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Autore: aras95    14/10/2012    2 recensioni
-Mamma, la nonna quando torna?- chiese una bambina di 4 anni alla madre, guardandola con uno sguardo vispo. Gli occhi così chiari da sembrare bianchi, i capelli neri come ali di corvo, e la pelle bianca, non facevano che ricordare alla donna la madre, impegnata insieme ai suoi amici a istruire le giovani menti del Mondo Magico.
-Te l'ho già detto Morrigan, la nonna è impegnata, se vuoi puoi mandarle un gufo per chiederle se torna a casa per Natale- Le disse Helena, che vide poi la figlia correre come un fulmine verso la sua camera.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Luna Lovegood, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hogwarts, foresta proibita

 

Morwen correva veloce nella foresta alzando, ogni tanto, gli occhi a scrutare oltre le fronde degli alberi in cerca di segnali rivelatori che le dessero la posizione della persona che la stava seguendo, mantenendo comunque gli altri sensi allerta per qualsiasi cosa la circondasse. Doveva stare attenta se non voleva farsi trovare. Nascondeva la sua aura magica, cosa che possono fare solo i demoni, per non farsi individuare da chi seguiva la terra ed evitava di spiccare salti troppo alti per non farsi vedere da chi volava. Erano tre giorni che correva, si nascondeva e affrontava i suoi avversari. Era molto stupita dai miglioramenti che aveva notato. Più di una volta aveva rischiato di farsi prendere, peccando di arroganza, ma non aveva intenzione di ripetere lo stesso errore. Un fruscio vicino a lei la fece scattare per nascondersi dietro un albero. Da quella parte uscì Deirdree che muovendosi con sorprendente agilità ispezionò la radura e chiuse gli occhi per scandagliare la zona. Morwen ne approfittò per sparire da lì alla velocità della luce. In senso letterale. Allontanatasi di un paio di chilometri si fermò ad interpellare il tempo per vedere la posizione degli altri. Morrigan sfruttando le correnti ascensionali che soffiavano, sostenuta dai venti, sorvolava la foresta, sfruttando la vista del falco. Cìaran con la telepatia controllava intere zone di foresta per individuare i suoi pensieri, seguendo una scia mentale ben precisa. Aodhan invece con la chiaroveggenza tattile cercava le sue tracce nella foresta stessa. Daphne tentava di percepirla sfruttando il suo legame con gli animali per vedere se registravano il suo passaggio, Pansy sfruttando la sua capacità di percepire le presenze la preoccupava maggiormente, per questo aveva nascosto la sua aura magico-demoniaca, poiché poteva percepire e distinguere le presenze secondo la razza di appartenenza. Ora vedeva come creatura demoniaca solo Morrigan anche se quest'ultima non completamente. Neville interpellava le piante per sapere dove si era nascosta e Harry chiedeva aiuto ai serpenti che erano molto attivi e obbedivano senza problemi. All'esercitazione non partecipavano altre persone, infatti Ron, Lavanda, Calì e Theodore avevano rinunciato presto. In Theo , poi, sembrava che la discendenza da Morgana si fosse talmente diluita che la sua aura non mostrava nemmeno un briciolo di sangue di una tale antenata. Quando riaprì gli occhi si trovò davanti Morrigan che la osservava con un sorriso feroce dipinto sul volto in pugno stringeva Shedir la sua spada temporale, dalla stella più luminosa della costellazione di Cassiopea. Morwen evocò Antares che rispose subito al suo richiamo, non sapeva cosa fosse accaduto alla cugina ma sembrava sul punto di perdere il controllo. Le due cominciarono a lottare e a scambiarsi fendenti sempre più velocemente e con sempre più forza. Il combattimento durò diversi minuti in cui nessuna delle due riuscì ad avere la meglio sull'altra. I volti di entrambe si stravolsero. Il loro sangue demoniaco cominciò a ribollire e le loro sembianze a mutare. Morwen cominciò a somigliare sempre più ad un felino. I suoi tratti si fecero più affilati, la sua forma più affusolata, i suoi movimenti più eleganti. Morrigan, a dispetto delle sue limitate capacità metamorfiche, invece di somigliare a un falco, aveva cominciato ad assumere anche lei le apparenze di un felino, ma la sua forma era molto più umana di quella della cugina. Infatti i suoi occhi si tinsero di rosso, le zanne superiori le uscivano fuori dal labbro e i capelli si tinsero di sfumature argentate. Le due cominciarono a scagliarsi una contro l'altra con sempre maggiore ferocia. La situazione stava degenerando rapidamente e Morwen non riusciva a trovare un appiglio nella mente della cugina. Era completamente stravolta, il caos più completo dominava la sua mente al pari di una fame bruciante, che Morwen aveva sperimentato solo quando aveva raggiunto la soglia di potere sufficiente a passare di livello demoniaco. Nonostante il suo compleanno fosse fra due giorni, il suo corpo era pronto a mutare già adesso. Non ancora alla forma di demone completo come lei ma alla forma intermedia inferiore, un gradino superiore alla sua attuale forma. L'accelerato sviluppo delle sue capacità e la liberazione dei suoi poteri stavano costringendo il suo corpo a mutare per poterli contenere e accrescere. Stava succedendo quello che sua zia, sua madre, e le loro nonne temevano sarebbe successo. La sua parte demoniaca stava sopraffacendo quella elfica, portandola a uno sviluppo demoniaco accelerato. Sua cugina non poteva più restare ad Hogwarts, non con un livello di potere che si alzava così velocemente. Liberando completamente la sua aura demoniaca cercò di sopraffarla velocemente e riuscì a disarmarla. Quando stava per infliggerle il colpo che l'avrebbe portata ad un temporaneo stato d'incoscienza, vide spuntare nella radura Cìaran che si diresse verso Morrigan molto velocemente con un'espressione preoccupata dipinta sul volto. Morwen si preparò a respingerlo in caso la cucina avesse reagito in maniera violenta ma stranamente più lui si avvicinava meno lei dava segni di voler reagire in maniera violenta. Guardando Cìaran si accorse che lui stava parlando telepaticamente con lei e cercava di mantenerla calma. Morwen era stupita, Cìaran era riuscito a stabilire un contatto telepatico con sua cugina nonostante lei, che ci aveva provato, non vi era riuscita. Una scena simile le riportò alla mente ciò che era accaduto la prima volta che aveva perso il controllo in quel modo. Sua madre non era riuscita a calmarla nonostante avessero stretto un potente legame telepatico per evitare problemi di questo genere. Solamente Astraeth era stato in grado di riportare la ragione nella sua mente accecata dalla fame e spaventata dal mutamento. Ritornò rapidamente al presente giusto in tempo per vedere Cìaran che stringendo Morrigan con delicatezza, avvicinò il suo volto a quello di lei e pose le sue labbra su quelle della ragazza. Morwen distolse lo sguardo dal bacio dei due ricordando Astraeth che la baciava nello stesso modo e la trattava come ciò che di più caro aveva al mondo. Fu un bene che  distolse lo sguardo perchè così poté notare due occhi rossi e una chioma argentata che si mischiava alle foglie della foresta. Riconobbe subito quella persona, come non poteva, il suo marchio bruciava, come il fuoco di cui era il signore, sulla sua pelle. Piano Piano Astraeth uscì dal sottobosco e le si avvicinò. Sembrava in grande difficoltà come se stesse combattendo contro se stesso, il viso stravolto dalla sofferenza. Morwen si volse verso Morrigan e Cìaran che si erano staccati e che ora stavano abbracciati ad osservare il nuovo arrivato con smorfie preoccupate.

 

- Cìaran, Morrigan andate via subito, e portate via gli altri!- urlò loro Morwen prima di voltarsi ad affrontare il suo passato e il suo presente.

 

- Non intenderai affrontarlo da sola Mo. Non puoi sconfiggerlo è troppo potente!- Le gridò in risposta Morrigan preoccupata.

 

- Non ti preoccupare Mor starò bene vedrai. Ora andate!- rispose lei. I due la guardarono avvicinarsi al demone appena apparso poi corsero lontani dalla radura per intercettare tutti gli altri.

 

Morwen si concentrò unicamente su Astraeth e gli si avvicinò circospetta. Stava facendo un enorme fatica  a controllarsi per non correre da lui e stringerlo forte a se fino a che l'espressione di sofferenza sul suo volto non sparisca. Astraeth la guardò negli occhi e Morwen vide il sollievo di vederla incolume.

 

- A... Aiu... Aiutami- disse lui stringendo i denti per la sofferenza.

 

Morwen non se lo fece ripetere due volte e lo strinse forte a se, beandosi nel poter di nuovo sentire il suo profumo di fumo e uomo, vicino a se. Seguendo il suo istinto alzò il volto e posò le sue labbra su quelle di lui. La reazione di lui se l'aspettava, rispose al bacio con urgenza come se stesse affondando e lei fosse la sua ancora di salvezza. Il bacio da un semplice strofinare di labbra divenne profondo e passionale e Morwen avvertì come la malvagità che fin'ora l'aveva posseduto svanisse scacciata dall'amore profondo che lui provava. Si staccarono per riprendere fiato e lui approfittò di quel momento per stringerla ancora più forte al suo petto e aspirare l'odore di foresta e pelliccia di lei, quell'odore che in passato lo aveva portato alla follia più volte. Avvicinò la bocca all'orecchio di lei e mormorò:

 

- Ti ho ritrovato, finalmente. Non ti abbandonerò più, rimarrò sempre al tuo fianco. Sfogati, picchiami, fammi ciò che vuoi, ma non abbandonarmi. Affronteremo tutto insieme come avremmo dovuto fare tanto tempo fa. Non sai quanto mi sono sentito male quando o saputo che nostro figlio non avrebbe mai visto la luce, sapevo che era colpa mia se era accaduto questo. Non avrei dovuto lasciarvi quella notte...- Morwen sentì le lacrime di lui bagnarle il volto e il collo, e lo strinse più forte a se.

 

- Sssshhhh va tutto bene. Non fu colpa tua ma mia. Non ti ho mai odiato, ma per lungo tempo ho odiato me stessa, ho sentito che era colpa mia e se mia madre non mi avesse mandata in un sonno rigeneratore probabilmente ora non sarei qui.- confessò lei a lui.

 

Il loro abbraccio divenne ancora più stretto, al punto che non si distingueva più dove cominciava lei e finiva lui. Poi si staccarono, Morwen lo prese per mano e lo condusse fuori dalla foresta verso l'ufficio di Silente. Oh meglio quella era l'intenzione, ma appena usciti dalla foresta trovarono ad attenderli Morrigan, Cìaran e gli altri che li osservavano. 

 

- Quindi è lui cugina il demone che ti ha lasciato il marchio. Non ce lo presenti?- iniziò il discorso Morrigan, inarcando un sopracciglio. Cìaran dietro di lei le stringeva la vita e le aveva posato il colto nell'incavo del collo.

 

- Lui si chiama Astraeth, è il re dei Domatori del fuoco, è cosa più importante è il tuo futuro cognato, come Cìaran sarà il mio se continua su questa strada.- le rispose Morwen strafottente.

Poi salutò i ragazzi notando come Morrigan e Cìaran erano diventati del rosso dei Grifondoro, e gli altri ridacchiavano intorno a loro facendo battutine mentre tornavano tutti al castello.

 

Una volta entrati nel castello, invece di dirigersi verso l'ufficio di Silente, Morwen condusse Astraeth in camera sua. Il demone comprese le intenzioni di Morwen e, chiusa la porta, insonorizzata la camera , la baciò con tutta la passione che in quegli anni aveva represso. Morwen sbatté la schiena al muro, rispondendo al bacio con la stessa intensità di lui, e facendo scorrere le mani lungo la sua schiena e tra i capelli. Lui le mise le mani sulle natiche e la tirò su costringendo Morwen ad allacciargli le gambe intorno ai fianchi, e mentre con una mano la sosteneva, l'altra vagava sotto la camicia di lei. Intanto lei aveva provveduto a togliergli la parte superiore del suo abito e le sue mani scorrevano sulla muscolatura di lui che in quei lunghi anni si era irrobustita. Quello che ricordava lei era un ragazzo, quello che aveva davanti era un uomo. Non ci volle molto perché il resto dei loro vestiti sparisse lasciandoli nudi ed eccitati. Astraeth la condusse a letto e baciò ed esplorò con la lingua ogni parte del corpo di lei che gemeva e lo stringeva sempre più a se. Gli occhi rossi di entrambi brillarono sempre più mentre i loro corpi rinnovavano la loro conoscenza e il rituale d'accoppiamento dei demoni si completava. Per diversi minuti rimasero a guardarsi negli occhi poi Astraeth crollò esausto al fianco di lei. Morwen s'infilò sotto il braccio di lui che le accarezzava i capelli e posò la testa sul petto di lui. Ad occhi chiusi si lasciava coccolare da una delle poche persone di cui si fidava completamente. Dopo una manciata di minuti si alzarono e si rivestirono per dirigersi all’ufficio di Silente. Durante la strada Morwen si era rabbuiata pensando al fatto che si sarebbe dovuta nuovamente separare da sua cugina.

 

-Cosa pensi di fare con tua cugina ma petit chat? Lo hai visto oggi, il suo sviluppo è troppo veloce, ha perso il controllo. Per lei e per le persone a cui vuole bene è troppo pericolosa la sua permanenza qui- le fece notare Astraeth con voce dolce.

 

-Lo so. Credo che la manderò al mio vecchio tìaso, lì potranno aiutarla meglio di quanto non possa fare io, e il contatto con le altre donne demone la aiuterà a comprendere i meccanismi della nostra specie. Dopo aver parlato con lei e Silente mi metterò in contatto con Saffo per sapere se c’è posto per lei.- disse Morwen aumentando il passo.

 

Arrivarono all’ufficio di Silente rapidamente e bussarono alla porta.

 

-Vecchio rincitrullito apri la porta che devo parlarti. Non fare finta che non ci sei perché non me la bevo. Avverto la tua presenza.- urlò Morwen prima di aprire la porta ed entrare nell’ufficio.

 

Silente sedeva sulla sua poltrona e fece segno loro di sedersi. I due si sedettero e spiegarono la situazione al preside che si disse d’accordo con loro, anche se era dispiaciuto di perdere una studentessa così brillante, ma se era necessario per la sicurezza della stessa avrebbe acconsentito il trasferimento. Poi mandò a chiamare Morrigan per comunicarle la decisione. Intanto osservava il compagno di quella che tutt’ora considerava la sua studentessa più vivace. Morwen che aveva notato lo sguardo del preside lo fulminò con un occhiata.

 

-Questo baldo giovanotto deduco sia il tuo compagno Morwen me lo vuoi presentare?- le chiese Silente per fugare ogni dubbio.

 

-Lui è Astraeth, il Signore assoluto dei demoni elementali di Fuoco, e soprattutto, mio compagno secondo le leggi demoniache. Ti basta sapere questo di lui.- lo presentò Morwen abbracciandolo.

 

-Lei deve essere il preside di questa scuola. Sono lieto di fare la sua conoscenza, e le vorrei chedere il favore di poter rimanere accanto alla mia compagna- disse molto formale Astraeth.

 

-Naturalmente. Visto che ci sei potresti fare lezione con lei, penso che i miei studenti ricaverebbero un grande vantaggio ad avere entrambi come insegnanti- rispose Silente sorridendo

“ Così ci sarà qualcuno che la tiene sotto controllo e le impedirà di uccidere i suoi studenti” penso poi il preside.

 

In quel momento Morrigan bussò alla porta dell’ufficio ed entrò. Morwen spalancò gli occhi e così fece Astraeth. Morrigan aveva ancorai capelli striati d’argento e gli occhi di colore diverso. Uno era tornato al suo colore originale, l’altro invece era ancora rosso. La sua pelle era ancora più chiara del solito e sembrava molto spossata. Morwen si alzò e raggiuntala la sostenne fino a farla sedere sulla poltrona che occupava precedentemente.

 

-Mor stai bene? Maledizione è più avanti di quanto avessi previsto. Il trasferimento dovrà avvenire molto velocemente.- disse Morwen molto preoccupata

 

Morrigan alzò lo sguardo verso di lei e le chiese di quale trasferimento stesse parlando. Morwen le spiegò la sua idea sospirando. A differenza di quello che si era aspettata Morrigan comprese il suo punto di vista e accettò il trasferimento. Sapeva che questo trasferimento le avrebbe fatto bene ma l’avrebbe allontanata anche da Cìaran e questo le faceva male perché si erano finalmente decisi a togliere tutte le barriere tra loro e vivere la loro storia con tranquillità. Certo se quello che le aveva spiegato Morwen era vero si sarebbe dovuta preparare alle battutine dei suoi amici, ma dopotutto che ci poteva fare se le scuole demoniache erano organizzate come il tìaso greco e l’Agoghè  per le ragazze e per i ragazzi unicamente come Agoghè. Si ricorreva al metodo di istruzione spartano per temprare e preparare i giovani ragazzi al mondo demoniaco, solo che invece di entrarvi a 7 anni tra i demoni vi si entrava, intorno ai 17-20 anni per i particolarmente precoci, mentre per quelli normali intorno ai 70 anni. Si decisamente si sarebbe dovuta preparare alle battutine.

 

Angolo della scrittrice

Eccomi di nuovo qui con voi con un altro capitolo stavolta vediamo arrivare all’orizzonte i primi problemi e separazioni. Scusate se non è un gran che ma mi serviva per spiegare come mai Morrigan non è più ad Hogwarts.

Ringrazio kasumi_89 e RTT per avere recensito. Grazie.

Al prossimo week-end con un nuovo aggiornamento.

Baci Aras

  
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