.
Crescendo i suoi modi di fare sono peggiorati, dalla sola violenza corporale, in altre parole essere picchiate e ferite mentalmente, ha iniziato anche a voler abusare di noi.


26 giugno 2005 // 26 giugno 2010
Quante volte si sentiva alla tv, degli abusi domestici, di quegli uomini che maltrattavano le moglie e abusavano di loro contro il proprio volere, beh noi eravamo le sue figlie non la propria moglie, ma era la stessa cosa. Questa storia ebbe inizio tutto nel giorno del mio tredicesimo compleanno, quando stranamente lui tornò a casa invece di andare in giro a sbronzarsi, venne da noi e con un sorriso farlo ci augurò buon compleanno.
<< A bambine mie oggi siete diventate delle piccole donnine! >> la sua voce faceva paura, ma più delle altre volte, c'era qualcosa che si leggeva nei suoi occhi, si leggeva che avrebbe fatto qualcosa di cattivo, di sporco che ci avrebbe segnato per tutta la vita.
Noi eravamo lì rannicchiate in un angolo, un’abbracciata all'altra che tremavamo al solo suono della sua voce, ci aspettavamo che lui come ogni sera entrasse nella sua stanza, prendesse la cintura e una volta di nuovo davanti a noi avrebbe iniziato il suo hobby preferito, fustigarci fino a farci uscire il sangue dalle braccia e dalle gambe.
No, quella sera aveva tutt'altro per la mente. << chi delle due vuole una sorpresa ?>> iniziò a dire avanzando verso di noi, più lui avanzava più noi ci addossavamo al muro. Vedevo mia sorella tremare, Rose era sempre stata la più fragile, certo la più giocherellona, colei che, anche se tutto era buio voleva vedere il bello delle cose, ma quella volta vedevo l'orrore e la paura nei suoi occhi, e non volevo, non volevo che lei stesse cosi male.
Così pensai se mi facevo avanti io, lui avrebbe fatto male a me risparmiando lei, e così fu. Mi alzai e avanzai verso di lui con la testa bassa, senza mai guardarlo, era sempre stato così lui parlava noi obbedivamo, guai se cercavamo di ribellarci.
Rabbrividì e subito gli risposi << no. >> alzai lo sguardo e per la prima volta in vita mia lo guardai in faccia, non potevo lasciargli fare del male anche a Rose.
 
 << Picchia me, fa quello che devi ma non toccare lei. >>. La sua reazione alla mia proposta fu quella di venire da me squadrarmi e sfiorarmi con quelle mani che ancora adesso al solo pensiero mi provocano brividi di disgusto e paura<< beh forse posso accontentarti, sul corpicino mingherlino di tua sorella non ci sarebbe sfizio, mentre il tuo... >>.
Da quel giorno, ogni giorno per tre anni lui ha abusato di me, più e più volte, e se cercavo di ribellarmi, mi picchiava, cosi forte che più di una volta ho dovuto correre in ospedale. Non so cosa significa fare l'amore con qualcuno, non ho mai avuto una prima volta come le ragazzine normali, io lasciavo che lui facesse quelle cose, solo ed esclusivamente per non far sì che lo stesso trattamento veniva inflitto a mia sorella, che era ed è tutta la mia vita.
Non mi pento della mia decisione, certo ora sarò segnata a vita, mi porterò dentro di me questa cosa per sempre.
Ma sono contenta che in questi anni lei non è mai stata toccata, almeno non in quel senso, lei è ancora immacolata, la sua virtù la donerà a chi vorrà, a chi amerà e chi l'amerà sul serio. Io beh, per me non conta, ormai per me è diventata una cosa in-colore, è il grigio per me il sesso è il grigio. [...]
Erano passati anni da quel giorno ora crescendo, ho realizzato cosa mi succedeva , forse sono cresciuta troppo in fretta, o forse un infanzia io non l'ho mai avuta, ma ogni sera quando lui faceva i suoi porci comodi mi guardavo allo specchio e mi facevo schifo, mi facevo schifo perché, colui che doveva essere mio padre aveva abusato di me, del mio corpo della mia integrità fisica e mentale e io non riuscivo a far nulla.
Un giorno però dopo aver visto un servizio alla TV, dove una ragazza segregata in casa da un uomo, era morta e seppellita nel giardino di casa, presi una decisione... non volevo fare la sua stessa fine, non volevo quello per me e mia sorella, dovevo andarmene, dovevamo scappare.
 
 Così il giorno del nostro sedicesimo compleanno, mi svegliai di buona ora, andai in bagno facendo attenzione a non far rumore, non volevo svegliare Rose era ancora presto e lei era stanca, la sera prima "il mostro" aveva dato lei il suo regalo di compleanno, l'aveva picchiata fin quando le sue mani non erano diventate rosse.
Mi guardai allo specchio e con quel poco trucco che avevo, iniziai a coprire tutte le lividure e i segni che lui aveva lasciato sul mio corpo, volevo crearmi una vita migliore, certo avremmo avuto difficoltà, non avevamo un lavoro, non avevamo un posto, dove andare, ma tutto sarebbe stato meglio di vivere lì con lui.
Nel tardo pomeriggio, una volta spiegato a Rose ciò che avevo intenzione di fare, guardai l'orologio e controllai che ci fossero almeno 4 ore di tempo per scappare prima che lui tornasse. Presi i documenti di entrambe, rubai dei soldi che lui teneva nel cassetto della biancheria e preso le poche cose che avevamo, uscimmo di casa, chiudendoci per sempre dietro di noi quella porta che dava accesso alla casa degli orrori, alla casa della nostra infanzia tormentata e oppressiva.
Una volta uscite da li tirammo un sospiro di sollievo e prendendo la mano della mia sorellina << Ora riusciremo a vivere Rose, riusciremo a respirare finalmente. >> lei mi sorrise e si strinse a me, vedere il suo sorriso era la cosa più bella che potessi mai desiderare in quel momento.
Rubammo la sua macchina, e fui soddisfatta perché quella fu la prima volta che disubbidì a lui ed ero fiera di me.
Non sapevo, dove andare, ma virai dritto verso la prima autostrada, dopo due ore di viaggio mi fermai, e pensai che ormai a quell'ora lui già fosse di ritorno a casa, e avrebbe visto che noi non c'eravamo più, non avevamo cellulari, non avevamo nulla con il quale lui potesse mai rintracciarci, io avevo tagliato i capelli e Rose aveva tinto i suoi cosi che, se lui avesse messo degli annunci per cercarci, nessuno ci avesse riconosciuto.
Ok, l'ammetto avevo elaborato quel piano da un bel po’. Sorrisi di me stessa e rimisi in moto, guardai i cartelloni stradali e decisi la meta predestinata, Los Angeles.
Una delle città più caotiche del mondo, chi mai sarebbe riuscito a trovare due gemelle li ? Nessuno, nemmeno lui.

"Only a life lived for others is a life worth living" Einstein.

Arrivate a Los Angeles, dopo un giorno di viaggio, non sapevamo, dove andare, eravamo li, in una città nuova, dove non conoscevamo nessuno.
Avevamo solo 15 anni, non eravamo mai uscite di casa se non per fare la spesa e comprare il giornale al mostro, non sapevamo rapportarci molto con le persone gli unici contatti avuti sono stati quelli con i nostri compagni di scuola e le nostre insegnanti.
Per noi in quel momento c'eravamo solo l'una per l'altra, non avevamo altre persone con cui rapportarci, ormai eravamo libere da lui certo, ma sole al mondo. Sapevo che se ci impegnavamo c'è l'avremmo fatta, avremmo avuto una vita, un po’ più decorosa di quella che facevamo prima, almeno questo era ciò che pensavo a 15 anni una volta arrivata li nella terra delle Star.
Per due giorni andammo vagando per la città come due senza tetto, dormivamo in macchina e mangiavamo qualcosa al fast-food.
Avevamo tanto tempo per pensare, per capire come andare avanti, in un primo momento pensai che dovessi trovarmi un lavoro, almeno cosi avremmo potuto trovarci qualcosa da mangiare e chi sa forse un piccolo alloggio, ma ben presto mi resi conto che nessuno prendeva a lavorare una ragazzina di 15 anni appena.
Un giorno però incontrammo un signore, beh non che fosse un tizio molto raccomandabile, ma lui ci disse che se volevamo potevamo avere dei documenti falsi, ma in cambio voleva l'orologio che avevo al polso.
In quel momento ringraziai mentalmente di averlo rubato qualche giorno prima al mostro, l'avevo fatto perché quell'orologio mi era sempre piaciuto, non credevo che potesse valere tanti soldi.
Beh sta il fatto che ci tornò utile, ora avevamo dei documenti falsi Non eravamo più Destiny e Rose Miller ma eravamo Destiny e Rose Cassedy.
Questo cognome l'ho scelto io, era il cognome di uno dei miei protagonisti preferiti del romando On the road. Nessuno ci avrebbe rintracciato cosi, perlomeno non nostro padre.
I giorni passavano e noi non avevamo molto da fare, avevamo trovato un alloggio, in una vecchia casa dismessa, non era messa molto male ma almeno poteva essere funzionale per me e mia sorella, e passarci almeno la notte.
 
<< Rose, su svegliati oggi si va a scuola. >> una mattina di settembre due mesi dopo essere arrivate a Los Angeles avevo deciso che saremmo continuato ad andare a scuola, avevamo dei documenti e in questo stato tutti erano liberi e quindi non avrebbero fatto tanti problemi ad accettarci, e cosi fu.
Non dicemmo a nessuno che non avevamo dei genitori, che eravamo sole, eravamo delle ragazze normali che frequentavano una scuola normale.
Molte volte facevo un po’ da mamma a Rose, anche se avevamo la stessa età lei era quella che vedeva la vita come una favola, voleva giocare e scherzare sempre e a volte volevo essere come lei e non preoccuparmi sempre di tutto anche perché avevo solo 15 anni.
Non avevamo più molti soldi, erano passati due mesi da quando eravamo scappate da casa nostra, e con noi avevamo guadagnato abbastanza soldi per un paio di mesi non per una vita, ormai era rimasto bene poco, cosi iniziammo a dividere ciò che avevamo per conservarli e comprarci da mangiare, avevo voglia di comprarmi nuovi vestiti ma ero costretta solo a prendere gli abiti che davano in chiesa ai senza tetto o alle famiglie più povere.
La chiesa era stata la nostra salvezza, andavamo alla mensa e i vestiti li prendevamo li, certo, erano gli unici lì a sapere di tutta la verità.


Ciò che avete appena letto è solo l'inizio ...


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Ok, ci sono!
Salve a tutti, dopo tantissimo tempo ho ripreso a scrivere, e questa volta sto entrando in un genere da me mai provato prima, sono solita scrivere su Twilight o sul cast del film, ma questa volta ho voluto provare a scrivere una originale. Spero che l'inizio vi sia piaciuto, so che forse sarà un tema un po forte e forse non a tutti piace leggere su queste cose... perà spero che mi seguirete in tanti!!
un bacione Rò
   
 
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