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Autore: B i z a r r e    15/10/2012    13 recensioni
A tre anni le avrei volentieri regalato il mio gelato al cioccolato, il mio preferito, pur di non sentirla piangere.
A dieci, una zia rompicoglioni mi chiese "Ti piace?" e io risposi affermativo. "E tu piaci a lei?" e io dissi "Anche a me lei piace".
A tredici era la mia fidanzata, ma non lo sapeva.
A diciassette anni, ovvero ora, le morivo ancora dietro senza mai trovare il coraggio di presentarmi.
Perché no, lei non sapeva il mio nome.
Più o meno tutta la scuola conosceva la mia abnorme cotta, tranne lei.
---
''Intanto ti levi quest'espressione ebete e poi anche la vocetta. Per dimostrare un po' di sanità mentale...''
Il suo sorriso enigmatico mi ricorda quello di Jared.
''Voglio fare un gioco con te.'' afferma.
''Se ti dicessi che in questo momento ricordi molto Saw non usciresti con me, vero?''
Ridacchia un po' e passa alle spiegazioni.
''Per avere un appuntamento con me... dovrai conquistarmi. E per conquistarmi parleremo insieme, di tutto ciò di cui due persone possono parlare, dai racconti idioti alle cose serie e tu mi porterai in posti interessanti con la tua bella Mini decappottabile.''
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Who would have thought it would end up like this?'
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Who would have thought it would end up like this?

Chapter Eleven
Who would have thought it would end up like this?



Helena.


Osservo il mio riflesso allo specchio mentre l'orologio alle mie spalle segna le 4.30. Tra esattamente quattro ore avrò un appuntamento con Zayn.
Sono agitata, insomma, quattro ore sono poche. Forse avrei dovuto incominciare prima. 
Entro nella doccia e comincio a sfregare la pelle sotto l'acqua calda, lasciando che le bollicine di sapone alla vaniglia scivolino lungo il mio corpo. Con i polpastrelli massaggio i capelli in senso orario, fino a quando la mia testa non somiglia a una nuvola. Ripeto l'operazione e poi sciacquo il tutto.
Mi sembra ieri che quell'idiota di Zayn si sia presentato.

''L'amore al tempo del colera? Com'è?'' chiede Zayn.
''Lo so che di Garcìa Marquèz non ti interessa, Zayn.''

Come se tutta la scuola non sapesse del suo profondo disinteresse nei confronti della cultura in generale.
Quella mattina ero agitatissima. Zayn mi era sempre piaciuto, fin dall'asilo.

Quel giorno la pioggia e il vento non sembravano essersi accaniti su Londra, anzi, stranamente nel cielo brillava il sole. Era il 18 settembre 1996 e per Helena era primo giorno d'asilo. La scuola, fatta di mattoncini rossi, aveva un'aria accogliente, eppure, la bambina, non era intenzionata a metterci piede. Alexandre e Charlie avevano fatto una gran fatica per costringerla a entrare.
Le maestre le facevano paura. La sua, una certa Lauren, era molto alta e magra. La faccia severa intimoriva la piccola.
Il giardino della scuola, non troppo grande, era stato addobbato con palloncini e disegni -probabilmente realizzati dai più grandi-, forse per conferirgli un'area meno scolastica. Dapprima, la rossa andò a rifugiarsi sotto un albero. Un bambino paffutello le si avvicinò sorridendo e mostrando cinque dentini da latte nuovi di zecca. Il suo naso a patata fece ridere la bimba.
''Ciao, io sono Jared e sono un uomo. Vuoi giocare con me?'' parlò in fretta e senza esitazioni.
''Io sono Helena, ma non penso di essere una donna, però con te ci gioco.'' rispose l'altra.
Sotto il portico, invece, stava seduto da solo un bambino che a vedersi, dimostrava meno dei suoi tre anni.
I capelli scuri erano pettinati in un ordinata acconciatura da soldatino, corti dietro e con la frangetta a metà fronte. Gli occhioni, dolci e caramellati, osservavano tristemente gli altri. Due cinquenni lo avevano preso in giro perché suo padre era pakistano.
Dopo poco, un altro bambino, abbastanza cicciottello e molto, ma molto più alto di lui gli si avvicinò sorridendo.  Zayn credeva che volesse deriderlo, invece, il biondo gli porse una mano e si presentò.
''Sono Liam e lui è Harry.'' esordì indicando un altro ragazzino, magro e alto dai capelli lisci '' Giochi con noi?''
Mentre i tre costruivano castelli con la sabbia e mangiavano il cono offerto dalle maestre, vennero interrotti dai singhiozzi di una bambina.
Zayn poté vederla bene. I capelli color carota risplendevano sotto il sole e un bambino cercava di consolarla con la sua mano paffutella. Prima che il moro potesse alzarsi per darle il suo gelato, un altro, sui cinque anni, si alzò e le diede il suo ancora intatto.
Helena era già ambita tra i bambini.

Esco dalla doccia e tampono i capelli con un asciugamano, sorridendo al ricordo di Jared in versione bonsai obeso e di me in ''pel di carota''.
Quando avevo proposto a Zayn il giochetto, ero convinta che avrebbe rifiutato, e invece, da lì a tre ore avremmo avuto un appuntamento.

I nostri volti si avvicinano. Mi bacia dolcemente la bocca, mentre io getto indietro la testa.
''Ti piaccio almeno un po'?'' soffia staccandomi di poco.
''Un gelato-'' mordo il suo labbro inferiore ''mi piace. Non una persona.Comunque, se è questo il tuo concetto di sentimento, la risposta è sì.''
Con la lingua traccia il contorno delle labbra mentre le schiudo per permettergli un bacio approfondito.
Mi stacco dopo qualche minuto, e dopo avergli fatto l'occhiolino, scompaio in casa.

Sento il battito del cuore accelerare mentre ripenso al nostro bacio. Istintivamente, le mia dita corrono sulle labbra.
Apro l'armadio e, dopo un'ora e mezza sono pronta. Indosso un vestito a magliettona, non troppo attillato, ma molto, molto corto. Le maniche e la parte superiore sono color avorio, invece, dal petto alla parte inferiore si allarga un disegno astratto blu scuro e viola prugna. Ai piedi decido di indossare delle francesine color cuoio e una borsa abbinata. Mi trucco leggermente e lego i capelli in una treccia laterale. Sono pronta.



Zayn


Manca un quarto d'ora. Quindici minuti. Novecento secondi e credo di aver ribadito a sufficienza il concetto.

Istintivamente la abbraccio, un'altra volta e mi stendo sul letto facendola accoccolare sul mio petto.
''Mi dispiace, Hell.'' sussurro stringendola ancora di più.
''''Anche a me, Zayn. Le cose sarebbero potute andare diversamente.Ma mi ha già rovinato abbastanza giornate da viva, non può continuare anche sotto terra.''
Decisamente il suo è un dispiacere distaccato.
Improvvisamente si stacca da me, ma io la ritiro giù.
''Dai Zayn, non puoi capire come si sta scomodi.'' si lamenta imprigionata sotto il mio braccio -non per vantarmi- muscoloso.
''Ma nei film ci si addormenta così.'' protesto.

Ripenso al giorno in cui mi ha parlato di sua nonna, di quello che ho provato mentre la abbracciavo, e, soprattutto, della paura di non essere ricambiato. La nostra situazione è, attualmente, molto ambigua. Ci siamo baciati, lei mi ha detto che le piaccio, ma non so se stiamo insieme.
''Per forza.'' interviene la mia coscienza bastarda ''Coglione come sei.''.

Decisamente, questo non è un giorno in cui la mia autostima raggiunge picchi massima. Anche se, normalmente, rasenta lo zero.
Davanti al campanello della villetta Carter suono con decisione. Non temo più che Charlie mi salti addosso da un momento all'altro per sbranarmi.
''Zayn.'' mi saluta Helena.
Indossa un vestitino, molto ino, grigio blu con degli accessori marroni.( *NdA)  È stupenda.
''Hell.'' mi avvicino, ma non so che fare. Alla fine opto per il classico bacio sulla guancia.
''Allora, hai deciso dove portarmi, cavaliere?'' domanda entrando nella mini.
''Tranquilla.'' chiarisco ''Ho evitato quelle scenate in cui lui fa la serenata a lei, oppure lo striscione. Tu mi avresti mandato gentilmente a quel paese e io mi sarei ridicolizzato.''
''Non ti facevo così intelligente.'' esclama falsamente stupita.
Dopo mezz'ora siamo a casa mia.
''I miei sono in viaggio per l'anniversario di non so cosa, le mie sorella sono per cazzi loro. Le ho costrette a lasciarmi casa libera.''
''Tanto stasera non te la dò, Malik.''
Scuoto la testa e sospiro rassegnato.
''Quel stasera che sta a significare?'' sussurro maliziosamente.
''Che adesso apri la porta se non vuoi trovarti a cantare 'Jingle Bells' nel coro delle voci bianche.''
Entriamo e la faccio accomodare in sala.
''E il menù prevede: del magnifico pollo cotto al forno da...''
''Dalla rosticceria.'' mi interrompe lei sorridendo.
''Stavo per dire da me.'' protesto.
''Hai dimenticato di levare l'etichetta dalla confezione.'' mi fa notare.
Mi maledico mentalmente.
''Non fa niente Zayn, esco con te anche se non sai fare il pollo al curry.'' mi rassicura.
Mangiamo per un po', poi incominciamo a conversare.
''Secondo te gli angeli sono maschi o femmine?'' domando.
Lei mi osserva scioccata, poi scoppia a ridere. Afferro la forchetta come fosse una sciabola e inizio a pungerle il braccio.
''Ahi.'' si lamenta.
''I tuoi neuroni fanno sinapsi.'' constato. (NdA**)
'Ma brutto idiota, sai cos'è la sinapsi?'' domanda.
''No, in effetti non ricordo.'' ci penso su ''Però è divertente la parola sinapsi. Insomma, sinapsiamo insieme?''
Mi osserva inarcando un sopracciglio, poi si lascia sfuggire un sorriso rassegnato.
''Dio, dimmi, l'ho scelto io, costui?'' sussurra alzando gli occhi al cielo.
Continuiamo in silenzio.
''Vieni con me.'' le prendo la mano appena abbiamo finito di mangiare.
Saliamo insieme le scale fino ad arrivare davanti alla porta della soffitta. Alzo lo sguardo e afferro la maniglia della botola che conduce al soffitto. Con qualche difficoltà mi arrampico e le porgo una mano per aiutarla.
''Sei pazzo? E se...'' protesta, ma la interrompo afferrandola per le braccia e la porto accanto a me.
Si volta per insultarmi, molto probabilmente, ma si interrompe quando osserva ciò che si vede dal tetto della casa.
''Wow.'' è l'unico suono che esce dalla sua bocca.
Londra sembra un immenso oceano nero, in mezzo al quale nuotano luci colorate.
''È stupendo, Zayn. Meglio di qualunque canzone.'' esclama stupita.
Mi sdraio e lei fa lo stesso accanto a me.
''C'è un bel cielo, stasera.''
''Hell?''
Mugugna qualcosa in risposta, così continuo.
''Mi piacerebbe baciare la ragazza che amo sopra il tetto della mia casa, in una notte con un cielo possibilmente stellato, cosa più unica che rara a Londra.''
Aspetto una sua reazione. Poggia una mano sulla mia guancia e fa avvicinare i nostri volti.Sento il cuore esplodermi nel petto nel momento in cui le nostre fronti si avvicinano e le sue labbra si avvicinano alle mie. Schiudo le labbra, per un bacio approfondito che non tarda ad arrivare.
Questo bacio è diverso dall'altro. Questo è il bacio che ho aspettato per quattordici anni della mia vita.
Ci stacchiamo lentamente e con altrettanta lentezza apriamo gli occhi. Le sorrido radioso e lei ricambia.
''E quindi...'' inizia.
''E quindi ora sei solo mia.'' concludo.
''Chi avrebbe pensato che sarebbe finita così?'' sospira.
Le mie labbra si incurvano all'insù mentre porto una mano dietro la sua nuca e ricomincio a baciarla.




*Da notare come Zayn sia descrittivo.
**Prendetela ironicamente, la cosa della sinapsi, perché Zaynuccio è una capretta.


IN THE END, I THINK...

E così, la storia è finita.
Per chi volesse continuare a seguire i mie scleri, ecco la mia nuova storia:

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