Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    15/10/2012    1 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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V

Kiss the cross

 
− Se il diavolo non me l'avesse ispirato, non l'avrei mai commesso! − disse l'uomo.
Ma il diavolo rispose − Se non ci fosse nessun uomo che mettesse in corso le mie fantasticherie,
non sarei diavolo, ma sempre l'angelo di una volta.
-Christian Friedrich Hebbel, Diario, 1835/63-

 

Erano passati ormai giorni e iniziai a credere che fosse stata tutta un'illusione perversa del mio cervello.
Ma ogni volta che cercavo di convincermi che così fosse, mi accorgevo di quel segno maledetto che mi marchiava la spalla. 
Ogni volta che mi facevo la doccia era sempre lì presente, a rammentarmi ciò che era accaduto e ciò che esso comportava.
Ma in quella dolce mattina di primavera, il peso del simbolo che portavo sulla pelle non mi pesava. Stava iniziando il nuovo anno scolastico e l'eccitazione per essere entrata in prima superiore mi occupava totalmente la testa.
Mi ero iscritta a un liceo artistico che si trovava nella periferia della città.
- Buongiorno!- esclamai contenta entrando nella mia nuova classe.
Esaminai attentamente la nuova aula: nuovissimi banchi in legno a due posti, sedie con i braccioli, pareti di un bel bianco pulito e due lavagne, una digitale e l'altra nera. Ma l'elemento che più attirava la mia attenzione e che più faceva battere il mio cuore si trovava nell'ultimo banco in fondo della bancata centrale.
"Ma quello è Amamiya, siamo nella stessa classe! "
Il mio cuore fece una capovolta e un migliaio di farfalle impazzite presero a rincorrersi nel mio stomaco.
Se ne stava seduto nella sedia, signorilmente composto e con i capelli d'oro che gli ricadevano dolcemente sulla bellissima fronte dal colorito d'ambra. A quanto pareva però non ero stata l'unica ad accorgermi della sua fantastica presenza. Infatti era stato circondato da uno stormo di bellissime studentesse che portavano con un' innata sensualità l'uniforme scolastica, probabilmente almeno una taglia più piccola della loro poiché le loro curve femminili ne erano completamente risaltate e strizzate dentro.
Lui però non pareva particolarmente turbato.
"Non è che sia gay?" mi domandai preoccupata.
I suoi bellissimi occhi dorati vagarono lentamente sulla classe e poi si posarono su di me.
- Manami, non credevo che avessimo la stessa età - mi disse.
Si alzò con grazia dal suo posto e si avvicinò alla sottoscritta che in quel momento era diventata più rossa di una Ferrari.
- Sarà un piacere averti come compagna di classe - disse offrendomi gentilmente la mano.
In quel momento in me scattò una molla che mi fece capire che dovevo rispondergli e non stare là imbambolata a guardarlo come una maniaca.
Questa scena non passò inosservata a nessuna delle mie nuove compagne di classe. Una di loro sopratutto mi lanciò uno sguardo capace d' incenerire l'erba.
- Anche per me - dissi afferrando il più delicatamente possibile la reliquia che era per me la sua mano ambrata e perfetta.
Volevo forse convincermi di non tenere più a lui? No, non ci rinuncerei per tutto l'oro del mondo!
Il professore entrò in classe e subito tutti quanti tornammo ai nostri posti facendo un leggero inchino in segno di saluto.
- Buongiorno professor Urasawa -
- Salve ragazzi - rispose un uomo baffuto sulla cinquantina - sono contento di constatare che tutti voi avete superato l'esame d'ammissione in questo istituto - disse annuendo tutto soddisfatto.
Io nel mentre me ne stavo completamente immersa nelle mie illusioni amorose e a pensare che non mi sarei più lavata le mano con cui avevo toccato Amamiya.
- Comunque, miei cari ragazzi, mi sembra che sia giunto il momento di presentarvi un nuovo alunno. Si è allontanato da scuola per 2 anni per questioni di salute, ma da questa primavera rientra, proprio nella classe di sua sorella. Forse la maggior parte di voi non l'ho sa, ma lui è il fratello maggiore di Manami Sakurai-
Sentendo il mio nome sobbalzai fino al soffitto - Cosa!?!-
Dalla porta era entrato un ragazzo - Piacere, mi chiamo Kai Sakurai- si presentò.
Alto, magro e scolpito come una statua. Indossava l'uniforme scolastica come se fosse l'abito più raffinato che esistesse. E il volto era una visione insostenibile. Labbra rosse e sensuali, con una strana curva che gli conferiva un'aria beffarda. Capelli neri come le piume dei corvi che gli ricadevano con studiata sensualità. Nell'orecchio destro portava tutta una serie di piercing d'argento che facevano ancora di più risaltare la sua eterea e sfuggente bellezza. Ma la cosa che più mi sconquassò e mi fece comprendere esattamente chi avevo dinanzi furono gli occhi. Due oceani. Non solo per il colore blu intenso, come gli abissi marini, ma anche perché si comportavano proprio come il mare in tempesta.
Occhi selvaggi, troppo intensi e per essere umani.
Ricollegai e quasi non cacciai un urlo.
Anche se in quel momento non avevano il colore del sangue, questo non li rendeva meno terrificanti. Non li rende meno splendidi.
" No, non può essere lui ..."
Il suo sguardo si posò su di me. 
- Sono tornato - fece con un sorriso in grado di ammaliare una santa.
Io non sapevo proprio che cosa fare. Me ne stavo lì, ammutolita, confusa e a dir poco terrorizzata.
Il sangue sembrava essersi congelato nelle vene.
Ma a differenza mia, le mie compagne non parevano altrettanto ostili o spaventate dalla sua presenza.
- Gran bel pezzo di figliuolo!- commentò la mia compagna di banco e amica Shizuko.
Se fossi riuscita a leggere il pensiero delle mie compagne, sicuramente avrei trovato progetti di stupri e oscenità varie.
- Davvero è tuo fratello?- domandò una mia compagna voltandosi dal banco davanti.
- Certo che no! Io non ho fratelli! -
- Che dici? Parlavi sempre di tuo fratello malato-
- E' vero! Andavi sempre a trovarlo-
- Accidenti non pensavo fosse un figo del genere!-
- Dai, presentacelo-
Il professore si schiarì la gola per far fermare il flusso di commenti non proprio casti e riprese la parola - Kai puoi andare al tuo posto-
- Certo signore- disse congedandosi con un elegante cenno di capo e dirigendosi verso il suo banco.
Due ragazze che si trovavano in un banco vicino al suo, non persero l'occasione di abbordarlo:
- Hey Kai, stai bene adesso?-
- Se l'avessi saputo, sarei venuta a farti visita volentieri-
- Beata Manami ad avere un fratello simile!-
- Se fossi in lei lo terrei sotto chiave ...-
Io non riuscivo a credere alle mie orecchie.
- Ragazze! Ma cosa vi prende!? Sapete che sono figlia unica!-
- E dai Manami! Capisco che per te avere un fratello così affascinante è inspiegabile...-
- E già, la natura gioca brutti scherzi !-
- Non sto dicendo questo!-  le dissi con rabbia - Dovete sapere che lui è ...-
Non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai "mio fratello" addosso.
Sentii il suo respiro caldo vicino al mio orecchio. Un brivido mi percorse la schiena - Vuoi dire loro che sono il diavolo? Pensi che ti crederebbero? - anche se non gli vedevo il viso, sapevo che sogghignava - Ho manipolato i loro ricordi, per loro io sono tuo fratello-
"Manipolato i loro ricordi?"
Si staccò da me.
- Hey Kai, tutto bene?- domandò preoccupato il professore.
- Sì, sì, tutto a posto. Era solo un capogiro - disse con un tono limpido e sincero.
"Ma che cavolo ha intenzione di fare?"
- Bene ragazzi, ora incominciamo ... - disse il prof prima di avviare la lezione.
 
 

Alle 11.30 la campanella della ricreazione suonò.
Senza pensarci due volte, afferrai il braccio di Satan e lo trascinai fuori, sotto lo sguardo furente delle mie compagne.
Appena arrivati in un corridoio dove sapevo che non passava mai nessuno, gli lasciai andare il braccio.
- Che cavolo stai architettando!? Perché di sei infiltrato in questa scuola e per di più spacciandoti per mio fratello!?-
Lui non mi rispose, semplicemente si accostò ad una finestra e l'aprì facendo entrare un grosso corvo che gli si posò sulla spalla.
- Sono venuto solo per aiutarti ...- disse accarezzando distrattamente le piume del volatile - e da qui posso farlo meglio -
- Aiutarmi? E come se la tua magia si è rivelato un fallimento - gli dissi furente.
Satan colse immediatamente lo scherno nel mio tono e questo lo fece arrabbiare, ma a quanto pareva, era molto più bravo di me a gestire la rabbia perché nel suo tono di voce non traspariva - Ti ho detto che il nostro patto non si può sciogliere. Indagherò sulla causa del malfunzionamento e ti consegnerò il cuore del tuo amato ...- con un sorriso malizioso mi prese il viso con una mano e lo accostò al suo - non sei contenta?-
Arrossii. Maledissi le mie emozioni e me stessa per la mia incapacità di celarle allo sguardo altrui.
Questo mi fece montare dentro la rabbia - Come un agnellino a Pasqua! E di cosa dovrei essere contenta!?- dissi allontanandomi da lui.
Non sopportavo queste libertà che si prendeva -Se lui corrisponderà il mio amore, allora io dovrei ... -
- Concederti a me - disse asciutto.
- Ma tutto questo è assurdo!-
- Sì, me lo hai già detto - disse con tono spazientito. Incrociò le braccia e si accostò alla parete, mettendo un piede nel muro.
- La magia bianca o quella nera non possono far accadere un miracolo!-
Sollevò di scatto un sopracciglio - Tu dici?-
Sentii il suo sguardo su di me farsi più pesante.
Improvvisamente, i primi due bottoni della mia camicia partirono via.
- Che cosa mi hai fatto?-
Abbassai il mio sguardo.
“Il mio seno! E anche il resto del corpo!”
Sentii il petto farsi un po' più pesante.
“Ma questa è come minimo una quarta!”
- Credi che così piacerai ad Amamiya?- mi domandò con un sorrisino provocatorio dipinto sulle splendide labbra.
“Wow! Meglio della chirurgia estetica, lo devo riconoscere!”
Satan non aspettò una mia risposta. Mi posò una mano sul seno e prese ad accarezzarlo.
- Ma come ti permetti! Smettila!-
- Anche al tocco e perfetto ...-
- Ti ho detto di piantarla!-
- Si, certo. Dici così ma so benissimo quanto ti piace. Te lo si legge negli occhi -
Poi appena tolse la sua mano, Il seno tornò ad essere quasi inesistente come prima e anche i miei fianchi e il mio viso tornarono normali.
- Hey, ridammele! – protestai.  
La campanella di fine ricreazione suonò e lui si voltò e iniziò ad andarsene.
-  Neanche quelle sono gratis, mia cara. Erano solo una dimostrazione. Voi umani avete una condizione molto ristretta di ciò che è possibile e ciò che non lo è...- Si voltò verso di me e mi rivolse un sorriso malizioso -Comunque se vuoi chiedermi qualcosa dovremmo fare un altro patto, così oltre la tua verginità potresti offrirmi anche la tua anima, che ne dici?-
Ridacchiò tranquillamente e poi proseguì, camminando lentamente e muovendosi in un modo che mi ricordava quei stupendi felini che stanno negli zoo.
- Non voglio il tuo aiuto, demonio!-
Non mi degnò di un'altra occhiata e sparì.
Rimasi là per qualche minuto, interdetta. Non avevo idea di cosa fare. Sospirai. Mi feci coraggio e presi anche io la strada per tornare in classe.
Mentre camminavo tornavo a inabissarmi nei miei pensieri.
"Dunque Satan è qui per scoprire come mai il suo incantesimo non ha funzionato se è così allora..."
- Che stai facendo Sakurai!? Lasciami!-
Venni  improvvisamente risvegliata dai mie pensieri.
"Ma questa voce è di Amamiya!"
Presi a correre nella direzione in cui proveniva la voce e una volta raggiunto quello che vidi mi pietrificò.
Nello stretto corridoio deserto si trovavano Amamiya e Satan.
Amamiya si dibatteva furente come un animale in gabbia, mentre Satan lo teneva contro la parete e tentava di ...
“Ma che cavolo fa? Lo spoglia!?”
E infatti ci riuscì. La camicia bianca di Amamiya si aprì mettendo in mostra il petto ambrato e un crocifisso d'argento che portava appeso al collo.
Satan immediatamente si bloccò e lo lasciò andare - Sei un cristiano -
Amamiya riprese subito colore e gli scoccò un occhiata ostile.
- Sì, mio padre è il pastore della chiesa locale, perché me lo chiedi? Anche tu sei un servo di Dio?-
Quelle parole fecero scattare il sopracciglio di Satan - Io un servo di Dio?- disse beffardo.
Lanciò ad Amamiya un sorriso inquietante - Sì, lo ero, ma molto tempo fa...-
- Ora non più?-
- No ma...- con un gesto lento ed elegante prese tra le mani il crocifisso d'argento -  ...continuo a nutrire un grande rispetto per lui - poi come fosse la cosa più preziosa del mondo, vi posò sopra un bacio delicato.
Rimasi stupita di fronte a quella scena.
"Il demonio che bacia la croce… non vorrei apparire una miscredente ma è davvero un bel quadro. "
Dopo aver compiuto quel gesto singolare, Satan lasciò ricadere il crocifisso sul possente petto di Amamiya e se ne andò passandomi affianco silenziosamente.
Subito mi feci avanti -Scusa Amamiya per mio fratello, e che...-
- Non preoccuparti - disse lui scuotendo dolcemente il capo, facendo brillare ancora di più i fili d'oro che erano i suoi capelli
- E' solo una pecorella smarrita-
Mi sorrise gentilmente e mi accarezzò delicatamente una guancia.
Arrossii immediatamente.
"Che fantastico sorriso. Mi sa tanto che per questo dovrei ringraziare Satan" dovetti ammettere.

 

Salve belle fanciulle!
Scusatemi per non aver aggiornato questa domenica, ma sinceramente ... non ne avevo voglia :)
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!
Piccola Pirata

 
  
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