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Autore: AutumnLeaves98    15/10/2012    1 recensioni
È una fanfiction principalmente incentrata su quattro ragazzi, Rose Weasley, Albus Potter, Scorpius Malfoy e Katherine Page, e il loro sesto anno ad Hogwarts.
Rose è sicura di se e conserva da parte dei geni Granger solo l'intelligenza e la lieve isteria cronica. Odia Scorpius Malfoy, ma poi si ritroverà ad essere sua amica senza neanche accorgersene. Sta con Stuart ma qualcosa con lui è destinata a rompersi.
Albus è leggermente melodrammatico ed è capace di incantare e manipolare con i suoi modi di fare e i suoi occhi verdi. Non ha mai notato Kate prima ma quando finalmente lo fa ne rimane colpito.
Scorpius è un Serpeverde, orgoglioso e con una capacità di sputare veleno che ha dell'incredibile.
Kate è una Tassorosso permalosa, che ha una propensione naturale a usare il sarcasmo, è cotta del secondogenito dei Potter, e con la sua perenne indecisione fa guai di ogni sorta senza neanche rendersene conto.
All'inizio dell'anno vengono a sapere che Hogwarts participerà al Grande Torneo di Quidditch, disputato tra otto scuole. Dovranno trasferirsi in una scuola nuova, conosceranno persone nuove, ma di mezzo c'è qualcosa di molto più grosso: un complotto.
E allora? Allora si vola in Egitto, a Saharmisr!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Cap. 2 'TGT'
Capitolo II - Corsette sfortunate (secondo i punti di vista, almeno) e pranzi mooolto lunghi

9 settembre 2022, 8:29
Hogwarts, Lago Nero

Albus Potter era molto irritato. Mooolto irritato, davvero. Per una serie di sfortunatissimi eventi, il bel Serpeverde non
era riuscito a passare neanche un minuto da solo con Kate, in quei sette giorni. Aveva sperato nelle corsette mattutine, ma Sebastian Baston, Cacciatore e Capitano del Grifondoro, settimo anno, e inoltre grande amico di Katherine, aveva deciso di negargli quell'ultima possibilità.
È in atto un complotto, lo so...
Il ragazzo era alto, abbastanza muscoloso per via di tutti i duri allenamenti che sosteneva volontariamente, aveva i capelli castani e anche gli occhi erano di quel colore; portava una tuta blu, la felpa era aperta e il cappuccio saltellava in continuazione, ad ogni suo passo. Il ragazzo, e anche gli altri due, ansimava leggermente per lo sforzo della corsa.
Albus accelerò un poco e sbuffò. Non riusciva a capacitarsi della sua sfortuna. Guardò Sebastian e Kate parlare davanti a lui ed ebbe la folle voglia di buttare un certo qualcuno nel lago. Cosa che mai aveva provato in una qualsiasi situazione. Tra Sebastian, Donald e Rose, la Tassorosso non riusciva neanche a parlarci con lui. Doveva assolutamente fare qualcosa. Subito.
«Ehm, ragazzi...» cercò di infilarsi nella loro conversazione e di captare qualche parola. Accelerò ancora.
«...ma tu non...» stava dicendo il Grifondoro.
«Io non ci penso nemmeno, Seb» ribattè Kate e Albus sentì con piacere la nota di profonda irritazione nella voce della ragazza.
«Mmm... Che succede?» chiese Al. Kate iniziò a rallentare e gli altri con lei.
«Niente che ti interessi, Potter» sbottò Sebastian, fermandosi del tutto. Kate gli mollò uno scappellotto particolarmente forte. Albus se la stava godendo un mondo.
«Niente, Albus. È solo che Sebastian ha un inutile ostinazione nel propormi idiozie» disse Katherine tranquilla, stiracchiandosi.
«Ah, ok...» disse Albus, guardando il diciassettenne con un sorrisetto strafottente che la moretta fortunatamente per lui non notò. Sebastian ricambiò con un'occhiata velenosa.
Se gli sguardi potessero uccidere, sarei morto già da un bel po'... pensò Al umettandosi le labbra.
«Ehi, Kate. Che ore sono?» le chiese, ignorando l'orologio che aveva al polso. Doveva parlarle, anche per qualche scemenza, altrimenti sarebbe sempre stato escluso.
E io non voglio questo, eh no!
Katherine gettò uno sguardo frettoloso all'orologio che le pendeva dal polso e borbottò: «Sono quasi le otto e mezza. È meglio se iniziamo a rientrare. Altrimenti facciamo tardi...». E tornarono al castello.
Albus rivide Kate a pranzo, seduta in mezzo a due fuochi, alias Donald e Rose.
Si decise a fare una cosa che non aveva mai fatto: andò, o meglio, sgattaiolò furtivo al tavolo dei Tassorosso. Si avvicinò a Rose e disse: «In quanto Prefetto di Serpeverde potrei toglierti dei punti, sai?».
«E per cosa, scusa? Solo perché sto per commettere un omicidio?» ringhiò la rossa, infuriata per qualcosa che Albus non aveva neanche voglia di sapere. Probabilmente era solo una delle loro abituali scaramucce. L'ultima volta che li aveva visti litigare era perché Donald sosteneva di dover stare lui seduto vicino a Katherine nello scompartimento del vagone e la moretta aveva sempre dovuto mediare. Ma certe volte la causa scatenante era così futile che Kate si esasperava e lasciava stare, per salvaguardare la propria salute mentale.
«No, per essere seduta ad un tavolo che non è quello della tua Casa» spiegò Albus a suo beneficio.
«Cosa?! Ma ti sei rimbecillito, Albie?» sbottò la ragazza sottolineando l'appellativo mostruoso. Il ragazzo la guardò serio e ingiunse: «Allontanati da questo tavolo, Rosie... Lo dico per te, eh!». Rose era incredula e lo guardava a bocca aperta per qualche secondo, poi, come una furia, la ragazza si allontanò indignata.
Mmmm, mi sa che devo prepararmi ad una vendetta in stile Rose Weasley... Ma al momento quel pensiero lo lasciava indifferente, infatti doveva mettere in atto una strategia d'attacco.
«Ehm, salve. Senti Donald...» tentò Al, con in mente un piano per liberarsi anche di Dursley, ignorando i legami di parentela esattamente come aveva fatto con Rose.
«Che c'è?».
«Uhm, sai che una ragazza molto carina mi ha detto che gli piaci?» disse Albus, sperando in qualcosa di quasi impossibile.
In un programma Babbano alla televisione ho sentito che essere ottimisti e ripetersi come un mantra "Ce la posso fare" in testa fa sì che le cose vadano per il verso giusto... Proviamo, va'. Ce la posso fare, ce la posso fare... Che cazzata! Era un tentativo disperato, ma forse ce l'avrebbe fatta.
«Davvero?». Donald non sembrava molto interessato.
«Sì. Mi sembra che si chiamava Susan Qualcosa...» disse in tono vago e disinteressato, ricordando una conversazione avuta con Kate riguardante il giovane Tassorosso. Agguantò un croissant e lo addentò. Donald alzò il capo dal piatto e lo guardò speranzoso.
«Susan Corner?» chiese con un luccichio felice negli occhi.
«Sì sì, esatto. Dovresti chiederle di uscire...» suggerì con fare altrettanto disinteressato.
«Tu credi?» chiese Don insicuro. Non era esattamente bravo con le ragazze, una volta lo aveva visto prendersi una granita in faccia perché aveva sbagliato i complimenti. Ricordava quella sera, era andato ad una festa a Ottery St. Catchpole a cui avevano partecipato tutti i paesani; c'erano un sacco di bancarelle, festoni colorati e c'erano suoi parenti e amici dappertutto.
«Sì, dovresti farlo adesso. Cogli l'attimo, no?» rispose con la certezza di aver ottenuto ciò che voleva.
Oh, sono un genio. E un attore nato... Mi amo, davvero! pensò mentre Dursley si alzava annuendo e dirigendosi al tavolo dei Corvonero.
Kate lo guardava stupita e Albus fece spallucce, per poi sedersi.
«Grazie, Al». Lui fece un sorrisone abbagliante e si sentì molto soddisfatto di sé.
E poi lei continuò: «Sei davvero molto utile... Mi hai liberato da ben due stalker oggi. Ti assumo come bodyguard, ti
va?» disse la ragazza e Albus colse la palla al balzo: «Certo. Sono il tuo salvatore. Felice? Oggi non ti suiciderai per merito mio!».
Katherine ridacchiò e annuì. Mangiarono in silenzio per un po' e poi Kate gli chiese: «Come mai sei venuto qui?».
«Boh... Avevo voglia di cambiare. Stare sempre con le stesse persone fa male» ironizzò «Dovresti provare anche tu a cambiare compagnia per un po'».
«Hai ragione. Cambiamo compagnia insieme?» propose con un sorriso. Albus lo ricambiò apertamente.


9 settembre 2022, ora di pranzo
Hogwarts, Sala Grande

«Che sta facendo Al? È al tavolo dei Tassorosso! Cazzo, io lo disconosco...» disse Zac Zabini scuotendo gravemente la testa.
Scorpius lo guardò allibito, con la forchetta a mezz'aria, e chiese: «Cosa? Stai scherzando, vero?».
Zacharias Zabini sbuffò e disse: «Non scherzerei mai su una cosa del genere. Guarda tu stesso!».
Scorpius allora si girò e scrutò da cima a fondo il tavolo dei tassi, dopo qualche secondo individuò il suo migliore amico seduto al fianco di una ragazza mora.
Ah, sì. La Tassorosso! Ecco perché è lì! Certo che poteva evitare di farsi vedere a quel tavolo, eh...
Nonostante i suoi pensieri contrariati a quella situazione, disse, cercando di rassicurare suo cugino che sembrava in preda a una crisi di nervi: «È lì solo per quella moretta, Zac. Sta' tranquillo, non è passato al lato oscuro solo perché si è seduto con loro!». Marcus non parlò, si limitò a scuotere la testa scocciato e anche un filino irritato, come se non gliene importasse nulla di dove si sedeva Albus -ed in fondo aveva ragione-; aveva una strana espressione pensierosa.
I due cugini, Scorpius e Zac, commentarono la situazione per un po', totalmente ignorati dall'altro loro amico Marcus, che al momento sembrava voler solo starsene in disparte, cosa alquanto strana per uno come lui. Marcus, capelli castani e bei occhi azzurri, era sempre felice di far sapere agli altri il suo punto di vista, inoltre non faceva altro che ammaliare la gente che gli stava intorno, sempre pronto a ritorcere il suo carisma e la sua perspicacia contro quelli che non gli andavano a genio.
Zacharias agguantò il primo vassoio che gli capitò tra le mani, si servì di porridge con uno sguardo truce puntato sulla schina del suo amico e iniziò a mangiare. Scorp, con un sopracciglio alzato, gli chiese: «Da quando ti piace il porridge?». Zac strabuzzò gli occhi e guardò quella cosa schifosa che non aveva neanche il diritto di essere chiamato cibo, tossendo convulsamente.
«Che schifo! Perché non me lo avete detto?» si lamentò il ragazzo.
«Io l'ho fatto...» disse Scorpius con un sorrisino alquanto irritante.
«Io, uno Zabini, nobile discendente di un'antica famiglia italiana di maghi, ho ingurgitato quella schifezza inglese!» sbottò solennemente.
Marcus e Scorpius si lanciarono uno sguardo scettico e interrogativo.
Da quando è così teatrale? pensò il biondo, davvero molto scettico.
«...»
«...»
«Indignatevi pure voi, plebaglia!» ordinò Zacharias con tono perentorio. Scorpius e Marcus si scambiarono un'occhiata e fecero due ghigni identici, prima di prendere un qualsiasi oggetto da lanciargli addosso. Zacharias restò impalato per un secondo, poi iniziò anche lui a lanciare tutto ciò che gli capitava per mano: libri, pancetta, cucchiai, fogli di pergamena...
«A chi hai detto plebaglia, eh?» urlò Marcus mentre tutti si giravano a guardare quello spettacolino.
«Basta, basta!» supplicò Zac quando restò a corto di cose da lanciare.
«Ehilà, ragazzi! Cosa succede?» chiese cortesemente il professor Lumacorno che si avvicinava furtivamente al loro tavolo. Il professore, invece di andarsene in pensione, aveva deciso alla fine delle vacanze estive di rimanere a rompere le Pluffe agli studenti ancora per un po'.
«Ehm, niente, professore. Solo un'innocua battaglia tra amici» rispose Marcus togliendosi una foglia di lattuga dai capelli.
«Ah, Marcus, mio caro giovane amico! Se fossi in voi mi starei avviando a lezione adesso. Sapete com'è, meglio in anticipo che in ritardo!» e detto questo fece loro l'occhiolino, con l'implicito ammonimento di non fare guai, perché lui di sicuro non voleva togliere punti a Serpeverde per colpa dei suoi pupilli. Sorrise facendo tremare gli argentei baffoni da tricheco e i tre amici ghignarono mettendo i libri nella borsa. Marcus sistemò il caos che avevano provocato con un solo sventolio della bacchetta e Scorpius si stiracchiò.
«Che ne dite, ci avviamo?» chiese il biondino.
«Naah!» fece Marcus, scuotendo la testa. Nel giro di un minuto era tornato ad avere l'aria pensierosa e Scorpius all'improvviso si ricordò una cosa.
«Ehi, ehm, Marcus...» tentennò, non sapendo se l'amico avrebbe interpretato la domanda come un invasione nella sua vita privata. L'altro rispose con un verso che gli comunicò che lo stava ascoltando. Scorpius abbassò la voce e gli si avvicinò un poco.
«Come vanno le cose a casa tua?» chiese allora. Era una cosa delicata per Marcus l'argomento famiglia, forse perché non si poteva nemmeno chiamare tale. Con un fratello drogato ed una mamma sempre mezza ubriaca, il ragazzo era sempre turbato. Non si poteva certo dire che era felice di tornarsene a casa, per questo passava più tempo possibile ad Hogwarts e i suoi tre amici gli avevano sempre tenuto compagnia.
«Come al solito» rispose a basso tono Marcus. La conversazione si chiuse lì e Zac, Scorpius e Marcus rimasero in silenzio, stavolta carico di preoccupazione.

Rose si sedette al tavolo di Grifondoro con un sbuffo indignato e prese la mano di Stuart per intrecciarla alla sua. Il ragazzo si sporse e le lasciò un bacio a fior di labbra, prima di chiedere sornione: «Come mai già qui?». E sorrise, anzi ghignò. Rose gli fece la linguaccia, in modo piuttosto infantile. Si comportava come una bambina quando la innervosivano; una volta, durante una partita a Quidditch alla Tana, aveva disarcionato dalla scopa suo cugino James perché lui aveva insultato il suo cantante preferito. E non si poteva dimenticare tutte le piccole, grandi e infantili vendette a atto di poveri sfortunati che avevano osato farle qualcosa. La sua vittima preferita era Albus, seguito poi da Stuart, Donald, Malfoy e infine da Emmeline Nott. Quest'ultima era un'alunna di Serpeverde del suo stesso anno, oca come poche, che faceva parte di un gruppetto di ragazze anch'esse di Serpeverde, Chloe Burke e Eleanor Harper; tutte e tre andavano in giro con le gonne accorciate a sputare sentenze su chiunque emettesse fiato dalla bocca. Rose si divertiva un mondo con quelle sue vendette; ricordava una volta in cui aveva fatto scoppiare in faccia a quelle tre, che poi erano scappate in lacrime, una Mimbulus Mimbletonia "presa in prestito" dall'ufficio di Neville (poi l'aveva riportata dallo zio-professore appena in tempo). Le tre Serpeverde puzzarono di Puzzalinfa per un bel po' e Rose ne era rimasta estremamente soddisfatta. Mentre pensava alle sue geniali bravate, spostò una ciocca di capelli rossi dal viso lentigginoso. I capelli tornarono a caderle davanti agli occhi. Successe ancora; e ancora. Non poteva fare un minimo movimento che i ribelli capelli rossi le coprivano gli occhi azzurri e le solleticavano il naso pieno di lentiggini. Alla sesta volta, Rose sbuffò e si posò la cartella sulle gambe, per poi infilarci la mano e cercare. Alla fine, riuscì ad estrarne un elastico per i capelli e li raccolse, attenta a non lasciarsi sfuggire nemmeno una ciocca e borbottando parole indistinte con le sopracciglia inarcata e il broncio. In più, al tavolo dei Serpeverde quell'idiota di Malfoy aveva allestito uno spettacolo vergognoso con i suoi compari. Quel biondo impomatato doveva sempre trovare un modo per essere al centro dell'attenzione, e questo la irritava a morte. Si sistemò la coda e lanciò uno sguardo di fuoco di fronte a lei. Stuart sorrise comprensivo e stava per dire qualcosa quando la rumorosa famiglia della rossa irruppe. «Ehi, Rosie, ho delle novità sulle selezioni!» esclamò una voce fra le tante. E la ragazza ebbe occhi solo per James.


«... POTTER! Questo è il tavolo dei Tassorosso, se non te ne fossi accorto. E dubito che tu possa essere ancora più stupido di quel che sei, quindi... Che ci fai qui?».
«Sai, Davies, i nostri tavoli sono così vicini e le persone poco sveglie potrebbero confondersi, quindi... Mia cara Caposcuola, che ne dici di tornartene al tuo di tavolo e smetterla di scocciare me?».
«Trenta punti in meno a Serpeverde».
«Merda...».

Sono tornataaaaaaa! Spero di non avervi fatto annoiare, ma mi sa che è una speranza vana... C'è una parte che non mi convince molto ma se l'avessi cambiata poi avrei dovuto riscrivere un bel pezzettone e, be', sinceramente, mi scoccio. XD
Nell'ultimo pezzo c'è la Davies, che non ha un nome per il momento, e che è la Caposcuola di Tassorosso. L'altro Caposcuola è Frank Paciock di Grifondoro, che non è molto Percyoso ma leggermente Malandrino.
Au revoir!
  
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