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Autore: Finitem_    15/10/2012    15 recensioni
Ormai tutti sanno chi sono. Svenite al loro passaggio, urlate i loro nomi, ridete alle loro battute e cantate le loro canzoni...
Ma sapete davvero di chi state parlando? Conoscete davvero la loro storia e la loro vita? Sapete come tutto iniziò?
No, non sto parlando dei cinque classificati al terzo posto ad X Factor nel 2010.
Sto parlando dei cinque deficienti di Holmes Chapel, le cinque catastrofi della scuola, i cinque paglicci della compagnia.
Il mio passato, presente, e forse anche futuro.
Estratto dal 2° capitolo:
La partita era cominciata, e le pallonate fendevano l'aria come proiettili.
Una cannonata di Liam mi aveva sfiorato l'orecchio, facendomelo fischiare.
Niall era in prigione, e quindi mi era nemico, ma almeno aveva la sensibilità di lanciare la palla dalla parte opposta rispetto a dove mi trovavo.
Però poi Harry era stato preso, e Mr Styles la sensibilità non sa' nemmeno dov'è di casa, quindi mi ero ritrovata in costante pericolo, perchè anche se odio ammetterlo, Jennifer ha ragione: io ho paura della palla. Louis era incazzatissimo com me, gli avevo fatto perdere almeno due palle buone[...]
Paonazza, avevo deciso di nascondermi dietro a Zayn per il resto della partita...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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PE Quanti di voi odiano l'ora di educazione fisica?
Io moltissimo.
Insomma, è un'ora utile per il benessere fisico, ma potenzialmente discriminante.
Ci sono gli atleti che sfogano il loro malsano autolesionismo in gare di resistenza, gli iperattivi che prendono parte a qualsiasi attività proposta con entusiasmo maniacale, gli indifferenti, che se la cavano abbastanza in ogni esercizio e che se ne approfittano per chiacchierare e fare casino, gli stronzi (se femmine stronze-ragazze cheerleader) che sfottono tutti con aria di superiorità e che offrono il miglior coro di risatine di tutto il paese, e poi ci sono gli sfigati.
Indovinate di quale gruppo fa parte la sottoscritta?
Esatto.
Liam è un atleta, anzi, il capo degli atleti.
Harry, Niall e Zayn sono tre indifferenti (anche se il mio vicino di banco casino ne fa poco perchè sonnecchia o infila le auricolari dell'Ipod).
Sammy e Louis sono due entusiasti competitori, ovvero fanno a gara su chi è più competitivo.
E io sono la sfigata che cade dalla sbarra, inciampa negli ostacoli, segna i punti nella propria porta...
Nessuno mi parla durante l'ora di ginnastica. Sono tutti così presì dalla partita o dall'esercizio che io rimango tagliata fuori. Nessuno mi sceglie per prima, o esulta perchè sono capitata nella sua squadra.
Nessuno. Sotto sotto anche i miei amici non sono contenti.
Perchè, dopotutto io sono Em l'Elefante.
Quando ero piccola avevo un sacco di pinguedine infantile. Morbidosa mi chiamava mia mamma, Coccolosa i nonni, Soffice le zie, Rubiconda i professori, Paffuta gli amici e Grassa Jennifer.
Ora il grasso è sparito, sono nella media, peso 57 chili, ma il nomignolo è rimasto.
"Em! Vieni qui a giocare!!" mi chiamò Sammy, riportandomi alla realtà.
Palla avvelentata. Ma che bello.
"Lascia perdere Em" fece una voce cattiva alle mie spalle "Lei ha paura della palla"
Avere amici sboccati come Harry è utile dopotutto. Ti insegnano a alzare il dito medio nei momenti giusti.
"Chi sono i capitani delle squadre?" aveva chiesto la strega, perso ogni interesse nello sfottermi.
"Io!!!" strillarono in coro Sam e Louis.
"Mangerai la mia polvere, spilungone"
"Tornerai con la coda tra le gambe nella cucina da dove sei venuta, donna"
Sam puntò perforò il petto di Louis con un dito.
"Tornerò nella mia cucina solo per prendere un mattarello e poi tornerò a seccarti di botte!"
"Ma che pauuuura!! Me la sto facendo nei pantaloni guarda!"
"Vuoi che oltre al mattarello ti recuperi un po' di Scottex, amore?"
"Si, cara, serviranno ad arginare tutto il sudore che butterai fuori quando ho finito con te!!"
"Ma allora Giochiamo o no?!" Strillò Liam ponendo fine alla conversazione.
Sam e Louis sono molto competitivi. Per vincere userebbero le più basse bassezze, e quando si impegnano veramente, non guardano in faccia nessuno.
Neanche me.
Fui scelta di nuovo per ultima, eravamo rimaste io e Natalie, le ultime due della "catena alimentare".
Sammy mi aveva guardato implorante, e io avevo sorriso. Faceva male, ma se per lei era più importante vincere....
La partita era cominciata, e le pallonate fendevano l'aria come proiettili.
Una cannonata di Liam mi aveva sfiorato l'orecchio, facendomelo fischiare. "Liam vuoi uccidermi?!" avevo strillato, ma lui non si era manco voltato, era troppo impegnato a raccattare la palla.
Niall era in prigione, e quindi mi era nemico, ma almeno aveva la sensibilità di lanciare la palla dalla parte opposta rispetto a dove mi trovavo.
Però poi Harry era stato preso, e  Mr Styles la sensibilità non sa' nemmeno dov'è di casa, quindi mi ero ritrovata in costante pericolo, perchè anche se odio ammetterlo, Jennifer ha ragione: io ho paura della palla.
Schizzavo qua' e la tra i miei compagni, spingendo e sgomitando come una pazza furiosa.
Louis era incazzatissimo com me, gli avevo fatto perdere almeno due palle buone. "Prendi quella palla Em!!! Dai cazzo!!!"
Avevo provato a fare come mi diceva, ma ero andata in pallone e avevo praticamente regalato la palla agli avversari, che mi avevano calorosamente ringraziato con urla e fischi.
Paonazza, avevo deciso di nascondermi dietro a Zayn per il resto della partita, mentre lui ridacchiava sotto i baffi.
Non avevo messo in conto che Mr Malik rientra nella categoria degli "Indifferenti" e quindi si sposta velocemente. Troppo velocemente.
Era passato da una parte all'altra del campo in un nanosecondo: un attimo prima era davanti a me, un attimo dopo vicino alla linea di centrocampo.
Non avevo fatto in tempo a seguirlo e la palla, guardacaso, era volata proprio verso di me. Era troppo tardi per mettersi in salvo, così l'avevo afferrata e lanciata alla mischia dei miei compagni.
Louis l'aveva afferrata e l'aveva lanciata, senza nemmeno guardare, verso il centrocampo nemico.
C'era stato il fuggi fuggi generale, ma il tiro era troppo potente, e aveva centrato in pieno stomaco, proprio Sammy.
Lei si era piegata in due, come se si sentisse male e stesse per vomitare. Preoccupati, avevamo l'avevamo accerchiata.
Non si muoveva, stava lì, piegata, a testa bassa, respirando forte. Stavo per scuoterla per un braccio quando si era rianimata all'improvviso.
Aveva alzato la testa: era paonazza, le labbra erano viola e piangeva dal dolore.
"Sei un vero coglione!!!" aveva urlato con voce rotta a Louis, graffiando e menando pugni a ogni parte di lui che riusciva a afferrare "Non sai mai quando fermarti vero?!!" sottolineava ogni parola con un colpo, e più urlava, più alzava la voce, più colpiva forte "Devi sempre esagerere!!!"
Louis indietreggiava balbettando intervallate da qualche "Ouch" e "Smettila" o "Non l'ho fatto apposta"
"Lo sai cosa penso?" strillò Sammy con voce sempre più stridula e rotta "Penso che..." non finì mai la frase.
Diventò bianca di colpo e perse l'equilibrio.
Fortunatamente cadde addosso al suo fratellastro, che la sostenne.
"Dio Sam, ti giuro che non l'ho fatto apposta!" fece Louis. Sembrava veramente dispiaciuto "Vuoi che ti accompagni in infermeria?"
Lei aveva emesso un ringhio, in mezzo ai singhiozzi che iniziavano a scuoterla. "Col cazzo! Mi accompagna Em, vero Em?" avevo annuito, l'avevo tirata su meglio che potevo, aiutata Niall.
E così, Samantha Gerrard, regina incontrastata della palla avvelenata, era uscita dalla palestra.
Una volta arrivate in infermeria, l'infermiera si era accertata che non avesse niente di mortale, e aveva rispedito Niall in palestra, mentre mi aveva permesso di restare.
Passavo a Sam fazzolettini di carta, e le asciugavo il mascara che le colava giù per la faccia.
Pian piano, dopo un thè caldo e tante coccole, si era calmata.
Aveva gli occhi gonfi come palline da golf, la faccia a chiazze rosse e i capelli in disordine, ma almeno aveva smesso di piangere.
L'avevo aiutata a risistemarsi un po', e mentre le facevo una treccia per tenere in ordine i capelli, le avevo chiesto: "Non ti sembra di aver esagerato con Louis? Insomma, mica l'ha fatto apposta, poteva capitare a tutti!"
"Ma è capitato a lui, capito? Mi ha sfidato, e poi mi ha eliminato. Dovevo fare qualcosa no?"
L'avevo guardata allibita "Quindi è tutta una messa in scena questa?"
"Assolutamente no!" aveva risposto lei decisa "E che mi ha fatto male,ho reagito d'istinto.In più io odio non essere presa sul serio, e lui non prende sul serio niente e nessuno. E' una cosa che a volte detesto!"

Erano passati cinque giorni dall'incidente in palestra, e la convivenza Gerrard-Tomlinson era messa a dura prova: appena rientrati in classe dopo l'ora di educazione fisica, Sam aveva preso il mio posto vicino a Zayn, lanciando occhiate infuocate al povero Tommo, vicino al quale mi ero accomodata io.
I prof ovviamente ci avevano costretti a tornare come eravamo, e così Sammy non aveva potuto far altro che separare i banchi.
Tutti i prof ridevano, chiedendo con il loro mostroso umorismo se avevano divorziato, ma smettevano di ridere quando notavano il silenzio che regnava nella bancata destra. I due non si parlavano, oddio, Louis ci provava anche a fare conversazione, ma otteneva come risposta "Sta zitto Tomlinson. Non vedi che sto prendendo appunti?"
Poverino: da Louis a Tomlinson nell'arco di una partita di palla avvelenata... Mi faceva quasi pena.
Quando non "importunava" Sam si limitava a fissarla come se fosse una stramba, nuova barzelletta che lui non aveva ancora capito, nonostante tutte le volte che l'aveva riletta.
La convivenza Thompson-Malik andava bene, dal momento che Zayn è la persona più tollerante che esista: il suo astuccio si svuotava di tutto il contenuto nel giro di due ore, il suo diario e i suoi appunti erano diventato un patrimonio comune (anche il mio specchietto, ma Mr Vanità si arrabbiava se glielo facevi presente) e soprattutto le ore di matematica avevano finalmene un senso, ora che Zayn Malik, il Nero Mietitore degli Errori Di Distrazione, era con me.
Un giorno, appunto  durante l'oria di matematica,  mi era arrivato un bigliettino spiegazzato con una scrittura tutta scarabocchi che recitava:
 "So che sai Em.
Dimmi perchè Sam è arrabbiata con me e nessuno si farà male.
                                                                                 Tommo"

Avevo sbirciato in direzione del mittente, che a dispetto della minaccia, aveva due occhi cucciolosi che neanche Lord Voldemort avrebbe resistito.
Sospirando e sottraendomi all'occhiata severa del Nero Mietitore, avevo risposto:
"Ha solo l'impressione che tu non la prenda sul serio. Tutto qua.
                                                                                               Em"
Louis mi aveva fissto a lungo, in una maniera oserei dire inquietante. Poi era tornato all'esercizio di matematica, e io mi ero dimenticata di quella conversazione.
Quel pomeriggio io e Sam eravamo a casa sua a "fare i compiti" mentre in realtà ci facevamo due risate leggendo gli OMGfacts. All'improvviso era suonato il campanello.
" O e papà con la spesa, o è Niall che ha dimenticato le chiavi!" aveva imprecato la padrona di casa, affrettandosi a spegnere il Pc usato di straforo.
Eravamo scese ad aprire, ma non era ne' Niall, ne' il padre di Sammy.
Erano due bambine, gemelline, vestite da fatine: biondissime, con le treccine che rimbalzavano sul vestito (uno rosa e l'altro violetto) un sorriso pucciosissimo con parecchi denti mancanti, e due bellissimi zaffiri blu che brillavano nella nostra direzione, abbagliandoci.
"Nostro fratello..." aveva cominciato la gemella viola.
"Nostro fratello Louis ti manda queste" aveva continuato quella rosa, porgendo a Sammy un mazzo di tulipani colorati.
"Dice che gli dispiace moltissimo per averi fatto male" aveva interrotto quella viola.
"E..."
"Dice anche..."
"Che tu sei.."
"La cosa più seria del mondo..."
"Per lui..."
Avevano recitato, rubandosi le battute.
"E io ti ho fatto questo" aveva aggiunto timidamente la gemellina viola, tendendo un disegno tutto colorato, con la scritta storta che recitava "Per Sam da Daisy" in alto, vicino a una macchia gialla che si supponeva fosse il sole.
Poi erano fuggite via ridacchiando.
Sam era gelata sul posto. Avevo chiuso la porta, ammettendo che sì, se la mia amica non avesse avuto ancora in mano i fiori e il disegno, avrei pensato che fosse stata un allucinazione dovuta agli  eccessivi zuccheri ingurgitati per merenda.
"Posso?" avevo chiesto, togliendole di mano i fiori per vederli meglio.
Lei me lo aveva lasciato fare. Aveva fissato il disegno a lungo, mentre io ammiravo i colori dei tulipani. Poi lei se li era ripresi, porgendomi il disegno:
Uno sgorbietto con quattro peli marroni in testa, due pallini blu come occhi e un'inconfondibile maglietta a righe, teneva per mano una figura tutta rosa, con due orrorifici codini, senza occhi, ma solo un sorriso a "u" che gli occupava tutta la faccia. Il tutto sommerso da caramellosi cuori rossi.
Avevo alzato gli occhi dal disegno e fissato Sam.
Lei non aveva detto niente, limitandosi a sorridere ed ad accarezzare dolcemente le corolle dei fiori, prima ti tuffarci dentro il viso, aspirandone l'odore amarognolo che riempiva la stanza.






Angolo Autrice:
Hola ^.^ Grazie per aver letto anche questo secondo capitolo... Visto che siete arrivati qui in fondo, non è che potete laciarmi una recensioncina?
Mi accontento di poco, anche solo una parola o uno smile mi renderebbero felice (anche se è contro il regolamento, ma vabbè)
Vorrei solo capire quanti sono arrivati in fondo e quanti hanno aperto, hanno letto due righe, hanno pensato "ma che cagata" e hanno richiuso la pagina...
Grazie e baci


  
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